Via Francigena

Bona Via: la Via Francigena a fumetti

C’era una volta, sei anni fa, un ragazzo che amava viaggiare. Tra le varie esperienze, un giorno ha cominciato a camminare, e passo dopo passo ha creato qualcosa di unico: un fumetto che racconta la Via Francigena, dal Gran San Bernardo a Roma. Ecco a voi Bona Via: la Via Francigena a fumetti.

Il Cammino ha un potere rigenerante

La storia di Valerio Barchi convince anche i più scettici: il cammino ha un potere rigenerante. Valerio, nel 2017, aveva bisogno di staccare da tutto e per questo ha deciso di ripercorrere le tracce di Sigerico, dal confine con la Svizzera alla Capitale. Perché, tra le tante possibilità, proprio la Via Francigena? La risposta è spiazzante: “Io non l’avevo neanche sentita nominare. Me l’ha consigliata mia sorella, e ho capito che era proprio quello che mi serviva: un mese e mezzo isolato, nella natura e nei borghi”.

Alla ricerca della tranquillità

Inizia senza grande esperienza, senza grandi aspettative. “Ho sempre fatto escursioni ma ero digiuno di Cammini. Sulla Francigena ho seguito per la prima volta un percorso tracciato, ed è stato molto rilassante non doversi chiedere di continuo se la strada è giusta o sbagliata. Non mi aspettavo di trovare risposte, solo di stare lontano dalla città e trovare tranquillità”.

In circa cinquanta giorni Valerio si immerge nel paesaggio di cinque regioni e nelle emozioni di decine di incontri. Un paio di anni dopo, inizia a disegnare e a creare fumetti. Il primo è ambientato a Stromboli, poi cerca una nuova storia da raccontare. E per fortuna era senza soldi: “Pensavo al Delta del Po, ma non avevo la possibilità di pagarmi il soggiorno. Allora mi è tornata in mente la Francigena, mi sono reso conto che è un fantastico contenitore di storie e mi sono detto: perché non raccontarle? Così sono ripartito, per ripercorrere lo stesso tratto ma, stavolta, nell’ottica di farci un fumetto”.

Buona idea. Bona Via. È questo il titolo che ha dato al suo librone, un gigante di 350 pagine che ha ricevuto i no impauriti di tante case editrici, interessatissime al progetto ma terrorizzate dalle dimensioni. Ma lui ha proseguito per la sua strada.

La seconda volta, dopo il lockdown

Il percorso è quello del 2017, descritto nella Guida di Terre di Mezzo “La Via Francigena. 1000 chilometri a piedi dal Gran San Bernardo a Roma”. Ma ora è il 2020, è appena finito il lockdown e l’atmosfera è diversa. “La segnaletica era poco curata perché i volontari non erano potuti uscire a rifrescarla, le accoglienze erano contingentate, i posti a donativo erano chiusi o a pagamento, eravamo tutti un po’ più incupiti. Quando incontravi qualcuno, si parlava solo di covid”.

Eppure “Bona Via”, a cominciare dal titolo, è pieno di gioia e di speranza.

Di fatica e determinazione ce n’è voluta tanta. Arrivato a Roma, nel 2020, per Valerio la tentazione di proseguire è forte. La Via Francigena nel Sud è lì che lo chiama, con i lastroni e i pini della Via Appia che gli indicano la prospettiva verso Santa Maria di Leuca. Ma fa due conti e resiste, perché ha un sogno e vuole lavorarci.

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E ci lavora, eccome. Un anno e mezzo solo per disegnare. Ma la parte forse più difficile viene dopo. Gli editori sono entusiasti dell’idea ma gli chiedono di accorciare drasticamente il libro. Non se ne parla, la Via Francigena va raccontata tutta intera. Inizia allora un percorso personale, un cammino in cui impara a trovare da solo i mezzi per realizzare l’ultima parte del sogno.

Non solo fumettista ma editore e promotore

Il momento, fortunatamente, è propizio, perché nel 2021 la Road to Rome, organizzata dall’Associazione Europea delle Vie Francigene, rilancia questo cammino con grande risonanza. Valerio raggiunge i pellegrini nella tappa finale a Santa Maria di Leuca, in una piovosa ed emozionante mattina di ottobre, ed è lì che le nostre strade si incrociano senza saperlo. Ha già iniziato a raccogliere fondi tramite Facebook. In un modo semplice e diretto come lui: spiega il progetto e chiede di sottoscrivere una cifra corrispondente al costo di una copia. Quando arriverà alla soglia minima, darà il visto si stampi.

