Via Francigena

Castiglione d'Orcia

Castiglione d'Orcia

Castiglione d’Orcia è uno dei comuni più grandi della provincia di Siena. Il borgo medievale è caratterizzato da strette e ripide viuzze e racchiude la seicentesca piazza e la chiesa romanica di Santa Maria Maddalena.Castiglione d’Orcia conserva, per buona parte, l’immagine che doveva avere nel medioevo, soprattutto nel nucleo di abitazioni centrali; delle mura che lo cingevano, rimane, invece, attualmente, solo una porta in pietra ad arco, l’unica delle antiche quattro porte che ancora esistevano nel Settecento.

Il centro del paese, con le vecchie stradine lastricate, è suggestivo soprattutto per la Piazza “Il Vecchietta”, dedicata a Lorenzo di Pietro (1412-1480), detto il Vecchietta, pittore, scultore ed architetto. Al centro della piazza, tutta in pendio, compare una bella fonte in travertino del 1618. Di fronte vediamo il Palazzo Comunale, al cui interno è conservato un affresco di scuola senese (“Madonna con Bambino e due Santi”) proveniente da Rocca d’Orcia.
La passeggiata all’interno di Castiglione non può escludere la splendida chiesa romanica di S. Maria Maddalena, da poco restaurata. La facciata è del Duecento, l’abside è di un secolo più antica.
 
La chiesa dei Santi Stefano e Degna è stata il più importante edificio religioso di Castiglione per la ricchezza delle opere d’arte contenute. La facciata è del Cinquecento, all’interno vi erano tra l’altro una Madonna col Bambino (posteriore al 1320) di Simone Martini e un’altra Madonna col Bambino di Pietro Lorenzetti. Queste e altre sono attualmente conservate presso la Soprintendenza di Siena. Restaurate, dovranno formare il nucleo di un Museo locale d’arte antica.
In posizione più elevata rispetto al borgo medievale, rimangono i ruderi della Rocca Aldobrandesca, costituiti da tratti di mura, con pietre squadrate, che verso sud si presentano come un’imponente bastionata poligonale, da dove si gode una veduta panoramica sull’Amiata e la Val d’Orcia; più in basso, a sovrastare il borgo da circa trenta metri di altezza, si trova una spianata, oggi trasformata in parco, che sui lati est e nord è cinto da mura in buona parte, però, ricostruite; qui rimangono resti del cassero e del Palazzo Riario.
 
(Testo tratto da “Luoghi d’Italia – Castiglione d’Orcia”)
 
Storia

Nel quadro storico del popolamento antico della Val d’Orcia, i primi insediamenti risalgono, probabilmente, all’età dei metalli, e pare siano stati costituiti da piccoli villaggi, presumibilmente dediti ad agricoltura e pastorizia, come testimoniano gli oggetti in bronzo, rinvenuti nella zona di Campiglia d’Orcia e che indicano l’esistenza di traffici di minerali tra la zona di estrazione (Colline Metallifere) e la costa adriatica. Informazioni preziose ci derivano dagli scavi effettuati nel Riparo Cervini, al Vivo d’Orcia, a 763 m . I materiali recuperati in questo ”sito montano”, (in totale 8338 reperti), hanno consentito di attestare la presenza di insediamenti anteriori all’Età dei Metalli.

Per i secoli successivi, e fino al periodo ellenistico (IV-I secolo a.C.), non si hanno dati che documentino se la zona sia stata abitata, anche se il rinvenimento nelle vicinanze del comune di una quindicina di tombe etrusche di epoca ellenistica, ha portato a supporre che il centro abitato risalga a tale periodo. I ritrovamenti più cospicui appartengono, comunque, all’età romana e consistono in tre necropoli nei pressi di Castiglione e Campiglia e nei resti di un edificio termale in località Bagni San Filippo. È necessario, tuttavia, risalire al 714 per trovare le prime notizie certe che riguardano l’abitato di Castiglione. Negli atti di una controversia fra i vescovi di Siena ed Arezzo si menziona la pieve di San Felice, che era l’antica chiesa del paese ed una delle più antiche della diocesi di Chiusi, risalente, con tutta probabilità, al periodo tardo imperiale romano.

Il paese di Castiglione assunse maggiore importanza e sviluppo in epoca longobarda, grazie alla sua posizione geografica dominante su un lungo tratto della Via Francigena. Dopo l’invasione longobarda, infatti, l’antico tracciato romano della via Cassia venne deviato a partire dal lago di Bolsena, piegando ad ovest verso Acquapendente; già a partire dall’VII secolo, in seguito alla fondazione dell’Abbazia di San Salvatore sul monte Amiata e all’estendersi dell’autorità di questa su un vasto territorio, il nuovo tracciato venne consolidato e assunse i caratteri di un”importante via di transito, fino a diventare con la dominazione franca una grande strada di comunicazione, che collegava il nord Italia a Roma. Da quell’epoca, Castiglione assunse il nome odierno dal latino Castrum, che si ritrova inizialmente unito all’antica denominazione di Petra (come riportato nei Registri Vaticani delle decime del 1274 dove compare il toponimo Petra Casillionis) e, successivamente, da solo.

