Siamo arrivati al settimo capitolo del nostro diario di viaggio che racconta tutto il percorso ufficiale della Via Francigena da sud a nord in occasione del Giubileo 2025.
Con i suoi 3.200 km, lo storico itinerario medievale attraversa cinque Stati (Inghilterra, Francia, Svizzera, Città del Vaticano e Italia), sedici regioni e più di seicento comuni, come dettagliamo nel percorso percorribile sia a piedi sia in bicicletta. A partire dal Kent, nel Regno Unito, il percorso tocca le regioni Hauts-de-France, Grand Est e Bourgogne-Franche-Comté, in Francia; i Cantoni Vaud e Vallese, in Svizzera; le regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Lazio, Campania e Puglia, in Italia e lo Stato del Vaticano a Roma, luogo-simbolo del Giubileo.
Per questi speciali regionali realizzati in collaborazione con Regione Lazio, abbiamo deciso di risalire lo stivale da Santa Maria di Leuca – la finibus terrae in Puglia, e di raccontare la Via Francigena da sud a nord, portandoti con noi alla scoperta di ogni regione, per immergerci nelle sue bellezze paesaggistiche, storiche e gastronomiche. Non mancheranno tanti consigli di viaggio sul cammino, con il meglio delle tappe e alcune curiosità.
Ci mettiamo in cammino?
Partiamo!
La Via Francigena in Piemonte
La Via Francigena in Piemonte si snoda per circa 65 chilometri attraverso 4 tappe ufficiali del tratto canavesano – circa 200km, se si considerano anche le varianti – portando i camminatori dal confine con la Valle d’Aosta fino alla pianura del Vercellese, per poi proseguire verso il territorio della Lomellina in Lombardia. Questo tratto nord-occidentale del cammino si distingue per la varietà dei suoi paesaggi: si passa dai boschi morenici del Canavese, ai colli del Monferrato alle vaste risaie che circondano Vercelli, in un continuo alternarsi di ambienti naturali e culturali.
La variante occidentale della Via Francigena, in Val di Susa, che attraversa i valichi del Moncenisio e del Monginevro, rappresenta un’importante direttrice storica per chi percorre i grandi cammini europei. Questa rotta alternativa, di circa 100km, entra in Italia dalla Francia, collegando fisicamente il Cammino di Santiago con la Via Francigena principale. Utilizzata fin dal Medioevo, era scelta da molti pellegrini provenienti dalla penisola iberica e dal sud della Francia. Il tratto offre paesaggi alpini spettacolari e attraversa borghi ricchi di storia e spiritualità. Pur meno battuta della via del Gran San Bernardo, resta un percorso suggestivo e significativo. La sua riscoperta consente oggi un’esperienza autentica e coerente con le antiche direttrici di pellegrinaggio. Unisce simbolicamente i due grandi poli spirituali dell’Europa medievale: Santiago e Roma.
Il percorso piemontese, in gran parte pianeggiante ma con alcuni tratti collinari, è accessibile e ricco di scorci sorprendenti, adatto sia ai camminatori esperti sia a chi si approccia al viaggio lento per la prima volta.
Qui, dove il pellegrinaggio si intreccia con le antiche vie del commercio e della fede, il cammino diventa un’esperienza immersiva che tocca borghi medievali, abbazie, castelli e comunità che da secoli accolgono i viandanti. Il Piemonte è una regione dove storia, natura e tradizioni si fondono in maniera armoniosa, lasciando spazio a momenti di contemplazione e scoperta. Dai silenzi delle risaie all’imponenza della Sacra di San Michele, dalle strade acciottolate di Ivrea ai profumi del Monferrato, ogni passo è un invito a rallentare.
Tabella dei contenuti
Storia: Pellegrini e borghi medievali, Vercelli e Ivrea. Via Francigena For All.

Per raccontare la Via Francigena in Piemonte partiamo da due luoghi simbolo della storia
del pellegrinaggio medievale: Vercelli e Ivrea, due città che da secoli offrono ospitalità ai
viandanti in cammino verso Roma.
