Via Francigena

Nus

Nus

Il nome è di origine romana ed indica la distanza di nove miglia tra Aosta e Nus; la frazione più conosciuta è Saint-Barthelemy, celebre per le osservazioni astronomiche. Il Comune di Nus si estende per 57 km²; confina ad est con Verrayes, ad ovest con Quart e per una piccola parte con Oyace. Il nome Nus è di origine romana e deriva da “ad nonum (ab Augusta) lapidem“, vale a dire le nove miglia che indicano la distanza tra Aosta e Nus. Vi sono tracce di insediamenti risalenti all’età del bronzo e del ferro; tra i resti del castello detto “di Pilato” sono stati rinvenuti laterizi e altri oggetti, come monete e medaglie.

La zona si caratterizza per la presenza di prati, alberi da frutta, castagneti e vigneti; è importante la produzione del Vien de Nus. Saint-Barthelemy è la frazione di Nus più conosciuta grazie alla presenza del noto osservatorio astronomico ed è sede dello Star Party più antico d’Italia.

La Valle di Saint-Barthelemy è ubicata tra i massicci montuosi compresi tra la Valpelline e la Valtournenche; in estate è frequentata da alpinisti ed escursionisti, mentre in inverno è meta degli appassionati dello sci di fondo e dello sci alpino.

Storia

Le notizie sulla nascita di Nus sono incerte. Alcuni elementi fanno ipotizzare che il borgo sia stato fondato per volontà di un signore già alla fine del XII sec. . La struttura dell’abitato, non tenendo conto delle successive modifiche, presenta un piano abbastanza preciso. I vicoli, i cosiddetti lliaou, suddividono lo spazio che si affaccia sulla strada.

Tuttavia, è necessario risalire alla collocazione originaria, dato che col tempo alcuni di essi sono stati trasformati in corridoi di case, altri chiusi, altri enormemente allargati. La via che conduce alla stazione, ad esempio, venne costruita alla fine del XIX sec. dopo l’arrivo della ferrovia, squarciando parte dell’abitato, che era stato organizzato secondo un piano preordinato e non lasciato all’iniziativa dei singoli, come dimostrano i piccoli appezzamenti di terreno – parcelle – della stessa larghezza.

All’interno delle parcelle erano collocate, inizialmente, due unità abitative su tre piani: al pian terreno si trovavano le botteghe, al primo piano i locali di abitazione e in alto le soffitte. All’esterno si svolgevano le attività agrarie e c’erano fienili, stalle ed orti. Le case del borgo che non hanno subito rifacimenti in epoca moderna mantengono ancora l’impianto d’origine; talvolta, vi sono anche elementi architettonici tardo medievali, come le finestre in pietra.

L’hopeutaill

Nel Medioevo lo scopo principale degli ospedali era quello di accogliere i pellegrini in cammino lungo le strade d’Europa verso i luoghi santi. I viandanti dovevano contare sull’ospitalità e la carità che incontravano lungo il cammino, in quanto si muovevano senza denaro. In Valle d’Aosta erano nati vari assi viari e sorsero, pertanto, parecchi ospizi per i pellegrini, alcuni famosi, come quello del Gran San Bernardo, altri più umili, ma sempre utili, se non indispensabili ai pellegrini, come quello di Nus.

Potrebbe essere stato fondato dai signori del luogo, anche se non vi sono notizie certe. Gli elementi architettonici rivelano che la costruzione dell’ospedale di Nus potrebbe risalire al XVI sec., anche se l’impianto è precedente. Al pian terreno, sulla facciata, è presente una porta con architrave; forse ai due lati si trovavano le botteghe, come rivela un disegno del XIX sec. di A. d’Andrade. Al primo piano sono visibili due finestrelle. All’interno la scala a chiocciola, il viret, permetteva la comunicazione tra i piani.

Alcuni studiosi la attribuiscono alla famiglia notarile dei Guidonis. L’ospizio è citato per la prima volta nelle attestazioni delle visite pastorali nel 1413. È scritto che l’ospedale era in rovina perchè da ventotto anni nessuno se ne occupava.

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