Via Francigena

Luca ed Elena in cammino: Romainmotier-Cossonay e si comincia a prendere il ritmo // DAY2

La tappa

Descrizione:
La partenza all’Abbaziale cluniacense di Romainmotier è prevista di buon mattino, ma non prestissimo. Prima di tutto occorre fare una colazione adeguata.
Questo è un luogo speciale, amatissimo dagli svizzeri e tappa imperdibile per chi cammina sulla Via Francigena. È bello viverlo anche la sera, dopo cena, quando la notte avvolge il piccolo borgo storico di 700 abitanti: l’area archeologica dove si trova l’Abbazia diventa magica. Un incontro con il tempo, la storia, la bellezza eterna di un monumento storico le cui pietre arrossate immergono il visitatore in pieno XI secolo, quando i frati cluniacensi costruirono la terza chiesa sul modello di quella di Cluny.

Alla partenza ci ha raggiunto Julien Vuilleumier dell’ufficio Federale Svizzero, dipartimento cultura. Julien, che da tre anni lavora quindi per il Ministero e si occupa di itinerari culturali, è venuto per camminare con me in questa tappa. Ma chi lo dice che “quelli del Ministero” non camminano?Julien, tra l’altro, adora il trekking e lo pratica regolarmente, anche sulla Via Francigena.

Alla partenza ci hanno raggiunto per un saluto anche il Sindaco di Romainmotier Nils Monbaron e il Prefetto (ex Sindaco e grande sostenitore della Via Francigena!) Fabrice de Icco.
Elena purtroppo è acciaccata con il ginocchio e oggi riposa, anzi per la verità si è messa al al lavoro per preparare le tappe e gli incontri dei prossimi giorni.

La tappa Romainmotier-Cossonay è abbastanza semplice, di quelle ideali per chi è in cammino solamente da un giorno e deve ancora scaldare bene i muscoli. 18 km in mezzo a sentieri, piccoli boschi e una natura che circonda il camminatore. Unico neo, le mucche. Ma dove sono? Ne ho viste 4 in due giorni. La leggenda dei prati svizzeri con mucche ovunque, belle, felici, sorridenti, inizia a vacillare. Oppure sono tutte ben nascoste! Voglio incontrare e parlare con le mucche, quelle che fanno latte, cioccolato e formaggio eccezionali!

Torniamo al cammino. La segnaletica è ottima, non serve guardare la app. I pannelli gialli sono sempre al posto giusto, al bivio giusto, al momento giusto (candidiamo i segnali gialli svizzeri a Patrimonio UNESCO!). Ci sono talvolta anche dei rombi gialli posizionati sui tronchi degli alberi a indicare che siamo sulla retta via. Bravissimi quelli di VaudRando che si occupano di segnaletica con passione e dedizione. Qui, la segnaletica, ha protocolli rigorosi e precisi, con responsabili locali, regionali e nazionali.

La tappa scorre veloce e con semplicità si arriva al borgo di Sarraz, a poco più di metà percorso. Vale la pena fare una pausa, pendere un caffè. Lo facciamo in un altro luogo ricco di storia, il castello di Sarraz costruito quasi 1000 anni fa su uno sperone roccioso. Peccato che sia chiuso per restauro fino alla primavera 2021. Mi toccherà tornare a Sarraz.

Inzia poi l’ultima parte del percorso che per alcuni chilometri costeggia il fiume Venoge. Per fortuna le nuvole coprono il sole, altrimenti il calore di mezzogiorno sarebbe stato impegnativo da gestire.

Si sale un po’, ormai la meta è vicina. Si arriva a Cossonay, altra bella località che diventa ancora più bella se viene raggiunta a piedi. Sono le 13:30, il tempo ideale per rilassare le gambe sotto la tavola e recuperare le calorie perse.

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