Via Francigena

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La Via Francigena anche in treno

Sulla Via Francigena si consolida il progetto di valorizzazione del binomio mobilità sostenibile e cammino.

L’accordo con Trenitalia permette ai pellegrini che viaggiano con la credenziale ufficiale dell’Associazione Europea delle Vie Francigene di usufruire di una tariffa agevolata (riduzione del 10%) sul prezzo del biglietto regionale nelle tratte italiane abilitate.

La promozione si amplia oggi con l’aggiunta di oltre 200 stazioni aderenti all’iniziativa (elenco consultabile sul sito di AEVF). Tra queste sono state inserite anche le stazioni di alcune grandi città italiane dalle quali si parte o si ritorna dall’esperienza della Francigena.

Tale proposta guarda già all’ “Anno del turismo lento 2019”, lanciato il 4 novembre u.s. dal Ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini.

È inoltre in discussione l’accordo con TRENORD per aggiungere le tratte lombarde gestite da quest’ultima all’interno dell’offerta e sono stati avviati contatti con le linee regionali svizzere, in collaborazione con le Ferrovie Federali Svizzere.

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Primo Bando di Gara “Cammini e Percorsi” in Italia

Parte la prima gara del progetto Valore Paese-Cammini e Percorsi per assegnare 43 immobili pubblici in concessione gratuita per 9 anni, ad imprese, cooperative e associazioni costituite in prevalenza da under 40, come previsto dal D.L. Turismo e Cultura (D.L. 31.5.2014, n. 83).

E’ la prima volta che l’Agenzia utilizza lo strumento della concessione gratuita per sostenere l’imprenditoria giovanile e il terzo settore allo scopo di incentivare iniziative a carattere innovativo, sociale, culturale, creativo e sportivo.

Fino al prossimo 11 dicembre è possibile consultare il bando unico nazionale, la “Guida al bando” e tutta la documentazione riguardante i 30 immobili di proprietà dello Stato in gara. Si tratta di case cantoniere, torri, ex caselli ferroviari e vari fabbricati distribuiti su tutto il territorio nazionale. Contestualmente, e nei prossimi giorni, anche gli altri enti locali coinvolti pubblicheranno sui rispettivi siti istituzionali i bandi dei 13 beni di loro proprietà inseriti nell’iniziativa.

Sito dell’Agenzia del Demanio a cui fare riferimento alla fine per maggiori info.

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Le informazioni sul percorso della Via Francigena disponibili in lingua spagnola!

Dal mese di novembre il portale europeo delle vie Francigene si arricchisce di una nuova lingua, quella spagnola. Tappe, percorso, accoglienza e notizie utili al viaggio sono disponibili anche nell’ “idioma” spagnolo per condividere le informazioni sulla Via Francigena europea anche nella “lingua ufficiale” del Cammino di Santiago.

Rifacendosi al percorso storico di Sigerico, le lingue parlate nei territori della Via Francigena sono tre: inglese, francese e italiano in quanto il cammino inizia da Canterbury (Kent, Inghilterra), attraversa la Francia (Hauts de France, Grand Est, Franche-Comté-Bourgogne, Francia), la Svizzera (Cantoni Vallese e Vaud) ed infine entra in Italia dal Passo del Gran San Bernardo per poi proseguire fino a Roma (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia, Liguria, Toscana e Lazio).

Il portale web, la rivista e tutti gli strumenti di comunicazione da tempo sono realizzati nelle tre lingue. Sono anche le lingue europee di lavoro più comuni e parlate soprattutto nelle istituzioni europee. L’Associazione Europea delle Vie Francigene, réseau porteur del Consiglio d’Europa dal 2007 per la tutela della Via Francigena, sta continuando ad investire energie e risorse anche nelle traduzioni affinché le informazioni, notizie ed eventi siano sempre puntualmente tradotti.

Possiamo considerare lo spagnolo come la lingua ufficiale del cammino “madre”, cioè quello che conduce ogni anno centinaia di migliaia di pellegrini a Santiago de Compostela, il cui itinerario è stato certificato dal Consiglio d’Europa nel 1987.

