Via Francigena

Licciana Nardi

Licciana Nardi

Licciana Nardi è nota per i castelli ed i borghi caratteristici, la sua bella chiesa e l’antico castello. Licciana Nardi è ubicata nella valle solcata dal Taverone, nella parte di Lunigiana, tra il crinale appenninico e il territorio di Podenzana, che la separa dalla Liguria. Una posizione geografica strategica e suggestiva, posta entro la profonda gola scavata dal fiume, in cui si racchiude la storia dei tanti piccoli borghi che, riunificati nel corso degli anni, hanno portato alla creazione di un unico comune: Licciana Nardi.

La città si è sviluppata attorno ad un nucleo originario, ben delimitato dall’ampio giro di mura bastionate, ancora visibili. Il territorio comunale si estende per una superficie di 55,96 kmq, ed il paesaggio collinare di Licciana è circondato dal verde dei vigneti e degli ulivi. Da notare, all’interno della città, la chiesa parrocchiale, completata nel 1705 dal marchese Giacomo III, al cui interno si trovano: un bassorilievo marmoreo del sec. XVI e il quadro della “Visitazione” attribuito a Domenico Fiasella (1588-1669). L’arco che collega la chiesa al castello fu costruito alla fine del ‘700 dalla marchesa Amadea Malaspina Montecuccoli per poter seguire le cerimonie religiose senza uscire di casa.

Al centro della piazza principale si trova l’urna di Anacarsi Nardi, eroe del Risorgimento, morto a Vallone di Rovito (provincia di Cosenza), con i fratelli, il 25 luglio 1844. Il monumento, opera dello scultore spezzino Angelo Del Santo fu inaugurato il 25 luglio 1919. Nel 1933, a Licciana, venne aggiunto il “cognome” Nardi. Nel 1998, l’Amministrazione Comunale ha completato il restauro del palazzo “Ferrari”, adibendolo a sede dell’’Ufficio Tecnico e Ufficio Cultura. Dal centro di Licciana ha inizio la strada per Bastia, verso Fivizzana, che raggiunge il possente castello di Bastia. La costruzione della fortezza risale al 1300 ca. per le forme della parte più antica del monumento, costituita dal maschio centrale e dalle 4 torri rotonde agli angoli.

Storia

Lizana vel Sancte Valeriani è questo il primitivo nome del paese. Quanta acqua del Taverone è passata sotto il ponte vecchio, quando un anonimo amanuense lo annotava su un polveroso registro dell’archivio capitolare di Luni! Infatti, la prima documentazione storica su Licciana si trova nei registri delle decime, conservati presso l’Archivio capitolare di Sarzana.

All’anno 1255 viene registrato il toponimo “Lizana vel Sancte Valeriani”. San Valeriano era la primitiva chiesa del paese, situata, probabilmente, sul luogo in cui si trova quella attuale, presso il torrente Taverone (per i romani Sirancus poi Taucione), ove esistono dei vecchi ruderi. Lizana è invece un toponimo di origine romana, deriva da Licius o Elicius.

La posizione topografica costituiva invece il futuro capoluogo della valle del Taverone; era, infatti, il luogo più adatto per un posto di guardia e per la riscossione dei pedaggi su una strada di grande comunicazione attraverso il passo di Linari. I Malaspina, che ne erano venuti in possesso dopo la signoria dei Moregnano, vi tennero una rocca. Sul lato opposto del fiume fu edificato un castelletto, tuttora esistente, noto come “Castello del Piano. Il borgo era, poi, difeso da un’alta torre, chiamata Del Conte.

Licciana, insieme al castello di Panicate, fu assegnata, nel 1275, al marchese Francesco d’Olivola, e da questi data in pegno ai marchesi di Villafranca. Nel 1355 la città, per privilegio imperiale, appare in un’unica signoria del marchesato di Villafranca. Nel 1416, in seguito alla uccisione di Odorico Biassa, provicario genovese della Spezia, Licciana e Panicale furono presi e smantellati per ordine della Repubblica di Genova.

Liberata da questa prima occupazione genovese, Licciana appare tra i castelli appartenenti al marchese Fioramonte di Virgolettta, occupati con le armi da Galeotto e Lodovico Campo Fregoso nel 1449. Licciana, dopo diversi tentativi di insurrezione contro i Campo-Fregoso, nel 1456 fu unita alle proprietà di Lionello d’Este, e poi restituta a Fioramonte.

Nel 1500, costituitosi per divisione da Villafranca, il marchesato di Monti, sotto Giovanni Spinetta, Licciana e Panicale ne fecero parte e,alla morte di questi, nel 1535, i detti castelli furono eretti a feudo separato sotto Jacopo I, il quale trasformò l’antica rocca in residenza signorile; le tracce di questo restauro sono visibili nel lato prospiciente la chiesa parrocchiale.
Il figlio Alfonso (1573-1608) che guidò il feudo insieme al fratello Cornelio, costruì la foresteria, oggi sede del Comune. Nel 1797, con l’invasione francese, il feudo venne soppresso.

Il paese assunse l’attuale aspetto tra 700 e 800; sappiamo, infatti, da una lettera del Governatore di Fivizzano Baldassare Sozzifante che, a metà del sec. XVII, il borgo era isolato dal Castello.

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