Via Francigena

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Bibliography

The “Official guide” of the Via Francigena on foot is the result of hard work and cooperation between European Association of the Vie Francigene – réseau porteur of the Via Francigena, designated by the Council of Europe for the safeguard and the promotion of the itinerary –, the regions of Aosta Valley, Piedmont, Lombardy, Emilia-Romagna, Liguria, Tuscany, Lazio and  the publishing house “Terre di Mezzo” of Milan.

An English guide book, by Paul Chinn and Babette Gallard, of the path from Canterbury to Rome, created by Pilgrimage Publications, with the sponsorship of the European Association of the Vie Francigene, is also available.

There are other publications as well that describe paths that are more or less different from the original one, which is marked in the area with street signs and white-and-red blazes.

As a matter of fact, some authors wrote their guides before the certification of the itinerary.

Italian path from the North border to Rome:
  • La Via Francigena a piedi – 3 – Da Siena a Roma in 12 tappe (Fiorin – Ediciclo Editore);
  • A piedi sulla via Francigena (Cosi/Repossi – Ancora Publisher);
Local paths:
  • La via Francigena nel Lazio – Radicofani, Proceno, Roma (Conte – Touring Publisher);
  • La Via della Costa, l’itinerario ligure per la Via Francigena: 300 chilometri da Mentone a Sarzana (D’Atti/Cinti – Terre di Mezzo Publisher); 
  • La via Francigena in Valle d’Aosta e Piemonte. 200 km dal Gran San Bernardo a Vercelli (Latini -Terre di Mezzo Publisher);
  • Via Francigena in Toscana – Carta escursionistica 1:50.000 – (LAC Publisher);
Vie Francigene in the South:
  • La via Francigena nel Sud. Un percorso di 700 km da Roma a Brindisi (Conte/Rossi – Touring Publisher) –ONLINE sale;
  • La Via Francigena del Sud da Roma ai porti d’imbarco per la Terra Santa (D’Atti/Cinti – Terre di Mezzo Publisher);
The entire path from Canterbury to Rome:
  • TopoFrancigena – (International Association of the Via Francigena); 
  • La via Francigena, da Canterbury alle Alpi – 1000 chilometri sulle orme di Sigerico (Latini – Terre di Mezzo Publisher);
  • Via Francigena – Pilgrim Trail Canterbury to Rome : 1 Canterbury to the Great St Bernard Pass (Cicerone Publisher)
  • Via Francigena – Pilgrim Trail – Canterbury to Rome: 2 Great St Bernard Pass to Rome (Cicerone Publisher)
The Via Francigena by bike:
  • La Via Francigena in bicicletta. Terzo tratto – da Siena a Roma (Fiorin – Ediciclo Editore);
  • Guida alla Via Francigena in bicicletta (Ferraris – Terre di Mezzo Publisher);
  • La via Francigena in mountain bike (Monte Sole bike group – Pendragon Publisher);
  • Ciclovia Romea-Francigena, from Rome to Benevento by bike (Ass. Cult. Secret Route).
Other languages
English
  • The Via Francigena – Canterbury to Rome: Canterbury to the Great St Bernard Pass (Raju – Cicerone Publisher)
French
  • Nous sommes faits pour marcher : A pied sur la Via Francigena du Val d’Aoste à la Place Saint-Pierre de Rome (Weill – Le Mercure Dauphinois Publisher);
  • La Via Francigena. Sur la trace des pèlerins de Canterbury à Rome (Grégoire – Ouest-France Publisher).
German
    • Via Francigena: Von Lausanne nach Rome (Retterath – Conrad Stein Publisher); 
    • Via Francigena. Mein Pilgerweg nach Rome: Auf dem historischen Frankenweg zu Fuß durch Italien (Weinlich – Tyrolia Verlagsanstalt Publisher);
    • Via Francigena: Auf dem Frankenweg von Canterbury. Der Pilger-Reiseführer (Kromer – Tyrolia Verlagsanstalt Publisher).
Dutch
    • De Weg van de Franken I (Maastricht-Grote Sint-Bernhard) (Lecturium B.V. Publisher); 
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Ostello di Santhià, analisi sul passaggio di pellegrini

Un’attenta analisi sul numero di pellegrini che hanno pernottato presso l’accogliente Ostello a donativo di Santhià, dall’inizio dell’anno ad oggi. Il documento è stato elaborato dall’Associazione “Amici della Via Francigena du Santhià”, amici AEVF.

