Via Francigena

Il backstage della marcia “Via Francigena. Road to Rome 2021. Start again!”

Ogni lungo viaggio inizia con un primo passo

Ogni viaggio inizia ancora prima di cominciare. Inizia nella nostra testa, è lì che prende forma. Anche il pensiero della lunga marcia “Road to Rome 2021” è stato concepito in un preciso momento, esattamente nel mese di agosto 2020, alla fine del Road Trip sulla Via Francigena che mi aveva portato a camminare insieme a Elena lungo le 10 tappe francigene in Svizzera, incontrando comuni e associazioni.

“Perché non riproporre una analoga iniziativa anche su tutta la Via Francigena, per celebrare gli splendidi 20 anni dell’Associazione, fondata a Fidenza il 7 aprile 2001?  Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare. In questo caso, c’era da considerare seriamente la pandemia Covid: si trattava di mettere in rete 3.200 km per organizzare una lunga marcia di oltre quattro mesi. Un viaggio che fin da subito si prefigurava come qualcosa di epico, come una “lucida follia”. Paura di non realizzare questo sogno? Sì, tanta.

Le prime fasi del progetto

Da qualche parte bisognava partire. Ecco allora il primo concept di progetto a fine estate 2020 e la condivisione delle idee con il Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) Massimo Tedeschi, la Vice Presidente Martine Gautheron e, ovviamente lo staff. Ad inizio dell’autunno si allarga la riflessione con i comuni e le associazioni che aderiscono ad AEVF. Presentiamo il progetto nell’assemblea generale del 23 ottobre 2020 e percepiamo tanto entusiasmo intorno a questo potenziale evento. C’è grande sostegno morale, c’è partecipazione. Ormai il sasso è stato lanciato e comincia a rotolate veloce. La macchina organizzativa sembra partita.

Si inizia ad ampliare il progetto, declinandolo nelle varie fasi e obiettivi che via via proviamo a darci. Nasce intanto l’idea della staffetta. Che bello immaginare che ci sarà un bastone in grado di accompagnarci simbolicamente da Canterbury a Santa Maria di Leuca, a piedi e in bicicletta. E’ l’anno delle Olimpiadi di Tokio, quelle del 2020 rimandate al 2021. Anche noi allora giocheremo la nostra sfida olimpica e accompagneremo il viaggio con il bordone del pellegrino che sostituisce la torcia, simbolo delle Olimpiadi la cui sede del Comitato Olimpico Internazionale si trova nella splendida città di Losanna, luogo significativo della Via Francigena in Svizzera. Ecco, faremo una lunga maratona, non competitiva ovviamente, per oltre 3 mila chilometri. Aiuto, pazzesco. Già mi tremavano le gambe al solo pensiero di quello che stavamo per mettere in piedi e che sarebbe potuto succedere nei mesi successivi.

Ma questo bordone ufficiale che ci accompagnerà, come lo vogliamo realizzare?” Vengono in nostro aiuto gli amici inglesi della Confraternity of Pilgrims to Rome (Londra) da sempre grandi sostenitori della Via Francigena. Il Presidente Giancarlo Laurenzi ad inizio 2021 si è attivato per aiutarci a realizzare la nostra “fiaccola” del pellegrino. Per l’iniziativa, verrà usato un bastone in legno di nocciolo, fornito 3 anni fa dal pellegrino e artigiano Michael Walsh nei pressi di Holycross Abbey in Tipperary, Irlanda. Il bastone è già stato stagionato, pulito e preparato al lungo viaggio con più di 10 strati di olio di lino bollito. La decorazione sul bastone verrà incisa dall’artista locale Julie Helen Sharp, e l’impugnatura in corda sul manico verrà preparata dall’artigiano specializzato Declan O’Shea. Wow. Anche i simboli, in questo viaggio, sono un elemento importante. Questo bastone di strada ne farà, tanta.

