Via Francigena

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Costruiamo cammini e ponti di dialogo, non muri!

“Costruiamo cammini e ponti di dialogo, non muri”! Sembra ancora più scontato parlarne oggi alla luce del sanguinoso e tragico evento che ha colpito a Parigi i disegnatori di “Charlie Hebdo” seminando la morte, turbando profondamente tutte le persone amanti della pace e del dialogo.

Anche le parole di Papa Francesco invitano continuamente a superare le frontiere delle inimicizie e delle indifferenze, per costruire ponti di dialogo per fare del mondo intero una famiglia di popoli riconciliati tra loro, fraterni e solidali. Un invito a mettersi in cammino, nella diversità, tra cristiani e musulmani con la consapevolezza che ogni Stato deve assicurare ai cittadini e alle comunità religiose una reale libertà di culto e di espressione.

Gli Itinerari culturali europei ed i cammini come vettore di dialogo. “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” è la definizione della Via Francigena che deriva dal riferimento al Programma degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa, lanciato ufficialmente nel 1987 con il Cammino di Santiago de Compostela, due anni prima della caduta del muro di Berlino del 9 novembre 1989.

Il tragico episodio parigino invita nuovamente tutti quanti a riflettere sul bisogno materiale ed  immateriale di costruire ponti e cammini, non muri o barriere, esattamente come i popoli del Novecento non avevano bisogno della divisione simboleggiata dal Muro di Berlino. I muri e l’odio religioso fanno paura, soprattutto quando crescono ogni giorni e favoriscono risentimenti, anche l’odio.

La Francigena come ponte tra la Chiesa Cattolica, Anglicana, Protestante, o semplicemente come una via per unire le varie confessioni religiose (se non verso Roma, in cammino verso Gerusalemme). Questo primo itinerario culturale europeo mette in evidenza, oggi forse ancora più che in passato, l’importanza del dialogo interculturale ed interreligioso attraverso l’incontro delle tre peregrinationes majores cristiane del periodo medievale, e cioè Santiago di Compostela, Roma, Gerusalemme. Per sostenere questo messaggio di apertura culturale e religiosa, nel maggio 2010 fu promosso dall’Associazione Europea delle Vie Francigene (in occasione dell’evento “Le Vie del Dialogo” a Lucca) il “gemellaggio” tra la “Via Francigena”, itinerario europeo, e la “Via di Abramo” in Medio Oriente, itinerario di turismo culturale sostenuto dalla Alleanza della Civiltà delle Nazioni Unite. Si intese cosi promuovere attraverso turismo e cooperazione culturale il dialogo interculturale ed il dialogo interreligioso nel Mediterraneo.

La Dichiarazione di Santiago de Compostela, un modello. La “Dichiarazione” approvata nella città spagnola il 23 ottobre 1987 insisteva su questi principi:  “Il senso dell’umano nella società, le idee di libertà e di giustizia e la fiducia nel progresso, sono i principi che storicamente hanno forgiato le differenti culture che creano l’identità europea. Questa idea culturale è, oggi come ieri, il frutto dell’esistenza di uno spazio europeo carico di memoria collettiva e percorso da cammini che superano le distanze, le frontiere e le incomprensioni”. Ed inoltre: “Il cammino di Santiago, altamente simbolico nel processo di costruzione dell’Europa, servirà di riferimento e di esempio per le azioni future”.

All’interno della “Dichiarazione” sono fortemente presenti il tema del pellegrinaggio e dei cammini come metafora della riscoperta delle radici europee. Un invito rivolto soprattutto ai giovani affinchè, percorrendoli, pensino ad una società “fondata su tolleranza, rispetto degli altri, libertà, solidarietà”. Il Cammino di Santiago è diventato il pioniere del rilancio delle vie di pellegrinaggio, così come la Via Francigena ed altri cammini come ad esempio quelli di Sant’Olav, nel Nord Europa e le vie micaeliche

Sostenere il progetto della Francigena, un cammino lento e rivoluzionario. Camminare sulla Francigena significa oggi credere anche in una forte cooperazione culturale, territoriale, turistica e di coesione sociale, con particolare attenzione ai temi-simbolo dell’Europa: storia, cultura, valori nonché scoperta di destinazioni meno conosciute. Esso contribuisce a rafforzare la dimensione democratica dello scambio e del turismo culturale attraverso il coinvolgimento di reti, associazioni ed autorità locali e regionali, università e organizzazioni professionali, nonché a conservare il variegato patrimonio di temi ed itinerari turistici alternativi