Il documento è stato realizzato per far conoscere il dato relativo al flusso di pellegrini in transito nella località francigena piemontese di Santhià, dove il passaggio di pellegrino sta sicurament impattando in modo molto forte sull’aspetto socio-culturale-economico del territorio. Questi dati saranno ripresi su scala più ampia entro la fine gennaio 2017 dall’Associazione Europea delle Vie Francigene attraverso l’analisi e lo studio delle credenziali rilasciate, grazie alle quali sarà possibile definire meglio il profilo dei viandanti e fonire dati precisi.

La nota trasmessa dall’Associazione Amici della Via Francigena di Santhià viene qui sotto trasmessa integralmente, anche per favorire nuovi spunti e rilfessioni sul tema dell’accoglienza a donativo.

 


 

Giunti al termine della stagione estiva è possibile individuare alcune tendenze relative al numero e alle caratteristiche dei pellegrini ospitati presso l’Ostello a donativo “Santhià sulla Via Francigena”, gestito dall’Associazione Amici della Via Francigena di Santhià, nonché svolgere alcune considerazioni potenzialmente utili agli addetti ai lavori.

Numero e caratteristiche dei pellegrini

–          Il dato più evidente è l’aumento complessivo dei passaggi: fino al 22 settembre si sono registrati 516 pernotti, circa il 50% in più rispetto a quelli registrati lo scorso anno. Tenendo conto che la “quota di mercato” dell’ostello oscilla da diversi anni fra il 30 e il 40%, si può stimare che durante i primi 9 mesi dell’anno i pellegrini passati lungo la tratta francigena locale siano stati almeno 1.500, forse anche di più.

–          Questo aumento è imputabile soprattutto alla componente italiana – e questa è la novità più rilevante dell’anno – salita da meno di un terzo a quasi il 50% del totale: come dire che, su due pellegrini di passaggio, uno è italiano e uno straniero.

–          [Pur dovendo attendere la fine dell’anno per poter effettuare un calcolo complessi-vo delle presenze, possiamo anticipare che anche il mese di ottobre si è caratterizzato per un numero di passaggi molto più alto rispetto a quello degli scorsi anni, per cui a fine 2016 il numero dei pernotti in ostello non dovrebbe essere lontano dalla soglia delle 600 unità (oltre il 55% di aumento rispetto all’anno precedente). Svolgeremo alcune considerazioni sulle possibili cause dell’aumento in un successivo punto].

–          Sotto il profilo dell’età, cresce la componente appartenente alle classi di età centrali (da 40 a 60 anni), che quest’anno raggiunge lo stesso livello degli ultrasessantenni: entrambe le macroclassi rappresentano infatti fra il 36 e il 37% dei pellegrini registrati; molto più staccata la componente con meno di 40 anni (poco meno del 27%). Tra le novità di quest’anno segnaliamo però la presenza di diversi minori, in viaggio con la famiglia (in tutto 14 casi).

–           Si noti che la componente dai 40 ai 60 anni è anche quella che presenta la minor differenza di composizione tra i sessi (circa 1,45 maschi per ogni femmina), a differenza di quanto avviene nelle altre fasce d’età (dove vi sono circa 2 maschi per ogni femmina). Alle classi centrali di età appartiene del resto il maggior numero di pellegrini che viaggiano in coppia.

–          Considerando tutti i passaggi, i maschi rappresentano circa il 65% del totale, le femmine il 35%. (Nelle strutture alberghiere, verosimilmente a causa della maggior privacy, la composizione per genere è meno difforme).

–          Benché la rilevazione non sia del tutto accurata – dal prossimo anno cercheremo di ovviare – i pellegrini che utilizzano la bici rappresentano circa l’8-10% del totale. [Ma il passaggio di gruppi di ciclisti, specie nel fine settimana, è molto frequente, sebbene senza pernotto in ostello, e quindi riteniamo che il peso reale dei pellegrini-ciclisti rispetto al totale sia sensibilmente più elevato].

–          Gli italiani mediamente effettuano pellegrinaggi più brevi rispetto agli stranieri, organizzando volentieri esperienze di cammino di “sole” 1-2 settimane (quindi a metà tra il pellegrinaggio vero e proprio e una vacanza diversa dal solito), con il proposito di riprendere il cammino l’anno (o gli anni) successivi. Questa scelta è presente anche tra gli stranieri, fra i quali, tuttavia, è relativamente più diffuso il proposito di compiere l’intero pellegrinaggio, da Canterbury a Roma (circa due mesi e mezzo di cammino!).

Possibili cause dell’aumento dei pernotti
È indiscutibile che la Via Francigena stia vivendo un boom di presenze, in particolare nelle due regioni più prossime a Roma (Toscana e Lazio). Ma anche nelle nostre regioni più lontane dalla mèta i flussi crescono con tassi di variazione stabilmente crescenti da diversi anni. Quest’anno, come si è detto, l’aumento a livello locale è stato dell’ordine di almeno il 50%.