Vercelli, situata strategicamente sulla pianura tra il fiume Sesia e le risaie che oggi la circondano come specchi d’acqua, fu sede di uno dei più importanti ospitali dell’epoca, dove i camminatori trovavano ristoro, cure e protezione, tra questi vi passò anche Sigerico. Il cuore spirituale della città è la Basilica di Sant’Andrea, capolavoro del gotico cistercense, costruita all’inizio del XIII secolo, la basilica è famosa per la sua facciata imponente e i dettagli architettonici intricati, ancora oggi luogo di sosta e riflessione per i viandanti. La città è inoltre ricca di musei, tra cui il Museo del tesoro del Duomo, dove, oltre a importanti manufatti di oreficeria medievale e i preziosi manoscritti della Biblioteca Capitolare, si può osservare anche un documento in lingua anglosassone: il Vercelli Book. Passeggiare per le vie acciottolate del centro storico, tra torri medievali, portici e antichi palazzi, significa ripercorrere i passi degli antichi viandanti tra storia, cultura e tradizione.
Proseguendo verso nord, il cammino raggiunge Ivrea, antica città romana e poi longobarda, adagiata tra le colline e il fiume Dora Baltea. Ivrea, nota come la città sede storica della famiglia Olivetti, di cui si può visitare il Maam – Museo a cielo aperto dell’architettura moderna di Ivrea – custodisce una lunga tradizione di accoglienza, grazie alla presenza storica di conventi e pievi, ma anche alla sua vocazione di nodo viario e commerciale. La città è nota per il suo castello a pianta quadrata, situato nel centro storico, il Castello dei Savoia domina con le sue torri cilindriche. Importante è anche la Cattedrale di Santa Maria che conserva una facciata ottocentesca e una cripta del X-XII secolo. Ivrea, ancora oggi conserva una forte identità civica, che si riflette nella qualità dei servizi per i camminatori.
Ed è proprio lungo la Via Francigena nei pressi di Ivrea che si concretizza uno dei progetti più significativi e innovativi legati alla Via Francigena: “Via Francigena For All”. Questo programma, nato lungo l’itinerario Canavesano nella tappa Ivrea-Viverone e lungo la variante della Valle di Susa Villar Focchiardo-Avigliana, per rendere accessibile il cammino a persone con disabilità motoria o sensoriale, rappresenta un passo fondamentale verso un pellegrinaggio inclusivo e sostenibile. Rampe, segnaletica accessibile, mappe tattili e percorsi adatti a sedie a rotelle o a carrozzine da trekking permettono a un numero sempre maggiore di persone di vivere l’esperienza del cammino in sicurezza e autonomia. È una nuova forma di pellegrinaggio, dove il valore del viaggio non sta nella performance, ma nella condivisione, nella lentezza, nell’apertura all’altro.
Attraversare Vercelli e Ivrea lungo la Via Francigena non è solo un viaggio nel tempo, ma anche una testimonianza viva del presente: qui, la storia antica si intreccia con l’impegno contemporaneo per un cammino aperto, accogliente e accessibile a tutti. Un’eredità che continua, passo dopo passo, verso il futuro.

Piccola curiosità: il lago sotterraneo della Basilica di San’Andrea
Sotto le eleganti architetture di Vercelli si cela un mondo nascosto e affascinante, fatto di leggende, passaggi segreti e ambienti sotterranei. Tra i più suggestivi, un lago sotterraneo scoperto recentemente grazie a studi archeologici, che si troverebbe proprio sotto l’Abbazia di Sant’Andrea. Si racconta che, un tempo, sulle sue acque galleggiasse una zattera usata per attraversare il bacino, accessibile solo tramite cunicoli nascosti che si snodano sotto la chiesa. Questi passaggi, usati in passato per spostarsi senza essere visti, custodiscono anche misteri come quello dei due scheletri ritrovati nei pressi del monastero di Santa Chiara: forse un ladro e una suora vittime di una fuga finita in tragedia. Altri tunnel, secondo le cronache popolari, venivano usati da giocatori d’azzardo, amanti clandestini e libertini per sfuggire al controllo delle guardie, soprattutto tra via Bodo, corso Libertà e il Teatro Civico. Ancora più sorprendente è la scoperta di un secondo ambiente sotterraneo, speculare al primo e parzialmente allagato, probabilmente costruito nel 1909. Entrambi gli spazi, sorretti da colonne e pilastri, si estendono per decine di metri e sembrano essere stati usati come cisterne, ma non mancano indizi di ulteriori usi segreti. Un vero mondo parallelo, che rende Vercelli ancora più misteriosa e affascinante.
