Via Francigena

La grande bellezza della Via Francigena. Migliaia di pellegrini attirati dal cammino europeo.

Redazione AEVF
Redazione AEVF

Chi sono i viandanti in cammino sull’itinerario della Francigena? Cosa cercano? Come sta funzionando il sistema dell’accoglienza lungo il percorso? La Via Francigena si trova oggi al centro di una grande rinascita culturale.

Il 20 novembre si è chiuso il Giubileo della “Misericordia” e volge al termine l’anno nazionale italiano dedicato ai “cammini”. Il 2016 ha sicuramente dato una grande visibilità a tutta la rete dei cammini facendo brillare ancor di più la Via Francigena, la quale si inserisce all’interno del programma degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa.  Oggi parlare di Francigena significa riferirsi ad un progetto lungimirante che sta generando nei territori una grande opportunità di sviluppo: sociale, culturale, economico e legato al turismo sostenibile.

Il numero dei pellegrini e viandanti è in forte aumento, come dimostrano il numero di credenziali distribuite dall’Associazione Europea delle Vie Francigene (oltre 10.000), l’accesso al portale per scaricare le mappe, la vendita delle nuove guide con il percorso principale, l’aumento dei pernottamenti nei luoghi di sosta. La stima di coloro che hanno camminato sulla Via Francigena nel 2016, almeno per qualche giorno, è di circa 40.000.

IDENTIKIT DEL VIANDANTE. CHI SI METTE IN CAMMINO SULLA VIA FRANCIGENA. Dai dati che AEVF oggi dispone, si possono evidenziare alcuni elementi riguardo la provenienza, motivazione, destinazione, aree maggiormente frequentate.

La metà dei camminatori proviene dall’Italia, a testimonianza di come il turismo green e slow sia diventato una tendenza positiva che coinvolge tutte le generazioni: principalmente per motivi di salute e benessere, culturali, per ritrovarsi e per ricercare un “proprio cammino”, per scoprire un’Europa minore fatta di centinaia di borghi e realtà autentiche. Poco più della metà sono uomini. Molte persone si mettono in cammino in solitaria o in piccoli gruppi. Tante sono le donne che decidono di partire sulla Via Francigena da sole, anche per la motivazione che si tratta di un cammino abbastanza sicuro che si può affrontare con una certa tranquillità.

Si tratta di persone di media ed elevata cultura, ben disposte verso un cammino che può riservare imprevisti ma che sempre è in grado di regalare emozioni, autenticità e calore umano. Mediamente sono persone molto curiose di scoprire, conoscere o approfondire le culture locali. Si tratta di un percorso che induce alla riflessione ed alla condivisione, ma anche alla tolleranza ed al dialogo verso chi ci sta intorno e la natura, spesso talmente affascinante da sovrastarci. Tra le motivazioni principali e ricorrenti ci sono quelle della ricerca personale, spiritualità, sfida con sé stessi, oppure legate al semplice “voler star bene”, godendosi un viaggio che ci avvicina alle persone, tradizioni locali, natura ed i prodotti tipici del territorio. La motivazione legata alla religione rappresenta circa il 15%.

La fascia maggiormente presenze è quella dai 40 ai 60 anni, cosi come quella over 65. Il dato induce a riflettere sul fatto che questa categoria dispone di uno dei valori più importanti e preziosi della nostra socità, e cioè il tempo, cosi come un buono stato di salute fisica ed una certa disponibilità economica. In aumento il numero di giovani, anche under 18. Il tempo di percorrenza medio sul cammino varia da 7 giorni a due settimane. Da sottolineare che negli ultimi 3 anni oltre la metà dei camminatori sulla Via Francigena sceglie il tratto toscano come “destinazione”, in quanto maggiormente strutturato con accoglienza, segnaletica, percorso in sicurezza. Questo significa che un pellegrino su due oggi cammina lungo i 380km di percorso in Toscana, senza arrivare a Roma. Se nei prossimi anni seguiranno investimenti adeguati (dall’infrastruttura alla promozione) lungo tutto il percorso, dall’Inghilterra all’Italia, sicuramente si potrà immaginare lo stesso successo in Champagne-Ardenne o Nord-Pas-de-Calais, oppure in Valle d’Aosta, Piemonte o Lazio tanto per fare alcuni esempi.