A livello generale può senz’altro aver contribuito ad incrementare i flussi l’Anno Giubilare della Misericordia. A livello locale ha avuto senz’altro il suo peso la maggior disponibilità di posti letto (l’Ostello è passato da 6 a 18 letti), circostanza che ha quasi annullato la necessità di riallocare i pellegrini presso altre strutture in caso di “tutto esaurito” o di esigenze particolari (ciò che si verificava di frequente gli anni scorsi).

La realizzazione di una brochure promozionale, distribuita in molte strutture a monte di Santhià, nonché l’aggiornamento del sito con le nuove possibilità di pernotto, hanno consentito di far sapere ai potenziali ospiti che l’ostello possiede anche soluzioni adeguate a chi desidera conservare un maggior livello di privacy rispetto a ciò che avviene nelle classiche “camerate”. Questo aspetto può aver inciso, in particolare, sulla maggior presenza di coppie rispetto all’anno precedente.

 

Problematiche degli ostelli a donativo
Da segnalare il numero sempre troppo elevato di chi non comprende l’importanza di lasciare in ostello l’offerta consigliata (donativo), con cui si può garantire l’accoglienza in condizioni dignitose. La “categoria” dei non-paganti purtroppo è trasversale, anche se questa tendenza sembrerebbe un po’ più elevata tra i giovani stranieri, specie se viaggianti in coppia o in gruppo, seguiti dai coetanei nazionali: la sensazione è che qualcuno cammini solo per approfittare dei prezzi contenuti dell’ospitalità pellegrina, ma questo comportamento finisce per creare seri problemi agli ostelli “a donativo”, come quello santhiatese, che possono sopravvivere solo in presenza di offerte mediamente in linea con quanto consigliato.

Stupisce, al riguardo, il comportamento di persone che hanno ricevuto un’accoglienza di riguardo (come attesa fino a tarda ora, anche a mezzanotte, erogazione di informazioni e consigli, consegna di materiale e documentazione ecc.) e che, ciononostante, non hanno lasciato offerte (con le scuse più varie: impossibilità di cambiare banconote, equivoco con l’amico/l’amica, a cui era stato detto di lasciare l’offerta ecc.). Sono situazioni che danneggiano proprio le strutture votate all’accoglienza pellegrina, giacché, in un albergo tradizionale, si deve ritenere che non si sarebbero verificate.

Di qui la necessità di produrre un “codice di comportamento” condiviso tra le strutture, che regolamenti, per esempio, gli orari di apertura (check in e check out), la possibilità di autorizzare l’ingresso solo dopo aver ricevuto un’offerta, la possibilità di richiedere e annotare i documenti o di indicare alcune “offerte consigliate” per oggetti messi a disposizione dei pellegrini (bottigliette d’acqua, cartoline ecc.). Diversamente le strutture a donativo corrono il rischio di scomparire poco alla volta, lasciando il posto a strutture commerciali (che di per sé non significa nulla di negativo, se non per il fatto che spesso i gestori non sono “specializzati” nella conoscenza delle esigenze dei pellegrini, e riescono quindi a dare minori informazioni o consigli rispetto a quanto possono fare i soci volontari delle associazioni).

 

L’ostello “Santhià sulla Via Francigena” e l’interazione con le altre strutture di accoglienza commerciali A livello locale (Santhià e dintorni) sono sorte diverse strutture (soprattutto Bed & Breakfast) dichiaratamente costituite per ospitare pellegrini e visitatori di passaggio lungo la Via Francigena, che si aggiungono ai classici alberghi, anch’essi interessati da un crescente flusso di pellegrini (in particolare nel caso di gruppi). In seguito ad alcuni incontri aperti a tutti, è stata prospettata la possibilità che si venga a creare, col il tempo, un’accoglienza diffusa sul territorio, recuperando per esempio eventuali abitazioni dismesse o non utilizzate (come del resto è avvenuto lungo il Cammino di Santiago). A livello locale, quindi, la collaborazione tra l’Ostello e le altre strutture sta dando buoni risultati, nel senso che quando la struttura a donativo è al completo o qualora vi siano particolari esigenze (per esempio il desiderio di dormire con l’aria condizionata o in una stanza singola), gli stessi volontari dell’Ostello conducono i pellegrini presso le citate strutture. Queste si impegnano ad applicare prezzi inferiori a quelli applicati per la clientela classica, e quindi il pellegrino dispone di un incremento del livello dei servizi a fronte di un incremento dei costi più o meno contenuto.

