Per chi parte dal Nord Europa, il valico del Gran San Bernardo (m 2473) e le Alpi sono il primo vero ostacolo da superare. Passata la montagna, i pascoli alpini, i torrenti, le foreste di conifere lasciano il campo ad ambienti di dolcezza già mediterranea. Camminerai su mulattiere tra muri a secco, di castello in castello, tra montagne incombenti e imbiancate. La valle della Dora è un solco ampio e profondo, ma si allarga nella conca dell’anfiteatro morenico di Ivrea, con i suoi laghi, specchi luminosi, che intravedi tra le pergole delle vigne.
La bellezza del paesaggio alpino si accompagna alla ricchezza del patrimonio artistico. Aosta accoglie il viandante ancora racchiusa tra le mura della città romana. Lì vedrai il teatro e le torri di Roma antica, passerai – proprio come i pellegrini medievali – sotto la Porta Pretoria e accanto all’arco di Augusto, che dal I secolo dà il benvenuto al forestiero in terra d’Italia. Troverai le tracce della via consolare delle Gallie, scavata nella roccia, a Donnas e ancora a Ivrea, la romana Eporedia.
Sui luoghi dei templi pagani sono sorte le chiese medievali: fermati a contemplare i bellissimi portali gotici, gli svettanti campanili, punto di riferimento del pellegrino. A ogni campanile corrisponde una borgata, una delle tante innumerevoli frazioni che fanno un paese, tutte circondate da prati. Sul sentiero scandisce il tuo cammino il suono dei campanacci. Trovi nel borgo la possibilità di ristoro e sapori nuovi: il pane nero di segale, il burro d’alpeggio, la Fontina, i saporiti prosciutti e il lardo.
Non ti aspettavi che il Canavese fosse una terra da vino. Ne prendi atto sui ripidi versanti assolati, lungo le mulattiere che costeggiano vigne verticali, tralci sorretti da muri a secco e pilastri di pietra, che il sole scalda. Qui fioriscono i rosmarini a fine inverno e i mandorli, ai piedi delle ultime propaggini alpine. I paesi – Bollengo, Viverone, Roppolo – si adagiano sui dolci declivi morenici della Serra d’Ivrea. Hanno belle torri e logge di legno, ancora racchiusi tra le mura dei ricetti medievali. La Dora scorre sulla piana sempre più ampia, che sfuma ormai nelle vastità orizzontali della Pianura Padana.