Bisogna ancora definire il nome dell’evento. Dopo lunghe discussioni e confronti, il gruppo AEVF concorda all’unanimità sulla proposta “Via Francigena. Road to Rome”. Questo nome è legato alla volontà di rinforzare il binomio stretto tra il nome Via Francigena (un nome che, fuori Italia, non è così semplice da pronunciare) con la sua meta, Roma. A Roma si arriva, da Roma si parte, anche per andare verso sud e le meravigliose Terre di Puglia. Al “Road to Rome” è stato poi aggiunto “Start again!”, come ha proposto il Presidente Tedeschi. Lo spunto di utilizzare il «Ci rivedremo ancora», arriva dal Regno Unito. E’ infatti la conclusione che la sovrana britannica fece nel suo messaggio agli inglesi domenica 5 aprile 2020 sulla BBC, in una fase di grande incertezza nel pieno della pandemia covid. Una frase come un’altra, in apparenza. Invece no. Era il testo, pieno di speranza, di una canzone della Seconda guerra mondiale, “We’ll meet again“. Anche la famiglia della Via Francigena ha voglia di tornare a vedersi e incontrarsi pacificamente sulla Via Francigena.

Proviamo ad organizzare la squadra e il lavoro, on the road e in back office

Dietro ogni progetto ci deve essere una squadra che lo conduce e lo porta avanti. Ci deve essere un allenatore che lo guida, anche in mezzo alle tempeste. L’allenatore è il nostro presidentissimo, Massimo Tedeschi, che fin dal primo giorno è stato convinto di fare questo evento e di portarlo alla fine. Io ho avuto l’onere e l’onore di coordinare – in campo e fuori dal campo – uno straordinario staff che via via è aumentato fino ad arrivare a 24 persone[1], compreso il lavoro infaticabile di tirocinanti che con impegno hanno dato un grande contributo alla riuscita del progetto. Lo staff è stato presente dietro le quinte, in regia, ma ha avuto anche un ruolo importante lungo il percorso dove è sempre stata assicurata la partecipazione fisica di almeno una persona. Il team è fondamentale. Come in una orchestra, ognuno ha avuto il suo ruolo ed ha suonato in armonia. E per me è stato un onore, prima di tutto, dirigere questa orchestra.

Ma chi potrà seguire tutti i giorni il viaggio per conto di AEVF, raccontandolo sui social?
Per questo ruolo importantissimo ci siamo presto resi conto di avere già “in sede” la persona giusta, al momento giusto, al posto giusto. Con l’entusiasmo giusto: Myra Stals, ragazza olandese che da soli due mesi aveva iniziato a collaborare con noi per il progetto europeo rurAllure Horizon 2020 che coinvolge AEVF. Sì, sarebbe stata Myra il volto di questo epico viaggio. Proprio lei che negli ultimi anni con la sua bicicletta cargo aveva già percorso mezza Europa portando avanti campagne di sensibilizzazione verso l’ambiente. Il Cammino di Santiago de Compostela è uomo, la Via Francigena è donna. Non poteva quindi che essere una donna la nostra camminatrice ufficiale.

Nel frattempo proviamo a fissare la data di partenza. Si inizierà il 15 giugno, dal km zero della Cattedrale di Canterbury.

Al nostro fianco ci sono i comuni e le associazioni

Fin dalle prime fasi, la partecipazione dei comuni in questo progetto ha rappresentato un elemento di grande importanza. In primis perché ci ha permesso di organizzare l’accoglienza e un ristoro all’arrivo, nelle diverse tappe, poi per il fatto di aver sostenuto il valore politico di un viaggio che ha messo in rete 657 comuni ubicati in quattro Paesi. La maggior parte di loro ci ha creduto fin dall’inizio, appoggiando convintamente questa nostra iniziativa corale. Un ruolo decisivo, non meno importante, è stato quello delle associazioni nazionali, regionali e locali che sono stati i veri “Trail Angels” del cammino. Ci hanno aiutato fin dalla fase iniziale a definire il percorso e ci hanno successivamente guidato lungo il cammino, ci hanno preso per mano, ci hanno fatto capire ancora una volta quanto sia fondamentale il ruolo delle associazioni per lo sviluppo della Via Francigena e l’animazione locale del territorio.