E questo momento arriva velocemente, l’idea della Via Francigena raccontata a fumetti piace tantissimo, e chi inizialmente, come me, compra una copia poi ne acquista altre 3, perché è davvero qualcosa di unico. L’esordio è a Milano, alla Fiera “Fa’ La Cosa Giusta”, e da allora Valerio gira l’Italia, in camper, presentando “Bona Via” in ben 23 luoghi diversi. Le 500 copie della prima stampa sono ormai esaurite, al momento ne sono state stampate altre 200, uguali tranne alle precedenti eccetto per il disegno in copertina e il formato, più piccolo. Stavolta si sta vendendo da solo, il suo autore ha partecipato solo a due presentazioni. Perché sta facendo altro, ma ne parleremo tra poco.

La Francigena, un buon mix tra momenti di spiritualità, socialità e arte

In questo modo del tutto originale, Valerio è diventato un promotore della Via Francigena. Molti di quelli che acquistano “Bona Via” sono persone che magari non hanno mai camminato ma ne hanno sentito parlare, sono curiosi di scoprirla e trovano un ottimo modo per iniziare a conoscerla. “Durante i festival spesso si ferma qualcuno che ne ha fatto un pezzo, ma ho venduto il libro anche a molti curiosi che spesso hanno paura, non sanno cosa posso aspettarsi e si comprano il fumetto per vedere di cosa si tratta”.

Valerio è rimasto un amante del silenzio ed è combattuto tra il piacere di far conoscere meglio la Via Francigena e il timore che il turismo possa contaminare il silenzio e la serenità che lui ha vissuto percorrendola. E che non ha trovato nel Cammino di Santiago: “i costi degli alloggi sono molto più accessibili, è un aspetto sul quale si dovrebbe lavorare, ma il traffico di gente che c’è lì non ti dà la stessa emozione. La Francigena mi è piaciuta perché è stato un buon mix tra momenti di solitudine, che ti davano sensazioni di spiritualità e contatto con te stesso, e momenti di meraviglia per monumenti, chiese, per un patrimonio artistico che trovi in ogni angolo. Mi piacerebbe fare anche la Via Francigena del Sud, ma a cuore sgombro”.

Gli incontri

A cuore sgombro vuol dire fatta come ha fatto il primo tratto nel 2017: camminando e basta. La seconda volta, c’erano appunti da prendere, fotografie da scattare, incontri da trasformare in tavole. In “Bona Via” sono confluiti persone di entrambi i viaggi. “Dal primo ho preso più le sensazioni che io ho provato, il secondo l’ho fatto con gli occhi più aperti a notare storie e incontri. Certo, quelli forti del primo cammino sono rimasti”. Indimenticabile il pellegrino che inizialmente sta sempre con il telefono in mano, perdendosi scorci incredibili di paesaggio, isolandosi ad ogni sosta. “La sua storia è totalmente ripresa dal vero. Inizialmente questa persona stava sempre per conto proprio, poi man mano si è sempre più integrata e stava sempre meno con il telefono in mano. Siamo ancora in contatto, lui è bergamasco e quando devo fare l’editing mi aiuta con le frasi in dialetto”.

Dopo la Francigena, solo viaggi a piedi

E dopo essere diventato, tutto insieme, fumettista, editore e promotore, Valerio ha mollato tutto ed è andato in Emilia-Romagna, a dare una mano nelle zone travolte dall’alluvione. Un’esperienza vissuta col cuore, impegnativa a livello fisico – 12 ore al giorno tra pulizia strade, sgombero di cantine, smistamento e distribuzione degli aiuti – ma soprattutto a livello emotivo. Valerio stava lavorando ad un fumetto sulla vita in camper, ma sospende il progetto per accettare la proposta di una casa editrice di realizzare un fumetto sulla sua esperienza di volontario dell’alluvione. Lo sta finendo, e poi penserà ad un nuovo viaggio, vicino o lontano che sia. Dopo aver percorso la Via Francigena, è sicuro solo di una cosa: “I viaggi del futuro li farò a piedi, anche se dovessi andare in Cina”.

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Daniela De Sanctis
Daniela De Sanctis
Giornalista, appassionata di cammini, trekking e montagna, vive tra Roma e le Dolomiti. Scrivendo e camminando, ha l’obiettivo di aiutare a scoprire meraviglie e fare promozione del territorio. Collabora all’organizzazione di trekking di più giorni, soprattutto in posti dove vanno in pochi, dal Molise all’Australia.