Negli ultimi due anno stiamo poi assistendo ad una vera e propria esplosione del fenomeno francigeno e proprio la dimensione interculturale è quella che maggiormente colpisce: da tutti i Continenti vengono persone a camminare sulla Francigena, armate di zaino, scarpe da trekking, animo predisposto all’incontro. Una rivoluzione lenta, silenziosa, pacifica, avvolgente.

Come riporta il sociologo Davide Le Breton “L’atto del camminare riporta l’uomo alla coscienza felice della propria esistenza, immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi (…) Spesso camminare è un espediente per riprendere contatto con noi stessi! […] Camminare è un modo tranquillo per reinventare il tempo e lo spazio. Prevede uno stato d’animo, una lieta umiltà davanti al mondo, un’indifferenza alla tecnica e ai moderni mezzi di trasporto o, quantomeno, un senso di relatività delle cose; fa nascere l’amore per la semplicità, per la lenta fruizione del tempo. […].

Un percorso geopolitico per abbattere i muri. La Francigena rappresenta infine un percorso geopolitico che aiuta ad abbattere i muri che separano le culture, favorendo la costruzione di ponti di dialogo, tolleranza, cooperazione. Jacques Le Goff, grande storico del Medio Evo e grande appassionato di Via Francigena, definisce in modo brillante la Via Francigena “ponte tra Europa anglosassone ed Europa latina” e mediterranea, aggiungiamo noi.

Ancora una volta le parole dell’insigne storico francese ci aiutano a comprendere questo progetto culturale europeo: “… l’Europa si costruisce. E’ una grande speranza che si realizzerà soltanto se si terrà conto della storia: un’Europa senza storia sarebbe orfana e miserabile. Perché l’oggi discende dall’ieri, e il domani è il frutto del passato. Un passato che non deve paralizzare il presente ma aiutarlo a essere diverso nella fedeltà, e nuovo nel progresso. Tra l’Atlantico, l’Asia e l’Africa, la nostra Europa esiste infatti da un tempo lunghissimo, disegnata dalla geografia, modellata dalla storia, fin da quando i Greci le hanno dato il suo nome. L’avvenire deve poggiare su queste eredità che fin dall’antichità, e anzi fin dalla preistoria hanno progressivamente arricchito l’Europa, rendendola straordinariamente creativa nella sua unità e nella sua diversità, in un contesto mondiale sempre più ampio”. Costruire la Via Francigena contribuisce a costruire l’Europa dei popoli, obiettivo che, nonostante tutto, continuiamo a voler perseguire.

Luca Bruschi

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La Regione Piemonte aderisce all’Associazione Europea delle Vie Francigene

La Regione Piemonte entra ufficialmente nell’Associazione Europea delle Vie Francigene, aderendo anche al protocollo d’intesa interregionale per lo sviluppo e promozione dell’itinerario europeo.

Il Piemonte si aggiunge alle altre regioni socie AEVF, Lombardia, Liguria, Toscana, Lazio, Puglia, mentre è in procinto di aderire la Valle d’Aosta. In fase di adesione anche la regione francese della Champagne-Ardenne, che parteciperà al Coordinamento Interregionale francigeno sempre coordinato da AEVF

Il Peimonte ha un grande potenziale per lo sviluppo francigeno. 650 km di percorso, 107 comuni coinvolti, 5 province Torino, Vercelli, Biella, Asti e Alessandria, 4 parchi naturali interessati, una rete di decine di operatori culturali e turistici al servizio della Francigena.  Numeri che testimoniano l’importanza del Piemonte nei secoli quale terra di passaggio dalle Alpi verso la Pianura Padana, con un ruolo di cerniera tra la Via Francigena che da Canterbury portava a Roma, attraverso il Colle del Gran San Bernardo in Valle d’Aosta e il percorso che collegava Santiago di Compostela con la Francia e l’Italia attraverso i Colli del Monginevro e del Moncenisio nella Valle di Susa.