Si perfeziona la squadra sul campo. In cammino ci saranno anche i videomaker e gli ambassador!

Il ruolo dei fotografi e videomaker è stato cruciale. E’ grazie a otto giovani professionisti[2] coordinati dal trio Stefano, Roberto e Camilla che è stato possibile documentare il lungo viaggio dal primo all’ultimo chilometro. Ma facciamo un passo indietro. Proprio per avere questo risultato, a marzo 2021 era stata lanciato un bando per trovare un partner di progetto affidabile in grado di accompagnarci in questo evento, documentandolo con foto, immagini, video, interviste, reels. Si è aggiudicato il bando il gruppo SL Studios che ha messo a disposizione talentuosi giovani per seguirci con grande professionalità con la camera per le riprese, macchina fotografica, drone, pronti a salire e scendere dalla bicicletta e rimanere con il gruppo tutti i giorni, sempre con lo zaino sulle spalle.

Un capitolo particolare in questo viaggio certamente se lo meritano i blogger, promossi ad importanti ambassador del “Road to Rome”. Ad aprile 2021 AEVF ha lanciato un secondo bando per i blogger, invitandoli a camminare con noi in un tratto di cammino. Oltre cento persone hanno risposto! Ne abbiamo potuti selezionare solo 28 che ci avrebbero accompagnato in tratti ben precisi, per una media di cinque giorni. Eravamo davvero convinti che i loro racconti, loro storie, blog o video, ma anche il loro sorriso e freschezza, avrebbero dato un valore aggiunto a questa staffetta. I blogger sarebbero stati un elemento importantissimo per la comunicazione del viaggio, ma anche per creare maggiore empatia con il pubblico.

Arrivano i partner e gli sponsor. Se vogliano fare le cose per bene, serve un piano economico e chi ci aiuta a finanziare il progetto

Ci siamo subito resi conto che per far fronte all’organizzazione di un evento così grande, complesso e ambizioso non sarebbero bastate la nostra buona volontà e le risorse ordinarie dell’associazione, che comunque avrebbe fatto uno sforzo significativo. Servivano anche adeguate risorse economiche per far fronte a questa grandiosa staffetta, per poterla sostenere e raccontare al grande pubblico.

Il “Road to Rome”, prima di tutto, è stato inteso come un vero e proprio lavoro (al quale si è aggiunta anche una buona parte ludica) per sensibilizzare le istituzioni locali ad investire sempre più energie e risorse a favore della Via Francigena. Tra gli obiettivi, il progetto di candidatura UNESCO dell’itinerario francigeno da Canterbury a Roma e il lancio ufficiale della Via Francigena nel Sud.

Come arrivare ad ottenere quindi sponsor e partner significativi per il progetto? Ci siamo riusciti grazie ad uno straordinario lavoro di relazioni istituzionali, reti di persone e capacità progettuale, mettendo al centro i valori che stanno alla base dell’Itinerario della Via Francigena e dell’attività che l’associazione svolge da vent’anni. Una persona su tutte ci ha spronato e supportato in modo straordinario fin dal primo momento: Mons. Liberio Andreatta, grande sostenitore della Via Francigena e del suo significato spirituale e culturale che stanno alla base di questo millenario cammino.

Forse il “Road to Rome” è stato davvero il “progetto giusto al momento giusto”, come poi dirà il giorno dell’arrivo a Santa Maria di Leuca il Ministro italiano al Turismo Massimo Garavaglia, che ci ha permesso di ottenere le risorse necessarie per avviare e consolidare questa lunga marcia e, soprattutto, di avere al fianco dei partner significativi che ci hanno sostenuto.

Il Covid. Come ci comportiamo?