Sono numerosi i viandanti spagnoli che negli ultimi anni si sono avvicinati alla Via Francigena percorrendone singoli tratti oppure tutto il percorso. Sono in fase di studio anche progetti comuni che possano maggiormente legare il cammino di Sigerico con il cammino di Santiago, i cui itinerari sono idealmente collegati attraverso le due mete finali di Santiago de Compostela e Roma.

Ecco perché ci sembrava giusto poter ampliare anche in spagnolo le traduzioni del sito, soprattutto quelle che si riferiscono alle informazioni pratiche per i pellegrini che si devono mettere in cammino. Da oggi, quindi, potremo augurare sul sito “Buon cammino”, “Bonne route”, Have a good trip”, e, finalmente, “Ultreya! Buen camino”.

Ad inizio del prossimo anno, il sito avrà tutte le traduzioni anche in lingua tedesca.

Luca Bruschi

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L’assemblea generale Aevf vola verso Canterbury

L’Assemblea Generale dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) verso Canterbury. La città medievale inglese, km zero della Via Francigena, è stata proposta come location per l’assemblea del 2019. Una programmazione che testimonia il clima di amicizia con Canterbury e con il Kent, da dove nel 990 l’arcivescovo Sigerico iniziò il suo viaggio verso Roma.

Canterbury guarda con attenzione al futuro dell’itinerario europeo e al suo percorso verso la certificazione UNESCO. Un interesse manifestato direttamente al presidente AEVF Massimo Tedeschi e al direttore Luca Bruschi alla presenza di Velia Coffey, vice direttrice generale del Canterbury City Council nonché vicepresidente AEVF, durante i recenti incontri a Canterbury finalizzati a rinforzare la rete europea delle vie Francigene.

Gli incontri di portata storica con interlocutori istituzionali del calibro del sindaco Simon Cook e dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby hanno confermato un’intesa comune per la Francigena. Dopo l’appuntamento programmato a Champlitte, in Francia, il 18 maggio 2018, nel 2019 l’assemblea AEVF si dirige verso il Regno Unito.

Sarebbe la prima volta in terra inglese, un grande avvenimento per la famiglia francigena – commenta il presidente Tedeschi – da definire solo se in primavera o in autunno. Si tratta di una sensibile dimostrazione della dimensione internazionale della Via Francigena e della rete AEVF. Ricordo che nel 2016, lo scorso anno, una assemblea si è svolta in Svizzera ad Aigle. Il prossimo anno saremo in Francia a Champlitte, tra l’altro sede operativa AEVF per lo sviluppo della Francigena d’Oltralpe, e nel 2019 finalmente anche a Canterbury”.

Leggi la news sugli incontri a Canterbury cliccando QUI.

Nelle foto a destra: AEVF e le autorità di Canterbury

 Silvia Iuliano

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Canterbury, il km zero della Via Francigena. Un progetto che unisce l’Europa

Canterbury c’è. La bella città medievale inglese, km zero della Via Francigena, punta sempre di più sull’antico itinerario di Sigerico.Nei giorni scorsi, l’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) si è recata nel famoso centro del Kent per alcuni incontri di portata storica con interlocutori istituzionali del calibro del sindaco Simon Cook e dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby.

Giorni di dialogo in un clima d’amicizia che hanno evidenziato l’interesse della città inglese nel percorso della Via Francigena verso l’UNESCO. Un interesse manifestato direttamente al presidente Massimo Tedeschi e al direttore Luca Bruschi alla presenza di Velia Coffey, vice direttrice generale del Canterbury City Council nonché vicepresidente AEVF.

A fronte di un dato geografico di piccola entità (l’unica tappa inglese è lunga circa 30 km, da Canterbury a Dover ndr) abbiamo un valore culturale, storico e linguistico enorme, quei 30 km rappresentano la cultura inglese della Via Francigena – conferma il presidente Tedeschi – l’adesione del Sindaco e dell’Arcivescovo alla nostra proposta è stata per noi davvero una grande soddisfazione”.

