Via Francigena

Montefiascone

Montefiascone

Montefiascone ha subito nel corso dei secoli l’influenza della Via Francigena che, con il suo potenziale economico e culturale, grazie al grande transito di viaggiatori e pellegrini, ne ha contrassegnato lo sviluppo politico e sociale.

La città di Montefiascone è posta sulla cinta del cratere Volsino, tra il lago di Bolsena e la statale Cassia, a 640 m di altezza. Da questa posizione privilegiata si ha visione di un paesaggio ineguagliabile che va dal mar Tirreno alla Maremma, al lago con le sue bellissime isole Martana e Bisentina, quest’ultima famosa perché ospita oltre alle tombe dei Farnese, anche diverse opere di Antonio da Sangallo il Giovane e del Vignola.

Per tale posizione Montefiascone si caratterizza, fin dalle origini, sia come importante luogo strategico sia per ragioni politico-religiose. Gli Etruschi la consideravano area sacra, forse sede del leggendario Fanum Voltumnae. Le testimonianze principali del periodo romano sono i tratti cospicui ed in buone condizioni della consolare Cassia.

I monumenti di importanza sono il tempio di San Flaviano, di architettura romanico lombarda; la cattedrale di Santa Margherita dedicata alla patrona del paese con la sua maestosa cupola: la Rocca dei Papi, castello Medievale di origini probabilmente etrusche che sorge sulla sommità del colle e molti altri degni di essere visitati.

Nella parte più alta del paese, accanto alla rocca, si trova la cattedrale di Santa Margherita, la cui cupola è fra le più grandi d’Italia. Alla sua costruzione, che ebbe inizio alla fine del XV sec., parteciparono numerosi artisti: un certo Magister Antiquus, Michele Sammicheli e Carlo Fontana (autore della cupola nel 1647).

La facciata, con le due torri campanarie, venne completata, su progetto di Paolo Gazola, nel 1840. Nell’interno, la cripta accoglie le spoglie di Santa Margherita di Antiochia, martirizzata al tempo di Diocleziano. Il vano della chiesa, a pianta ottagonale con sette cappelle, custodisce tra l’altro una statua marmorea di Santa Margherita, un pregevole crocifisso ligneo, una robbiana con Madonna e Bambino, e una pala seicentesca della scuola del Sassoferrato raffigurante il Transito di San Giuseppe.

Più a valle, sul percorso dell’antica Via Francigena, sorge la chiesa di San Flaviano, una delle più belle costruzioni romaniche della Tuscia Viterbese, edificata nell’XI sec. su preesistenti strutture e costituita da due chiese sovrapposte. Nel XIII sec. venne notevolmente rimaneggiata in forme gotiche sotto il pontificato di Urbano IV.
Il portale d’ingresso, sormontato da una loggetta rinascimentale ricoperta nel Settecento, immette nella chiesa inferiore, a tre navate. Da qui si sale al matroneo di stile romanico, con tetto a capriate, che custodisce il tronetto di Urbano IV. Interessanti le tre absidi della chiesa inferiore, disposte ad arco. Nell’ultimo pilastro a destra è scolpito un piccolo ciborio del Duecento.

Nel centro storico, cui si accede dalla settecentesca porta Aldrovandi, si fanno notare il palazzo Comunale, dominato da un massiccio campanile, il palazzo Renzi, il pozzo di Urbano V e la casa in cui visse, intorno al 1750, l’abate letterato Giovan Battista Casti. Una strada panoramica scende fino alle rive del lago di Bolsena, con aree verdi attrezzate e alcuni locali di ritrovo.

Storia

Montefiascone è il Mons Faliscorum (Monte dei Fallisci, popolazione etrusca), che sarebbero approdati in questi luoghi dopo la distruzione dei vari centri dell’ager faliscus ad opera dei romani; ma è anche il “monte del vino” consacrato dalla fama dell”Est! Est!! Est!!!, i cui vigneti ammantano le colline digradanti verso la conca del lago di Bolsena. Il paese (quasi 600 metri di altitudine) occupa uno spazio strategico sul crinale del cratere meridionale dei monti Volsini, percorso dalla consolare Cassia, disegnando una silhouette inconfondibile, con i resti della rocca dei Papi e la possente cupola di Santa Margherita.