Quali sono le principali città scelte per la partenza? Losanna, Pavia, Fidenza, Lucca, Siena. Si tratta di località simboliche o facile da raggiungere, anche per quanto riguarda il trasporto delle biciclette in treno.

La Via Francigena comincia ad essere conosciuta anche fuori dall’Italia. La dimensione europea del cammino, che coinvolge anche Svizzera (cantoni Vallese e Vaud), Francia (Bourgogne-Franche-Comté, Grand Est e Nord-Pas-De-Calais) e Inghilterra (Kent), così come il riflesso del cammino spagnolo di Santiago, sta aumentando la popolarità dell’itinerario francigeno. Oggi lungo i 1.800km di percorso capita spesso di incontrare pellegrini europei, ma anche provenienti dal Brasile o sud America, Canada o Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda oppure Asia, come Giappone e Corea del Sud. Lo stesso vale lungo la Via Francigena nel Sud, itinerario che da Roma prosegue in direzione Santa Maria di Leuca sul quale già oggi camminano pellegrini. Occorre sottolineare che tale percorso è in attesa della certificazione ad itinerario culturale europeo, cerificazione finale che, dopo il parere favorevole del Consiglio d’Europa, spetta all’AEVF. Oggi la Via Francigena nel Sud non presenta ancora una fruibilità completa e infrastrutturazione costante, ma regioni del Sud, comuni e associazioni stanno lavorando fortemente in questa direzione.

Da segnalare l’aumento dei cicloturisti, oggi il numero oscilla tra il 15 e 20%. Un fenomeno in grande crescita, anche grazie all’importante lavoro di segnalazione “leggera” che è stata fatta su tutta la ciclovia nel tratto italiano nei mesi scorsi: il percorso ciclabile della Via Francigena è stato tracciato da SloWays in collaborazione con Slow Travel Network e l’Associazione Europea delle Vie Francigene

LA COMUNICAZIONE E LA PROMOZIONE. L’attenzione mediatica intorno alla Via Francigena è in grande aumento. Basta leggere gli accessi dal portale che nel 2016 andrà a superare un milione di visitatori. All’interno di esso si trovano le informazioni sul percorso, ospitalità, eventi. E’stata creata una rete di strutture private Visit Via Francigena che mette in rete duecento soggetti. La comunicazione poi avviene attraverso al rivista semestrale Via Francigena and the European Cultural Routes, il festival europeo Via Francigena Collective Project (oltre 700 eventi in rete nel 2016) e, soprattutto, grazie alle centinaia di iniziative che a livello locale si svolgono sulla Via Francigena lungo tutto l’asse europeo, declinate in ambito spirituale, culturale, turistico, sportivo, gastronomico. Importante anche l’eco che corre sulle frequenze web della Radio Francigena, strumento molto popolare in grado di attirare target eterogenei verso i cammini.

Un caso emblematico che sottolinea il livello di interesse intorno al cammino è il bel film-documentario “I volti della Via Francigena”, realizzato dal regista-pellegrino Fabio Dipinto. Il film, patrocinato dall’Associazione Europea delle Vie Francigene e sostenuto attraverso un’azione di crowfunding, è oggi nelle principale sale cinematografiche italiane e sta riscuotendo grande successo di pubblico e di critica.

Da sottolineare, in termini di supporto alla popolarità della Via a livello internazionale, gli importanti articoli usciti sul New York Times in settembre e sulla CNN in ottobre, cosi come il film-documentario della TVsud coreana in corso di montaggio.