Nel cammino per la certificazione UNESCO, la Via Francigena potrà infatti contare sul sostegno di Canterbury. “Il leader Simon Cook si è dimostrata persona molta attenta, ha colto l’importanza della Francigena e dell’impegno per UNESCO per aumentare ancor più la visibilità della sua città – sottolinea Tedeschi – anche l’arcivescovo Welby, che si è manifestato in stile francescano, quello di papa Francesco, con il quale peraltro ha frequenti contatti, ha espresso subito forte interesse per la Via Francigena e la certificazione UNESCO, assicurando interessamento presso i propri referenti del tratto francese e svizzero e il centro culturale anglicano a Roma”.

E’ in questo spirito di collaborazione che si colloca la programmazione della assemblea generale dell’Associazione Europea delle Vie Francigene a Canterbury nel 2019. Dopo Champlitte in Francia il 18 maggio 2018, toccherà al Regno Unito. “Sarebbe la prima volta in terra inglese, un grande avvenimento per la famiglia francigena – commenta Tedeschi – da definire solo se in primavera o in autunno”.

La trasferta inglese ha consentito di mettere a punto altri aspetti: scambio di visibilità tra i portali Visit Canterbury e Visit Francigena di AEVF; ampliamento delle opportunità di ospitalità; cooperazione nell’ambito del progetto Interreg Green Pilgrimage; supporto alla Charity Walk di Julia Peters. Sono già state individuate due strutture ‘walkers oriented’ e altre, se interessate ad applicare condizioni particolari a turisti e pellegrini con credenziale, verranno inserite nella lista accoglienza.

La città già registra un movimento di pellegrini e camminatori dovuto alla estesa rete di itinerari regionali. Adesso si incominciano a vedere anche persone che arrivano o partono da Canterbury per percorrere tratti della Francigena – aggiunge il presidente – Abbiamo consegnato all’ufficio del turismo le prime credenziali ed all’ufficio già si rivolgono visitatori interessati al cammino. Parliamo ancora di piccoli numeri ma si inizia a piccoli passi così come avvenuto in Italia”.

Il leader del City Council di Canterbury, Simon Cook, ha dato la disponibilità a partecipare alla quinta edizione del Forum “Comuni in Cammino” in programma a Monteriggioni il 26 e il 27 gennaio 2018. “L’impegno della Associazione per il percorso inglese è la direzione giusta; dobbiamo impegnarci non solo per il tratto italiano – conclude Tedeschi – Il prossimo passo? Coinvolgere il tratto svizzero dei Cantoni Vallese e Vaud nel progetto UNESCO e successivamente il tratto francese, con un radicamento sempre più esteso della Associazione, attraverso l’aumento dell’adesione del numero di comuni”.

 

Silvia Iuliano

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« La Francigena in Francia. L’esperienza del viaggio tra Canterbury e Champlitte»

Il pellegrinaggio di Martine Gautheron, vicepresidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, tra Canterbury e la sua città francese: Champlitte. Un viaggio durato quasi un mese e tanti km percorsi, attraverso le campagne inglesi, i villaggi francesi ed in visita ad alcune tra le più celebri cattedrali europee.

“Dopo tre anni di cammino sulla Via Francigena da Champlitte a Roma, io e mio marito abbiamo deciso di andare fino a Canterbury in treno, per poi ritornare a casa nostra a piedi per la Via Francigena. Così abbiamo realizzato il percorso per intero, e come vice presidente dell’AEVF, tutto questo aveva un senso!

