Via Francigena

Grazie a Fabio, la Via Francigena in Salento ha i colori dell’arcobaleno

È nato sulla Via Francigena, a Cannole, e anche se il suo primo Cammino è stato quello di Santiago, il suo grande amore è il sentiero di Sigerico. Una passione di lunga data e convinzione profonda, che lo ha spinto a diventare uno degli artefici moderni del tratto che da Roma porta a Santa Maria di Leuca, da una parte con capacità di relazione e coinvolgimento dall’altra con creatività e mani operose: grazie a Fabio e ai suoi amici, la Via Francigena in Salento ha i colori dell’arcobaleno.

I materiali riciclati sul sentiero parlano di amore per il territorio

Ho conosciuto Fabio Stomaci proprio sulla Via Francigena nel Sud, che qualche anno fa non era segnalata come adesso e qualche anno prima lo era ancora meno. Avvicinandosi a Cannole, immersi in un paesaggio in cui dominano i colori tenui della natura mediterranea, il verde degli ulivi, il bruno della terra, il chiaro della pietra, si viene colpiti da improvvise macchie di colori squillanti. Panchine ricavate da bancali, segna bivi che un tempo erano pneumatici di camion, tronchi segnaletici. E questo fermento da lui avviato ha contagiato anche i paesi limitrofi, come Serrano, dove uno dei cartelli più famosi della Via Francigena è stato ricavato da una tavola da surf in pensione. Tutto con materiali riciclati, tirati fuori da mucchi di rifiuti, dipinti e curati in modo da parlare una lingua universale: quella della cura per il proprio territorio. Quella dell’accoglienza a braccia aperte per le persone che lo attraversano.

Con buona pace di chi tratta la terra vicino alla propria casa come una discarica.

La voglia di fare qualcosa per valorizzare la Via Francigena

Fabio è, prima di tutto, uno sportivo e un camminatore. Uno che fermo non ci sa stare. Ma non aveva mai provato quanto è rigenerante viaggiare a piedi finché, nel 2012 – ispirato da un libro – fa il suo primo Cammino, Santiago appunto, il tratto Francese. “Sono rimasto entusiasta di questo mondo – ricorda – di questo incontro tra popoli che avviene sui sentieri e negli ostelli, dell’armonia che si respira”. Tornato a casa approfondisce questa nuova passione, scoprendo che i Cammini sono antiche vie di pellegrinaggio e che tra queste c’è anche la Via Francigena. “Quindi passa per le mie terre”. Nasce da qui la voglia di fare qualcosa per lo sviluppo di questo Cammino, che lo porta sia a cercare interazione con gli addetti ai lavori sia ad assumere un ruolo politico nel comune di Cannole. Obiettivo: valorizzare la Via Francigena in questi luoghi.

Cannole, con i suoi 1800 abitanti, si trova infatti, con alcuni suggestivi borghi abbandonati come Cerceto e Anfiano, sull’asse Traiana-Calabra, che corre tra Brindisi, Lecce e Otranto. In questi anni, con personaggi come la professoressa Anna Trono, Fabio Mitrotti, Luigi Del Prete e Giorgia Santoro, diventa sempre più attivo, nel Salento, un movimento per portare la Francigena fino a Santa Maria di Leuca, ricostruendo le tracce degli antichi pellegrini. Nasce nel 2017 l’Associazione “La casa delle Comunità Ospitanti degli itinerari Francigeni della Puglia Meridionale”, perché si inizia a capire che al di là del valore religioso il Cammino ha un grande potenziale per la valorizzazione del territorio. Viene adottato, effettivamente, il percorso che da Brindisi arriva a Leuca, passando per Cannole, ma gran parte di quello che viene realizzato non arriva dalle istituzioni. “Molti sindaci – ricorda Fabio, che nella sua opera di sensibilizzazione colleziona successi ma anche delusioni – hanno firmato la nascita dell’Associazione, ma non hanno poi effettuato alcun intervento concreto”.

La ruota del trattore diventa segnale, il bancale diventa panchina

Lui però ci crede, e non è tipo che si arrende. Quindi inizia con il fai da te, convinto che “da lì a 5 anni passeranno per questi sentieri 2 mila persone”. Per lui è fondamentale che quando arrivano nella sua terra trovino una degna accoglienza. Tra i problemi da superare, la scarsa lungimiranza da parte di molti conterranei, che lasciano rifiuti sui bordi delle sterrate o portano via quanto si costruisce per abbellire il percorso. Fabio inizia a ripulire zone che venivano usate, sostanzialmente, come discariche abusive, crea zone d’ombra piantumando alberi, aiuole con le agavi, che nessuno porta via perché sono ovunque. “Mi prendevano per pazzo, ma man mano si sono aggiunte persone, amici che mi volevano sostenere, compaesani che hanno preso coscienza dell’importanza della rivalutazione del territorio. Con il passare del tempo, la sensibilità degli abitanti è cambiata notevolmente”.

