Li ho incontrati sulla Via Francigena, a Cannole, a pochi giorni di cammino da Santa Maria di Leuca. Adriano e Salvatore mi hanno colpito, subito, per la loro vitalità e per l’amore verso il loro territorio. In seguito, e soprattutto, per quello che fanno e che vogliono fare: rendere la Francigena accessibile a tutti, in Puglia. Si può fare!
Adriano Bolognese e Salvatore Micolani fanno parte dell’Associazione “Mollare Mai”, che si occupa di incoraggiare e sostenere i disabili nel praticare attività sportiva e nel trovare in sé stessi la prima energia necessaria all’inclusione. Nessun nome potrebbe rendere meglio il loro atteggiamento verso la vita. Costretti, per vicende diverse, a muoversi in sedia a rotelle, hanno trasformato la loro storia individuale in un’occasione di miglioramento e sostegno per tante persone. Tante domeniche, nelle piazze dei paesi del Salento, le passano a sensibilizzare la gente contro le barriere architettoniche e, soprattutto, contro le barriere che ognuno costruisce dentro di sé. “Quando diventi disabile ti scatta una specie di vergogna – spiega Salvatore – Ti chiudi. Allora cerchiamo di far uscire dal guscio le persone, anche una alla volta, e man mano il cerchio si allarga. E’ bello vedere che ricominciano a uscire e a sorridere, che capiscono di poter far cose che pensavano di non poter fare”. Anche andare alle Olimpiadi, o sui Cammini.
Una best practice per i Cammini in Italia
Non smettere di gustare la vita è stata la molla che ha spinto Adriano a fondare, nel 2017, quest’Associazione, di cui è presidente. La sede di Carpignano Salentino è una fucina di progetti, dai laboratori inclusivi all’atletica leggera paralimpica. Da un paio d’anni stanno portando avanti l’attività che riguarda la Via Francigena e che, in prospettiva, può diventare una best practice per tanti altri sentieri e tante altre realtà.
L’idea è nata un po’ per caso. Adriano vive nei pressi della Francigena ma non conosceva il Cammino e la sua storia. Un giorno, spinto dalla curiosità, ferma un pellegrino e lo tempesta di domande. E’ la scoperta di un mondo, e vuole conoscerlo sempre meglio. Lo aiuta, in questo, Fabio Stomaci, un altro personaggio che di amore per il territorio ne ha da vendere, inventore di una valorizzazione locale della Francigena con materiali di riciclo che merita un racconto a parte. Man mano Adriano sente crescere la voglia di partire, di vivere questa avventura che non sapeva passasse dietro casa sua. Alla fine, nel 2020, sono in quattro – lui, Pierluigi Maggio (disabile con amputazione, campione paralimpico di atletica leggera), Domenico D’Agostino e Stefano Petranca (non vedenti) – a percorrere il tratto da Brindisi a Santa Maria di Leuca, accompagnati dalle guide specializzate Fernando Rollo e Antonio Candido.
I primi 180 chilometri di “Mollare Mai” sulla Francigena
“Abbiamo fatto 180 chilometri in quattro giorni – racconta Adriano – Un ritmo intenso, ma allora l’obiettivo era prevalentemente personale, quello della sfida con noi stessi. Però ci siamo resi conto che le informazioni che stavamo raccogliendo potevano essere utili a molti”. Muovendosi, infatti, fanno una prima mappatura di tutta la tratta insieme a Marco Bartolini, presidente dell’associazione MTB di Tricase, per evidenziare parti non percorribili in carrozzina e indicare delle alternative. Poi aggiungono indicazioni sugli elementi più importanti per un disabile: farmacie, ospedali, officine meccaniche, strutture ricettive adeguatamente attrezzate.
Il viaggio di quattro amici si è trasformato così in un prototipo che, man mano, ha portato i ragazzi di Mollare Mai a dialogare con gli amministratori del territorio, fornendo indicazioni preziose su come concretizzare l’accessibilità. E se il loro sogno punta a rendere accessibili le tappe da Brindisi a Leuca, una prospettiva di sicuro interesse per tutta la regione e per lo sviluppo del turismo lento e sostenibile sarebbe rendere accessibile tutto il tratto pugliese della Via Francigena. La maggior parte del territorio, infatti, si presta bene ad assolvere a tali necessità, in quanto a livello morfologico la maggior parte della superficie risulta pianeggiante o scarsamente articolata.
Gli interventi necessari. Un vantaggio per tutti
Questa prima avventura sulla Francigena ha messo in luce tanti aspetti su cui intervenire: assenza di gradini, porte larghe 90 centimetri nelle strutture ricettive, bagni con lavandini rialzati in modo che la sedia a rotelle possa infilarsi sotto, tanto per indicarne qualcuno. Va tenuto attentamente conto – per quanto possibile – di diverse situazioni di disabilità che producono necessità diverse: chi si muove con una sedia a motore elettrico, come Salvatore, ha una batteria che non dura più di 40 chilometri, quindi ha bisogno di punti di ricarica a distanza costante, mentre Adriano, che muove con braccia robuste la sua sedia a rotelle o la sua hand bike, ha bisogno di poter fare frequentemente rifornimento d’acqua. “E’ un mondo che si capisce solo quando lo si tocca – osserva Adriano – ma se noi riusciamo a far aprire gli occhi alle amministrazioni riusciamo a dare una mano al prossimo”.