Questo vale non solo per i B&B ma anche per gli alberghi (o i ristoranti), che concedono uno sconto anche apprezzabile per i pellegrini: per questo motivo, all’interno dell’ostello, sono affisse le diverse possibilità di pernotto che si possono trovare nel nostro centro, e non è raro che qualche pellegrino, dopo aver visto i prezzi, preferisca soggiornare altrove. Questo sistema, ormai sperimentato da alcuni anni, funziona abbastanza bene perché prevale lo spirito collaborativo da entrambe le parti, ovvero sia da parte dello staff dell’associazione che gestisce l’ostello sia da parte dei titolari delle altre strutture locali.

Non altrettanto si può dire con riferimento ad alcuni esercizi ricettivi situati a monte e a valle della nostra tappa (non tutti, s’intende, ma solo in alcuni casi, ben circoscritti). Avviene ripetutamente che i pellegrini di passaggio riferiscano che dette strutture si siano improvvisate “agenti di viaggio” e abbiano riorganizzato le tappe dei pellegrini facendo in modo che i pernotti avvengano non dove il pellegrino pensava inizialmente di pernottare, ma presso strutture commerciali “amiche” (in qualche caso poco o per nulla preparate a soddisfare le più elementari esigenze dei pellegrini). Le motivazioni che alcuni pellegrini riferiscono, al loro passaggio da Santhià (soprattutto per chiedere la timbratura delle credenziali), sono le più svariate: ci è stato detto che l’ostello di Santhià è chiuso, o è in ristrutturazione, o è pieno, o prevede il pernotto in stanzoni umidi e bui ecc., oppure che la tappa non è ben segnata, è troppo calda e faticosa, conviene utilizzare mezzi pubblici per raggiungere subito la successiva, conviene ripartire meglio i chilometri nei diversi giorni ecc. Naturalmente si tratta di informazioni errate, come gli stessi pellegrini possono poi constatare.

La scelta di inviare i pellegrini presso strutture commerciali può avere una sua logica (“di scambio”), ma nella fattispecie sarebbe senz’altro più corretto fornire informazioni obiettive, consegnando per esempio un foglio con tutte le possibilità esistenti (e con il livello dei servizi offerti), e lasciando che sia lo stesso pellegrino a scegliere (come del resto viene fatto nel nostro ostello e in tanti altri, così come su una qualunque guida ben strutturata). Ciò che crea più problemi è che diversi pellegrini si prenotano per il tal giorno presso la nostra struttura e poi, dopo aver ricevuto “istruzioni” da parte delle citate strutture, cambiano il luogo del pernotto senza avvisare, con la conseguenza che i letti vengono prenotati e poi non utilizzati. Quest’anno questa situazione si è presentata con minor frequenza rispetto agli ultimi anni, ma i disagi non sono mancati. (Sarebbe molto più corretto e gradito se i gestori – o gli stessi pellegrini – avvisassero telefonicamente, dicendo che si fermeranno prima/dopo, senza necessità di motivare le ragioni). Ma alcuni gestori vedono l’ostello a donativo come un “concorrente” e quindi si sentono autorizzati a fare questo e altro.

Ovviamente non sono tanti i pellegrini che si lasciano influenzare in questo modo. Ma qualcuno accetta i consigli, salvo poi far presente (anche a noi) di essere stato trattato male. Ed è anche capitato che alcuni poi tornino indietro (magari in treno) spiegando che il luogo che era stato loro consigliato era troppo rumoroso (o troppo caro, o con personale scortese) e che quindi preferiscono pernottare dove inizialmente avevano stabilito di farlo.

Altre strutture temono che proporre alla loro clientela, per una tappa successiva, una struttura “a donativo” sia squalificante, associando l’idea dell’ostello a donativo a quella di una struttura di bassa qualità (sporca o senza privacy o lasciata a se stessa): invece, quanto meno nella nostra area, le strutture a donativo sono gestite da associazioni formate da appassionati ed esperti della Via Francigena, sono aperte 365 giorni all’anno e forniscono, oltre al pernotto, una molteplicità di informazioni tecniche (info relative ai posti tappa, orari dei servizi pubblici, brochure locali ecc.) di solito molto apprezzate dai pellegrini. Per questo riteniamo che comunicare ai pellegrini l’esistenza delle strutture a donativo costituisca un segno di rispetto nei loro confronti, visto che in questo modo possono pernottare in un locale idoneo ma a costi contenuti.

 

 

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Auberge de Santhià, analyse sur le passage des pèlerins

Une analyse sur le nombre de pèlerins qui ont réservé auprès de l’accueillante Auberge à donation de Santhià, du début de l’année à aujourd’hui. Le document a été élaboré par l’Association « Amici della Via Francigena di Santhià », amis AEVF.

