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Hône

Hône

All’imbocco della Valle di Champorcher, Hône è diviso in tre zone differenti: il capoluogo sul fondovalle pianeggiante, il pendio soleggiato dell’ “adret” con versanti terrazzati e villaggi e l’esteso versante boscato dell’ envers”, aspro e selvaggio. Il comune di Hône si sviluppa in parte sulla piana alla destra orografica della Dora Baltea ai piedi del Forte di Bard, in parte sul conoide alluvionale del torrente Ayasse, mentre la porzione restante del territorio, interessa i due ripidi versanti all’imbocco della Valle di Champorcher. I confini costituiti da Bard ad est, Donnas a sud, Pontboset ad ovest ed Arnad a nord delineano il perimetro di un quadrilatero.

Il territorio comunale può essere diviso in tre zone, differenti per morfologia, altitudine ed esposizione al sole: un fondovalle pianeggiante di origine alluvionale, ampia zona fertile e coltivata, terrazzi e pendici dell’adret verso sud, in corrispondenza dell’antico alveo del ghiacciaio che scendeva da Champorcher e la montagna selvaggia dell’Envers, che si estende per oltre 600 ettari, dove la radiazione solare è piuttosto ridotta, trovandosi su un versante rivolto esclusivamente a nord. Esistono varie ipotesi inerenti l’origine del nome.

Alcuni accostano il significato dei toponimi che terminano in “ona”, “one” o “onno” ed onna, che significa acqua o luogo dove c’è molta acqua o scorre acqua. Secondo un’altra corrente, invece, il nome di Hône è collegato al latino alnus, alno, ontano. Su un giornalino parrocchiale degli anni ’30, invece, Hône si fa derivare da “Ona”, che significherebbe “convento fortificato”; si tratta, comunque, di un’ipotesi priva di fondamento. Il capoluogo è diviso nei vari nuclei storici, oggi integrati da loro: Vareynaz, La Clévaz, La Dianne, Courtalès, La Ruine, Le Bois – Vuillermoz, Clos – Marquet, La Guìa e Le Ronc.

I primi insediamenti risalgono alla tarda Età del Bronzo e all’Età del Ferro, come dimostrano le tracce di alcuni siti primitivi. L’ottocentesca chiesa di San Giorgio costituisce il gioiello del paese. L’immagine del santo è presente nel nuovo stemma comunale, dove è raffigurata anche l’arme dei Conti Marelli, che a lungo governarono la zona. La vocazione metallurgica di Hône ha radici molto antiche: i documenti storici ci informano che fin da 1356 le acque del torrente Ayasse erano utilizzate per il funzionamento di piccole fonderie.

A cavallo fra il Seicento ed il Settecento vennero installate numerose fucine protoindustriali per la lavorazione del minerale ferroso. Lo sviluppo industriale vero e proprio prese avvio agli inizi del ‘900, con la costruzione della “fabbrica dei chiodi”, impiegati fra l’altro per confezionare le calzature dei soldati durante la guerra del ’15-’18.

Le risorse agricole mantengono un’importanza non secondaria per l’economia locale e la conservazione del territorio. Dal capoluogo di Hône iniziano vari itinerari che si addentrano nei boschi e arrivano in punti panoramici di notevole interesse.

Storia

Le abitazioni primitive sotto le rocce, massi coppellati e tracce di sentieri alpestri preistorici fanno presupporre che il territorio fosse abitato sin dalla tarda età del Bronzo e dall’età del Ferro (900 – 100 a.C.). Recenti indagini storiche sembrano avvalorare alcune ipotesi sulla presenza romana.

Nel Medioevo i signori di Bard avevano il controllo sul villaggio, che nel 1242 fu diviso in due zone, assegnate ai Savoia e ai signori di Pont-Saint-Martin.
Nel 1592 il duca di Savoia consegnò la sua parte ai nobili Bruyset e nel 1684 al conte Giovanni Pietro Marelli, sovrintendente generale alle armi dello Stato sabaudo. Nel 1689 fece costruire un grande palazzo, definito château à la moderne, di fronte alla chiesa di San Giorgio. I Marelli furono ricordati per la capacità di amministrare, le elargizioni e la partecipazione alle spese di ricostruzione del campanile e della chiesa.
Il casato dei signori di Pont-Saint-Martin si estinse nel 1737 e la parte di Hône su cui governavano passò alla Corona e poi ai nobili Gippa.

Negli ultimi tre secoli ad Hône, oltre all’attività agricola, si è sviluppata quella legata alla metallurgia, con la diffusione di fonderie e vecchie fucine e, in seguito, di industrie metallurgiche. Una delle più note è la “Fabrique des clous”, Fabbrica dei Chiodi, fondata dall’imprenditore svizzero Giacomo Gossweiler nel 1902.

Vi sono numerose testimonianze inerenti le tecniche agricole del passato, come i rus, lunghi canali di irrigazione costruiti per favorire la coltura sull’arido versante a solatìo. Tutt’oggi è in funzione il rus de la Châteigne del XV sec., che parte da Pontboset, attraversa la fascia collinare dell’adret sino alla frazione di Champcorcher. Le cappelle e gli oratori sparsi sul territorio risalgono al 1600 e 1700; il solido campanile fu ricostruito in stile romanico nella prima metà del ‘700, mentre alla fine del secolo fu ristrutturato il vecchio ponte medievale.
Le fortificazioni militari
Dopo la guerra di successione spagnola, alla fine del XVII sec., il duca di Savoia fece costruire molti luoghi fortificati. Nel versante di Hône rivolto verso nord si trova una mulattiera panoramica che porta ai villaggi di Pourcil e agli alpeggi a monte: militarmente era un punto strategico, per la vista sul Forte di Bard. Per questo motivo vennero costruite tre serie di fortificazioni a La Lienta, Lisahon e Pontollet, nei pressi della mulattiera. Sul lato opposto, a monte del villaggio di Courtil, furono eretti degli edifici difensivi per fronteggiare gli attacchi francesi. Fu poi realizzata una strada diretta verso i due villaggi di Biel e Courtil, per permettere il transito dei carri che avrebbero portato l’artiglieria al Col de Courtil e alla Serra di Biel.
Lo stemma
Nel nuovo stemma comunale è sintetizzata la storia di Hône: sono raffigurati San Giorgio martire, al quale è dedicata la chiesa parrocchiale, le figure araldiche dei Conti Marelli, c a lungo hanno governato il territorio e il marchio della “Fabbrica dei Chiodi”.

 

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