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Santhià e la Francigena, pellegrini in forte aumento

Santhià scopre un nuovo turismo, quello religioso-spirituale, grazie ai pellegrini della Via Francigena che ogni anno, in centinaia, si fermano nei vari punti di accoglienza della città, per poi proseguire il percorso. A offrire qualche dato su un fenomeno in continua crescita è l’associazione Amici della Via Francigena di Santhià, presieduta da Renzo Manuello, che come tutti gli anni rende noti i flussi dei turisti-pellegrini che visitano, seppur solo per qualche giorno, le nostre zone. 

«Partiamo col dire che il numero dei passaggi è in aumento – spiega Mario Matto, segretario del sodalizio – ma bisogna fare una distinzione tra chi viene in ostello e chi sceglie altre tipologie di pernottamento. Nel primo caso i dati indicano una crescita di circa il 20% rispetto al 2013, con un numero totale di 306 pellegrini ospitati. Altro discorso, invece, riguarda chi percorre la Via Francigena e si ferma a Santhià in alberghi, agriturismi e bed and breakfast: in questo caso la crescita è stata sicuramente più alta, anche se non possiamo quantificarla con esattezza». 

L’indotto economico  
Indicativamente i pellegrini-turisti-ciclisti di questo percorso di fede che sono passati da Santhià nel 2014 (anche se non necessariamente hanno pernottato) potrebbero sfiorare quota mille Via Francigena vuol dire condivisione di un percorso, sia religioso che spirituale è anchesinonimo di un’economia da non sottovalutare, soprattutto se i pellegrini preferiscono avere una maggiore privacy e pernottare in strutture diverse da quella a donativo che offre Santhià. Intorno alla Via Francigena e all’ostello si incontra un mondo particolare e variegato, fatto da persone per lo più straniere (il 70% proviene dall’estero, soprattutto da Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Spagna) e con età media oltre i 40 anni. E in questo percorso non mancano i ringraziamenti, come quello di Alexandra, giovane russa ospitata pochi giorni fa, che sul diario dell’ostello ha scritto come «l’ospitalità di Santhià sia stata come una goccia di miele nel cuore». 

Valentina Roberto
Fonte: La Stampa

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La Puglia, tra Vie Sacre, Francigena ed Europa

La Francigena sulla pagina della cultura della Gazzetta del Mezzogiorno: “L’anno nuovo, scommessa per le vie Sacre: tra la Puglia e l’Europa, un percorso in crescendo”.

Entriamo in queste ore nel 2015: un anno che si annuncia di grande importanza per conoscere gli esiti della candidatura che la Regione Puglia ha presentato al Consiglio d’Europa per ottenere il riconoscimento delle direttrici a Sud di Roma delle Vie Francigene nel programma degli “Itinerari Culturali”.

Una candidatura lungamente preparata, fin dal 2011, con l’adesione all’Associazione Europea delle Vie Francigene e un imponennte lavoro di coordinamento con le altre Regioni italiane nel contesto più ampio delle 14 Regioni europee interessate dal percorso Canterbury-Roma. E fortemente voluta per riproporre il ruolo della Puglia come ponte tra Occidente e Oriente, tra Europa e Mediterraneo, tra Chiesa di Roma e Terra Santa, in quella Euroregione Adriatico Ionica, concepita come forma innovativa di cooperazione interregionale e transnazionale, allo scopo di rafforzare i processi democratici e l’accelerazione del percorso di integrazione europea dei Paesi balcanici.

Molto più, dunque, di un progetto di turismo religioso: un concreto percorso di culture, di dialogo e di pace, che ha anche le caratteristiche per diventare circuito turistico, promuovendo i beni culturali materiali e immateriali – tra cui i paesaggi degli ampi e plurali territori di Puglia – in ottica di sviluppo sostenibile, proponendo infrastrutturazioni molto “leggere”, alla stregua del Cammino di Santiago. Qualcosa dunque di molto diverso da analoghi precedenti progettazioni, a partire dal metodo: niente di sovraordinato, che risponda a qualche scrivania, ma un percorso che fa appello al protagonismo delle comunità locali, in particolare nelle aree interne, alla dimensione rurale più autentica, al saper fare creativo, alla buona volontà dei singoli e delle loro associazioni, ma anche delle loro imprese. In cui nessuno si può sentire escluso, ma nemmeno privo di responsabilità.

