Via Francigena

Un punto dolente del Cammino di Santiago: ne parliamo o lo nascondiamo sotto il tappeto?

Redazione AEVF
Redazione AEVF

Scrivo un post diverso dal mio solito. Questa vota niente immagini poetiche, niente emozioni calde, nessuna riflessione profonda…voglio, anzi in verità non vorrei, ma credo sia necessario farlo, parlare di un problema che sul Cammino di Santiago sta diventando sempre piu’ grave: le cimici.

In quanto ospitalera mi sono forse resa conto con piu’ chiarezza di quanto sia diffuso e di auanto poco si faccia per arginarlo: le autorita’ non ne parlano perche’ non volgiono ripercussioni economiche negative sul Cammino, i pelegrini non ne parlano perche’ si vergognano, gli ospitaleri non ne parlano perche’…per mille motivi…ma in realta’ gli ospitaleri, alcuni ospitaleri, sono i soli che ne parlano e cercano in qualche modo di
arginarlo.

Noi a Bercianos, facevamo accomodare i pellegrini, limonata, caramelle, cioccolata e quando ci sembrava che il pellegrino fosse abbastanza rinfrancato da intendere le nostre parole, prima ancora di registrarlo e dirgli dove mettere le botas…gli chiedevamo ze avesse avuto problemi con le cimici.

Ebbene non c’e’ stato giorno in cui non ci fossero pellegrini che avevano avuto problemi. Solo in pochissimi casi avevano poi disinfettatto zaino, sacco a pelo ed abito. e pochissimi erano andati da un medico.

Ci sono arrivati pellegrini che stavano malissimo, morsi da giorni che continuavano a peggiorare il loro stato di salute e a spandere cimici, perche’ per pauira, per vergogna , per ignoranza non lo avevano detto a nessuno.

Un pellegrino tedesco e’ stato infettato a Zubiri!!! al primo giorno di cammino e ne ha parlato per la prima volta a noi alla 17esima tappa. Aveva febbre forte, tutto il corpo gnfio e aveva deciso di tornare a casa l’indomani perche’ stava proprio male!!! Lo abbiamo portato dal medico, iniezioni di antibiotici ed antistaminici e l’indomani si e’ rimesso in cammino.

Ci ha detto piangendo che aveva dormito per la prima volta dalla partenza, che era il primo giorno che si sentiva bene. Non la finiva piu’ di ringraziarci. Ma intanto non l’aveva detto neanche a noi. Nonostante le nostre domande al suo arrivo, ha taciuto e come anche qualche altro, ce l’ha detto poi a sera tarda (quanlcuno adirittura ce lo divceva l’indomani, dopo la colazione)!!!

Questo ci obbligava ad una disinfestazione di tutto l’albergo, cambio di lenzuola e soprattutto metteva a rischio gli altri pellegrini. Perche’? mi chiedo perche’ e’ cosi’ difficle parlarne? Se non ne parliamo, se non troviamo modi collettivi di affrontare il problema il cammino di Santiago in breve tempo scomparira’ per il panico di infezione…

Con un veterinario spagnolo abbiamo butato giu’ alcune idee, ma non so se poi mi contattera’…pwer ora scrivo qui… Secondo noi bisognerebbe fare un team di esperti (medico, veterinario, ospitalero, etc) tutti pellegrini e stilare un “protocollo” di indicazioni per pellegrini, ospitaleri, autorita’ samnitarie, case editrici, etc.

Farlo girare e raccogliere piu’ firme possibili e soprattutto anche firme “famose”. Poi presentarlo ai diversi interlocutori, soprattutto autorita’ spagnole (e francesi) per cercare di avere modalita’ di azione coordinate e non basate sulla improvvisazione e buona volonta’ (come e’ stato per noi e per alcuni altri albergue che si preoccupano del problema).

Beh, ora vi saluto, il tempo sta scadendo…ma vi prometto al mio rientro tra pochi giorni un post piu’ piacevole 🙂 

Buon cammino a tutti a chi e’ in cammino sui sentieri della vita e a tutti gli altri comunque in cammino sui sentieri della vita!

Immacolata