L’ACCOGLIENZA. Non è possibile parlare di sviluppo della Via Francigena senza una adeguata accoglienza pellegrina, talvolta anche spartana. Accogliere un viandante significa conoscere il mondo che ruota intorno al cammino, ai suoi valori, ideali e bisogni. Spesso basta poco per aprire la porta ad un pellegrino, qualsiasi sia la motivazione che lo ha messo in viaggio: un sorriso, una doccia con acqua calda, un letto e un pasto condiviso. Il 2015-2016 ha visto il forte incremento di strutture per escursionisti lungo la Via Francigena, molte inaugurate in Toscana che ha inserito l’implementazione della ricettività pellegrina all’interno delle politiche di sviluppo territoriale. Un esempio significativo sui numeri e l’accoglienza di queste strutture: l’ostello di Gambassi Terme nel 2016 ha registrato circa 5.000 camminatori transitati con la credenziale. Ottimo il rapporto qualità-prezzo: costo 12€, colazione 3€, cena 8€. Nel comune di Gambassi sono comunque diverse le strutture ricettive, come B&B, case private o alberghi, che ospitano i pellegrini a tariffe agevolate offrendo un confort maggiore.

Questo è un altro dei temi che emerge dall’indagine sui fruitori della Via Francigena. Circa un viandante su tre preferisce dormire in strutture in grado di offrire maggiori servizi rispetto all’ostello. Anche in questo caso, è fondamentale il senso dell’accoglienza che viene offerto verso la tipologia del “turigrino”: non significa, appunto, che sia un turista da spennare! Sicuramente si tratta di dati significativi che sottolineano come un itinerario europeo possa sviluppare e promuovere una micro-economia locale, mettendo in rete le strutture di accoglienza (nelle diverse forme), la ristorazione ed i bar, gli operatori culturali e le categorie turistiche che offrono servizi, come il trasporto zaino per chi lo richiede.

Tornando all’accoglienza povera a “donativo”, emerge un ulteriore dato, questa volta non positivo. In crescita il numero di pellegrini che non lascia un contributo, spesso fondamentale per poter assicurare l’accoglienza: dal letto all’acqua calda, dalla pulizia all’eventuale cena condivisa. Se è vero che le strutture a donativo sono ben consapevoli della scelta etica legata a questo tipo di accoglienza, della quale ne condividono i valori di gratuità e reciprocità, è vero anche che alcune di esse sono state costrette a chiudere oppure faticano a continuare ad offrire il servizio. E’ evidente che serve un maggiore senso di attenzione verso chi ospita, così come si rende necessaria la condivisione di un codice etico di comportamento da parte del pellegrino che, per natura, dovrebbe avere un atteggiamento sobrio e rispettoso.

SEGNALETICA E MANUTENZIONE. Segnaletica costante e  manutenzione  lungo tutto il percorso è un elemento imprescindibile per il successo della via. Oggi il cammino non è ancora segnalato con continuità regolare nel tratto francese, mentre la situazione è buona in Inghilterra, Svizzera ed in Italia. La recente pubblicazione della guida di “Terre di Mezzo” con il percorso principale nel tratto italiano è sicuramente un bel risultato per la fruizione della via. Si sta lavorando per realizzare la guida ufficiale anche nel tratto “Canterbury-Passo del Colle San Bernardo”. E’ stato approvato lo scorso 11 novembre a Bard (AO) il nuovo vademecum sugli standard comuni del percorso ed il manuale della segnaletica nel tratto italiano: è un altro passo in avanti, al quale dovranno però seguire la regolare manutenzione lungo il percorso.

Come sta la Via Francigena oggi? Bene, possiamo dire. C’è ancora tanto lavoro da fare per renderla sempre più al servizio di chi cammina, mantenendo la dimensione culturale di questo itinerario. Occorre sicuramente una maggior consapevolezza dei territori per poter cogliere in pieno il grande potenziale che la Via Francigena genera attraverso questo flusso di camminatori i quali, come abbiamo visto, provengono da ogni parte del mondo con intercedere lento. Occorre altresì che l’itinerario della Via Francigena venga inserito con forza all’interno di tutte le politiche di sviluppo regionale e nazionale nei quattro paesi attraversati, arrivando anche a definire una Authority europea per lo sviluppo di questo cammino.

E’ un grande patrimonio che si trova sotto i nostri piedi, davanti ai nostri occhi, nelle comunità locali attraversate: un “bene culturale complesso” così bello da valorizzare e promuovere, anche per le generazioni future e per far ripartire metaforicamente l’Europa. In cammino.

Luca Bruschi

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