Il Consiglio d’Europa e la sua Agenzia strumentale, l’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali, si affidano alla rete portante dell’Associazione Europea Vie Francigene, la medesima cui possono aderire Province e Camere di Commercio, Città metropolitane e piccoli Comuni, Gruppi di Azione Locale e Aree protette, al pari di libere Associazioni di cittadini. Come insegna Vie Sacre, il Consorzio non profit che da quattro anni porta in lungo e in largo per la Puglia l’opportunità di considerare le antiche vie di storia e di pellegrinaggio come motivo di narrazione unitario e opportunità di sviluppo, attraverso l’evento “Vie Sacre Experience” e i “Seminari Francigeni”.

E’ così che un numero crescente di Diocesi, nuove straordinarie protagoniste, GAL e Comuni, si sono messe in cammino. Perché turismo e religione condividono percorsi da oltre 15 secoli di storia, in questa terra di Puglia. Dal Santuario di San Michele Arcangelo al patrono per eccellenza del dialogo, quel San Nicola che già ci unisce con terre lontane, passando per piccole chiese rupestri, cappelle votive e – forse soprattutto – per quei segni, simboli e orme che ci riconducono sui passi di straordinaria devozione: passi di papi e imperatori con le loro corti, ma anche colorate carovane di mercanti, fiere, giullari, armati e semplici pellegrini.

Per rievocare tutto questo, non solo ricerche universitarie o convegni: un grande circuito regionale di emozioni e di esperienze sta nascendo, dal basso, attorno alla rete Puglia Francigena, con escursioni e viandanze attraverso tutti i territori di Puglia, raccogliendo vecchi e nuovi amici nella costruzione di programmi culturali per i residenti e per tutti i viaggiatori mossi dal desiderio di conoscenza, di incontro, di confronto, di comunanza e di convivio. Le adesioni si raccolgono anche sul web, in particolare utilizzando i social media, dove la pagina delle Vie Francigene di Puglia già incontra oltre 8.000 followers e il neonato gruppo FrancigenaLAB riunisce i più attivi organizzatori di eventi.

In primavera l’Accordo parziale allargato sugli Itinerari Culturali tra Consiglio d’Europa e Commissione Europea deciderà sul riconoscimento. In ogni caso troverà la Puglia pronta, con ormai forti legami con Basilicata, Campania, Lazio e Molise. Attendiamo fiduciosamente, sapendo comunque di aver iniziato un cammino di interesse per l’intera programmazione 2014-20, verso Horizon 2020 e anche Matera 2019.

Federico Massimo Ceschin

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A Capannori un nuovo ospitale per i pellegrini

Previsto a Capannori, in Toscana, un nuovo Ospitale per il pernottamento e il ristoro dei pellegrini che percorrono la via Francigena storica.

Per la sua realizzazione il Comune ha ottenuto un finanziamento regionale di 420 mila euro, pari al 60 per cento dell’importo complessivo necessario (circa 700 mila euro) per rendere concreto questo nuovo progetto volto allo sviluppo di un turismo sostenibile e alla valorizzazione della storica via che attraversa per circa 7 chilometri il centro di Capannori.

La nuova struttura dedicata all’accoglienza e all’informazione del crescente numero di pellegrini che percorrono il tratto capannorese della via Francigena sarà collocata in un punto strategico del percorso storico, nel centro di Capannori, dove attualmente si trova un immobile che versa in condizioni di elevato degrado, poiché abbandonato da molti anni e che il Comune intende recuperare per destinarlo a sede di questa struttura ricettiva riservata ai viandanti della via Francigena. L’Ospitale avrà 12 posti letto suddivisi in varie camere. I pellegrini potranno usufruire di un punto informazioni e di un punto ristoro, di un’area studio con una zona biblioteca e alcune postazioni per il computer e di un servizio di bike sharing.

Fonte: GoNews

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Vercelli, antico crocevia sulla Francigena. Meta amata dai pellegrini.

Un fiume che procede lento lungo le strade della fede e che ogni anno aumenta la sua portata. È quello dei pellegrini che si mettono per strada da tutto il mondo, a piedi o in bicicletta, e percorrono i sentieri della via Francigena, sulla cui mappa Vercelli ha saputo guadagnarsi negli anni una croce importante.