Luoghi di interesse: le risaie del Vercellese, la Sacra di San Michele, la Val di Susa (cammino alternativo della Via Francigena) e i Balmetti di Borgo Franco d’Ivrea.

È inutile dire che la Via Francigena in Piemonte si sta affermando come uno dei tratti più suggestivi e sorprendenti dell’intero itinerario. La sua posizione, a cavallo tra pianura, collina e montagne alpine, unita al grande patrimonio storico e paesaggistico che la contraddistingue, ne fa una tappa imperdibile per chi cerca un’esperienza autentica e varia. Se nel passato queste terre venivano attraversate per motivi principalmente religiosi o commerciali, oggi attirano camminatori, turisti e viaggiatori lenti da tutto il mondo, desiderosi di immergersi in un paesaggio che sa raccontare storie antiche e bellezza naturale con la stessa intensità.
La varietà dei luoghi attraversati rende difficile fare una selezione, ma ci abbiamo provato.
Le risaie del Vercellese sono tra i primi paesaggi iconici che si incontrano. In primavera e inizio estate, l’allagamento dei campi trasforma l’intera pianura in uno specchio d’acqua, un ambiente unico, quasi sospeso tra cielo e terra. Qui il cammino si fa riflessivo, lento, ritmato dal canto degli aironi e dal fruscio dell’acqua tra gli argini. È un paesaggio modellato dal lavoro agricolo, ma anche profondamente spirituale: un luogo che invita al raccoglimento e alla contemplazione, in perfetta sintonia con lo spirito del pellegrinaggio.
Poco più a ovest si staglia, imponente e solitaria, la Sacra di San Michele, uno dei simboli più potenti del Piemonte. Situata in cima al Monte Pirchiriano, all’imbocco della Val di Susa, al confine tra le Alpi Cozie e la Pianura Padana, è raggiungibile tramite una deviazione del cammino ufficiale, ma la fatica della salita è ripagata da una vista mozzafiato e da un’atmosfera mistica difficile da descrivere. Fondata tra il X e l’XI secolo, la Sacra ha ispirato leggende, romanzi (è nota per aver ispirato Umberto Eco ne Il nome della rosa) e persino un culto esoterico legato alla Linea Sacra di San Michele.
Sempre in Val di Susa si snoda un cammino alternativo della Via Francigena, scelto da molti pellegrini per evitare i tratti più trafficati e riscoprire il lato alpino e selvaggio del percorso. Questo tratto, che passa per antiche strade militari, castelli, abbazie e piccoli borghi di montagna, restituisce l’essenza originaria del viaggio medievale: lento, incerto, ma ricco di incontri e di epifanie. È una valle che parla molte lingue – italiano, francese, occitano – e che ha accolto, nei secoli, pellegrini, mercanti e soldati. Oggi, è un luogo ideale per chi cerca un contatto più diretto con la natura e con le tradizioni locali.
Un’altra tappa insolita e affascinante è costituita dai Balmetti di Borgofranco d’Ivrea, un piccolo complesso di cantine naturali, scavate nella roccia, dove da secoli si conservano vino e prodotti tipici grazie a un fenomeno geologico unico: correnti d’aria fredda che soffiano tutto l’anno, mantenendo la temperatura costante. Ma i Balmetti non sono solo depositi: sono spazi di socialità e convivialità, veri e propri microcosmi comunitari dove ancora oggi si organizzano incontri, feste, e dove la cultura del vino si fonde con quella dell’amicizia e dell’ospitalità. Il camminatore che si ferma qui trova ristoro, ma anche una narrazione viva del rapporto tra uomo e territorio.
