Via Francigena

La Via Francigena Toscana, al centro dell’Europa

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Redazione AEVF

Si è svolta ieri a Lucca la presentazione dell’intero tracciato toscano della Via Francigena alla presenza del Ministro per i Beni Culturali e Turismo. Un evento storico, che segna l’inizio di una nuova fase e getta le basi per progetto di respiro europeo che mette al centro il percorsol’accoglienza e l’ospitalità.

Il 21 giugno ha segnato una giornata storica per la Via Francigena con la presentazione ufficiale dell’intero tracciato toscano del percorso. Al mattino si è svolta una camminata lungo le mura lucchesi, con partenza dal castello di San Donato simulando un percorso lungo 370km che ha toccato le 15 tappe della Via Francigena toscana, giungendo infine alla Casa del Boia. Un cammino lento e cadenzato che ha coinvolto istituzioni, associazioni, appassionati e pellegrini, con tappe evocate e raccontate attarverso le suggestioni del giornalista Enrico Caracciolo

Al partecipato incontro di presentazione sono intervenuti Alessandro Tambellini, Sindaco di Lucca, Arturo Lattanzi, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Massimo Tedeschi, Presidente AEVF, Silvia Costa, Eurodeputato, Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana. Gli interventi sono stati preceduti da un appassionato discorso del Ministro per i Beni Culturali e Turismo, Dario Franceschini e si sono conclusi con la benedizione dell’arcivescovo di Siena Mons. Antonio Buoncristiani.

«La via Francigena attraversa tante realtà. È un bellissimo progetto europeo che unisce, che attraversa Paesi, regioni, città. Noi abbiamo grande bisogno di iniziative che culturalmente uniscano. La Via Francugena rappresenta anche una straordinaria opportunità per il turismo italiano al di fuori dei tradizionali circuiti turistici», ha detto Franceschini. “Oggi c’è un turismo crescente internazionale cerca itinerari emozionali a piedi e cicloturistici”. L’impegno tangibile del Governo, ha proseguito il Ministro, si potrà riscontrare “nel decreto cultura e turismo, dove sono state inserite due norme che aiuteranno i progetti transregionali come la Francigena: una conferenza dei servizi dove si potranno convocare Regioni e Comuni attorno allo stesso tavolo per gestire insieme il progetto; la messa a disposizione di questi lunghi itinerari del patrimonio demaniale dello Stato, come le case cantoniere e le vecchie stazioni”

Il Presidente Enrico Rossi ha ricordato le tappe dell’impegno della regione Toscana dal 2009 ad oggi, percorso che ha permesso di catapultare la Toscana al centro di un progetto lungimirante che collega Canterbury con Roma e Gerusalemme. La data del 21 giugno 2014 segna una svolta, un nuovo inizio. “Questa è una delle cose più importanti che abbiamo realizzato nel corso della legislatura. Segnerà il futuro della regione e porrà la Toscana al centro dell’Europa. Questo cammino interesserà chiunque senta bisogno di viaggiare maniera diversa rispetto ai ritmi forsennati della nostra vita, chi vorrà andare alla scoperta del territorio e di località meno note ma non meno belle, chi desidera soddisfare un bisogno di spiritualità e di ricerca di se stesso”. Un progetto che, come ha sottolineato Rossi, rappresenta una grande opportunità anche per i giovani e vuole gettare le basi per la creazione di un laboratorio creativo permanente in grado di attirare tanti appassionati sulla Via Francigena. Infine saranno i pellegrini, sempre più numerosi – ha concluso il presidente – a fare la Francigena. Il nostro impegno è quello di continuare a lavorare affinchè accoglienza, segnaletica, percorso e messa in sicurezza rendano l’itinerario fruibile”.

L’Associazione Europea delle Vie Francigene ha da sempre sostenuto con grande partecipazione questa azione della Regione Toscana, nella convinzione che tale esempio, esportabile sugli altri 2.100km di percorso, possa costituire una premessa fondamentale per il concreto rilancio della Via Francigena a livello europeo. La Via Francigena festeggia nel 2014 i 20 anni dal riconoscimento ad itinerario culturale del Consiglio d’Europa, questo evento di Lucca, unito a quello del 31 maggio di Acquapendente con le celebrazione ufficiale di questo anniversario, accendono in modo prorompente i riflettori sulla Via Francigena

L’intervento del Presidente Massimo Tedeschi (in allegato l’intervento completo) si è incentrato sui quattro elementi indispensabili per far si che un itinerario culturale europeo possa arrivare a concretizzarsi in modo tangibile sui territori, e cioè le istituzioni (dal livello nazionale a quello locale); le associazioni locali, culturali, di camminatori e volontariato; gli istituti di ricerca e le università; le PMI e gli imprenditori, affinché si posa creare una micro economia lungo i territori attraversati.


Il progetto, la Via Fracigena Toscana in cifre:
Un grande lavoro che conta 380 chilometri (dal passo della Cisa a Radicofani) attrezzati, segnalati e in sicurezza da percorrere a piedi, in bicicletta e presto anche a cavallo. Un investimento regionale di 16 milioni di euro su un percorso di 15 tappe di un percorso che rappresenta il 20% del tratto europeo e il 40% di quello italiano. L’intervento regionale ha visto finanziarie anche 200 interventi per la messa in sicurezza, 16 strutture di ospitalità, altre 44 di ospitalità ecclesiastica e 1200 strutture ricettive presenti nel raggio di un chilometro, 200 interventi di animazione nel 2014. Entro due mesi, sull’intero percorso toscano della Francigena saranno inoltre installati 57 accessi wi-fi per permettere a pellegrini e viandanti di accedere a internet.


