Via Francigena

Fiorenzuola d'Arda

Fiorenzuola d'Arda

Fiorenzuola d’Arda è una piccola città posta sulla via Emilia, a metà strada tra Milano e Bologna, stretta tra le terre di Busseto, dove visse Giuseppe Verdi, e la bellezza del borgo medievale di Castell’Arquato.

La città si è sviluppata nel corso dei secoli lungo la va Emilia ed è stata culla di illustri letterati e scienziati, canonici e matematici; basti pensare alla figura del Cardinale Vincenzo Maculani – commissario della Santa Inquisizione – che partecipò al processo contro Galileo oppure allo studioso Mario Casella che fu docente presso l’Università di Firenze e accademico dei Lincei e della Crusca.

Al n. 111 di corso Garibaldi si trova il settecentesco palazzo Bertamini Lucca con il parco, ora pubblico: nella piccola cappella annessa all’edificio è rappresentato un ciclo di affreschi di Bartolomeo Rusca e Francesco Natali (1723-25).

Al n. 84 della stessa via, si può osservare il quattrocentesco Palazzo Grossi con le sue maestose finestre ad arco acuto, adorno di fregi ed ornati rinascimentali.

In via Liberazione si osserva il teatro Verdi, costruito nel 1847 e ampliato nel 1914: fu inaugurato nel 1853 con l’esecuzione dell’opera di Giuseppe Verdi Attila; attualmente in corso di restauro, mantiene la generale intonazione di teatro ottocentesco con tre ordini di palchetti. Non lontano l’ex complesso conventuale di San Francesco (metà sec. XVI).

La chiesa principale è la collegiata di San Fiorenzo (patrono di Fiorenzuola) che risale al XIV secolo anche se l’edificio attuale è il frutto di una ricostruzione avvenuta negli ultimi decenni del Quattrocento: ornano la chiesa una serie di affreschi del Cinquecento e l’altare maggiore in marmo del ‘700 scolpito su disegno del pittore piacentino Gian Paolo Panini. Il campanile della chiesa, spostato di qualche decina di metri, risale al Mille e domina tutta la città mentre la torre campanaria, staccata dalla chiesa, è impostata su una costruzione di epoca preromana.

Nell’omonima contrada si affaccia l’elegante facciata barocca della chiesa della Beata Vergine del Caravaggio (1731-49), originale sfondo alla testata della strada.

L’ex complesso del convento e chiesa di San Giovanni, ora completamente restaurato e adibito a sede del Comune e della Biblioteca (50.000 volumi) è un mirabile esempio di recupero e riutilizzo di uno straordinario complesso (visitabile al mattino – al pomeriggio e la domenica solo su appuntamento). Una parte esisteva già nel XIV secolo, con una piccola chiesa consacrata nel 1451, costruita dall’ordine monastico degli Umiliati particolarmente potente in queste terre dove, tra l’altro, erano affermati dazieri e avevano una intera via a loro dedicata (ora via Carducci).

Soppresso l’ordine degli Umiliati da Papa Pio V nel 1571 con l’accusa di “affarismo e corruzione” nel 1605 il cardinale Francesco Sforza di Castell’Arquato, commendatario dei beni tolti agli Umiliati, donò case, quel che già c’era del convento e la consistente rendita fondiaria delle terre poste in Baselica Duce all’ordine cistercense dei Riformati Foglianti di San Bernardo.
I monaci iniziarono a costruire un grande convento a soli 4 km da quello di Chiaravalle della Colomba edificato nel 1136. Soppresso il convento dalle leggi napoleoniche del 1805, i locali vennero adibiti ai più disparati utilizzi.

Storia

La sua fondazione risale all’epoca romana (ne sono prova ritrovamenti di strutture sepolcrali, lapidi funerarie e varie suppellettili), ed è da collegare con l”opera di colonizzazione e centuriazione attuata dai Romani nei territori compresi tra il Po e la via Emilia. Fu quasi sicuramente “mansio”, ovvero stazione di tappa lungo l”arteria stradale.

Discorde è l’opinione degli storici circa l’origine del nome: forse da Florentia, stazione militare a 15 miglia da Piacenza, diventata Florentiola tra il V e l’VIII sec.; forse da Fidentiola, vicus di Fidenza.

La tradizione ecclesiastica collega il nome della città al passaggio di S. Fiorenzo di Tours, vescovo di Grange, che vi avrebbe guarito la figlia del signore e sarebbe poi diventato Santo Protettore della città. Fantasioso e curioso è il nome con cui ancora oggi viene denominata: “Cascalumaca”. Prima dell”anno Mille le notizie riguardanti Fiorenzuola sono scarse. In un atto del 31 marzo 744 viene menzionato il Monastero di Fiorenzuola tra i beni elargiti da re lldebrando al vescovo di Piacenza.

Ritroviamo in un documento dell’830 l’abbazia di Fiorenzuola, la quale probabilmente già nel secolo X era chiesa plebana con dedica a S. Fiorenzo e appartenenza ai vescovi di Piacenza insieme a Castell’Arquato e alle vallate adiacenti.

Nel luglio 923 all’interno del paese ebbe luogo una lunga e cruenta battaglia tra l’imperatore Berengario del Friuli e Rodolfo, re di Borgogna. Per un lungo periodo Fiorenzuola fece parte e seguì le sorti del “Contado” piacentino, spesso coinvolta nelle lotte tra Piacenza-Parma e Cremona per il controllo dell’accesso al Po.

Probabilmente dovette essere munita di una fortezza con fossato. All’inizio del Trecento, si trovò coinvolta nella lotta tra guelfi (sostenuti da Alberto Scoto o Scotti signore di Piacenza).

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