Via Francigena

La Francigena fa scuola

Nell’ottobre 2021 ho camminato per circa 100 chilometri sulla Via Francigena, da Lecce a Santa Maria di Leuca, condividendo la grande avventura della Road to Rome e, soprattutto, tante emozioni e tante scoperte. Curiosa per natura (non a caso sono diventata giornalista) e camminatore per passione, ho capito da qualche tempo che nulla come il viaggio lento offre opportunità di osservazione e di conoscenza e che la Via Francigena, in particolare, regala a chi la percorre una immensa ricchezza di contesti ambientali e culturali, piccole e grandi attività, particolarità uniche e spesso sconosciute. Di piccoli e grandi tesori materiali ma anche di piccole e grandi storie di persone intraprendenti e piene di idee, che hanno costruito la loro strada e aperto nuove strade per altri. Una varietà tutta da valorizzare e da raccontare.

Tra queste storie, quella di Maria Grazia Bello ha sicuramente un lungo futuro, perché ha coinvolto decine di ragazzi che vedranno la vita con occhi diversi, dopo che la loro insegnante ha fatto conoscere loro il mondo dei Cammini.

Tutto cominciò incontrando un pellegrino…

La storia inizia forse per caso, ma c’è chi, dal caso, si fa indicare direzioni nuove. Gli elementi casuali sono due: l’incontro con il pellegrino diretto a Gerusalemme e la vicinanza al percorso della Via Francigena. Maria Grazia è docente al liceo linguistico G. Comi di Tricase ma era in organico alle scuole medie quando per la prima volta, vent’anni fa, pensò di portare in classe a raccontare la propria esperienza un pellegrino che aveva incontrato, appunto, vicino casa.

Maria Grazia inizia a fare accoglienza, capisce che trovarsi in prossimità del Cammino vuol dire avere l’opportunità di incontri ravvicinati con il mondo. Ha voglia di conoscenza, vuole capire cosa spinge le persone a lasciare tutto e mettersi a macinare passi. Non le serve molto tempo per capire, alla fine, che il mondo dei Cammini può essere il filo unificatore delle sue passioni, da quella per lo sviluppo del territorio a quella del coinvolgimento degli alunni.

Oggi la scuola dove lei insegna è diventata, sotto aspetti molteplici, una scuola in cammino, impegnata nel turismo lento, nella conoscenza e salvaguardia del territorio, nella preparazione – anche tecnica – all’accoglienza ma, soprattutto, nella costruzione di un futuro sostenibile.

I liceali di Tricase scoprono la Via Francigena

E’ così che nel 2020 gli alunni di quella che sulla Road to Rome 2021 è stata la 4BL iniziano un progetto “Via Francigena del Sud, il valore socio economico del patrimonio immateriale”, un Pcto (l’acronimo con cui, oggi, si indicano i progetti di alternanza scuola-lavoro) nel quale i ragazzi sono impegnati ad approfondire i temi e le dinamiche legati al pellegrinaggio, conoscere i Cammini nella zona e a studiare come valorizzare i punti forti che il loro territorio può offrire, creando un presidio di sensibilizzazione per la riscoperta del territorio anche ai fini della vocazione turistica. Quella Via Francigena che passa a pochi metri dalla loro scuola e che fino a poco tempo prima non avevano mai considerato si rivela un’attrattiva, che man mano conoscono meglio ricostruendone la storia, lavorando sulle fonti e intervistando alcuni addetti ai lavori. Appena concluso il lockdown, simulano un pellegrinaggio, percorrendo un tratto da Tricase a Leuca, e creano un loro passaporto del pellegrino.  “Dopo mesi di chiusura, abituati alla confort zone della loro cameretta all’inizio erano recalcitranti – racconta Maria Grazia – ma poi si sono appassionati”. E non solo loro. Quando i ragazzi presentano in Auditorium davanti a tutti, vicesindaco incluso, i risultati della loro ricerca e della loro esperienza, anche altre classi chiedono di partecipare, e anche la 3AL e la 3DL diventano parte attiva del Pcto.