Un modello, una regia, una visione strategica europea. Dal Master Plan della Francigena in Toscana a quello Europeo
Il Master Plan della Via Francigena avviato dalla Regione Toscana nel 2009, ha segnato una nuova fase nell’approccio verso la creazione di un vero prodotto culturale “Via Francigena” (si veda l’articolo di Giovanni D’Agliano sull’ultimo numero della Rivista “Via Francigena“).  La costruzione di questo strumento strategico e la sua attuazione sono stati da sempre condivisi con il territorio, a partire dagli enti locali e dalle associazioni. Fondamentale il lavoro di regia e visione strategica della regione al fine di evitare la parcellizzazione di tante singole azioni e la mancanza di coordinamento istituzionale. Il progetto ha messo al centro dell’attenzione l’infrastruttura e la messa in sicurezza del percorso, dai punti tappa ai luoghi dell’accoglienza, dal recupero monumenti alle strade e marciapiedi, dalla segnaletica tradizionale a quella “leggera”, dalla manutenzione alla segnalazione di criticità. E’ stato fatto tanto. Tanto è ancora da fare, siamo solo all’inizio di un percorso che, tra l’altro, dovrà coinvolgere maggiormente anche le altre regioni. Ma di certo l’impostazione avviata rappresenta un valido punto di partenza ed esempio di buona prassi da declinare su altri territori.

Il master plan è stato presentato a Bruxelles, in occasione dell’Euromeeting, lo scorso 13 dicembre. Oggi tale approccio metodologico è al centro delle progettualità alle quali guarda il nuovo Comitato di Coordinamento  interregionale (coordinato da AEVF) che coinvolge le 18 regioni francigene dal Kent (Inghilterra) fino alla Puglia, attraverso 2.500 km.


Quale futuro per la Via Francigena, ora?
Come è stato ribadito durante l’incontro del mattino e come è stato ben sottolineato nella tavola rotonda pomeridiana -“Via Francigena: la passione del viaggio incontra le sue radici tra passato e presente per un futuro solidale”- al quale sono intervenuti anche camminatori e pellegrini, il punto di partenza per continuare ad implementare la via Francigena e far si che essa si sviluppi in ognuna delle sue componenti, è continuare ad investire sull’accoglienza, l’ospitalità povera, la segnaletica tradizionale, la sicurezza sul percorso, la formazione e l’arrivo finale a Roma, meta di migliaia di pellegrini.

Il confronto con il Cammino di Santiago, i numeri di viandanti in forte aumento sulla Via Francigena negli ultimi due anni, ci confermano come il cammino spagnolo rappresenti oggi il nostro principale riferimento con il quale instaurare e consolidare un forte partenariato per una promozione congiunta. Nello scorso anno Santo Xacobeo, 2013, sono arrivati a Santiago di Compostela, a piedi o in bicicletta, ben 215.880 pellegrini, di cui il 54,6% uomini, il 45,4% donne.

Qui sotto si riportano alcune cifre che ci aiutano a riflettere su quanto un cammino storico-culturale-religioso come Santiago (e potenzialmente la Via Francigena!), possano generare importanti flussi economici a livello locale, favorendo poi la nascita di tanti altri cammini e creando tante altre connessioni con itinerari culturali europei come quello delle Città Storiche Termali, vie di pellegrinaggio, vie legate a personaggi storici, architettura, memoria e paesaggio europeo:

  • Mezzo: 87,17% a piedi; 12,34% bici; 0,45% cavallo; 0,03% sedia a rotelle

  • Motivazione: per il 39,4% è natura religiosa, per il 61,6% si tratta invece di motivazioni spirituali, culturali, legate allo studio, sportive, trekking, ecc.

  • Provenienza: Oltre 100.000 sono spagnoli (49,05%), ai quali seguono tedeschi (7,51%), italiani (7,24%), portoghesi (4,96%), americani (4,69%), francesi (3,85%), irlandesi (2,32%)

  • Luogo di inizio: “solo” il 12,31% ha iniziato il cammino francese da “St. Jean Pie de Port, percorrendo quindi tutti gli 800km di percorso. La maggior parte sceglie gli ultimi 100km oppure tragitti più brevi, spesso cadenzati una settimana ogni anno nei differenti tratti di percorso.

  • Età: < 30 anni (28,31%); 30-60 anni (56,19%); >60 anni (15,50%)

  • Quale cammino è stato scelto: cammino francese (70,3%), cammino portoghese (13,69%), cammino del Norte (6,20%), Via della Plata (4,18%), cammino primitivo (3,17%), cammino inglese (2,04%)

La Via Francigena presenta oggi gli stessi numeri di camminatori (circa 10.000) che aveva il cammino di Santiago prima della sua esplosione. Nel 1992, infatti, arrivarono a prendere la Compostela 9.764 pellegrini (in aumento già del 34,2% rispetto l’anno precedente). L’anno Xacobeo successivo, il 1993, ha visto arrivare a Santiago 99.463 pellegrini. I numeri sono andati sempre in aumento esponenziale, con picchi legati al’anno santo-Xacobeo e cioè 1999 (154.613), 2004 (179.944), 2010 (272.135).

Numeri che fanno riflettere e che generano una forte aspettativa sulla Via Francigena, oggi considerato da moltiun nuovo itinerario da “esplorare”, vivere e conoscere lentamente vista la saturazione di pellegrini che già hanno percorso i molteplici cammini spagnoli. Occorre continuare a lavorare insieme, istituzioni e associazioni, affinchè la greenways francigena possa trovarsi in condizione di completa percorribilità da nord a sud, senza interruzioni ed in sicurezza.
Guardiamo con ottimismo il futuro, sapendo che l’itinerario francigeno -come ha dimostrato fino ad ora- è in grado di unire e gettare ponti, su tutti i fronti.

 

Luca Bruschi