Il 29 agosto, abbiamo incontrato Velia Coffey, vice presidente dell’AEVF e vice direttrice generale del Canterbury City Council e Edward Condry, arcivescovo di Ramsbury, un incontro indimenticabile ricco di emozioni. La cattedrale e la pietra KM 0! La mattina presto, abbiamo lasciato Canterbury seguendo la segnaletica del sentiero delle ghiande e a Dover abbiamo preso un traghetto per Calais. Arrivati tardi a Calais abbiamo subito visto la segnaletica GR 145! Il 31 agosto, abbiamo visitato la città: il campanile, i giardini del municipio e “i borghesi della città”. Tutto il giorno, come i successivi, abbiamo seguito il percorso GR 145, ben segnalato anche se ogni tanto troppo lungo, le tappe tracciate non essendo il cammino più corto. Abbiamo costeggiato il lungo mare, la Costa d’Opale, per arrivare a Wissant. Thomas Becket vi ha soggiornato e Sigerico vi ha fatto tappa. Di seguito, abbiamo attraversato la campagna e le coltivazioni, i veri giardini del paese!

La Via Francigena è la scoperta del patrimonio e della storia di Francia, perché non soltanto ci sono monumenti meravigliosi nei Hauts de France e nel Grand Est, ma ci sono anche le vestige delle guerre mondiali, i cimiteri militari inglesi, canadesi, tedeschi, americani, australiani, … Qui più di ogni altro posto, l’itinerario culturale europeo ci fa prendere coscienza dei valori di quello che l’Europa potrebbe essere.

Le città e i villaggi attraversati lasceranno un’impronta indelebile nelle nostre memorie: una chiesa aperta, un’abbazia che accoglie i pellegrini, abitanti curiosi e chiacchieroni che ci interrogano sulla nostra meta o motivazione del nostro viaggio. Nella Marne e l’Aube, il cammino attraverso le vigne dei prestigiosi grands crus de Champagne e l’incrocio a Reims tra il Cammino di Santiago e la Via Francigena testimoniano il passato di questa città.

A Châlons en Champagne, abbiamo deciso di camminare sul cammino storico di Sigerico, la valle della Coole, e in qualche giorno, abbiamo raggiunto Langres,e poi finalmente la nostra casa.

Il bilancio: 620 km e 23 giorni di scoperte del patrimonio e dell’ambiente, di scambi, di incontri, con le difficoltà dovute alla mancanza di alloggi e la meteo capricciosa, il raggiungimento di un obiettivo tanto desiderato.

E già un sogno: la Via Francigena del Sud, per quando è?

Martine Gautheron

 

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Storia e Paesaggio lungo la via Francigena

L’Associazione Europea delle Vie Francigene interviene all’interno del ciclo di conferenze “Viaggi e Viaggiatori nel Medioevo”.

All’interno del ciclo di conferenze “Viaggi e Viaggiatori nel Medioevo”, la via Francigena non poteva che essere uno dei temi protagonisti degli incontri organizzati dall’Associazione Culturale Italia Medievale.

L’Associazione Europea delle Vie Francigene è stata dunque invitata ad intervenire ed esporre gli studi e le ricerche condotte sull’itinerario. La conferenza si è tenuta a Milano di fronte ad un pubblico di attenti esperti, ospitata nello straordinario ambiente del Museo Archeologico, il quale tutt’oggi conserva importanti elementi storici della città grazie all’adiacente Monastero Maggiore.

Il relatore incaricato dall’Associazione Europea delle Vie Francigene, Leonardo Porcelloni, incomincia l’intervento definendo la Via “una fitta rete di comunicazione capillare sul territorio che produce e trasporta cultura”. Si ha infatti lungo l’asse di comunicazione una ricchissima distribuzione di beni che costituiscono il nostro patrimonio culturale e artistico, i quali tutt’oggi raccontano la storia dei popoli che li hanno originati e dei borghi coinvolti.

Introdurre la via Francigena e le sue origini, ha richiesto una prefazione sulle vicende storiche precedenti e sulle popolazioni dominanti che hanno governato il territorio, determinandone le varie direzioni, come nel caso dell’Impero Romano. La strada infatti recupera tratti delle antiche infrastrutture imperiali, subisce importanti variazioni durante la dominazione Longobarda e successivamente lascia la scena ai Franchi.