Dal 2011 ad oggi un incremento costante di pellegrini e viandanti. Vercelli ha avuto un sensibile aumento di camminatori in transito sulla Francigena. Ne hanno usufruito le varie strutture di accoglienza presenti in città.

Il 58% dei viaggiatori transitati da Vercelli nel 2014 puntava verso Roma lungo le strade della Francigena, il 4% andava in direzione della Spagna sulle rotte del Cammino di Santiago di Compostela. Numeri non casuali: Vercelli ha una posizione strategica sulla rotta della Francigena e intercetta un importante bacino di viandanti: quelli in arrivo da Monginevro e Moncenisio, che quest’anno sono stati il 23%, e dal Gran San Bernardo, il 39%.

Fonte: La Stampa

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Interruzione passaggio sul torrente Civasola

L’amministrazione comunale di Pontremoli avvisa i pellegrini fancigeni che in località Cavezzana d’Antena, causa problematiche di viabilità date dalle recenti alluvioni, è interdetto il passaggio sul torrente Civasola.

E’ pertanto necessario passare utilizzando la viabilità ordinaria sulla strada provinciale di Groppoli-Cavezzana d’Antena in direzione Molinello.

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Il comitato tecnico delle regioni europee della Via Francigena si è riunito a Reims

Gli splendidi spazi del Palazzo comunale di Reims hanno ospitato venerdì 12 dicembre la Via riunione di coordinamento tecnico tra le regioni europee della Via Francigena. La riunione è stata organizzata dall’Associazione Europea delle Vie Francigene, in stretta collaborazione con Regione Champagne Ardenne, il Comune di Reims e l’Associazione Via Francigena France.

Accolti da Benjamin Develey, Vice Sindaco del Comune di Reims e da Roland Daverdon, Vice Presidente del Consiglio Regionale di Champagne Ardenne, le Regioni che hanno partecipato a questa riunione dell’ultimo semestre del 2014 hanno potuto fare il punto sugli avanzamenti dei lavori del Comitato Europeo di coordinamento tecnico interregionale della Via Francigena costituitosi alla fine del 2013 a seguito della firma di un Protocollo di Intesa tra le Regioni europee. Nel corso di quest’anno, il Comitato ha definito la metodologia di realizzazione del piano di attività 2014, costituendo tre gruppi di lavoro tematici, “Percorso”, Ricettività e Servizi”, “Informazione e Promozione”, ciascuno coordinati da una delle Regioni membro e assegnando ad AEVF il compito di facilitare e coordinare lo sviluppo delle attività del Comitato nel suo complesso.

Il Presidente AEVF, Massimo Tedeschi, ha ringraziato i partecipanti alla riunione per il continuo impegno al lavoro condiviso per lo sviluppo europeo della Via ed ha ricordato che nel corso dei tredici anni di esistenza dell’Associazione la rete è cresciuta grazie al senso di appartenenza ad un itinerario storico europeo e al lavoro inclusivo che si è svolto.

Il Comitato interregionale intende facilitare azioni coordinate ed efficaci di sviluppo dell’itinerario nei singoli territori, attraverso un approccio comune a livello europeo, lo scambio di buone pratiche, il raggiungimento di soluzioni condivise riguardanti la messa in sicurezza del percorso, la segnaletica, l’accoglienza e l’ospitalità, eventi congiunti, informazione e comunicazione coordinate, che costituiranno il Master Plan Europeo della Via Francigena e che assicureranno  quella continuità transnazionale necessaria per il mantenimento della menzione di itinerario culturale del Consiglio d’Europa.

Oltre alla Regione Champagne Ardenne, hanno partecipato alla riunione di Reims, il Comune di Canterbury, in rappresentanza della Contea del Kent, Regione del Basso Vallese in rappresentanza del Cantone Vallese, Regione Valle d’Aosta, Regione Piemonte, Regione Lombardia, Regione Toscana, Regione Lazio. Sono state, inoltre,  numerose le Associazioni che hanno partecipato come osservatrici, tra le quali l’Association Via Francigena France, la Fedération Française de la  Randonnée Pedestre, a conferma del fatto che il coordinamento manterrà sempre vivo il confronto con le diverse realtà europee che sono in contatto continuo con i camminatori.