Le document a été réalisé pour faire connaitre les données relatives au flux de pèlerins de passage dans la localité francigena du Piémont, Santhià, où le passage de pèlerins a certainement un impact socio-culturel-économique très fort sur le territoire. Ces données seront reprises sur une échelle plus large avant la fin janvier 2017 par l’Association Européenne des Vie Francigene, à travers l’analyse et l’étude des crédenciales (passeport du pèlerin)délivrées, grâce auxquelles il sera possible de mieux définir le profil des voyageurs et de fournir des données précises.

La note transmise par l’Association Amici della Via Francigena di Santhià est intégralement reportée ci-dessous pour favoriser de nouvelles idées et réflexions sur le thème de l’accueil à donation.

Arrivé à la fin de la saison estival il est possible d’identifier certaines tendances relatives au nombre et aux caractéristiques des pèlerins accueillis à l’Auberge à donation « Santhià sulla Via Francigena », gérée par l’Association Amici della Via Francigena di Santhià,
et de procéder à certaines considérations qui pourraient être utiles aux initiés.

Nombre et caractéristiques des pèlerins

  • La donnée plus évidente est l’augmentation globale des passages : jusqu’au 22 septembre nous avons enregistré 516 réservations, environ 50% de plus par rapport à celles enregistrées l’année dernière. En tenant compte que la « part de marché » de l’auberge oscille depuis plusieurs années entre 30 et 40%, on peut estimer que durant les 9 premiers mois de l’année les pèlerins passés le long du tronçon fracigena local ont été 1.500, peut-être même plus.
  • Cette augmentation est due surtout à la composante italienne – et ceci est la nouveauté la plus importante de l’année – passée de moins d’un tiers à presque 50% de la totalité : cela revient à dire que 1 pèlerin sur 2  est italien.
  • Même si l’on doit attendre la fin de l’année pour pouvoir effectuer un calcul total de la fréquentation, nous pouvons anticiper que même le mois d’octobre s’est caractérisé par un nombre de passages très élevé par rapport à celui des années précédentes. Jusqu’à fin 2016, le nombre des réservations à l’auberge devrait être proche de 600 unités (plus de 55% d’augmentation par rapport à l’année précédente). Nous procéderons à certaines considérations sur les raisons possibles de l’augmentation dans un point ultérieur.
  • Par tranche, le groupe d’âge de 40  à 60 ans augmente et arrive au même niveau que la tranche des plus de 60 ans: les deux macro classes représentent chacune entre 36 et 37% des pèlerins enregistrés ; le groupe  des moins de 40 ans est un peu moins important (un peu moins de 27%). Parmi les nouveautés de cette année nous signalons la présence de plusieurs mineurs, voyageant avec leur famille (en tout 14 cas).
  • On remarque que le groupe des 40 à 60 ans est celui qui présente une différence mineure entre les sexes (environ 1.45 hommes pour 1 femme), à la différence des autres groupes d’âge (où il y a environ 2 hommes pour 1 femme). Les classes centrales d’âge ont le nombre plus élevé de pèlerins qui voyagent en couple.
  • En considérant tous les passages à l’auberge, les hommes représentent environ 65% du total, les femmes 35%. (Dans les structures hôtelières, apparemment à cause de plus d’intimité, la composition par sexe est plus équilibrée).
  • Bien que le relevé ne soit pas parfait – à partir de l’année prochaine nous chercherons d’y remédier –  les pèlerins qui utilisent le vélo représentent environ 8 à 10% du total. Mais le passage de groupe de cyclistes, surtout en fin de semaine, est très fréquent, sans réservations en auberge, donc nous retenons que le nombre réel des pèlerins-cyclistes par rapport au total est plus élevé.
  • Les italiens en moyenne effectuent des pèlerinage plus brefs par rapport aux étrangers, en organisant volontiers des expériences de marche de « soleil », 1-2 semaines (donc entre le véritable pèlerinage et des vacances alternatives), avec la possibilité de reprendre le chemin l’année (ou les années) suivantes. Ce choix est présent aussi chez les étrangers, parmi lesquels, toutefois, réaliser le pèlerinage dans sa totalité, de Canterbury à Rome, est plus fréquent (environ 2 mois et demi de marche !).

Raisons possibles de l’augmentation des réservations

Il est indiscutable que la Via Francigena est en train de vivre une augmentation de la fréquentation, en particulier dans les deux régions les plus proches de Rome (Toscane et Lazio). Mais aussi dans les régions plus lointaines du but, les flux croissent avec des taux de variations en augmentation constante depuis plusieurs années. Cette année, comme nous l’avons dit, l’augmentation au niveau local est de l’ordre de 50%.

Au niveau général, l’Année du Jubilé de la Miséricorde peut sûrement avoir contribué à l’augmentation des flux. Au niveau local, c’est l’augmentation de la disponibilité des lits (l’Auberge est passé de 6 à 18 lits), circonstance qui a presque annulé la nécessité de reloger des pèlerins auprès d’autres structures au cas où elle serait «au  complet »ou exigences particulières (ce qui était le cas les années précédentes).

