Via Francigena

Ortonovo

Ortonovo

Ortonovo, in Provincia del La Spezia, è posto tra la costa del Tirreno e i primi contrafforti delle Alpi Apuane. Trae le sue origini dall’antica città di Luni. La sua vicinanza al mare ne caratterizza la vocazione turistica. Il borgo di Ortonovo ha due porte d’accesso. La prima, che si apre sulla piazza della chiesa, è coronata da un arco a tutto sesto ed è affiancata da sedili in muratura. La seconda, anch’essa con arco a tutto sesto, è disposta verso la valle del Parmignola sul percorso proveniente da nord; caratteristico è l’animale dalla lunga coda scolpito nella mensola che sorregge l’imposta dell’arco.

A differenza delle porte di altri borghi medievali, come Caprigliola, Falcinello, Nicola, Trebbiano, tutte impostate dall’arco a sesto acuto, quelle di Ortonovo sono a tutto sesto come nel castello di Moneta, poco distante dal borgo ed appartenente alla stessa signoria lucchese del Guinigi. La torre del Guinigi, attualmente usata come campanile della chiesa parrocchiale, risale ai primi anni ‘400, quando Paolo Guinigi, signore di Lucca, acquistò Ortonovo dai Visconti; si narra che questi vi si recasse con i figli e la moglie, Ilaria del Carretto, per ammirare lo splendido panorama.

La costruzione, di forma circolare, con sporti a mensola molto accentuati per la difesa piombante, è conclusa da un tamburo coronato a calotta, rivestita con squame di ardesia, di aggiunta successiva. La chiesa abbaziale dei santi Lorenzo e Martino fu costruita negli anni 1621-1645 e venne consacrata sei anni più tardi.

L’edificio, fondato sul sito del castello medievale, ha una bella facciata classicheggiante rivolta verso occidente e si apre, come la porta superiore del borgo, sulla piccola piazza fronteggiante la valle. La casa del poeta Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, palazzo della nobile famiglia genovese, al termine di via Belvedere, vide Ceccardo giovanissimo fanciullo.

Il poeta nacque, infatti, a Gemova il 6 gennaio del 1871. Accanto al portone d’ingresso, che conserva ancora lo stemma nobiliare, è posta una lapide in sua memoria. Verso la valle la casa era dipinta all’uso ligure con una finta architettura con busti di statue Il santuario di Nostra Signora del Mirteto (m 302 s.l.m.) sorge su un contrafforte del Monte Boscaccio, molto scosceso verso occidente, che forma una sorta di balcone naturale, affacciato verso la piana di Luni e la bassa valle della Magra.

Sul modesto pianoro panoramico, si trovava un oratorio della confraternita dei Disciplinati. L’edificio, dedicato a Santa Maria, costruito probabilmente sul finire del secolo XV, venne affrescato con scene raffiguranti la Passione di Cristo tratte dalle Laudi che i Disciplinati cantavano durante i loro riti. Il 29 luglio del 1537 giorno di Santa Marta, alcune donne salite all’oratorio per pregare, videro lacrimare sangue la Madonna, raffigurata ai piedi della croce, nell’affresco della Deposizione.

Tre anni dopo, i Priori della Compagnia dei Disciplinati decisero di affidare all’architetto lucchese, Ippolito Marcello, la costruzione di un grande santuario dedicato alla Vergine Addolorata. L’opera venne realizzata fra il 1540 ed il 1566.

Storia

Le origini dell’insediamento risalgono ai secoli XI e XII, quando il territorio era controllato dal Vescovo di Luni. Ortonovo era in quel periodo una delle ville della corte di Iliolo, assieme a Nicola, Casano e Volpiglione. Il nome che richiama la messa a coltura dei terreni collinari, sembra derivare da “Hortus novus”. Già prima del mille il sito era noto come luogo di soggiorno di ricche famiglie lunensi, che vi trovavano asilo per la salubrità dell’aria e per il clima ameno.

Fino al Trecento, Ortonovo rimase alle dipendenze del potere vescovile, nel 1333 giurò fedeltà al Comune di Sarzana, nel 1373 a Bernabò Visconti e, nel 1397, a Gian Galeazzo. Nel secolo seguente fu acquistato dal signore di Lucca, Paolo Guinigi assieme a Carrara, Avenza e Moneta. Nel 1467 i sindaci di Ortonovo giurarono fedeltà alla Signoria di Firenze. Nel 1495 fu venduto al Banco di San Giorgio ed entrò definitivamente nell’orbita genovese.

Nel 1805 con l’annessione della Liguria all’impero napoleonico, iniziarono profonde trasformazioni sociali, politiche ed economiche: l’economia da agricola divenne industriale e commerciale. Il centro di gravità della Lunigiana si spostò da Sarzana alla Spezia. Nella prima metà dell’Ottocento parte del territorio comunale passò nelle mani dell’imprenditore marmifero Carlo Fabbricotti, che lo organizzò in appezzamenti assegnati a mezzadria.

Dopo il crollo dei Fabbricotti, subentrò il pratese Gualtiero Benelli, che acquisì numerose proprietà nella vallata. Fino al secondo dopoguerra, nel territorio comunale erano ancora attivi sei frantoi e cinque mulini, mentre intorno agli anni ’40 si esauriva la produzione di carbone proveniente dai boschi dell’Annunziata. Nel secondo dopoguerra i luoghi attorno ai quali si erano concentrate anticamente l’economia e la vita sociale, vennero assorbiti dallo sviluppo edilizio della piana.

Come raggiungere Ortonovo

In auto: Luni e la Valle del Parmignola sono raggiungibili comodamente utilizzando le uscite autostradali Sarzana, oppure Carrara, dell”autostrada A 12 Genova-Livorno, collegata con la A 15 Parma-La Spezia. Seguendo le strade statali, provenendo da Carrara o da Sarzana, si può utilizzare l”Aurelia n. 1: all”altezza di Piazza Grande, proseguendo verso il mare si raggiungono gli scavi di Luni, mentre verso monte, utilizzando le strade provinciali, si raggiungono i borghi collinari di Nicola e Ortonovo, con le loro frazioni. Da Carrara città, si può percorrere anche la strada collinare per Fontia, che collega Carrara al centro storico di Ortonovo.

In treno: È possibile utilizzare le stazioni ferroviarie di Sarzana e Carrara, oppure quella di Luni, dove però i treni fermano assai raramente (linea Genova-Pisa). Invece, provenendo da Parma, si può usufruire della stazione di S. Stefano Magra. In entrambi i casi, per raggiungere le varie località, sono disponibili anche i mezzi pubblici.

In aereo: Infine, in aereo o elicottero, si può utilizzare l’AEROCLUB di Luni.

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