Piccola curiosità: la “Via Angelica” di San Michele
Tra le leggende più affascinanti legate alla Sacra di San Michele c’è quella della “Via Michelita” o “Via Angelica”, un antico cammino spirituale percorso dai pellegrini medievali. Questo itinerario collega tre luoghi sacri dedicati all’Arcangelo Michele: Mont Saint Michel in Normandia, la Sacra di San Michele in Piemonte e Monte Sant’Angelo in Puglia.
Secondo la tradizione, la linea che unisce questi santuari sarebbe stata tracciata dalla spada di San Michele durante la sua lotta contro Lucifero, lasciando sulla Terra un segno invisibile ma carico di significato spirituale ed energetico. Si narra che un punto di questa misteriosa energia si trovi proprio all’ingresso della Sacra, sotto una piastrella più chiara delle altre. La particolarità di questo allineamento è che la Sacra di San Michele si trova esattamente a metà strada tra Mont Saint Michel e Monte Sant’Angelo, a 1000 chilometri da entrambi. Ma la leggenda si estende oltre: questa linea sacra unirebbe diversi luoghi dedicati a San Michele, creando un percorso simbolico che va dall’Irlanda fino a Gerusalemme.
Tradizioni: feste, fiere e mercati storici

In Piemonte le fiere e i mercati storici non sono solo appuntamenti economici o turistici, ma vere e proprie celebrazioni del territorio, del suo ritmo stagionale, dei suoi frutti e della sua memoria. Fin dal Medioevo, il passaggio dei pellegrini lungo la Francigena si intrecciava con le grandi fiere che animavano i borghi e le piazze delle città: momenti di scambio, ma anche di festa e incontro popolare.
A Vercelli, infatti, si svolgono mercati settimanali che proseguono una tradizione radicata nei secoli. Qui, nel cuore delle risaie, i banchi offrono prodotti tipici della pianura padana, tra cui riso, formaggi, salumi e ortaggi di stagione.
Un altro evento imperdibile è la Fiera di San Savino, patrono di Ivrea, che ha luogo ogni anno a luglio ed è un evento molto sentito che anima tutta la città con un programma ricco e variegato. Tra i momenti più attesi c’è la Fiera equina, una delle più importanti d’Italia, che sottolinea il legame profondo tra Ivrea e il mondo dei cavalli. Accanto alle cerimonie religiose e alle celebrazioni civili, si susseguono eventi culturali, artistici e di intrattenimento nelle strade, coinvolgendo residenti e turisti in un grande palcoscenico a cielo aperto.
Sempre a Ivrea, famosissimi e peculiari sono i festeggiamenti del Carnevale. Noto in tutta Italia per un evento in particolare, la battaglia delle arance, il Carnevale di Ivrea è una festività che coinvolge attivamente tutta la città, ma anche turisti e curiosi.
Nel cuore del Monferrato, lungo le tappe collinari della Via Francigena, numerosi borghi organizzano fiere stagionali e mercatini storici in coincidenza con la vendemmia o la raccolta della nocciola. In questi appuntamenti si celebra non solo il raccolto, ma anche l’identità locale: si riscoprono antichi mestieri, si condividono ricette tramandate oralmente e si rinsalda il senso di comunità.
Partecipare a una di queste fiere significa camminare nel tempo, entrare in contatto con un Piemonte autentico, dove la storia non è relegata ai musei, ma vive nelle mani, nei volti e nei gesti della sua gente.
Gastronomia: ravioli del plin, bunet, nocciole tartufi bianchi, Barolo.

Mangiare lungo la Via Francigena in Piemonte è un viaggio nel cuore più sincero della tradizione contadina e alpina. Qui, tra risaie, colline e boschi, si scopre una cucina che unisce semplicità e raffinatezza, in cui ogni ingrediente ha una storia da raccontare, ogni piatto è un frammento di memoria.
Tra le specialità che rendono unica questa regione spiccano senza dubbio i ravioli del plin, piccoli scrigni di pasta all’uovo ripieni di arrosto o verdure, il cui nome deriva dal pizzicotto (“plin”, in dialetto) con cui vengono chiusi a mano. Serviti con sugo d’arrosto, burro e salvia o semplicemente con un filo d’olio extravergine, sono un piatto che esprime tutta la maestria e l’amore per la cucina di casa, quella che si tramanda da generazioni.