E in effetti saranno in molti a trarre vantaggio dal loro progetto per la Francigena, perché se un luogo diventa accessibile lo diventa anche per genitori con bambini in carrozzina, persone anziane. Per approfondire ulteriormente questo lavoro e sensibilizzare ulteriormente le strutture ricettive sulle caratteristiche necessarie, i ragazzi di Mollare Mai ripartiranno ad aprile 2023 percorrendo – stavolta in 7 giorni – lo stesso tratto. Il percorso verrà revisionato e saranno coinvolti associazioni e scuole. Sempre nel 2023, saranno su un tratto del Cammino recentemente intitolato a don Tonino Bello e sulla variante della Francigena che corre sul versante ionico, da Taranto a Santa Maria di Leuca.
Nel 2023 si torna sulla Francigena
Stavolta da Brindisi a Leuca ci sarà anche Salvatore, che partecipando alla Road to Rome 2021 ha sentito emergere la voglia di fare qualcosa per la Francigena. “Camminare sui sentieri, nella natura, sono cose che mi sono sempre piaciute e mi mancano. Le facevo quando non c’era la moda del camminare, sono stato uno dei pochi a entrare nelle Grotte dei Cervi, a Porto Badisco, come volontario assistente agli archeologi. Per noi poter fare un cammino è qualcosa cui nemmeno più pensi, non lo pensi da anni, poi arriva l’esperienza emozionante della Road to Rome, ti trovi a farlo insieme a tante persone ed è ancora meglio. Non pensavo che una manifestazione del genere potesse avere tanta influenza”.
Salvatore da sempre è appassionato del suo territorio, ama studiarne la storia e i segreti. E’ stato lui, sulla Francigena, a raccontarmi la storia dei dolmen, dell’olio lampante; ha fatto anche da guida ad un gruppo; periodicamente, con Adriano, percorre tratti di Cammino riunendo altre Associazioni, come i Camminatori Salentini o Salentofilia, cercando di sviluppare sempre più una rete di collaborazione che è la chiave di volta di tutti i loro risultati.
“Mollare Mai” e l’accessibilità alla Conferenza nazionale del Turismo
Nel grande fermento che caratterizza, ultimamente, il mondo dei Cammini, il loro esempio si è fatto davvero notare, tanto da farli invitare alla Prima Conferenza Programmatica nazionale del Turismo, a fine ottobre, a Chianciano Terme, dove oltre mille addetti ai lavori hanno analizzato nuove visioni per lo sviluppo del turismo da convogliare nel Piano Strategico 2023-2027.
“Luca Bruschi, direttore dell’AEVF, ha voluto fortemente la nostra presenza per rappresentare questa causa – racconta Adriano – Oltre alla nostra esperienza sulla Francigena abbiamo presentato anche progetti fatti con altre associazioni in Salento, che propongono percorsi itineranti in hand bike, da fare nei week end, dove si riescono a scoprire masserie e vedere angoli che spesso in macchina non si raggiungono”. In un Paese dove anche in rinomate località turistiche solo 1 struttura ricettiva su 20 è adeguata ad accogliere disabili, grazie a queste iniziative si sta compiendo un passo fondamentale: acquisire consapevolezza di ciò che serve.
Un altro esempio: percorrendo la Francigena, per i nostri amici è emersa l’impossibilità di visitare cripte e ipogei, perché nei luoghi archeologici la necessità di preservazione impedisce di predisporre passerelle. E’ nato così un ulteriore progetto – sempre in collaborazione con altre realtà del territorio – che permetterà, una volta terminato, almeno una visita in tempo reale, grazie alle tecnologie multimediali. Anche questo è frutto dell’amore per il territorio e per i tesori disseminati lungo la Francigena e altri sentieri, ancora poco conosciuti da molte persone.
Il sogno: dare a tanti la possibilità del Cammino
Adriano era uno di quelli che non li conosceva. Campione italiano di mountain bike tra 2006 e 2007, non aveva modo di apprezzare ciò che lo circondava. “Facendo agonismo non si riesce proprio a scoprire il territorio – racconta -. Ci si allena e non si guarda nulla. Io pedalavo da Otranto a Leuca guardando solo il contachilometri e il cardiofrequenzimetro. Passando ai cammini lenti è tutt’altra la visione. Io sto riscoprendo tutto il territorio che percorrevo in bicicletta: i colori, i tratturi. Mi sono innamorato di questo mondo e se si riesce a dare ad altre persone questa possibilità sarebbe davvero una conquista”.