La réalisation d’une brochure promotionnelle, distribuée dans beaucoup de structures avant Santhià, et la mise à jour du site avec la possibilité de réservation, ont permis de faire savoir aux hôtes potentiels que l’auberge possède une solution adéquate à celui qui désire conserver plus d’intimité par rapport à ce qui est proposé dans les « chambrées » classiques. Cet aspect peut avoir eu un incident sur l’augmentation de la présence de couple par rapport à l’année dernière.  

Problématiques des auberges à donation

A signaler le nombre trop élevé de personne qui ne comprend pas l’importance de laisser à l’auberge le don conseillé (donation), avec lequel nous pouvons garantir l’accueil dans des conditions décentes. La « catégorie » des non-payants malheureusement est transversale, même si cette tendance semble plus fréquente chez les jeunes étrangers, surtout ceux voyageant en couple ou en groupe, suivis par les jeunes italiens : l’impression est que certains marchent seulement pour profiter des prix abordables de l’accueil pèlerin, mais ce comportement finit par créer de sérieux problèmes aux auberges « à donation », comme celle de Santhià, qui peuvent survivre seulement par la présence de dons en moyenne à la hauteur de ce qui est conseillé.

C’est un comportement étonnant de la part de personnes qui ont reçu un accueil de choix (avec attente jusqu’à tard, même minuit, distribution d’informations et conseils, don de matériel et documentation,…) et qui, cependant, n’ont pas laissé de dons (avec les excuses les plus variées : impossibilité de faire la monnaie, malentendu avec l’ami/e qui devait faire un don,…). Ce sont des situations qui fragilisent les structures vouées à l’accueil pèlerin, alors que dans un hôtel traditionnel ces comportements n’auraient pas lieu.

De là, la nécessité de produire un « code de comportements » partagé par les structures, qui réglementent, par exemple, les heures d’ouverture, la possibilité d’autoriser l’entrée seulement après avoir reçu un don, la possibilité de demander et relever les documents d’identité ou d’indiquer certains « dons conseillés » pour des objets mis à disposition des pèlerins (bouteilles d’eau, carte postale,…). Autrement les structures à donation courent le risque de disparaitre petit à petit, en laissant la place à des structures commerciales (qui en soit ne signifie rien de négatif, sinon que bien souvent les gérants ne sont pas « spécialisés » dans la connaissance des exigences des pèlerins, et n’arrivent pas à donner toutes les informations nécessaires par rapport à tout ce que peuvent  faire les volontaires des associations).

L’auberge « Santhià sur la Via Francigena » et l’interaction avec les autres structures d’accueil commercial

Au niveau local, à Santhià et aux alentours, diverses structures sont apparues (surtout Bed&Breakfast) pour accueillir les pèlerins et les visiteurs de passage le long de la Via Francigena, qui s’ajoutent aux hôtels classiques, eux aussi intéressés par un flux croissant de pèlerins (en particulier dans le cas des groupes). A la suite de certaines rencontres ouvertes à tous, nous suspectons que vienne se créer, avec le temps, un accueil diffus sur le territoire, en récupérant par exemple d’éventuelles habitations abandonnées ou  non utilisées (comme cela s’est produit sur le chemin de Saint Jacques de Compostelle). Au niveau local donc, la collaboration entre l’Auberge et les autres structures donne de bons résultats, dans le sens que quand la structure à donation est au complet ou s’il y a des exigences particulières (par exemple la volonté de dormir avec l’air conditionné ou dans une chambre simple), les volontaires de l’Auberge conduisent les pèlerins auprès des structures pré-citées. Et celles-ci s’engagent à appliquer des prix inférieurs à ceux appliqués pour la clientèle classique, et donc le pèlerin dispose d’une augmentation du niveau des services avec une augmentation moindre de ses propres coûts.

Cela vaut non seulement pour les B&B mais aussi pour les hôtels (ou restaurants), qui accordent une réduction appréciable aux pèlerins : pour cette raison, dans l’auberge, nous affichons les différentes possibilités de réservation que l’on peut trouver dans notre territoire, et il n’est pas rare que certains pèlerins, après avoir vu les prix, préfèrent séjourner ailleurs. Ce système, maintenant expérimenté depuis des années, fonctionne assez bien parce que l’esprit collaboratif prévaut des 2 côtés, autant de la part de l’équipe de l’association qui gère l’auberge que de la part des titulaires des autres structures locales.