Altra icona del gusto piemontese è il bunet, un dolce al cucchiaio della tradizione contadina, a base di uova, latte, zucchero, amaretti e cacao. Preparato da secoli in occasione delle feste, spesso con l’aggiunta di un goccio di liquore, il bunet è una coccola densa e cremosa, capace di riportare alla memoria i pranzi della domenica e le nonne con il grembiule impolverato di farina.

Non possiamo parlare di gastronomia piemontese senza citare uno dei veri tesori della regione: le nocciole, in particolare la varietà Tonda Gentile Trilobata delle Langhe, considerata tra le migliori al mondo per aroma e consistenza. Utilizzate in pasticceria, nei cioccolatini (come i famosi gianduiotti) o semplicemente tostate, rappresentano un’eccellenza che ha conquistato mercati e palati in tutto il mondo.
E poi c’è lui, il protagonista silenzioso dei boschi: il tartufo bianco d’Alba, pregiato e inebriante, cercato con dedizione da trifolau e cani addestrati, tra le colline delle Langhe e del Roero. Ogni anno, la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba celebra questo prodotto straordinario con degustazioni, aste e appuntamenti gastronomici. Il suo profumo intenso accompagna tagliolini, risotti e uova, regalando emozioni irripetibili.
Naturalmente, a tavola non può mancare un buon calice di vino. Il Barolo DOCG, soprannominato “il re dei vini”, nasce dalle uve Nebbiolo coltivate nelle Langhe. Con il suo colore granato, il bouquet complesso di spezie, ciliegie sotto spirito, rose appassite e liquirizia, il Barolo è un vino da meditazione, perfetto con brasati, selvaggina e formaggi stagionati. Invecchia per anni in botti di rovere, diventando sempre più profondo ed elegante.
Piccola curiosità: il bunet della domenica
Il bunet veniva tradizionalmente preparato la domenica mattina presto, perché potesse raffreddarsi lentamente e rassodarsi prima del pranzo. Ogni famiglia piemontese ha la sua ricetta segreta: chi usa solo cacao, chi aggiunge caffè o rum, chi lo decora con caramello croccante. Alcuni raccontano che il nome derivi dal cappello “bonet”, perché “sta alla fine del pranzo come il cappello sta in testa”: chiude tutto con gusto e stile.
Idee di cammini per un ponte o un weekend
Itinerario di 2 giorni: Ivrea – Santhià
1° giorno: da Ivrea a Viverone, circa 18 km, con un dislivello medio.
Si parte da Ivrea, avvolta tra il castello medievale, il Duomo e la chiesa barocca di San Gaudenzio e si cammina verso sud attraverso l’anfiteatro morenico, tra boschi e vigneti, fino alle rive del lago di Viverone: un’oasi suggestiva dove fare tappa, magari con una sosta in un agriturismo locale per gustare un’ottima battuta di fassona o sorseggiare un calice di Erbaluce.
2° giorno: da Viverone a Santhià , circa 16 km, è una tratta facile.
Durante questo secondo giorno di cammino, l’itinerario prosegue tra strade di campagna e percorsi in leggera salita fino a Santhià. Qui si incontra la pianura agricola, teatro dei vivaci mercati storici e delle tradizioni locali. Santhià è un centro di snodo lungo la Francigena, crocevia tra l’itinerario verso Torino e la via di Sigerico diretta verso Vercelli.
Ottimo per un fine settimana rilassante, che combina paesaggi lacustri, colline, tradizione e storia medievale.

Itinerario di 3 giorni: Ivrea - Vercelli
1° giorno: da Ivrea a Viverone
2° giorno: da Viverone a Santhià
3° giorno: da Santhià a Vercelli , circa 29 km
L’ultima tappa porta verso le risaie del Vercellese: un paesaggio unico fatto di acqua e terra, canali e volatili migratori. Arrivati a Vercelli, si possono ammirare piazze medievali e la Basilica di Sant’Andrea, scrigno d’arte romanico‑gotica. Un percorso che unisce l’esperienza al confine alpino alla cultura agricola delle risaie, attraversando borghi, laghi e città storiche.

