Via Francigena

Montalcino

Montalcino

Montalcino, adagiato sulla cima di un colle, domina le valli dell’Orcia, dell’Arbia e dell’Ombrone. L’occhio si perde in un paesaggio fatto di dune, nel mutare di toni, delle terre di Siena, per poi ritornare tra le mura cittadine. Raccolti dentro la cinta muraria di Montalcino si possono ammirare: la superba fortezza, l’esile figura del palazzo pretorio, i campanili e le strette vie che scendono per aprirsi a spazi infiniti tra le pieghe di un paesaggio magico. Ultimo baluardo delle libertà comunali, a due passi dalla Via Francigena, la città ha saputo conservare l’aspetto medievale che riporta il visitatore indietro nel tempo. Montalcino è, oggi, patria indiscussa del vino rosso di qualità: il “Brunello di Montalcino”.

Cinta da mura che si aprono tra sei porte, conserva parte dei diciannove torrioni e delle antiche fonti, e integra la poderosa Rocca eretta poco oltre la metà del sec. XIV, nel cui interno si conserva lo stendardo degli esuli senesi.

Attraversando la città si possono ammirare,oltre agli splendidi panorami, numerose costruzioni medievali: il Palazzo comunale, antica sede dei Priori, severa costruzione in pietra decorata da stemmi e sormontata da un”alta torre; i Monumentali Loggiati ad arcate gotiche e a tutto sesto dei sec. XIV – XV, cui seguono la Cattedrale in stile neoclassico, costruita su una pieve del 1000, nella cui Cappella del Battistero si conservano interessanti sculture; il Santuario della Madonna del Soccorso, eretto nel 1600 su una trecentesca chiesa a ridosso della Porta al Corniolo; Sant’Agostino, di età gotico-romanica con tipico coro, dalle pareti adorne di affreschi di scuola senese del sec. XIV – XV (“Scene della Passione di Cristo e della vita di Sant”Antonio Abate”; “l”Arcangelo e il dragone”; “Gruppi di Angeli”; “Sant”Agostino e Santa Monica”); Sant’Egidio (detta anche Chiesa dei Senesi) dei primi del sec. XIV, ma ancora romanica, con semipilastri del secolo XII; San Francesco, con torre quadrangolare del sec. XIII e cappelle affrescate da Vincenzo Tamagni (“Natività”, “Sposalizio della Vergine”, “Caduta di Simon Mago”; “Quo Vadis”), e annesso chiostro cinquecentesco dell”Ospedale con resti di affreschi e pietre sepolcrali.

Oltre le strade a sali scendi, le visioni scenografiche di lontani orizzonti e le caratteristiche costruzioni, di particolare interesse è il nuovo Museo Civico e Diocesano di Arte Sacra, ospitato negli antichi locali dell”ex convento di Sant’Agostino, da considerarsi uno dei più importanti musei d”arte medievale e moderna della Provincia di Siena.

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