Road to Rome 2021: l’incontro con i pellegrini parlando le lingue che studiano in classe

Così il 18 ottobre 2021 sono circa cento ragazzi, e tra loro due persone su mezzi a rotelle – perché “o la scuola ragiona in termini di inclusione o fallisce” – ad accogliere a Gagliano i pellegrini della Road to Rome 2021 e a camminare con loro gli ultimi 7 chilometri di quella che, per alcuni, è stata un’avventura di oltre 3.000. Partecipare a questa iniziativa, organizzata dalla Associazione Europea delle Vie Francigene per festeggiare i 20 anni di attività ma soprattutto per rilanciare questo Cammino in ottica di collaborazione tra Paesi e di promozione del turismo lento, per i ragazzi è stata l’occasione di incontrare persone di età e provenienze diverse che aprono loro il mondo delle proprie esperienze. Di parlare le lingue che studiano in classe. Di spiegare alcune cose del loro territorio, rendendosi conto c’è gente che viene da molto lontano per vederlo. Affianco ai pellegrini, i ragazzi camminano sotto la pioggia e anche loro si emozionano all’arrivo a Santa Maria di Leuca, dove la gioia si mischia alla nostalgia. “È bastato dare opportunità di contatto con il mondo per entusiasmarli – racconta Maria Grazia – non immaginavo cosi grande loro capacita di entrare in relazione né, dopo, tanta voglia di continuare”.

L’esperienza, infatti, moltiplica in modo esponenziale quella prima giornata di racconto in classe, di vent’anni prima, con tutta la potenza che ha un vissuto in prima persona. In pochi chilometri di cammino i ragazzi “hanno acquisito fiducia nei loro mezzi per andare nel mondo, non immaginavano che sarebbero riusciti a parlare con estranei, si sono relazionati con persone provenienti da lontano, di età diverse. Hanno scoperto la loro voglia di scoprire il mondo”. E hanno scoperto anche qualcosa che è dentro ognuno. “Incontrando i pellegrini – prosegue Maria Grazia – i ragazzi si sono stupiti per come affrontano i cammini in solitudine, ma poi si sono resi conto che camminare significa mettere sé stessi in posizione di ascolto e confronto”. E che proprio il partire da soli consente nuovi incontri, soprattutto se nel territorio si attiva una rete di accoglienza come quella che Maria Grazia sta intessendo. Una rete in cui il liceo Comi si sta ponendo come polo stimolatore di buone pratiche, in un’ottica di costruzione di futuro in cui il valore della condivisione sia la chiave per un’economia che non stravolga il territorio ma ne valorizzi le potenzialità.

Il modello del liceo Comi: una scuola in cammino, partecipe allo sviluppo del territorio

Chi sta vivendo il boom turistico della Puglia degli ultimi anni conosce bene la differenza tra il mare di oggi e quello di qualche anno fa e con lungimiranza sa che uno sfruttamento intensivo del turismo balneare non dura nel tempo. La scoperta del turismo lento per i ragazzi potrà essere un’alternativa, qualcosa che li porterà a lavorare qui e in modo creativo, allargando il concetto di accoglienza a quello di condivisione. Vivendo il turismo come conoscenza, incontro personale, non solo check in e check out. Da questo punto di vista l’esperienza del cammino è emblematica: “il camminare insieme rende tutto diverso, se il camminatore va da solo molte cose gli sfuggono”.

