Via Francigena

Giorno 102 (variante Micaelica) – Da San Giovanni Rotondo a Monte Sant’Angelo: la dura salita fino al Santuario

La tappa

Descrizione:

👣22 km a piedi – mercoledì 6 ottobre

Mentre i nostri colleghi arrivano a Bari oggi, noi arriveremo presso un altro luogo simbolo della Via Francigena del Sud: Monte Sant’Angelo. La tappa è stata caratterizzata da molti tratti in salita e il percorso in direzione della Penisola e del massiccio montuoso del Gargano, ci ha anche regalato la possibilità di godere di una vista incredibile sul golfo di Manfredonia.
Si sono uniti al nostro gruppo, inizialmente non particolarmente numeroso, alcuni escursionisti locali. In più, da ieri c’è anche un piacevole odore di timo selvatico che ci accompagna e si sprigiona al nostro passaggio. Successivamente, ci siamo imbattuti anche in un paio di altri escursionisti, e in Bernadette e Barbara dall’Alto Adige (Trentino Alto Adige), che stanno camminando da Rieti, nei dintorni di Roma, e completeranno il loro pellegrinaggio oggi con il loro arrivo a Monte Sant’Angelo!
Siamo arrivati presto alle rovine della chiesa di Sant’Egidio, del 1100. Nonostante siano rimaste solo le rovine, è estremamente bella e merita una sosta per le foto. Gli affreschi sono ancora visibili sulle pareti, e penso che con qualche finanziamento per lavorarci sopra molto del suo valore potrebbe essere facilmente restaurato (soprattutto considerando che si trova direttamente sul sentiero della Via Francigena). Ci siamo poi imbattuti in un’altra chiesa, quella di San Nicola al Pantano, dell’XI secolo. Ancora una volta, in rovina ma ancora affascinante. Ci siamo fermati proprio lì accanto per fare una pausa e grazie a uno dei camminatori che aveva portato con sé un thermos, abbiamo bevuto anche un po’ di caffè.
Il tratto seguente della tappa è stato duro, infatti abbiamo percorso una lunga e ripida salita per arrivare fin su in montagna. Tuttavia, abbiamo avuto la possibilità di fare un’altra pausa. Barbara e Bernadette sono appassionate alpiniste, e sono state capaci di arrampicarsi su un albero di fico come se fosse la cosa più facile del mondo. Hanno raccolto tutti i fichi disponibili rimasti a questo punto molto tardi della stagione e li hanno condivisi con il gruppo. Erano perfettamente maturi e alcuni dei fichi più buoni che abbia mai mangiato!
Presto è stato anche il momento della pausa pranzo, che abbiamo trascorso fra le montagne, e qui un altro gruppo di escursionisti, dell’associazione Monte Sant’Angelo Francigena, si è unito a noi. Hanno portato acqua, panini e poi hanno percorso con noi l’ultimo tratto della tappa di oggi.
Poi un’ultima ripida salita tutti insieme. Michele Del Giudice, che ha camminato con noi per alcuni giorni, mi ha spiegato che recentemente sono state posizionate 16 nuove panchine lungo questo tratto della Via nelle montagne del Gargano, ma solo una è sopravvissuta. Tutte hanno superato il primo anno, ma presto hanno cominciato a sparire… La sua ipotesi è che la gente della zona le abbia viste e siano state gradite a tal punto da pensare che sarebbero state utili nel proprio giardino. Che peccato! Non sapevo cosa dire, se non che sono profondamente triste per questo tipo di comportamento.
Michele mi ha anche parlato del fenomeno meteorologico e geologico del “carsismo”: è il risultato di pietre che si rompono nel tempo con il passaggio dell’acqua e della pioggia, creando grotte e spazi vuoti all’interno della montagna. Il risultato è che ci sono più di 700 grotte nelle montagne del Gargano, di cui solo 500 sono state visitate e mappate. Ho iniziato a guardare queste pietre in modo diverso e molto incuriosita. Credo che, anche per voi che lo avete appena scoperto, sia lo stesso!
All’arrivo Michele ci ha mostrato un cerchio che aveva fatto accanto al sentiero, creando un piccolo rituale per i pellegrini di passaggio della Via Francigena. Ogni pellegrino mette una pietra al suo passaggio, con l’idea di pensare a “una persona cara”, creando così una scultura comune che si sviluppa nel tempo.
A questo punto siamo stati raggiunti da ciclisti e cavalieri, che hanno proseguito con noi, prima alla chiesa di Santa Maria degli Angeli, come tappa, e infine a Monte Sant’Angelo! Qui siamo arrivati prima al castello e poi al famoso Santuario di San Michele Arcangelo. L’Arcangelo Michele, come ci ha detto la guida locale, non ha mai vissuto da umano: è un angelo. Per questo motivo, non solo non è né un “lui” né una “lei”, ma non può nemmeno essere un santo. È sbagliato quindi chiamarlo così, e sarebbe meglio chiamarlo un Santuario all’Arcangelo Michele. San Francesco d’Assisi passò davanti al Santuario mentre andava a Gerusalemme, ma non vi mise mai piede perché non si sentiva abbastanza degno. Infatti, all’interno del Santuario si trova la grotta dove l’angelo era apparso.
Davanti al Santuario, siamo stati accolti con musica e cartelli, e da persone in abiti storici, un’accoglienza molto calorosa per la quale vorrei ringraziare il comune e le associazioni locali, a nome dell’AEVF. Questo luogo è straordinario, con una vista incredibile e un’energia potente e spirituale; questo Santuario è una meta di pellegrinaggio essenziale per la Via Francigena del Sud, e un’opportunità da cogliere per lo sviluppo e la crescita dell’intero percorso. Mi sembra già di vedere questa destinazione diventare grande come Santiago de Compostela – ha tutte le carte in regola per diventare uno straordinario attrattore per la Via Francigena del Sud!

ATTRAZIONI E MOMENTI DA EVIDENZIARE
– Il bellissimo massiccio montuoso del Gargano con vista sul golfo di Manfredonia
– Imparare da Michele il fenomeno geologico del “carsismo”
– Lo straordinario Santuario di San Michele Arcangelo

I CAMMINATORI DI OGGI
Myra Stals, social media manager (AEVF)
Luca Faravelli, project manager (AEVF)
Michele Del Giudice, sostenitore attivo della Via Francigena
Sharon Di Cinci, videomaker
Membri dell’associazione Monte Sant’Angelo Francigena
Membri dell’associazione ASD Mountainbike Monte Sant’Angelo
Diversi camminatori, ciclisti e cavalieri locali

CONDIVIDI