Mediante alcune dimostrazioni sulla metodologia di ricerca e l’esposizione delle fonti utilizzate, è stato mostrato un ampio contesto storico-geografico, non solo degli elementi naturali che hanno influito sulle azioni dell’uomo, ma anche del paesaggio che si genera lungo l’itinerario. La sacralità diventa una caratteristica predominante come conseguenza delle esigenze locali di controllo territoriale e del diffondersi del fenomeno del pellegrinaggio. Viene espressa la dinamicità della via Francigena, come più in generale della viabilità antica; essa assume la valenza di un’entità organica che genera cambiamento e a sua volta si trasforma. È fatta di estensioni, ramificazioni, tratti nuovi, altri non più vitali, talvolta ripristinati.

Nel tempo cambia direzioni e denominazioni, ma mantiene il suo significato costitutivo; l’antica strada viene dunque contestualizzata nel panorama contemporaneo: parte del programma del Consiglio d’Europa degli Itinerari Culturali, essa continua ad attraversare e unire il Vecchio Continente, diventa uno strumento privilegiato per promuovere il dialogo interculturale e garantisce la tutela e valorizzazione del patrimonio. Così, nonostante le antiche vie abbiano perso parte delle caratteristiche originarie, permane un’esperienza che coinvolge la parcezione dei valori del paesaggio attraversato e la Via mantiene la sua funzione originaria, quella di essere percorsa.

Per concludere, l’evento si è dimostrato un’importante occasione di divulgazione, condivisione e dibattito sugli studi ed esperienze vissute lungo l’itinerario per ripercorrere aspetti importanti della nostra storia e quindi frammenti della nostra identità culturale.

Leonardo Porcelloni

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In cammino nel Salento

Il progetto South Cultural Routes ha l’obiettivo di sviluppare e coordinare azioni di promozione di itinerari pedonali e ciclabili, dai cammini religiosi a quelli storici, dalle Green Road alle ciclovie e, in generale, a tutte le tipologie di mobilità lenta.

Nell’ambito di questo ambizioso progetto l’Associazione Europea delle Vie Francigene, in coordinamento con la Regione Puglia e Puglia Promozione, ha avviato la mappatura e rilevazione di 3 percorsi: la Via Francigena del Sud nel tratto da Brindisi a Santa Maria di Leuca, la Via Leucadense da Lecce a Leuca e la Via Sallentina da Taranto a Leuca. Si tratta di 3 itinerari molto differenti tra loro, sia per quanto riguarda la genesi storico-culturale sia per la morfologia dei territori attraversati.

Il tratto della Via Francigena del Sud oggetto del rilievo prende avvio dalle colonne romane di Brindisi, termine della Via Appia – la regina viarum – e conduce a Lecce, imponente capitale del barocco pugliese. Qui l’itinerario vira decisamente verso est e si snoda tra gli ulivi, fino alla cittadella fortificata di Acaya, risalente al XVI secolo. Proseguendo verso il mare si raggiunge Otranto, la località più orientale d’Italia. Entrando dalla Porta a Terra si attraversa il centro storico fino a giungere al Duomo, rinomato per il ricco mosaico del XII secolo che rappresenta l’Albero della Vita, una vera e propria enciclopedia di immagini della cultura medievale.

Da qui la via procede decisamente verso sud, intervallando uliveti a tratti costieri con viste mozzafiato. Si raggiunge infine Leuca, punta del tacco e Finisterre italica; salendo alla Basilica di Santa Maria de finibus terrae lo sguardo spazia sui due mari, Adriatico e Ionio, che si fondono ad indicare in maniera simbolica il punto terminale di un itinerario partito da molto lontano.

La Via Leucadense si sviluppa interamente nell’entroterra ma non per questo è meno scenografica; comincia a Lecce e attraversa le Serre salentine, la zona di altopiano caratterizzata da numerosi terrazzamenti ad uso agricolo. Lungo il percorso si incontrano piccole cittadine impreziosite da artifizi barocchi e santuari ammantati di fascino e polvere che emergono dal mezzo del nulla, come Leuca Piccola, a pochi chilometri dal capo.

