Via Francigena

Gioie e dolori del cammino

Un viaggio a piedi può donare a chi lo percorre momenti meravigliosi, ma anche provocare problemi fisici di vario genere, che è bene conoscere prima della partenza.

Un lungo cammino in genere crea nel pellegrino uno stato di benessere psicofisico senza pari: il viaggio a piedi consente di entrare in una dimensione di armonia (con il proprio corpo, con la natura, con le altre persone), irraggiungibile nella vita quotidiana.
Tuttavia ogni rosa ha le sue spine, è inutile nasconderlo, e lo sforzo prolungato, soprattutto nei primi giorni di cammino e soprattutto per le persone meno allenate, può provocare problemi fisici di vario tipo. Nella gran parte dei casi si tratta di piccoli acciacchi, curabili con un minimo di pratica e buon senso. In questo articolo vi darò qualche indicazione in proposito, senza volermi sostituire in alcun modo all’intervento del medico, al quale vi raccomando di rivolgervi appena ne avrete la possibilità.

Prevenzione

La gran parte dei problemi fisici possono essere prevenuti con un po’ di buon senso: il ritmo di camminata e della lunghezza delle tappe, soprattutto all’inizio del viaggio, devono essere ben al di sotto del proprio limite fisico, e poi aumentare gradualmente. Altri consigli utili su scarpe, calze, zaino li ho già illustrati nel dettaglio in altri articoli su questo sito.
E’ inoltre fondamentale bere molta acqua, integrata con sali. Si possono usare gli integratori in vendita nei negozi di articoli sportivi, nei supermercati e in farmacia, oppure prepararsi una bevanda “fai da te”. Ad esempio con un litro d’acqua, il succo di due limoni, un cucchiaino di bicarbonato di sodio e un paio di cucchiaini di zucchero.

Vesciche
Le vesciche sono il principale problema dei pellegrini, lungo qualunque cammino. Sono causate dallo sfregamento della pelle del piede contro la scarpa, e sono facilitate dai germi e della sudorazione eccessiva. I frequenti tratti in asfalto della Via Francigena aggravano il problema, a causa delle elevate temperature del fondo stradale, che si trasmettono al piede attraverso la suola.
Come ho già scritto in precedenza, bisogna prevenire il problema con calzature rodate e di ottima qualità e calze antivescica sempre pulite. In ogni sosta è bene togliere scarpe e calze e lasciare “respirare” il piede. Utile frizionare i piedi con un disinfettante prima della partenza, e spalmare con vaselina le dita dei piedi, per farle scivolare meglio tra loro.
Bisogna evitare di camminare con i piedi o le calze umide, per cui dopo ogni guado i piedi vanno asciugati perfettamente.
All’arrivo al rifugio, si può fare un pediluvio con acqua fredda, sale e aceto, e se possibile lasciare asciugare i piedi al freddo per attenuare eventuali infiammazioni.
Se nonostante la prevenzione le vesciche si formano (e purtroppo succede quasi sempre) la cura migliore è quella tradizionale: si disinfetta accuratamente un ago con un filo annodato, e si buca da parte a parte la vescica per fare uscire il liquido. Si taglia il filo lasciandolo però all’interno della vescica, in modo che i fori rimangano aperti drenando il liquido durante la notte. Quindi si disinfetta la zona con Betadine o altro liquido antisettico, e la si copre con un cerotto (generico, non uno di quelli speciali per le vesciche, o vedrete le stelle!) o una garza.
L’operazione è totalmente indolore, e se tutto va bene il giorno dopo la pelle morta della vescica, che non va tolta per nessun motivo, si secca proteggendo la zona sensibile.