Per l’anno 2015 il Comitato interregionale e i relativi gruppi di lavoro metteranno a punto i criteri minimi di fruibilità del percorso e di ricettività lungo la Via e creeranno con l’aiuto di AEVF una banca dati necessaria a verificare la continuità e gli aspetti critici. In tal modo l’azione congiunta potrà essere indirizzata in base all’analisi che risulterà dal lavoro di gruppo. Si migliorerà, inoltre, l’informazione del tracciato europeo sul portale della Via Francigena, www.viefrancigene.org . Tra gli obiettivi che saranno perseguiti vi è anche una linea grafica comune sulla segnaletica, un disciplinare per le strutture ricettive e l’esamina della possibilità di partecipare congiuntamente a Expo Milano 2015. Tra i prossimi obiettivi anche un uso piu’ mirato dei fondi europei della programmazione 2014-2020 per lo sviluppo del Master Plan europeo della Via Francigena.

L’anno 2015 inizierà, quindi, con un programma di lavoro intenso all’insegna del lavoro di rete e del confronto continuo su scala europea.

Silvia Lecci
Responsabile coordinamento tecnico interregionale

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Il 2014, il boom della Francigena

Si sta per chiudere un anno intenso per la Francigena, a testimonianza del grande fermento e delle aspettative che ruotano intorno a questo itinerario culturale europeo frequentato da migliaia di camminatori.

Nel 2014 sono stati celebrati i vent’anni del riconoscimento della Francigena quale “Itinerario culturale del Consiglio d’Europa”. In occasione dell’evento di Acquapendente, il 31 maggio, l’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) ha riunito rappresentanti di istituzioni europee, regioni, comunità locali, associazioni e tanti appassionati giunti per festeggiare insieme l’importante anniversario all’insegna dei valori europei che il Consiglio d’Europa continua a trasmettere. Gli itinerari sono veicolo di comunicazione e di scambio tra culture e Paesi e strumento per consolidare l’identità europea: come tali sono considerati  patrimonio da salvaguardare e da estendere alle nuove generazioni. Il Manifesto del Ventennale condiviso ad Acquapendente ha delineato i principi e le azioni che sono alla base dello sviluppo futuro della Francigena.

Anno 2014, il boom della Francigena!
Oggi la Via Francigena è al centro di riflettori internazionali; lo dimostra il numero di pellegrini che nel 2014  si sono messi in cammino da Canterbury a Roma, proseguendo per l’Italia del sud in direzione Gerusalemme. Sono arrivati dal Nord e dal Sud America, dall’Asia e da numerosi Paesi Europei con maggiore intensità da Spagna e Francia. In forte aumento anche il numero di camminatori italiani che hanno deciso di scoprire, on the road, la bellezza autentica dell’Italia attraverso il fil rouge della Francigena, in ottica di lentezza ed approccio slow al territorio.

L’esplosione della Francigena si avverte oggi anche a livello mediatico, a partire dalle riviste di settore dedicate agli itinerari, ai quotidiani, alle guide, alla letteratura di viaggio. Un dato significativo proviene dal portale delle Vie Francigene: nel periodo estivo i visitatori sono stati circa 50 mila al mese, ai quali si sono aggiunti gli 80 mila della pagina facebook e l’incremento di iterazioni con altri social come twitter e instagram. Anche il festival “Via Francigena Collective Project 2014”, giunto alla quarta edizione, ha messo in rete numerosi eventi legati dalla matrice Francigena: ben 350 appuntamenti, da Canterbury a Santa Maria di Leuca, hanno coinvolto comunità, istituzioni, associazioni locali.

