Via Francigena

L’anno del Road to Rome, un’occasione per la Via Francigena!

Redazione AEVF
Redazione AEVF

Un evento importante che si affianca ai festeggiamenti dell’ anno Santo compostelano e vuole esaltare la dimensione internazionale della Via Francigena, riflettendo sul futuro del cammino.

Il 2021 sarà un anno speciale per la Via Francigena. La lunga camminata “road to Rome 2021” celebra i 20 anni dell’Associazione Europea delle Vie Francigene e vuole in primis esaltare la dimensione internazionale di questo cammino festeggiandolo insieme a tutte le associazioni e i comuni presenti lungo i 3.200 km di percorso.

Il “Road to Rome” è  una sfida grande da realizzare in collaborazione con tanti appassionati che sosterranno il progetto. Tra gli obiettivi, quello di far ripartire il turismo sostenibile e responsabile dopo la pandemia, nonché supportare la candidatura della Via Francigena a Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO 

UN TREND IN CRESCITA
Oggi la popolarità della Via Francigena sta crescendo, questo è un dato oggettivo. Il 2020, “annus horribilis” anche per il turismo mondiale, nel periodo da luglio a ottobre ha registrato sul cammino francigeno una presenza maggiore di pellegrini rispetto allo stesso arco temporale dell’anno precedente.

Sono state distribuite da AEVF oltre 9.000 credenziali. A queste si sono aggiunte le credenziali distribuite da altre associazioni, spesso su scala locale. A tali  numeri, inoltre, occorre considerare coloro che percorrono un tratto di cammino ogni anno utilizzando la stessa credenziale (30%) e coloro che la percorrono senza il passaporto del pellegrino (circa il 15%). Il pubblico che la frequenta è ormai internazionale: nel 2019 sono stati registrati viandanti provenienti da oltre 60 Paesi nel mondo (!), mentre lo scorso anno per ovvie ragioni è stato registrato maggiormente un pubblico nazionale nei vari Paesi attraversati dal cammino.

LE SFIDE PER IL FUTURO. INGHILTERRA, FRANCIA, SVIZZERA
Occorre lavorare in modo costruttivo su alcuni punti per migliorare il futuro della Via Francigena. Non è necessaria nessuna bacchetta magica, ma serve la volontà condivisa da parte di tutti i soggetti coinvolti e una visione lungimirante, forse coraggiosa, che vada al di là di una interpretazione “domestica”, regionale o nazionale, con la quale troppo spesso si interpreta la Via Francigena.

In Inghilterra il tratto di cammino è di soli 30 km, anche se tale lembo di percorso è di straordinaria importanza per la cultura anglosassone che rappresenta. In tempo di Brexit, la Via Francigena vuole continuare ad unire saldamente il Regno Unito all’Europa attraverso la cultura, storia, turismo e dialogo interreligioso. Canterbury è il km zero del percorso ed è proprio lì che nel 990 l’arcivescovo Sigerico è ritornato dopo aver ricevuto il pallium dal Papa Giovanni XV.

In Francia occorre iniziare a considerare la Via Francigena non solo come GR 145, ma come la “strada per Roma” rimettendo l’accento sull’etimologia del nome Via Francigena, e cioè “la strada che viene dalla terra dei Franchi”. I GR® (Grandes Randonnées) rappresentano la rete sentieristica nazionale all’interno della quale sono catalogati e valorizzati i diversi sentieri, ma è necessario che la Via Francigena riceva una visibilità che esca dai confini francesi. La Via Francigena, in sostanza, non può essere etichettata come un “semplice” GR lungo gli oltre 1.000 km di percorso e ben 47 tappe in terra d’Oltralpe. L’itinerario di Sigerico rappresenta una straordinaria opportunità di sviluppo territoriale per tutti i 220 comuni attraversati ubicati al 90% in area rurale.