L’ultima è la Via Sallentina, un lungo itinerario che parte da Taranto – fascinosa città di origine greca strategicamente posizionata su due golfi.
Al tramonto di una limpida serata d’autunno la vista si spinge fino a sfiorare le coste calabre e il vento soffia impetuoso dando sostanza al detto popolare “Lu Salentu: lu sule, lu mare, lu ientu”.

South Cultural Routes è un progetto ambizioso e strategico per lo sviluppo turistico dell’Italia meridionale e questi territori hanno le carte in regola per giocare un ruolo di primo piano nell’attrarre i camminatori e portarli alla scoperta delle eccellenze gastronomiche, artistiche, culturali e paesaggistiche dell’ultimo lembo di Puglia.

Stefano Mazzotti

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Alla scoperta dei cammini in Salento

Il progetto South Cultural Routes ha l’obiettivo di sviluppare e coordinare azioni di promozione di itinerari pedonali e ciclabili, dai cammini religiosi a quelli storici, dalle Green Road alle ciclovie e, in generale, a tutte le tipologie di mobilità lenta.

Nell’ambito di questo ambizioso progetto l’Associazione Europea delle Vie Francigene, in coordinamento con la Regione Puglia e Puglia Promozione, ha avviato la mappatura e rilevazione di 3 percorsi: la Via Francigena del Sud nel tratto da Brindisi a Santa Maria di Leuca, la Via Leucadense da Lecce a Leuca e la Via Sallentina da Taranto a Leuca. Si tratta di 3 itinerari molto differenti tra loro, sia per quanto riguarda la genesi storico-culturale sia per la morfologia dei territori attraversati.

Il tratto della Via Francigena del Sud oggetto del rilievo prende avvio dalle colonne romane di Brindisi, termine della Via Appia – la regina viarum – e conduce a Lecce, imponente capitale del barocco pugliese. Qui l’itinerario vira decisamente verso est e si snoda tra gli ulivi, fino alla cittadella fortificata di Acaya, risalente al XVI secolo. Proseguendo verso il mare si raggiunge Otranto, la località più orientale d’Italia. Entrando dalla Porta a Terra si attraversa il centro storico fino a giungere al Duomo, rinomato per il ricco mosaico del XII secolo che rappresenta l’Albero della Vita, una vera e propria enciclopedia di immagini della cultura medievale.

Da qui la via procede decisamente verso sud, intervallando uliveti a tratti costieri con viste mozzafiato. Si raggiunge infine Leuca, punta del tacco e Finisterre italica; salendo alla Basilica di Santa Maria de finibus terrae lo sguardo spazia sui due mari, Adriatico e Ionio, che si fondono ad indicare in maniera simbolica il punto terminale di un itinerario partito da molto lontano.

La Via Leucadense si sviluppa interamente nell’entroterra ma non per questo è meno scenografica; comincia a Lecce e attraversa le Serre salentine, la zona di altopiano caratterizzata da numerosi terrazzamenti ad uso agricolo. Lungo il percorso si incontrano piccole cittadine impreziosite da artifizi barocchi e santuari ammantati di fascino e polvere che emergono dal mezzo del nulla, come Leuca Piccola, a pochi chilometri dal capo.

L’ultima e forse è la Via Sallentina, un lungo itinerario che parte da Taranto – fascinosa città di origine greca strategicamente posizionata su due golfi.
Al tramonto di una limpida serata d’autunno la vista si spinge fino a sfiorare le coste calabre e il vento soffia impetuoso dando sostanza al detto popolare “Lu Salentu: lu sule, lu mare, lu ientu”.

South Cultural Routes è un progetto ambizioso e strategico per lo sviluppo turistico dell’Italia meridionale e questi territori hanno le carte in regola per giocare un ruolo di primo piano nell’attrarre i camminatori e portarli alla scoperta delle eccellenze gastronomiche, artistiche, culturali e paesaggistiche dell’ultimo lembo di Puglia.

Stefano Mazzotti