Tutti sappiamo che la parola Quaresima deriva dal numero quaranta, poiché dura quaranta giorni, come i quaranta giorni di Gesù nel deserto o i quarant’anni del popolo ebraico che lascia l’Egitto.
Ma ora questa Quaresima è stata contrassegnata da quaranta, nel senso medico del termine.
Siamo stati confinati nelle nostre case, sperando di sfuggire all’epidemia che sta devastando il mondo. Alcuni non hanno nemmeno avuto questo privilegio, perché erano impegnati a curare chi sta male, aiutando i deboli, contribuendo al bene di tutti. Con il rischio di ammalarsi e trasmettere il virus ai propri cari.
La Pasqua non poteva nemmeno essere celebrata normalmente.
Ma non appena cesseranno le misure di contenimento, riprenderò la mia strada per Roma.
Dopo che quasi tutta l’attività si è fermata, sarà come una resurrezione. Mi auguro di uscirne diverso! Più attento al mio prossimo, più attento a preservare l’ambiente intorno a me, più deciso nelle scelte della vita.
E allora sì che vivremo davvero la Pasqua!
Joseph de Metz-Noblat, vescovo di Langres Presidente di Spiritualitas a Francigenam