Un network di diciotto regioni europee per lo sviluppo della Francigena
La rete di diciotto regioni europee, dal Kent alla Puglia attraverso quattro Paesi (Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia), rappresenta uno strumento decisivo per lo sviluppo della Via. Il Comitato europeo di coordinamento, guidato da AEVF, intende facilitare azioni coordinate ed efficaci di sviluppo dell’itinerario nei singoli territori, attraverso un approccio comune europeo, lo scambio di buone pratiche, il raggiungimento di soluzioni condivise riguardanti messa in sicurezza del percorso, segnaletica, accoglienza, ospitalità, eventi congiunti, informazione e comunicazione coordinate, che costituiranno il Master Plan Europeo della Via Francigena e che assicureranno la continuità transnazionale necessaria per il mantenimento della menzione di “Itinerario culturale del Consiglio d’Europa”. Nel 2014 si sono svolti due incontri: a Milano (27 giugno) e a Reims (12 dicembre). Il ruolo delle Regioni è fondamentale per assicurare gli investimenti necessari per la realizzazione delle infrastrutture di sviluppo per la Francigena. Il modello attuato dalla Regione Toscana, attraverso il Master Plan 2009-2014, è il punto di partenza a livello europeo.

Verso Gerusalemme, un progetto che abbraccia il Mediterraneo
Il 28-30 novembre si sono svolti a Bari gli “Stati Generali delle Vie Francigene nel Sud” finalizzati a richiedere il riconoscimento ufficiale dei percorsi a Sud di Roma di “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” e a promuovere azioni comuni di valorizzazione delle Regioni del Sud. E insieme incoraggiare lo sviluppo di reti di organizzazioni, profit e non profit, che intendono partecipare ai processi di affermazione delle Vie come occasione privilegiata di crescita culturale e turistica. La numerosa presenza di istituzioni locali, associazioni e camminatori testimonia il grande potenziale di questa tratta. Ad inizio 2015 Regione Puglia, attraverso Puglia Promozione, in collaborazione con AEVF intende aprire una sede operativa di AEVF a Foggia per sostenere l’espansione del progetto verso l’area mediterranea. 

La rete delle Università e la formazione
L’avvio del Comitato Scientifico internazionale e della rete universitaria è condizione imprescindibile posta dal Consiglio d’Europa per il mantenimento del label europeo in capo ad AEVF. Dal 2012 opera la rete EUNeK che aggrega, per conto dell’Associazione, Università e Istituti di ricerca in diversi Paesi europei (Italia, Francia, Inghilterra, Svizzera, Spagna) con la volontà di allargarsi ad altri Paesi euro-mediterranei. Il 3 dicembre si è svolto a Firenze un incontro di questo network, all’interno del meeting internazionale sulle vie di pellegrinaggio svoltosi in collaborazione con l’Università di Firenze, Regione Toscana ed AEVF. Formazione e ricerca scientifica costituiscono pilastri fondamentali dell’attività di AEVF e continueranno ad essere un tassello fondamentale anche nei prossimi anni.

Il ruolo degli enti locali e dell’accoglienza
La Francigena è al centro delle politiche di sviluppo territoriale di molte amministrazioni comunali. Pur tenendo conto che l’attuale congiuntura economica rende difficile reperire risorse per progettualità legate alla Francigena, sono tanti i comuni che hanno deciso di investire nello sviluppo dell’itinerario. E’ fondamentale infatti il ruolo dei Comuni nel mantenimento del percorso, dei sentieri, della segnaletica.
Il progetto francigeno europeo offre grandi opportunità di visibilità a territori, piccoli borghi e comuni dislocati sul percorso. Parliamo di realtà che, normalmente, sono bel al di fuori dei circuiti turistici internazionali: comuni come Roppolo, Tromello, Orio Litta, Alseno, Filattiera, Fidenza, Capannori, Formello… grazie alla Francigena diventano località conosciute, apprezzate e acquistano una importante dimensione europea.

Il tema dell’accoglienza nei singoli punti tappa diventa oggi elemento imprescindibile per lo sviluppo della Francigena.L’accoglienza povera deve continuare ad essere il punto di partenza da cui sviluppare l’itinerario. Le criticità non mancano ed è sicuramente  necessario un maggior numero di strutture a basso costo dislocate lungo la Via per evitare che anche il prossimo anno si verifichi un “overbooking” in alcuni punti tappa nei periodi di massimo flusso. Accordi con parrocchie e diocesi, strutture private, associazioni di camminatori ed hospitaleros potrebbero generare una risposta positiva alla crescente domanda. E’ altresì fondamentale il ruolo delle amministrazioni locali per il mantenimento di percorso, sentieri, segnaletica stradale, sentieristica. La Francigena può diventare patrimonio materiale ed immateriale delle comunità locali cui può dare dinamismo e crescita.

