Via Francigena

Viterbo.

Viterbo.

La città è situata ai piedi dei Monti Cimini al centro della Tuscia Viterbese, a breve distanza dai laghi di Bolsena, Vico (riserva naturale) e Mazzano; in un’area ricca di boschi, torrenti, sorgenti termali e siti archeologici di epoca etrusca e romana.

Viterbo, o la “Città dei Papi”, Capoluogo di antica origine etrusca, di grandi tradizioni storiche, e già capitale del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, conserva un assetto monumentale tra i più stimati della Regione: aristocratici palazzi, monumenti ricchi di opere d’arte di spiccato interesse, suggestivi quartieri medievali, chiese e chiostri di varie epoche, torri slanciate ed eleganti fontane in peperino (la tipica pietra delle costruzioni viterbesi). È sede Vescovile, e nel suo territorio si trovano: l’Università Statale della Tuscia, l’Aeroporto civile e militare, il Centro espositivo “Fiera di Viterbo”, un rinomato Polo termale, la Scuola Sottufficiali Esercito, l’Accademia di Belle Arti, la Scuola Musicale ed Alberghiera.

Viterbo dista circa 50 km dal mare Tirreno, 70 km da Roma e 140 da Siena. Il nucleo storico iniziò a svilupparsi verso l’anno 1000 intorno all’antica Castrum Viterbii sul Colle del Duomo e, nel volgere di poco più di due secoli, raggiunse uno sviluppo talmente notevole da contendere alla vicina Roma l’onore e l’orgoglio della sede papale. La città vecchia, in parte distrutta durante l’ultima guerra, è cinta da alte mura medievali merlate e da massicce torri (costruite dal 1095 al 1268), ancora oggi pressoché intatte, con accesso da 7 porte.

Quartiere Medioevale di San Pellegrino

Citato in tutte le guide turistiche ed apprezzato per il suo sorprendente stato di conservazione. Stradine, palazzetti, profferli (scale esterne), fontane, balconi, archi, piazzette, costituiscono eccellenze dal grande valore artistico. Il quartiere è spesso animato da mercatini dell”antico, infiorate, feste folcloristiche, gli ambienti del piano stradale sono in gran parte occupati da botteghe d”arte, antiquari, punti di ristoro, sale culturali.

Quartiere di Piano Scarano

Il nome deriva dal termine longobardo “squara” cioè schiera, per indicare che nella zona si svolgevano esercitazioni militari o venivano installati degli accampamenti. Il quartiere iniziò a costruirsi nel 1148 dopo l”acquisto del terreno da parte del Comune dai monaci di Farfa. Precedentemente erano presenti piccoli insediamenti quali il Vico Squarano (poi Scarano), il Vico Squinzano, il Vico Antoniano e il Castello di Sonza. Le abitazioni hanno conservato, nonostante i pesanti bombardamenti dell”ultima guerra, l”aspetto originario abbastanza marcato.

Il centro è costituito da piazza Fontana di Piano con la caratteristica fontana, abbattuta e rifatta nel 1367, dal vicino lavatoio dal tetto con architravi a vista sostenuti da pilastri e dall”ex Ospizio di S. Carlo, ove nel 1636 ebbe sede il primo ricovero per vecchi poveri o inabili al lavoro.

Storia

Sul Colle del Duomo sono ancora visibili resti di mura etrusche che attestano l’esistenza di un antico pagus (Surina), conquistato probabilmente dai Romani, nel 310 a.C., ad opera del console Quinto Fabio Rulliano quando, superata “l’orrida Selva Cimina”, invase i centri etruschi di questo territorio. Moltissimi ruderi di sontuosi edifici termali e ville, sparsi dove correva il primo tracciato della Cassia, testimoniano l’importanza e lo splendore che il luogo dovette raggiungere specialmente all’epoca dell’imperatore Augusto.

Le prime notizie sulla città risalgono al sec. VIII, quando re Desiderio, in lotta contro il Papa Adriano I, invase i numerosi villaggi del territorio viterbese e fortificò l’antica arce etrusca sul colle del Duomo. Nell’anno 1145 ospitò per la prima volta un Papa, Eugenio III; nel 1164 l’imperatore Federico Barbarossa le conferì, per premiarne la fedeltà ghibellina, il titolo di Città; nel 1172 aumentò la propria potenza economica e politica, a seguito della distruzione ed annessione della vicina rivale Ferento, mentre nel 1192 fu elevata a sede vescovile dal Papa Celestino III. La città raggiunse grande importanza nel XIII secolo quando, grazie alla sua posizione strategica sulla consolare Cassia, seppe destreggiarsi abilmente tra il Papato e l’Impero, patteggiando ora per l’uno ora per l’altro.