L’idea allora è che i pellegrini possano trovare, qui, non solo accoglienza ma persone del posto con cui condividere tratti di strada, la possibilità di fare un’esperienza sul campo, cimentandosi in un mini laboratorio di pasta fatta in casa nel luogo dove alloggia o assistendo a un laboratorio di pizzica, e che possano a loro volta dare suggerimenti utili, in una contaminazione positiva e reciproca che può nascere solo dalla lentezza. “Arrivano da noi – racconta Maria Grazia – persone che non hanno mai mangiato le fave. Dobbiamo puntare su questo. L’ambiente, se viene costantemente violato, non può reggere più di tanto ma lo scambio di emozioni sì. Se le persone aprono la loro casa il turista diventa visitatore, interagisce. Sono prospettive bellissime che possono fare la differenza rispetto ad altre parti. Le persone che arrivano da noi devono sapere che possono chiedere la luna, perché abbiamo una ricchezza straordinaria. Il passo successivo è mettere insieme queste cose in modo che siano conosciute il più possibile”. Fare rete. Come, nel suo piccolo, sta facendo lei, che nella giornata di accoglienza della Road ha mobilitato tutte le istituzioni locali, e come sta avvenendo, tramite il lavoro dell’Aevf, perché tutta la Via Francigena esprima al massimo le sue potenzialità.

Il timbro dei ragazzi di Tricase

I ragazzi, che hanno poi preso parte al Festival della Public History per arricchire la conoscenza sulla ricerca delle fonti, stanno proseguendo il progetto a pieno ritmo. Hanno già inventato un timbro da distribuire in quattro punti (l’info point, la scuola e il laboratorio di ceramica a Tricase e uno a Leuca, punto di arrivo che può essere anche punto di partenza); stanno collaborando con un laboratorio di ceramica, per fare medaglie da colorare e  da consegnare ai viandanti; sulle pagine social verrà indicato il telefono della scuola, per i pellegrini disponibili a venire a raccontare la propria esperienza alle classi. Alcuni, con l’insegnante di spagnolo, stanno seguendo corsi specifici per pellegrini o traducendo il lavoro fatto finora. Verrà proposto ogni anno di percorrere il percorso da Tricase a Leuca, eleggendo questo tratto a una specie di istituzione per la scuola cui si partecipa in maniera spontanea, con le classi che scelgono tempi e modi. Perché nulla è un obbligo, ma uno stimolo. “Non voglio fare di loro dei camminatori – tiene a sottolineare Maria Grazia – ma persone che riflettano su sé stesse. E sulla salvaguardia dei territori, indirizzando il turismo verso la sostenibilità. Verso la manutenzione dei sentieri. I ragazzi hanno visto con i loro occhi che a ridosso del passaggio della Road è stata eliminata spazzatura, anche degli ondulati di amianto che qualche contadino anziano continua inconsapevolmente ad abbandonare in strada. E’ un modo per sollecitare attenzione ai comportamenti, per abituarli ad aver cura del proprio territorio perché hanno visto che chi arriva ha piacere di trovarlo pulito”. In questa prospettiva, il grande sogno di Maria Grazia è che il suo liceo diventi luogo di accoglienza, d’estate, per i pellegrini, aprendo una piccola foresteria in cui i ragazzi, a turno, potrebbero fare esperienza di ospitalità a scuola. “Mi piacerebbe anche – continua l’instancabile insegnante – organizzare con gli amministratori locali un incontro per analizzare quali sono le prospettive, le possibilità di partenariato, magari stilare un protocollo di intesa con qualche Associazione perché la scuola entri nella progettazione dei cammini”. C’è da augurarsi che tutto ciò avvenga, il più presto possibile, perché, come insegna la Francigena, la scuola in cammino può portare molto lontano.

Nel frattempo alcuni studenti protagonisti di questa avventura sono andati a Canterbury, dove la Francigena inizia. Ma lo racconterò un’altra volta.

Daniela De Sanctis
Daniela De Sanctis
Giornalista, appassionata di cammini, trekking e montagna, vive tra Roma e le Dolomiti. Scrivendo e camminando, ha l’obiettivo di aiutare a scoprire meraviglie e fare promozione del territorio. Collabora all’organizzazione di trekking di più giorni, soprattutto in posti dove vanno in pochi, dal Molise all’Australia.
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