Malheureusement, il arrive souvent que des pèlerins de passage nous rapportent que certaines structures se sont improvisées « agents de voyage » et ont réorganisé les étapes des pèlerins en faisant en sorte que les réservations n’arrivent pas là où les pèlerins pensaient réserver, mais auprès de structures commerciales « amies » (peu ou pas du tout préparées à satisfaire les exigences plus élémentaires des pèlerins). Les raisons que certains pèlerins rapportent, lors de leur passage à Santhià (surtout pour demander le compostage des crédenciales), sont les plus variées : on nous a dit que l’auberge de Santhià était fermée, ou en restauration, ou au complet, ou que les grandes chambrées étaient humides et sombres,… ou bien que l’étape n’est pas bien balisée, elle est trop fatigante et difficile, il vaut mieux prendre les transports publics pour rejoindre directement l’étape suivante,… Naturellement, il s’agit d’informations erronées, comme ces mêmes pèlerins ont pu en témoigner.

Le choix d’envoyer les pèlerins auprès de structures commerciales peut avoir sa logique (« d’échange »)mais dans cette situation, ce serait plus correct de fournir des informations objectives, en donnant par exemple une feuille avec toutes les possibilités existantes (et avec le niveau des services offerts) et laisser le pèlerin choisir (comme c’est le cas dans notre auberge et dans tant d’autres, comme sur n’importe quel guide bien structuré). Ce qui pose le plus problème ce sont les pèlerins qui réservent pour tel jour auprès de notre structure et qui, après avoir reçu des « instructions » de la part des structures citées, changent le lieu de réservation sans prévenir, avec comme conséquence des lits réservés non utilisés. Cette année, cette situation s’est présentée moins souvent par rapport aux dernières années, mais les désagréments n’ont pas manqué. (Ce serait plus correct et apprécié si les gérants ou les pèlerins prévenaient par téléphone en disant qu’ils s’arrêteraient avant ou après sans la nécessité de donner de raisons particulières). Mais certains gérants voient l’auberge à donation comme un « concurrent »et se sentent autorisés à faire comme ça.

Evidemment, peu de pèlerins se laissent influencer de cette façon. Mais certains acceptent les conseils , puis font remarquer (à nous aussi) qu’ils ont été mal traités. Il arrive aussi que certains retournent sur leur pas (des fois en train) en expliquant que le lieu qui leur a été conseillé était trop bruyant (ou trop cher, ou avec du personnel impoli) et donc qu’ils préfèrent réserver là où ils avaient  initialement prévu de le faire.

D’autres structures craignent que proposer une auberge « à donation » à leur clientèle, pour une étape suivante soit disqualifiant, en associant l’idée de l’auberge à donation à celle d’une structure de mauvaise qualité (sale ou sans intimité ou abandonnée à elle-même) : au contraire, dans notre territoire, les structures à donation sont gérées par des associations formées par des passionnés et des experts de la Via Francigena, elles sont ouvertes 365 jours par an et fournissent, en plus de la réservation, une multitude d’informations techniques (des infos sur les points d’étape, les heures des services publics, des brochures locales,…) en général très appréciées par les pèlerins. Pour cela, nous retenons qu’informer le pèlerin de l’existence des structures à donation constitue un signe de respect pour lui, afin qu’il puisse réserver un local adapté et à faible coût.      

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Dove dormire e servizi – Visit Vie Francigene

Questa sezione comprende strutture di accoglienza “pellegrina” e “turistica” a basso costo, ristorazione e servizi, presenti lungo il percorso della Via Francigena.
Le informazioni di queste strutture sono corredate da materiale fotografico e sono presenti sulle cartine interattive del percorso.

Covid-19 – Le 10 regole del viandante per l’ospitalità sicura

Le strutture evidenziate all’interno degli elenchi Visit Vie Francigene hanno confermato di essere aperte. AEVF non è responsabile dell’avvenuto adeguamento che ogni struttura è tenuta ad effettuare come indicato nelle normative nazionali e regionali. Si consiglia di contattare preventivamente la struttura per informarsi sull’effettiva apertura e prenotare la permanenza: quest’anno è obbligatoria.

 

Scarica gli elenchi Visit Vie Francigene in formato pdf:

 
 
 

La tua struttura è lungo il tracciato della Via Francigena?

Se desideri comparire negli elenchi del progetto Visit Vie Francigene, consulta il disciplinare di progetto e la scheda anagrafica necessarie per l’iscrizione (formato compilabile qui), e inviale a visit@viefrancigene.org, oppure chiama il +39 055 2340736.

Le caratteristiche degli alloggi

L’organizzazione delle strutture di accoglienza lungo la Via Francigena non è capillare ed economica come lungo il Cammino di Santiago. Anche se la situazione continua a migliorare, è bene organizzarsi in anticipo, identificando in ogni tappa una struttura ricettiva adeguata alle proprie esigenze.