In Svizzera sono presenti 210 km di percorso ma solamente due cantoni (Vallese e Vaud) vengono attraversati dalla Via Francigena. Per questa sua marginalità il cammino è scarsamente inserito all’interno delle politiche nazionali di promozione del turismo. Per i parametri svizzeri, inoltre, il percorso è classificato di “facile percorrenza”, niente a che vedere con i sentieri alpini e di montagna che presentano ben altre difficoltà di percorrenza. Si tratta di 10 tappe meravigliose, immerse nella natura, che proprio la scorsa estate ho avuto l’occasione di percorrere interamente a piedi e di raccontare sulle pagine AEVF.

ITALIA. UNO, CENTO O MILLE CAMMINI?
In Italia la Via Francigena è ormai ben conosciuta, almeno nel tratto dal Passo del Gran San Bernardo a Roma. Grazie all’impulso di alcune regioni, Toscana su tutte, da oltre dieci anni è stato portato avanti un importante lavoro di infrastrutturazione del percorso che avrà un significativo restyling su scala nazionale negli anni 2021-2022 grazie ai fondi ministeriali CIPE dedicati proprio alla Via Francigena.

A livello nazionale, tuttavia, oggi ancora manca la consapevolezza di avere “un importante cammino di Santiago”. A conferma di questo, lo scorso 17 dicembre in occasione del workshop “Valore e Paese” realizzato da Agenzia del Demanio, MIBACT, ENIT, ANCI, ANAS, Ferrovie dello Stato è stato affermato che in Italia “abbiamo 100 cammini di Santiago di Compostela”. La Via Francigena troppo spesso è interpretata come un cammino locale, senza considerare la sua rilevanza europea.

La scelta di realizzare un sistema omogeneo di cammini su tutto il territorio nazionale ha condivisibili ragioni, così come è importante valorizzare la pluralità di itinerari che stanno nascendo numerosi. Ma tutto questo rischia di parcellizzare l’Italia in centinaia o migliaia di cammini senza avere realizzato prima una spina dorsale forte, creando un sistema fragile non in grado di sostenersi autonomamente. Purtroppo non basta creare o progettare un cammino per farlo vivere nel tempo: occorrerebbero su scala nazionale una strutturazione e una programmazione –a partire dalla manutenzione dei percorsi– non basate solo sulla passione ed il volontariato locale.
Un secondo punto di debolezza sul quale si dovrebbe maggiormente investire con una programmazione adeguata è una campagna di promozione internazionale con l’ENIT, l’agenzia nazionale dedicata.

L’esempio della Spagna è ben noto in merito alla rinascita del Cammini di Santiago: già dalla fine degli anni ’80 sono state fatte scelte politiche forti da parte del Governo e della Regione Galizia, nonché da parte delle Istituzioni religiose. A questo si sono aggiunti lo straordinario lavoro di animazione da parte delle associazioni e degli “amici del cammino”. Tutti hanno avuto e tutt’ora hanno un ruolo fondamentale per lo sviluppo, la salvaguardia e promozione dell’ itinerario, ma alla base c’è una governance chiara e forte. Dopo oltre trent’anni, anche in Spagna sono fioriti decine e decine di cammini che, in modo diretto o indiretto, tutti afferiscono a quello storico denominato “francès” e  lanciato ufficialmente nel lontano 1987.

ACCOGLIENZA A ROMA E L’ANIMA DELLA VIA FRANCIGENA
L’accoglienza è uno degli aspetti più importanti lungo tutto il cammino, in ogni sua tappa. Ancor di più questo aspetto è rilevante quando si arriva a Roma e si entra in Vaticano. Negli ultimi chilometri i passi dei pellegrini si fanno carichi di emozione, speranza, attesa. Questi istanti, insieme all’arrivo finale, rimangono scolpiti per sempre nella memoria e nel cuore di ognuno.

I dati di “Terre di Mezzo” presentati in occasione della Fiera autunnale “Fa’ la Cosa Giusta“, hanno evidenziato la mancanza di numeri oggettivi sui pellegrini che arrivano a Roma.  E’ oggi più che mai necessario misurare i dati che registrano le presenze di viandanti, soprattutto in riferimento alla meta finale. Istituire un osservatorio su scala almeno nazionale è ormai una necessità non più procrastinabile e diventa anche un elemento decisivo per la credibilità dell’intero sistema dei cammini. Ciò serve anche per misurare l’impatto degli investimenti che il Governo e le amministrazioni stanno facendo.