Le associazioni, motore della Francigena
E’ in aumento il numero di associazioni e di camminatori che operano per valorizzare la Francigena lungo tutto il tracciato: un autentico valore aggiunto per lo sviluppo dell’Itinerario! Sono oltre 30 i gruppi associativi “AMICI di AEVF”, una grande rete di associazioni e di persone che mettono a disposizione tempo, passione, energia per valorizzare la Francigena. Rete dei Cammini organizza ogni anno camminate che abbracciano tutta la penisola italiana; così come associazioni di volontari quali Camminando sulla Francigena, Association International Via Francigena, Association Via Francigena France animano community europee di pellegrini; tante altre associazioni operano su scala regionale o locale organizzando iniziative e infondendo i valori del cammino e della Francigena. L’Unione nazionale delle Pro Loco italiane (UNPLI) ha lanciato il bel progetto camminitaliani.it cui AEVF collabora pienamente.

I servizi per la Francigena e nuove opportunità per i giovani
Il 2014 ha evidenziato l’interesse di partner privati e di imprese di turismo sostenibile, formazione, comunicazione, tecnologia, trasporti, accoglienza, ristorazione per implementare il progetto francigeno e mettere a disposizione di camminatori, pellegrini, turisti servizi specifici. E’ un dato molto significativo, un indice che ci fa capire quanto la vita della Francigena sia entrata nella sua fase matura. Numerose le start up avviate per sviluppare progettualità in ambito letterario, culturale, tecnologico. Molti giovani appassionati si sono avvicinati alla Francigena per offrire servizi che creano concrete opportunità di lavoro e di nuova occupazione. Anche reti di impresa e consorzi di operatori culturali e turistici si sono attivati per fornire servizi a chi cammina ed alcune Regioni hanno emanato bandi per la manutenzione del percorso e della segnaletica.

La Francigena sta vivendo la fase di slancio del Cammino di Santiago agli inizi degli anni ’90. Oggi questo itinerario europeo è diventato quello che ormai tutti conosciamo (215 mila camminatori e pellegrini registrati nel 2013) e nuovi cammini si sono sviluppati in Spagna, generando una rete di migliaia di chilometri fruibili ed attrezzati, dedicati a trekking e turismo slow. Negli ultimi anni tanto lavoro è stato fatto ed una forte consapevolezza sull’importanza di questo progetto culturale europeo si sta ormai consolidando a livello europeo. Ma ancora tanto lavoro resta da fare.
La Francigena ha un potenziale ancora maggiore se pensiamo all’intero percorso europeo, compresa la direttrice Sud. Un percorso così bello, così affascinante ed autentico, cosi emozionante che, pur camminando lentamente alla velocità di 4 chilometri orari, si ha l’impressione di non avere sufficiente tempo per ammirarlo in tutte le sue sfumature.

Luca Bruschi

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Premio europeo Carlo Magno della gioventù, opportunità per i giovani

L’obiettivo del “Premio europeo Carlo Magno della gioventù” è quello di incoraggiare l’emergere di una coscienza europea fra i giovani e la loro partecipazione a progetti di integrazione europea.

Il Premio viene assegnato a progetti, intrapresi da giovani, che favoriscano la comprensione, promuovano l’emergere di un sentimento comune dell’identità europea e diano esempi pratici di cittadini europei che vivono insieme come un’unica comunità.

Il “Premio europeo Carlo Magno della gioventù” viene assegnato ogni anno dal Parlamento europeo congiuntamente alla Fondazione del premio internazionale Carlo Magno di Aquisgrana.

Il premio per il miglior progetto è di 5.000 euro, il secondo di 3.000 euro e il terzo di 2.000 euro. Quale parte del premio, i tre vincitori finali riceveranno l’invito a visitare il Parlamento europeo (a Bruxelles o a Strasburgo). Inoltre, rappresentanti dei 28 progetti nazionali selezionati saranno invitati per un viaggio di quattro giorni ad Aquisgrana (Germania).

I premi per i tre migliori progetti saranno consegnati dal Presidente del Parlamento europeo e da un rappresentante della Fondazione del Premio internazionale Carlo Magno di Aquisgrana.

La scadenza: 2 febbraio 2015
Maggiori informazioni sul bando e la candidatura: sito Carlo Magno della Gioventu

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