Itinerario di 4 giorni: la variante in Val di Susa, dal Moncenisio alla Sacra di San Michele
Per chi ha un ponte più lungo, inserire la tappa Verso la Sacra di San Michele dalla Val di Susa è un’opzione perfetta. Dopo Vercelli, ci si sposta verso la Val di Susa (con mezzi o proseguendo a piedi), fino a Chivasso e poi a monte verso la Sacra: un percorso ripido, ma panoramico e spirituale, che culmina con la splendida abbazia arroccata sul Monte Pirchiriano – una tappa che rende l’itinerario più panoramico e montano, in pieno spirito francigeno.
1° giorno: dal Moncenisio a Susa , una tratta impegnativa di 24,4 km. Dopo aver superato il Colle del Moncenisio, il cammino attraversa borghi alpini come Moncenisio e Novalesa, ricchi di storia e spiritualità, tra strade reali, ecomusei e cascate. Da qui si raggiungono Venaus, con la sua tradizione della Danza delle Spade, e Mompantero, ai piedi del Rocciamelone, sacro fin dall’antichità. Proseguendo verso Susa, si entra in una città millenaria con importanti vestigia romane e medievali. Tra i luoghi simbolo, la Cattedrale di San Giusto, il Castello di Adelaide e il Museo Diocesano. Un itinerario che unisce natura, fede, cultura e tradizione.
2° giorno: escursione alla Sacra di San Michele, 27,1 km lungo una strada difficile, ma davvero entusiasmante. Lasciata Susa, il cammino attraversa borghi e paesaggi tra storia e natura: da Urbiano con il rito dell’orso a Foresto e l’Orrido, fino a Bussoleno con le sue architetture medievali. Si prosegue verso San Giorio, Villar Focchiardo e Sant’Antonino di Susa, tra castelli, parrocchiali storiche e tradizioni popolari. A Vaie, il percorso si intreccia con siti archeologici e il Santuario di San Pancrazio, fino a Chiusa San Michele, punto di partenza per salire alla Sacra di San Michele, simbolo del Piemonte. Da qui, una variante scende verso la Val Sangone, toccando Valgioie e arrivando a Giaveno, con il suo centro storico e le memorie legate alla potente abbazia.
3° giorno: da Susa a Oulx, anche il terzo giorno ti aspetta una tratta impegnativa di 27 km. Il percorso segue il Sentiero dei Franchi, passando per Salbertrand con il suo Parco del Gran Bosco e l’Ecomuseo Colombano Romean, fino a Exilles, dominata dall’imponente forte medievale. Attraverso i vigneti terrazzati dell’Avanà si raggiunge Chiomonte, borgo ricco di palazzi nobiliari, cappelle affrescate e una parrocchiale barocca di pregio. Si prosegue lungo la Via dell’Avanà e il sentiero Gta fino a Giaglione, dove la tradizione della Danza delle Spade accompagna le celebrazioni patronali. Il tratto si conclude nei pressi della SS25, alla confluenza con la direttrice del Moncenisio.
4° giorno: da Oulx a Clavière, finalmente all’ultima tappa, altri 18,4 km altrettanto impegnativi e soddisfacenti. Dal Colle del Monginevro, antico passaggio tra Francia e Italia, l’itinerario entra in Valle di Susa attraversando Clavière e le Gole di San Gervasio, proseguendo verso Cesana Torinese con la sua parrocchiale romanica. Il cammino raggiunge le frazioni di Mollieres e Solomiac, per poi scendere a Oulx, dominata dalla chiesa di Santa Maria Assunta e dalla Torre Delfinale. Oulx fu sede della Prevostura di San Lorenzo e degli Escarton, ricordati dalla storica Fiera Franca. In alternativa, con bel tempo, si può seguire un percorso naturalistico lungo la Dora Riparia fino a Fenils.