Sarebbe auspicabile mettere in atto un sistema di accoglienza adeguato per i pellegrini che arrivano a San Pietro attraverso un luogo solamente a loro riservato. Tutto ciò potrà realizzarsi con il forte coinvolgimento delle istituzioni, a partire da quelle religiose, che saranno interessate a collaborare insieme.

Questo elemento si unisce alla necessità di recuperare l’anima” della Via Francigena, cioè quel complesso di valori che sono legati indissolubilmente all’itinerario: si tratta di valori legati alla sua storia di antica via Romea, ma anche al fatto di costituire il tratto mediano dell’asse che unisce le mete delle tre peregrinationes majores della cristianità medievale: Roma, Santiago e Gerusalemme.
Non dimentichiamo che lungo lo splendido tratto italiano della Via Francigena del Sud, recentemente certificato a livello europeo e in fase di strutturazione, ci sono altre importanti mete: Monte Sant’Angelo, Brindisi, Bari e, appunto, Santa Maria di Leuca, la nostra De Finibus Terrae

A mio avviso, proprio sull’anima della Via Francigena che si giocherà il futuro del cammino: c’è bisogno di recuperare la sua dimensione spirituale e di ricerca interiore affinché i pellegrini che hanno terminato il cammino possano esclamare: “La Via Francigena mi ha cambiato la vita!”.

ANNO GIUBLIARE A SANTIAGO
Nel frattempo, in Spagna, si sono accesi i riflettori sull’ anno giubilare compostellano che potrebbe portare a Santiago de Compostela (se l’evoluzione del covid lo permetterà) quasi un milione di pellegrini a piedi nel 2021 e 2022. Anche l’Unione Europea scende in campo per ricordare l’importanza di questo evento: il Vice Presidente della Commissione Europea in carica per il dialogo e le comunità religiose, Margaritas Schinas, il 31 dicembre 2020 ha lanciato un bel messaggio per l’avvio dell’anno giubilare 2021, esteso anche per l’anno successivo.

Un cammino che unisce l’Europa, un cammino di pace e di speranza che mette in cammino i pellegrini da oltre dieci secoli. Il Consiglio d’Europa ha riconosciuto proprio il Cammino di Santiago nel 1987 come primo itinerario Culturale Europeo mentre nel 1994 anche la Via Francigena è entrata a far parte del Programma degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa.

IL THE ROAD TO ROME, PER CELEBRARE IL “MIRACOLO” DELLA VIA FRANCIGENA
In questo contesto giubilare compostellano, si inserisce dunque la Via Francigena con la lunga staffetta a piedi e in bicicletta “the road to Rome” che partirà il 15 giugno da Canterbury e arriverà a Santa Maria di Leuca il 18 ottobre per celebrare i vent’anni dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, fondata il 7 aprile 2001. Questo viaggio vuole essere in primis un momento di riflessione, incontro, condivisione che mette al centro soprattutto i territori e le persone. Si tratta anche di una occasione importante per sensibilizzare le istituzioni, civili e religiose, sull’importanza e sul futuro di questo cammino europeo che unisce l’Europa del nord a quella mediterranea.

Infine, il road to Rome sarà la festa di tutti coloro che amano la Via Francigena, ma sarà anche il momento per celebrare il piccolo “miracolo” della Via Francigena che ancora oggi, dopo 20 anni dalla fondazione AEVF, è in grado di mettere in rete tante persone, generare un senso di appartenenza, sostenere la crescita dei territori attraversati e valorizzare uno straordinario patrimonio culturale.

La vita resta “un viaggio da fare a piedi”, come insegna Bruce Chatwin. Se l’emergenza sanitaria ce lo consentirà, dunque, ci metteremo insieme in cammino! Altrimenti, l’iniziativa verrà riproposta nell’anno successivo.

Luca Bruschi

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