Tenete conto che spesso i luoghi di accoglienza dispongono di pochi posti letto. Vi suggeriamo di prenotare presso le strutture turistiche, mentre non è necessario per quelle “pellegrine”. Tuttavia è bene avvisare almeno un giorno prima, specificando l’orario di arrivo, poiché spesso i custodi degli ostelli non vivono in prossimità della struttura e senza preavviso si può rischiare di trovare i locali chiusi. 

Il prezzo medio per una notte nei rifugi per i pellegrini non supera quasi mai i 20 Euro (minimo 10, massimo anche 25 euro per ostelli più “turistici”), ma esistono strutture (soprattutto religiose) che accolgono i pellegrini “a offerta”. 

Scopri le strutture “Francigena Friendly” 

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Hébergements restaurants et services – Visit Vie Francigene

Cette section comprend les hébergements à bas prix pour les pèlerins et « touristiques », restaurants et services, situés le long de la route de la Via Francigena. Les informations sur ces hébergements sont également enrichies de photographies et sont disponibles sur les cartes interactives du parcours.

Covid-19 – Les 10 règles pour le voyageur pour un accueil sécurisé

Les hébergements mises en évidence dans les listes de Visit Vie Francigene ont confirmé leur ouverture. L’AEVF n’est pas responsable de l’adaptation que chaque structure est tenue de faire comme indiqué dans les réglementations nationales et régionales. Il est conseillé de contacter la structure à l’avance pour connaître l’ouverture effective et réserver votre séjour : cette année, c’est obligatoire.

 

Téléchargez les listes Visit Vie Francigene au format pdf :

 
 
 

Votre propriété se trouve le long de la Via Francigena ?

Si vous souhaitez figurer sur les listes du réseau Visit Vie Francigene, merci de consulter le cahier des charges et la fiche personnelle nécessaires pour vous inscrire (document en format word disponible ici), puis envoyez-le à jacques.chevin@viefrancigene.org

Les caractéristiques des logements

L’organisation des structures d’accueil le long de la Via Francigena n’est pas autant ramifiée et économique que le long du Chemin de Saint-Jacques-de-Compostelle. Même si la situation continue à s’améliorer, il est nécessaire de s’organiser à l’avance, en identifiant dans chaque étape une structure d’accueil adéquate à ses propres exigences.

Prenez en compte le fait que souvent, les lieux d’accueil disposent de peu de lits. Nous vous conseillons de réserver auprès des structures touristiques, alors que ce n’est pas nécessaire pour celles « pèlerines ». Toutefois il vaut mieux prévenir un jour à l’avance, en spécifiant l’heure d’arrivée. Souvent, les gardiens des auberges ne vivent pas à proximité de la structure, et sans avertir, vous risquez de trouver les locaux fermés.

Le prix moyen pour une nuit dans les refuges pour les pèlerins est autour de 20 euros, mais il existe des structures, surtout religieuses, qui accueillent les pèlerins « à offre/don ».

Découvrez les hébergments “Francigena Friendly

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Accommodation restaurant and facilities – Visit Vie Francigene

This section gathers both low cost accommodation for pilgrims and tourists, restaurant and facilities, located along the route of the Via Francigena. Information about this accommodation are featured with pictures and are available on the interactive maps of the route.

Covid-19 – 10 rules of a traveller for a safe hospitality

The accommodation highlighted in the Visit Vie Francigene lists have confirmed to be open. AEVF is not responsible for the adaptation that each structure is required to make as indicated in the national and regional regulations. It is advisable to contact each accommodation in advance to find out about the actual opening and book your stay: this year it is compulsory.

 

Download the Visit Vie Francigene lists in PDF format:

 
 
 

Is your property along the Via Francigena?

If you wish to appear on the lists of the Visit Vie Francigene project consult with the EAVF via the following email visit@viefrancigene.org

Accommodations’ characteristics

The organization of reception facilities along the Via Francigena is not widespread and economic as on the Camino de Santiago. Even if the situation continues to improve, it is good to plan ahead, identifying at every stage an adequate accommodation to their needs.

Keep in mind that often the places of welcome have a few beds. We suggest you to book at the tourist facilities, while it is not necessary for the “pilgrims”. However, you should notify at least one day before, specifying the arrival time, because often the custodians of the hostels do not live in close proximity and without warning you may risk find enclosed rooms.

The average price for a night in one of the refuges for pilgrims is hardly ever more than 20 Euro (minimum 10, maximum even 25 euro for the more “touristy” hostels), but there are facilities (above all religious ones) who provide accommodation on an “offer” basis.

Discover the accomodation on “Francigena Friendly

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Siti utili

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