È un lavoro che dura anni e riqualifica tutto il territorio, praticamente a costo zero. Risorse nelle casse comunali non ci sono, quindi ogni slargo viene ripulito da volontari – tra i quali Fabio è sempre in prima linea – e attrezzato con pini (offerti dalla Forestale) che in pochi anni di crescita regalano ombra in queste terre assolate; si piantano, poi, arbusti di corbezzolo al fine di offrire frutti spontanei, vengono montati panchine per il riposo e cartelli segnaletici per l’orientamento. Ogni problema viene risolto con buona volontà ed inventiva. Qualcuno, su un tratto appena ripulito, butta una ruota da trattore. Come smaltirla? Il problema si trasforma in qualcosa che caratterizza, oggi, tutti i chilometri di Francigena intorno a Cannole: “Mi viene l’idea di non spostarla ma di colorarla, sempre con l’aiuto di tanti volontari che si adoperano a dare supporto a qualsiasi iniziativa. Dipinta la ruota, mi è venuta l’idea di pitturare le panchine”. Convince qualche ditta a dare le vernici gratis ed oggi le panchine con i colori dell’arcobaleno e gli aforismi sono fotografate e postate da camminatori di tutto il mondo.

La rete di accoglienza fatta in casa

Il gruppo di volontari si allarga sempre più e coinvolgendo gli amici delle “Urpi te macchia”, altra attivissima associazione del territorio, viene realizzato l’Albero del Pellegrino: un totem segnaletico che è, forse, l’attrazione più fotografata. Viene ripristinato un Ipogeo abbandonato, scavando via tonnellate di materiale. Recuperando l’antica tradizione, la Croce dei Templari diventa un luogo in cui i pellegrini possono lasciare un loro pensiero, una traccia del loro passaggio. Tante idee che aiutano a conoscere il territorio nel profondo e arricchiscono il percorso, rendendolo indimenticabile.

Il modello di Santiago ispira un altro versante dell’attività di Fabio, ed è quello dell’accoglienza a donativo. Così contribuisce, con l’Associazione, alla creazione di una rete con parroci e altri punti di appoggio, a cominciare da casa sua, nel tratto da Brindisi a Leuca, dove sono disponibili anche menu del pellegrino a 15 euro. “C’è ancora il gusto della genuinità. I pellegrini mangiano con noi a tavola. Se dovessimo farlo tutti i giorni sarebbe pesante, ma così diventa una gioia. Con il passare degli anni si è costituito questo movimento spontaneo di gente che apre le proprie case, si è organizzato, per qualsiasi emergenza ci si aiuta e si interviene e questo fa la differenza”.

La Via Francigena lascia sempre qualcosa

Nel frattempo, nel 2019, è arrivato il grande traguardo: con il sostegno dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, al tratto Roma-Santa Maria di Leuca viene estesa la qualifica di itinerario culturale del Consiglio d’Europa, prima riservato al Canterbury-Roma. L’ufficialità c’è e c’è la realtà, perché anche i più scettici vedono sempre più viaggiatori con scarponi e zaino, soprattutto stranieri. Che rivitalizzano il territorio anche se non portano incassi da capogiro. “Cannole non è una tappa di sosta ma l’effetto del loro passaggio si vede. La Via Francigena è come un fiume, passando bagna sempre le sue rive e anche se non si ferma, lascia sempre qualcosa”.

Infatti questo lento flusso di camminatori fa cambiare le coscienze e aiuta a far andare in positivo i conti dell’Amministrazione comunale; per questo oggi, sempre su stimolo di Fabio, si sta puntando all’acquisizione dell’area archeologica del Borgo Anfiano. Il progetto prevede una serie di campagne scavi da parte dell’Università che arricchirebbe ulteriormente questo tratto di Cammino. Anche Borgo Cerceto, nel Parco Naturale di Torcito, è stato quasi del tutto recuperato, con il supporto dell’Amministrazione comunale; attraversando questo tratto si rimane colpiti, catapultati nel Medioevo.

Tutto quello che si vede e si apprezza in questi chilometri viene continuamente e pazientemente mantenuto, riparato, rinfrescato. Ma Fabio continua a diffondere l’amore per il Cammino anche in altri modi. La prossima iniziativa è la partecipazione a “Un miliardo di passi per la pace”, un progetto nazionale che coinvolge tutti i Cammini. Con il supporto di Associazioni e di volontari, la Via Francigena sarà percorsa da camminatori e da studenti dalle elementari in su, in 7 tappe, da Brindisi a Santa Maria di Leuca.

Buon Cammino!

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Daniela De Sanctis
Giornalista, appassionata di cammini, trekking e montagna, vive tra Roma e le Dolomiti. Scrivendo e camminando, ha l’obiettivo di aiutare a scoprire meraviglie e fare promozione del territorio. Collabora all’organizzazione di trekking di più giorni, soprattutto in posti dove vanno in pochi, dal Molise all’Australia.