Via Francigena

In pellegrinaggio alla ricerca di se stessa, trova l’amore della sua vita

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Redazione AEVF

Fin dall’antichità i grandi pellegrinaggi, dalla Via Francigena a San Giacomo de Compostela, richiamano i credenti e non solo. Molti si mettono in viaggio spinti da motivi religiosi, c’è chi lo fa per mettersi in gioco, chi per smaltire delusioni della vita. E c’è anche chi lungo il cammino trova l’amore.

E’ quanto è accaduto a Sabrina e Giovanni, due giovani viandanti partiti dalla campagna biellese e dalla Brianza, i cui passi sono stati uniti dal destino. Due ragazzi che, ognuno per conto proprio, decisero nell’agosto del 2013 di partire sulla Via Francigena, antica via di pellegrinaggio che dal Medioevo conduce a Roma.

Con uno zaino pieno di sogni, delusioni passate e speranze, la 29enneSabrina Bergamo si mise in cammino partendo dal suo paese, Borriana, attraversando i luoghi della sua infanzia per cercare una nuova via per il suo futuro, personale e lavorativo. Da un anno, infatti, si era separata dopo un matrimonio nato e vissuto male e con il relativo carico di dolore e rabbia da smaltire. Le prime due settimane le trascorse quasi da sola, avendo tempo di riflettere molto a contatto con se stessa e immersa in una natura rigogliosa: le colline biellesi, le risaie, la pianura, il grande fiume Po, gli Appennini, il mare, le campagne. Anche se allenata a camminare in quanto guida escursionistica ambientale, i 20/30 km al giorno da percorrere tra le tappe e, soprattutto, la stanchezza mentale, le fece pensare molte volte di mollare e tornare a casa. «Ma dopo i primi giorni si entra in un particolare stato di grazia e tutto diventa lento, vissuto pienamente e diviene naturale proseguire», ha raccontato la giovane che ricorda quel pellegrinaggio come una delle esperienze più importanti della sua vita.

Sugli stessi sentieri camminava in quei giorni il brinazolo GiovanniCarrara, 34 anni, originario di Bellusco, residente a Cornate d’Adda (MB), che partì da Lucca diretto anch’egli a Roma: anche se assiduo frequentatore di montagne, per Carrara, volto noto a Busnago dove  è impiegato presso l’ufficio postale, era alla prima esperienza di pellegrinaggio. «I motivi che mi hanno spinto a partire – spiega il 34enne – erano la ricerca di una dimensione spirituale e la necessità di ritrovarmi immerso nella natura per poter riflettere e superare alcune sofferenze del passato».

La magia del loro incontro è una storia che colpisce: Sabrina si era fermata per un giorno a riposare mentre Giovanni si era perso nella campagna, cosicché entrambi, stravolgendo i propri piani, si ritrovarono al confine tra Toscana e Lazio nella suggestiva Rocca di Radicofani. L’indomani partirono insieme alla volta di Roma per l’ultimo tratto di cammino, avendo modo così di conoscersi a fondo e di condividere la fantastica esperienza di arrivare in Piazza San Pietro mano nella mano proprio il giorno dell’udienza di Papa Francesco.

Una volta tornati a casa, entrambi capirono che avevano trovato qualcosa di veramente speciale: prima di tutto se stessi e poi anche un nuovo amore.

«Il cammino crea “dipendenza”, di quelle buone che ti fanno sognare, superare le difficoltà, mettersi alla prova con se stessi, darsi obiettivi e costruire nuove e profonde amicizie», hanno raccontato i due ragazzi che, infatti, un anno dopo decisero di ripartire, questa volta in due, per una nuova meta, il Cammino di Santiago: centinaia di chilometri alla scoperta del nord della Spagna arrivando insieme a Santiago de Compostela e tornando a casa con la decisione di andare a vivere insieme. E così Sabrina si è trasferita a Cornate d’Adda.

Il loro obiettivo più grande ora è di arrivare anche alla terza e più importante meta di pellegrinaggio: Gerusalemme. Per fare ciò questa estate ripartiranno da Roma sulla Via Francigena del Sud fino a Brindisi, antico imbarco per la Terrasanta, e da lì un giorno ripartire. Magari in tre.

Fonte: Provincia di Biella