Qualche consiglio
1. Prepara il tuo equipaggiamento
- Scarpe da trekking: la scelta delle scarpe è fondamentale, soprattutto per le lunghe distanze. Opta per scarpe robuste e comode, con buona traspirabilità e un buon supporto per i piedi. Scarpe da trekking leggere sono ideali per i percorsi più lunghi. Occhio: più lo zaino cresce di peso, più è importante che la calzatura abbia la caviglia alta, per supportare la flessione della schiena. Qui qualche consiglio grazie al nostro partner Garmont .
- Zaino: scegli uno zaino comodo e non troppo pesante. Controlla che sia dotato di cinghie regolabili e di una buona ventilazione. È fondamentale non sovraccaricare il bagaglio, bisogna cercare di non superare il 10-15% del proprio peso corporeo; porta solo l’essenziale. Qui qualche idea consigliata dal team di Ferrino.
- Abbigliamento: porta con te abiti traspiranti, comodi e leggeri. A seconda della stagione, aggiungi una giacca impermeabile per proteggerti dalla pioggia o dal vento, e un cappello o un berretto per il sole. Se non sai dove trovarli guarda qui.
- Bastoncini da trekking: sono molto utili per ridurre lo sforzo sulle ginocchia, specialmente in tratti di salita o discesa. Eccoli qui.

2. Pianifica le tappe e gli itinerari
- Distanza e tempo: ogni giorno di cammino prevede distanze che variano dai 15 ai 25 km. Se non sei abituato a camminare lunghe distanze, pianifica tappe più corte per iniziare. Una buona idea è percorrere l’itinerario in più giorni, in base alle tue capacità.
- Dove pernottare: lungo il percorso troverai numerose strutture di accoglienza, come ostelli, B&B, agriturismi e conventi. In alcuni luoghi puoi anche usufruire dell’ospitalità in rifugi per pellegrini. Prenota in anticipo, specialmente nei periodi di alta stagione (primavera ed estate).
- Come raggiungere la regione: sono tantissimi i modi per raggiungere il Piemonte, ma non tutti sono green o a basso impatto e, soprattutto, non tutti sono convenzionati con la Via Francigena. È per questo che noi consigliamo di raggiungere la regione in FlixBus o con i treni Regionale e TrenitaliaTPER. Entrambi, infatti, offrono uno sconto del 10% ai possessori della Credenziale ufficiale.
- Adattabilità: non tutte le tappe hanno la stessa difficoltà. Sii flessibile e, se necessario, adattati alla situazione. Ricorda che il cammino non è una gara, ma un’esperienza di scoperta personale e spirituale.
- La guida del Piemonte: per evitare spiacevoli inconvenienti, ti suggeriamo di portare con te anche la guida della Via Francigena di Terre di Mezzo, dove, oltre agli itinerari, si possono trovare tantissimi consigli per affrontare il cammino al meglio.
- La Credenziale: ogni pellegrino che si rispetti ne possiede una. Qui la Credenziale ufficiale della Via Francigena, una compagna importantissima da portare lungo la Via per poter usufruire di sconti e agevolazioni e per tenere traccia dei propri passi con i timbri originali delle località del percorso.

3. Sicurezza e Salute
- Acqua e cibo: porta sempre con te almeno 2 litri d’acqua. Alcune tappe del cammino potrebbero non avere fonti facilmente accessibili, quindi, è importante rifornirsi nelle tappe principali. Non dimenticare di portare anche snack energetici come frutta secca, barrette di cereali e noci.
- Protezione solare: il sole del sud Italia può essere molto forte, soprattutto in estate. Usa una crema solare con protezione alta, occhiali da sole e un cappello.
- Riposo: ascolta il tuo corpo. Non esitare a fare delle pause e a riposarti quando necessario. I muscoli e le articolazioni possono soffrire durante il cammino, ecco perché prendersi dei momenti di recupero è importante.
Articolo pubblicato nell’ambito dell’intervento: Fondo Sviluppo e Coesione – Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero italiano della cultura (Scheda 33 – Via Francigena – Azioni trasversali. Trasmissione scheda progetto “Piano di comunicazione e promozione).