Con lo Statuto del 1251 la città venne finalmente organizzata in quattro grandi quartieri, S. Lorenzo, S. Sisto, S. Pietro e S. Marco in Sonsa, ed assunse una nuova fisionomia svincolata dal polo del Colle del Duomo e protesa verso l’attuale Piazza Plebiscito, dove nell’area del Prato Cavalluccalo fu costruito il Palazzo dei Consoli e quello del Capitano del Popolo. Si liberò dal giogo dell’Imperatore Federico II°, opponendosi alla potenza militare con il coraggio dei suoi abitanti ed in particolare con il cardinale Raniero Capocci e la straordinaria fede della fanciulla Rosa (Santa Patrona), l’eroina popolare morta diciottenne nel 1251.

I viterbesi conservano per la Santa un immutato sentimento di devozione, che da secoli tocca il culmine nella serata del 3 settembre di ogni anno con il tradizionale trasporto della Macchina di S. Rosa, l’enorme campanile splendente di luce. Nella seconda metà del secolo XIII, quale libero comune in continua ascesa economica e militare, cresciuto in magnificenza e prestigio, si arricchì di nuove chiese, di splendidi palazzi con le tipiche scalate esterne (profferli), di nuove piazze con fontane in peperino (tipico pietra da costruzione), molte a forma di fuso, e divenne uno dei centri religiosi ed economici più importanti d’Italia.

La costruzione della cinta muraria con le alti torri fortificate iniziò nell’anno 1095, al fine di riunire e proteggere i vari borghi sparsi nella zona. Nel 1270 fu completata celermente la costruzione delle alte mura, con la chiusura della Valle di Faul (allora sguarnita) e la costruzione della porta-torre di San Biele, soprattutto a causa delle frequenti lotte con la città di Roma ed i suoi alleati. Papa Alessandro IV la scelse come ultimo rifugio e, dopo la sua morte nel 1261, segui una serie di elezioni papali alcune delle quali sono rimaste memorabili. Nel 1266 si insediò nel nuovo palazzo sul colle del Duomo, papa Clemente IV (eletto a Perugia), che contribuì alla definitiva sconfitta del giovane Corradino di Svevia.

Alla morte del Papa, sul finire dell’anno 1268, prese l’avvio il più lungo periodo di mancata elezione di un successore della storia della Chiesa. In quegli anni la città fu teatro di numerosi avvenimenti, tra cui l’uccisione per vendetta di Enrico di Cornovaglia. Soltanto dopo due anni e nove mesi di trattative, i cardinali, temendo ulteriori disordini da parte dei viterbesi che, stanchi della lunga attesa, chiusero a chiave i prelati (origine della parola “cum-clave”) e scoperchiarono il tetto del Palazzo Papale, si arrivò all’elezione del piacentino Gregorio X (Teobaldo Visconti). Il Papa, nel successivo Concilio di Lione, emanò una serie di decreti che disciplinano ancora oggi le procedure dei conclavi.

Altri Papi eletti in città furono Giovanni XXI, Niccolò III e Martino IV che nell’anno 1281 allontanò la sede papale da Viterbo. Dopo la partenza del Papa, la città passo da una signoria all’altra tra lotte sanguinose e fratricide e dopo numerose ed alterne vicende, venne annessa allo Stato Pontificio. Nel XIV sec. fu costruita nei pressi di Porta Fiorentina, la Rocca Albornoz, centro di potere legato al cardinale Egidio Albornoz, quale punto strategico di confluenza degli afflussi in città.

Particolari privilegi le furono conferiti dal Papa Paolo III che fece costruire numerosi edifici in stile “farnesiano”, si rese promotore di varie iniziative di pubblica utilità ed istituì l’ordine dei Cavalieri del Giglio a difesa del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, di cui Viterbo era la Capitale. Il Medioevo e il Rinascimento sono state, pertanto, le epoche durante la quali maggiormente si sono evolute e modificate la storia e l’urbanistica della città. Il giorno 12 settembre 1870 fu occupata dalle truppe italiane ed annessa alla Nazione. Durante l’ultimo conflitto mondiale, fu gravemente colpita ed in gran parte distrutta dai bombardamenti, poi tenacemente ricostruita fino ad assumere l’aspetto attuale.

Dal 1 gennaio 1927 è stata riconosciuta Capoluogo di Provincia.

Come raggiungere il Comune

Dall’autostrada A1 uscita di Orte o Attigliano, dalla Superstrada E 45 Civitavecchia-Ravenna dalle 3 uscite di Viterbo Nord – Centro e Sud, dalla litoranea Aurelia con deviazione a Montalto di Castro o Tarquinia, da Roma o da Siena tramite la S.S. Cassia.

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