Via Francigena

L’Europa e la riscoperta degli itinerari culturali

Redazione AEVF
Redazione AEVF

Intervista con Stefano Dominioni, direttore dell’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali di Lussemburgo. Il programma degli itinerari, all’interno del quale fa parte la Via Francigena dal 1994, festeggia nel 2017 i trent’anni.
 
1987-2017: si celebrano i trent’anni del Programma degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa. 
A settembre 2017, a Lucca, festeggiamo i 30 anni del Programma con un grande forum internazionale, momento di scambio e dialogo tra tutti gli attori coinvolti nella valorizzazione e promozione degli Itinerari. Nel 1987 il Consiglio d’Europa lanciò il Programma degli Itinerari Culturali per creare percorsi fisici che mettessero in evidenza il patrimonio culturale e storico europeo. Gli obiettivi principali del programma erano, e restano, la promozione della consapevolezza di una identità comune e di una cittadinanza europea; la promozione del dialogo interculturale ed ecumenico attraverso la lettura della storia europea; la tutela del patrimonio culturale e del patrimonio naturale e paesaggistico e la creazione di programmi di turismo sostenibile.
Si incominciò con un Itinerario spirituale e religioso, il Cammino di Santiago di Compostela. Il programma è stato ampliato nel tempo e ora sono più di 30 gli Itinerari certificati, tra i quali la Francigena, che si snodano in più di 50 Paesi d’Europa. Tocchiamo più di 800 milioni di europei. 
Pellegrinaggio e moderno turismo slow, quali sono le connessioni?
Il pellegrinaggio ha avuto un ruolo determinante nella costruzione dell’identità del nostro continente e nelle sua strutturazione fisica perché i viaggi verso Compostela, Roma e Gerusalemme, mete delle tre peregrinationes maiores della cristianità nel Medioevo, hanno disegnato il continente, investendo i cammini di pellegrinaggio del ruolo di spazi di libera circolazione di persone, saperi e idee.
Oggi il turismo lento e di qualità che privilegia località meno note a mete più conosciute, va sempre più di moda in Europa. E’ in atto la riscoperta di percorsi “alternativi” che consentono un maggiore contatto con luoghi secondari, poco frequentati. Una tendenza che porta alla riscoperta dei cammini e che coincide con un turismo culturale rispettoso dell’ambiente. Si tratta di un turismo non di massa e sostenibile che cerca percorsi lontani dalle grandi mete turistiche e privilegia il contatto col territorio, muovendosi anche nelle zone rurali. 
Perche l’Europa ha bisogno della riscoperta degli Itinerari culturali?
Lo spiega bene l’aforisma di Sant’Agostino per cui “il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina”. Questa citazione spiega perfettamente il perchè la promozione degli antichi Itinerari vuole rappresentare anche un deterrente all’ignoranza e alla crisi di valori che si esprime spesso in forme violente come il terrorismo. Questi tracciati non avevano soltanto un’identità locale, ma già europea ante litteram. Quella identità di cui fortemente si avverte oggi il bisogno e che il Consiglio d’Europa – nato nel 1949 per promuovere democrazia, diritti dell’uomo e cultura europea, intende riscoprire.
 
Maggiori info sul programma: http://culture-routes.net/
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