Via Francigena

Santo Stefano di Magra

Santo Stefano di Magra

Santo Stefano di Magra vanta un territorio ricco di architetture storiche, inserite in un suggestivo contesto paesaggistico, che dalle colline dominate da antichi borghi, scende verso il corso del fiume Magra. Santo Stefano di Magra rappresentò una importante tappa lungo la via Francigena, la via peregrinalis per eccellenza verso Roma, la Terrasanta e Compostela. Assieme ai pellegrini giunsero idee, cultura e scambi commerciali e il tracciato viario medievale contribuì così al grande risveglio europeo attorno al Mille. Santo Stefano fu conosciuto anche come importante luogo di mercato a partire dal IX secolo e, con il suo hospitale, fu sicuro rifugio in un territorio spesso infestato dal brigantaggio o dalla tracotanza dei signorotti locali.

Nasce in questo modo la tradizione dell’ospitalità che, in questa terra, ha solide radici ed è una notevole risorsa su cui fare riferimento per ogni iniziativa turistica. Un territorio quindi ricco di architetture storiche inserite in un notevole contesto paesaggistico che, dalle colline dominate da antichi borghi storici, scende verso il corso del fiume Magra, oggi nicchia ecologica di tutto rispetto, da valorizzare e rendere sempre più fruibile.

Storia

Una delle prime testimonianze storiche di Santo Stefano richiama una sua precoce caratteristica mercantile. In un diploma di Ottone II, del 981, è ricordato infatti il “mercatum in plebe Sancti Stephani”, sottoposto alla giurisdizione del Vescovo di Luni. Il borgo era luogo di “passo” per i pellegrini diretti a Roma o a Santiago di Compostela: l’arcivescovo di Canterbury Sigeric, intorno al 990, lo ricorda come “Sce Stephane”.

Il borgo, con il tempo, conosce una maggiore organizzazione sociale, tanto che Federico I Barbarossa, nel luglio del 1185, ne esalta ancora la funzione mercantile. La prima attestazione dell’esistenza della Comunità risale al 12 maggio 1202; nel 1203 i consoli delle terre vescovili, custodi della potenza del Vescovo, pattuiscono con altri Signori la costruzione di nuovi castelli e la designazione di aree concesse agli abitanti del borgo.

Mentre la vicina Sarzana ambiva a diventare il centro egemone della vallata, Santo Stefano accetta, mediante l”antica formula dell”accasamento, la cittadinanza sarzanese, ricevendo in cambio una casa “ante strada Romea, retro Carcandola”, quale residenza simbolica della Comunità. Con questo atto il borgo accettava la politica di espansione della vicina Sarzana, confermando i propri privilegi; acquistava inoltre una certa autonomia impositiva, ricavando entrate maggiori dagli scambi commerciali con le zone limitrofe.

Dopo il 1306, con la pace di Castelnuovo Magra, Santo Stefano seguì le vicende politiche sarzanesi, stipulò patti e convenzioni per l’uso dei mulini, giurò fedeltà a Castruccio Castracani degli Antelminelli, Signore di Lucca. Nel 1484 Santo Stefano fu sotto il dominio del Banco di S. Giorgio e nel 1562 della Repubblica Genovese. Le imprese dei Genovesi erano tutte tese a trarne vantaggi economici e soltanto nella seconda metà del 1600 il borgo si riprese economicamente.

Negli anni 1797-1799, Santo Stefano entrò in rapporto con il governo francese e questo determinò l’introduzione di nuovi sistemi istituzionali. Dopo la Restaurazione, la Liguria passò sotto il dominio sabaudo e nel 1818 fu costituita la Provincia del Levante, con sede a La Spezia: il comune di S. Stefano di Magra entrò a far parte del mandamento di Sarzana. L’effetto dei moti liberali del ‘48 ebbe notevole risonanza in Lunigiana, dove erano sorti governi provvisori locali.

Moti insurrezionali furono organizzati nel settembre 1853, finiti con la scoperta dei vari capi, tra cui Felice Orsini, che furono presto catturati. Tra il 1880-1890 assistiamo ad una forte ripresa demografica che interessa non solo La Spezia, ma tutti i paesi limitrofi, legata sicuramente alle grandi opere dell’arsenale militare e ai lavori per la costruzione della linea ferroviaria Spezia-Parma. Non dimentichiamo la costruzione del canale Lunense, che risultò di notevole importanza per lo sviluppo economico locale; ed ancora la costruzione delle Murella per contrastare le inondazioni del fiume Magra.

Oltre a queste opere, nuove industrie sorsero nella zona affiancandosi a quelle già esistenti, con particolare riferimento a quelle dei refrattari, vetro e materiali lapidei. La politica del Fascismo, che manifestava l’esigenza di trovare nuove aree da destinare all’agricoltura, si fece sentire anche in Val di Magra dove furono effettuati interventi di bonifica su tutto il territorio (nel 1933 nacque il Consorzio di Bonifica ed Irrigazione). Il Consorzio cancellò quasi tutte le aree acquitrinose anche nel comune di Santo Stefano, che cominciò ad accogliere abitazioni e fabbriche per divenire, in breve tempo, l’attuale affollato crocevia di molteplici attività.

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