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Saint Oyen

Saint Oyen

La prima menzione di Saint Oyen è molto antica: risale addirittura al 1137, quando il conte di Savoia, Amedeo III, donò alla prepositura del Gran San Bernardo tutte le terre del cosiddetto “”castellum verdunense”” o Chateau Verdun. Il comune si stende attraverso la valle dell’Artanavaz, da Colle di Barasson, verso la Svizzera, all’alto vallone di Flassin, sul versante opposto. Situato a 1373 metri di altitudine, è un villaggio che ha da sempre trovato sostentamento nell’agricoltura e nell’allevamento. Le grandi dimensioni sono la caratteristica principale del piccolo comune, in quanto a ruoli importanti per posizione ed attività economiche corrispondono grandi edifici, l’imponenza dei quali regge il confronto con la bella Chiesa parrocchiale del XII secolo.

La più diffusa pietra locale è un micascisto scuro del Carbonifero, anche se è comunque possibile trovare altri tipi di pietra lasciati dai ghiacciai. Grandi pareti di piccole pietre, a vista grigio-blu e beige, dominano, dunque, le stradine del paese, ricco di archi alle porte e di altre complesse strutture architettoniche in pietra e in legno. Curioso è, inoltre, il numero degli abitanti, stabile da circa un millennio, grazie alla vicinanza del capoluogo regionale, che favorisce il pendolarismo e contribuisce, quindi, a mantenere stabile la popolazione.

Storia

La prima menzione di Saint-Oyen è molto antica: risale addirittura al 1137, quando il conte di Savoia, Amedeo III, donò alla prepositura del Gran San Bernardo tutte le terre del cosiddetto castellum verdunense o Château Verdun, terre situate nel territorio di Saint-Oyen, che a quel tempo era ancora dipendente dalla parrocchia di Etroubles. Questo edificio (Château Verdun) era chiamato anche, a causa delle sue funzioni di dépendance e di fattoria dell’Ospizio del Gran San Bernardo, la maison de Mont-Joux de Saint-Oyen o la ferme de Château Verdun; diventò poi, col tempo, anch’esso un ospizio per i viandanti lungo la strada per il Colle.

La ferme fu arricchita negli anni successivi di nuovi terreni acquistati per esempio a Chavannes di Etroubles nel 1218, a Ruvillasc tra Etroubles e Saint-Oyen nel 1221, a Citrin nel 1222 e nel 1232, di due prati a Flassin nel 1239 (dai Signori d’Avise) e nel 1250. Tutti questi terreni furono oggetto di controversia con i signori confinanti, tra cui ricordiamo in particolare quella per il possesso dell’alpeggio di Citrin, nel XIII secolo, che fu lunga e assai complessa, condotta contro i vicini signori di Etroubles, di Bosses e di Avise.

Il territorio di questo minuscolo paese fu gestito direttamente dali Savoia, così come quelli vicini di Etroubles e di Saint-Rhémy almeno fino alla fine del XVI secolo. Due secoli dopo, il duca di Savoia, Carlo Emanuele I, costituì nel 1584 la baronia di Gignod che comprendeva anche Saint-Oyen, oltre a due quartieri di Aosta, Saint-Etienne e Saint-Martin de Corléans, i paesi di Etroubles, Saint-Rhémy e parte di Allein e l’assegnò in feudo al suo segretario di stato e notaio ducale François de la Crête per ricompensarlo dei servizi resi, soprattutto nelle negoziazioni per il matrimonio del duca di Savoia con l’Infanta d’Austria, Caterina.

La baronia fu poi trasmessa alla figlia Filiberta che andò sposa al marchese Adalberto Pallavicini il cui figlio Carlo Emanuele l’ebbe a sua volta in eredità. Costui infine la tramandò, nel XIX secolo, fino al conte Ernesto di Sambuy.

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