Dagli Aldobrandeschi al Granducato Mediceo
Il castello che venne costruito a difesa della via Francigena e tutti i relativi possedimenti terrieri rimasero proprietà della famiglia longobarda dei conti Aldobrandeschi fino al 1094, quando una parte della proprietà venne donata all’Abbazia di San Salvatore.

Nella metà del XIII secolo, gli Aldobrandeschi, e dunque Castiglione, si sottomisero alla Repubblica di Siena. Il paese si costituì Comune nel 1252, con un giuramento di fedeltà a Siena, e fu coinvolto nella lotta tra Guelfi e Ghibellini che culminò nel 1277 nell’assedio di Castiglione da parte dei Guelfi senesi, affiancati da Lucca, Firenze e Pistoia, che tentavano di catturare i Ghibellini sconfitti rifugiatisi a Castiglione dopo la fuga da Siena. Dopo 40 giorni di assedio i Castiglionesi sbaragliarono le forze guelfe e decapitarono il loro capitano, Ridolfo Orlandini. Questo episodio eccrebbe l’importanza di Castiglione come punto strategico del territorio senese e, nel 1309, il Comune di Siena decise di rafforzare il cassero del castello, innalzandone le mura a sue spese.

Durante il dominio senese il Comune di Castiglione godette di larga autonomia. Non meraviglia, perciò, trovarlo protagonista di uno dei fatti più clamorosi dell’epoca: nel 1328, circa 200 castiglionesi irruppero nel monastero camaldolese del Vivo dove devastarono i campi, incendiarono un edificio, rubarono vesti, utensili e animali ma, fatto ancor più grave, sfondarono la chiesa interrompendo la celebrazione della messa e minacciando di morte il sacerdote. Il Papa minacciò, allora, la scomunica, che divenne inevitabile quando i Castiglionesi cacciarono l’inviato del pontefice a bastonate.

Nel 1368, Castiglione venne donato da Siena alla famiglia Salimbeni che già deteneva la vicina Rocca a Tintinnano, e soltanto dopo il definitivo crollo dei Salimbeni, nel 1419, il castello tornò stabilmente sotto il dominio senese. A partire dal 1467, Siena provvide a restaurare il cassero e nel 1471 fu costruita una cinta di mura esterna con quattro porte di accesso. Quando Siena si trovò legata a Carlo V, Castiglione tentò di opporsi rifiutandosi di accogliere l’Imperatore e le sue truppe che transitavano per la Val d’Orcia nel 1536, ma venne poi occupato dall’esercito imperiale quando nel 1552 Siena entrò in guerra contro l’Impero.

La guerra si concluse con la sconfitta di Siena e la sua annessione al Granducato di Cosimo dei Medici. Nel 1605 Cosimo II concesse Castiglione in feudo al marchese Ferdinando Riano di Bologna e quando la famiglia Riario si estinse, nel 1676, Castiglione ritornò tra le terre dello stato. Nel 1775, il granduca Pietro Leopoldo, figlio dell’imperatrice Maria Teresa e in seguito anch’egli imperatore del Sacro Romano Impero, si recò in visita nel senese e nelle Relazioni sul governo della Toscana, riportò le seguenti osservazioni: “…In tutta la Valle d”Orcia che si vede, vi sono molte case e poderi ma tutti mezzi scoltivati perché sono troppo grandi, ma vi è molto bestiame”.

In seguito a questo viaggio, si rafforzò nel granduca la convinzione che fosse giunto il momento di intervenire. Ciò avvenne nel 1777 con uno degli interventi leopoldini più incisivi e storicamente durevoli. L’antico Stato senese subì una radicale trasformazione delle sue istituzioni comunali di origine medievale. I numerosi centri abitati della zona, spopolati da una crisi secolare, vennero unificati in pochi e grandi comuni. Nella zona di Castiglione d”Orcia cominciò allora a prender forma il territorio dell”attuale comune: nel 1777 vennero annessi a Castiglione i territori dei comuni di Rocca, Briccole, Spedaletto, Rimbecca, Geta, Ripa a Musone, Poggio Trecerchi, Poggio d’Orcia e Vivo.

Si era avviato un processo importante che portò a decidere un unico governo per tutti i centri riuniti nel Comune di Castiglione e che fino ad allora, pur cosi vicini, avevano mantenuto patrimoni separati e cariche distinte e diverse. Il processo si concluse nel 1867 con l’annessione dei territori di Campiglia d’Orcia, Bagni San Filippo e Caselle del Vivo, precedentemente appartenenti ad Abbadia San Salvatore, quando il comune di Castiglione assunse definitivamente la fisionomia attuale.

(Testo tratto da: “Luoghi d’Italia – Castiglione d’Orcia”)

Per raggiungere il Comune
In auto: dalla A1/E35 uscire a Chiusi – Chianciano Terme e proseguire sulla S146 in direzione San Quirico d’Orcia. Da San Quirico proseguire sulla SS 2 Via Cassia in direzione Sud e girare sulla SS 323 verso Castiglione d’Orcia.
 
 

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