Infiammazioni
La tendinite è l’infiammazione più comune, soprattutto nei primi giorni di cammino. In genere è provocata dallo sforzo eccessivo e prolungato, e dalla formazione di vesciche dolorose che costringono il pellegrino a modificare inconsapevolmente il modo di camminare.
L’idratazione è fondamentale per prevenire la tendinite, poiché l’acqua funziona da “lubrificante”: bisogna bere molto quindi, anche quando non si ha troppa sete. Anche gli scarponcini alti diminuiscono la probabilità di infiammazione.
Se la tendinite è lieve, può essere attenuata dall’applicazione di ghiaccio e medicinali antinfiammatori in pomata e per via orale. Se invece è acuta è indispensabile un controllo dal medico, che con ogni probabilità prescriverà alcuni giorni di riposo.
Le bende elastiche possono essere d’aiuto, ma il bendaggio deve essere fatto a regola d’arte, per non peggiorare ulteriormente il problema o provocare vesciche durante il cammino.

Dolori muscolari, crampi, strappi e stiramenti
Meglio prevenire il problema evitando sforzi eccessivi nei primi giorni. Un po’ di “stretching” ogni mattina prima di partire contribuisce a evitare questo tipo di dolori. Per evitare i crampi è fondamentale bere molta acqua, possibilmente con un integratore di sali minerali.

Insolazione e colpi di calore

L’insolazione è dovuta all’esposizione prolungata della testa ai raggi solari. Il colpo di calore si manifesta in caso di alta temperatura e umidità ambientale, anche in assenza di sole. I sintomi sono comunque simili: spossatezza, mal di testa, febbre, svenimenti. Per prevenire il problema bisogna evitare di camminare nelle ore più calde della giornata e coprirsi bene la testa, se possibile con un cappello a larghe tese che filtri bene i raggi solari. Bisogna bere molta acqua, meglio se con un integratore.
La persona che accusa un malessere di questo tipo, che in certi casi può avere gravi conseguenze e quindi non deve mai essere sottovalutato, deve essere subito portata all’ombra. Deve bere acqua fresca se possibile con un po’ di sale, la testa va  rinfrescata con panni umidi, e se non si riprende prontamente è meglio chiamare un medico o un’ambulanza.

Disidratazione

Si tratta di un’eccessiva perdita di liquidi, che si manifesta con bocca secca, sudorazione eccessiva, vomito, tachicardia. La pelle si secca e perde elasticità.
Per prevenirla bisogna bere molto e alimentarsi correttamente. Quando il problema si presenta bisogna bere acqua con un po’ di sale, in piccole quantità per evitare il vomito. Come al solito bisogna chiamare il medico nei casi più gravi.

La borsa del pronto soccorso
L’itinerario pedonale della Via Francigena attraversa zone abitate, e quasi sempre in prossimità dei posti tappa si trova una farmacia, un servizio di guardia medica o un ospedale.
Tuttavia è bene portare con se lo stretto necessario, ovvero:

  • cerotti
  • liquido disinfettante;
  • una fascia elastica;
  • compresse di garza;
  • ago e filo;
  • forbicine;
  • analgesico;
  • crema solare.

Curarsi con il cammino
Speriamo che questo articolo non vi abbia spaventato: tenete presente che la gran parte dei piccoli acciacchi che inevitabilmente popolano un cammino sono sopportabili, sono solitamente concentrati nei primi giorni, e nella gran parte dei casi si possono prevenire con piccoli accorgimenti e un po’ di buon senso.
I dolori comunque sono ampiamente ripagati dalle gioie del viaggio, e dal senso di beatitudine e di serenità che accompagna il cammino: camminare diventa quasi una necessità fisica e psicologica.
Gran parte dei pellegrini vengono colpiti dal “mal di cammino”, una piacevole dipendenza i cui effetti collaterali sono la nostalgia, e una gran voglia di ripartire.

Alberto Conte
Alberto Conte
Alberto Conte si occupa da più di 20 anni della divulgazione del viaggio lento, a piedi e in bicicletta, collaborando con alcuni tra i principali enti di promozione turistica italiani nella progettazione di itinerari e nella promozione dei territori. È presidente dell’Associazione Movimento Lento, e fondatore e direttore della società ItinerAria.