L’organizzazione si è messa in moto ormai dall’autunno 2020, ma il Covid ha continuato ad essere una cosa seria nei mesi successivi. Ci sono state grandi restrizioni, zone rosse, lockdown per tutto l’inverno. Il futuro è stato piuttosto incerto e l’organizzazione della staffetta Francigena ha rischiato di risentirne. Ne abbiamo lungamente discusso con il Presidente, Ufficio di Presidenza, staff, soci, partner di progetto, autorità sanitarie regionali. C’erano elementi oggettivi che non si potevano trascurare, come la quarantena, i tamponi, la mobilità ridotta ed un virus che ad inizio 2021 anno circolava ancora forte. Avevamo anche iniziato a pensare al piano B e al piano C, che poi nella vita è sempre bene cercare di avere nel cassetto in ogni momento. C’è stata quindi l’ipotesi di posticipare tutto al 2022, oppure di organizzare nel 2021 solo qualche tratto simbolico. La decisione finale di partire è stata presa solo il 17 maggio 2021, a seguito dell’Assemblea Generale AEVF dove hanno partecipato, compatti e numerosi, i soci. L’orientamento unanime è stato quello di partire, organizzando il viaggio per un gruppo ristretto di persone ed evitando gli assembramenti. Il protocollo sanitario andava ovviamente rispettato con grande serietà. Ma intanto il semaforo verde si era acceso!

La partenza. Da Canterbury e dalla sede del Consiglio d’Europa, a Strasburgo

Il Covid ci ha costretto ad una variazione del programma iniziale. Il Gruppo ufficiale, pronto a mettersi in cammino il 15 giugno, non avrebbe potuto recarsi in Inghilterra a Canterbury per le restrizioni covid e successiva quarantena obbligatoria. Ma la sostanza non è cambiata grazie al supporto del Canterbury City Council, Diocesi di Canterbury, Confraternity Pilgrims to Rome, la Contea del Kent. Quel giorno al mattino si è svolta la suggestiva cerimonia di benedizione del bastone ufficiale e un gruppo di persone guidate da Giancarlo Laurenzi ha successivamente iniziato il cammino sulla Via Francigena, nel tratto inglese. Il giorno successivo, a Dover, il bastone è stato consegnato al capitano della nave che lo ha trasportato fino al porto di Calais, dove il gruppo Road to Rome era pronto ad accoglierlo. Che emozione avere il bordone ufficiale tra le mani! Difficile immaginare un inizio più suggestivo di questo.

A Calais, nel nord della Francia, ci eravamo arrivati dopo una sosta a Strasburgo il 15 giugno. Proprio quel giorno la delegazione “Road to Rome”, guidata dal Presidente Massimo Tedeschi, i vice Presidenti Francesco Ferrari, Gaetan Tornay, il membro dell’Ufficio di Presidenza Pierre Contoz e il sottoscritto hanno avuto l’onore di essere ricevuti dal Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić. Sì, è stato un vero onore poter iniziare questo lungo viaggio attraverso l’Europa proprio dal “Palais de l’Europe” di Strasburgo, dove nel 1987 venne fondato il Programma degli Itinerari Culturali al quale la Via Francigena fa parte dal 1994. In questa occasione sono state presentate ufficialmente le parole chiave del “Road to Rome”: ripartenza, per cercare di reagire al covid; patrimonio, quello culturale materiale e immateriale che si trova lungo il cammino; Europa, nel senso amplio e allargato del termine, con tutti i valori umanistici ad essa collegati.

Il Viaggio. La partenza. Le soste. L’arrivo. Una bellezza infinita.

A questo punto il viaggio è partito, è entrato nel vivo e abbiamo iniziato a macinare chilometri, ad incontrare persone e attraversare villaggi, uno dietro l’altro. Fin dal primo giorno, da quella suggestiva e affascinante cerimonia di apertura davanti la Cattedrale di Calais ci siamo resi conto che stava succedendo qualcosa di straordinario. Di epico. Uno di quei viaggi ed esperienze così forti ed intense che forse nella vita non si ripetono così facilmente.

Il racconto di questo viaggio di 119 tappe, 127 giorni, 3.200 km è tutto racchiuso nei podcast, nel blog raccontato quotidianamente dall’infaticabile e straordinaria Myra Stals, nei racconti sui social, nelle oltre 3.000 fotografie, 16 video, 50 reels, nelle pagine dei blogger e nel diario delle “Ragazze in Gamba”. Di traccia e documentazione ne è rimasta davvero tanta di questa lunga marcia attraverso l’Europa.