La storia è legata ad alcuni pontefici, tra cui Urbano V, considerato il massimo benefattore di Montefiascone: a lui si devono la radicale trasformazione della rocca per ospitare la corte pontificia e il titolo di diocesi. Onori anche a Pio IX, a cui gli abitanti del posto, in occasione della sua visita nel settembre del 1857, dedicarono la costruzione di una porta (Porta Pia). Le due pestilenze, del 1527 e del 1657, insieme a un rovinoso terremoto nel 1695, segnarono il declino di Montefiascone come residenza papale: la Rocca venne abbandonata ed usata come cava di materiale.

Nel 1687, con l’arrivo del cardinale Barbarigo, Montefiascone conobbe un nuovo periodo di gloria. Quest’ultimo infatti trasformò il piccolo seminario, facendolo diventare uno dei massimi centri culturali italiani, dal quale uscirono figure illustri, come Pompeo Frangipane (archeologo), Giuseppe Bianchini (scrittore), Giovan Battista Casti (poeta cesareo), il Sartini (latinista). Il seminario venne dotato di una stupenda e fornitissima biblioteca ancora esistente.

Nel 1719 si celebrarono le nozze tra principessa polacca Clementina Sobieski e Giovanni Stuart, pretendente al trono d’Inghilterra. Nino Bixio, l’11 settembre 1870, volgeva con il suo esercito verso Montefiascone che fu presa senza opporre resistenza. Con la conquista dello Stato Pontificio il paese ritornò alla normalità e la sua storia si confuse in quella più grande del Regno d’Italia.


La leggenda del vino Est! Est!! Est!!!
Correva l’anno 1111 ed Enrico V di Svevia, al cui seguito si trovava il celebre personaggio Giovanni Defuk, si recava a Roma per dirimere, con Papa Pasquale II, l’intrigata questione dell’investitura dei vescovi. In questo lungo viaggio il re passò per Montefiascone con tutta la sua corte e, tra gli altri, Defuk che amava particolarmente il buon vino.

La leggenda vuole che questo singolare personaggio, per soddisfare la sua passione avesse inviato il suo servo Martino in avanscoperta ad assaggiare i migliori nettari d’uva. Questi trovando un vino veramente degno di nota avrebbe dovuto segnalarlo attraverso la locuzione “Est!” che nel codice stabilito tra i due, stava a significare “c’è del buon vino”. Arrivato a Montefiascone, il servo Martino assaggiò un vino talmente buono che per sottolineare la sua qualità superiore, lasciò scritto sulla porta della locande non “Est!”, bensì “Est, Est, Est!”. Per questo motivo il nobile Defuk prolungò la sua permanenza a Montefiascone e bevve tanto vino che ne morì. Venne sepolto nella chiesa di San Flaviano ove ancora oggi è visibile la sua tomba.

I cittadini di Montefiascone, in sua memoria, ogni anno durante la Fiera del Vino (Agosto) vivono le gesta del nobile Defuk, organizzando le sfilate di un corteo storico con dame e cavalieri in costume, dalla Rocca dei Papi (punto più alto del paese) sino alla Chiesa di San Flaviano, versando, al termine della messa, un barile del famoso moscatello.

Come raggiungere il Comune
La principale via d’accesso alla cittadina è costituita dalla S.S. 2 Cassia, che ne attraversa l’abitato.
Da Roma, via Cassia fino al km 98.
Dall’autostrada del Sole, uscita al casello di Orvieto.
Montefiascone è collegato al casello autostradale e al nodo ferroviario di Orvieto mediante la S.S. 316 Umbro-Casentinese, km. 22.
Ai piedi del colle Falisco, nella più grande delle sue frazioni è localizzata la stazione ferroviaria di Zepponami, sulla tratta Orte-Attigliano-Viterbo.

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