Via Francigena

Via Francigena, percorso di fede e conversione

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Redazione AEVF

Con le celebrazioni liturgiche delle Sacre Ceneri ha inizio la Quaresima, periodo di quaranta giorni in preparazione alla Pasqua. Da sempre, nella storia della Cristianità, la Quaresima ha costituito per i fedeli un’occasione di raccoglimento in preghiera, digiuni ed elemosine.

L’idea di un cammino di conversione era assai diffusa durante il Medioevo, la Via Francigena, che attraversa interamente la provincia di Viterbo, ne è la testimonianza tangibile e spirituale.

Le origini della Francigena risalgono all’Alto Medioevo, quando i Longobardi si stanziarono in Italia e la necessità di spostarsi dal nord al sud della Penisola contribuì al potenziamento di Emilia e Cassia, antiche vie di comunicazione romane. Sotto i Franchi l’itinerario acquisì una vera e propria identità, appropriandosi dell’appellativo “Francigena”. Preziosa testimonianza, per ricostruire il percorso della Romea, è la redazione di un diario da parte del vescovo Sigerico (X secolo), il quale, a seguito di un pellegrinaggio da lui compiuto da Canterbury a Roma, descrisse le tappe principali del viaggio. La Francigena tuttavia non era un’unica strada ma un ampio sistema viario, costituito da diversi sentieri e ramificazioni.

Il percorso, che si estende per circa 1.600 km, ha inizio nel nord Europa e termina a Roma.

Nel Medioevo le principali mete di fede erano appunto Roma, Santiago di Compostela e la Terra Santa.

Il tema del pellegrinaggio è strettamente connesso alla religiosità medievale, in quanto all’epoca la vita era concepita come un cammino, un percorso in cui doversi purificare, per prepararsi all’incontro con Dio dopo la morte; con questa finalità si  intraprendevano lunghi viaggi verso i luoghi santi.

In tale contesto, la provincia di Viterbo, in posizione strategica sulla Via Cassia, a pochi chilometri da Roma, acquisì un ruolo fondamentale nella storia della spiritualità. Sul territorio sorsero un po’ ovunque monasteri, chiese ed ostelli volti ad offrire ospitalità ed assistenza ai pellegrini. L’accesso era il territorio di Centeno (frazione nei pressi di Proceno). Il percorso proseguiva per Acquapendente, Grotte di Castro, S. Lorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Capranica, Sutri e Monterosi; il tratto cimino seguiva anche la variante di S. Martino, Caprarola e Ronciglione.   

Tuttora la Via Francigena offre interessanti spunti per passeggiate ed eventi culturali. 

Fonte: newtuscia