In questa avventura ci sono stati momenti simbolici importanti, come le soste a Arras, Champlitte, Besançon in Francia; il mitico Passo del Gran San Bernardo in Svizzera; Orio Litta, Gambassi Terme, Viterbo e Roma, la Città eterna dove siamo arrivati il 10 settembre; poi ancora verso sud a Formia, Fondi, Telese Terme, Bari e infine la meta finale, Santa Maria di Leuca, la nostra De Finibus Terrae. Un arrivo trionfale avvenuto lunedì 18 ottobre, sotto una leggera pioggerella, con oltre 150 persone al seguito con le quali abbiamo raggiunto con grande emozione il Santuario ed il mitico il faro (secondo in Europa per altezza) che rappresenta davvero il fondo dell’Italia e del viaggio “Road to Rome”.

Siamo arrivati nel punto esatto in cui secondo racconti popolari, il Mar Adriatico incontra il Mar Ionio e a causa del colore diverso delle loro acque appare una linea di confine. Siamo arrivati nel punto più a Sud dove si conclude questo viaggio europeo pazzesco lungo la Via Francigena che abbiamo condiviso con 15 mila persone in 4 mesi.

L’emozione di questo viaggio è ancora viva. Dentro di me brillano ancora i volti delle persone incontrate nelle singole tappe, con le loro storie. Ricordo le chiacchierate lungo il cammino con i compagni di viaggio, le pause per ristorarsi, le sveglie all’alba, i piedi immersi per ore nell’acqua nelle giornate di pioggia, i colori dei campi e le coltivazioni che mutano con il cambio di paesaggio, i tramonti avvolgenti a fine giornata, i silenzi, i momenti di serenità che regala il cammino, il profumo del bosco, il rumore del bastone accompagna il cammino e scandisce il ritmo del viandante, la stanchezza e felicità alla fine di ogni giornata. E’ stata una emozione forte, infine, quella dei sorrisi e degli abbracci, veri e reali, dai quali con la pandemia ci eravamo allontanati. La cosa più bella e straordinaria di questo viaggio sono state le persone.

Il Road to Rome è stato un viaggio che ha unito i popoli, la gente, i territori. Ha regalato orgoglio e speranza.  La Via Francigena si è rivelata come una bellissima e lunghissima collana di perle. Tutte queste perle, una ad una, le abbiamo recuperate nei singoli comuni attraversati e siamo riusciti a  metterle tutte insieme, una a fianco dell’altra. Si è realizzato un sogno, bellissimo.

[1] Staff: Sami Tawfik, Micol Sozzi, Elena Dubinina, Luca Faravelli, Myra Stals, Jacques Chevin, Martina D’Agostino, Sara Louise Costa, Marika Massotti, Eleonora Martinelli, Arianna Fietta, Simona Spinola, Nicole Franciolini, Cecilia Micciantuomo, Garance Potier, Edgar Lebras, Angelofabio Attolico, Giusy Baldacchino, Daniela Leo, Anna Maria Ganapini, Rosy Previ, Marco Tedeschi.

[2] Video Maker: Mattia Poppa, Filippo Racanella, Andrea Ciotti, Enrico Baroni, Luce Scaglione, Sharon Di Cinci, Giulia Bertolazzi, Nicola Cagol.

Luca Bruschi
Luca Bruschi
Luca Bruschi lavora dal 2004 per la Via Francigena. È giornalista pubblicista, appassionato di outdoor, sport e arte. La Via Francigena è, prima di tutto, un "amore" grande che dapprima ha percorso e che poi lo ha portato a scoprire anche altri itinerari culturali in Europa, sempre in modalità "lenta", fra i quali il cammino spagnolo e portoghese di Santiago de Compostela, la via Tolosana, la via Podense, il cammino di Stevenson e il Menalon Trail.