“La Via Francigena del Sud – Appia verso la certificazione. Quale ruolo per le associazioni”: è stato questo il tema al centro dell’incontro organizzato nel Parco dell’Appia Antica, il 20 ottobre dal Comitato Via Francigena del Sud.
Quaranta rappresentanti di varie associazioni ed enti territoriali di Lazio e Campania, si sono confrontati insieme ai rappresentanti di Regione Lazio, Regione Puglia e Associazione Europea Vie Francigene (AEVF). Dal ruolo dei parchi, alla Rete dei Cammini, all’iter di certificazione di un itinerario: tanti gli argomenti affrontati dai presenti al fine di condividere una strategia coordinata per arrivare alla certificazione del Consiglio d’Europa.
Stefano Cresta, dirigente Ente Parco dei Castelli Romani, ha ripercorso il ruolo svolto dai parchi proponendo l’affidamento agli Enti parco del compito della messa in posa della segnaletica lungo il percorso, estendendo le competenze anche alle aree non direttamente ricomprese (es. Monti Lepini). Angela Varner, in rappresentanza del consigliere regionale Eugenio Patanè (primo firmatario L.R. 2/2017 – Rete dei Cammini nel Lazio) ha invece analizzato la struttura della LR 2/2017 e lo stato d’attuazione della legge regionale.
Per l’Assessorato Regionale al Turismo e alle Pari Opportunità della Regione Lazio, è Silvio Marino che ha ribadito come la Regione, tramite l’organo di governo della Rete dei Cammini, intenda supervisionare direttamente lo sviluppo e la gestione della Rete dei Cammini. In merito alla Via Francigena del Sud, ha comunicato che nei giorni scorsi sono state formalmente trasmesse agli organi competenti le tracce dei percorsi laziali sui quali occorrerà lavorare nei prossimi mesi. Il Coordinamento, anche se non perfezionato, potrà operare sin da subito e contribuire a definire i criteri di formazione del Forum dei Territori.
Per essere certificato, un percorso deve rispondere a dei requisiti precisi. Il direttore di AEVF, Luca Bruschi e il responsabile per lo sviluppo tecnico della Via Francigena del Sud (AEVF) Angelofabio Attolico, si sono soffermati sul procedimento della certificazione di un itinerario europeo, puntualizzando che il ruolo di AEVF è quello di garantire al Consiglio d’Europa che tutto il percorso (da Canterbury sino a Leuca, attraverso Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia) risponda ai requisiti previsti la certificazione che ha validità triennale.
Il 18 settembre le Regioni del Centro Sud hanno trasmesso ufficialmente al Mibac le tracce del percorso della VFS. “Da questo momento – ha spiegato Attolico, presente anche in qualità di risorsa in forza al Dipartimento Turismo e Cultura della Regione Puglia – ogni modifica dovrà essere vagliata dagli organi regionali e da AEVF direttamente con un processo connotato da criteri assolutamente trasparenti ed oggettivi”. Attolico ha inoltre ribadito che la certificazione rappresenta un processo dinamico e continuo che ogni tre anni offre la possibilità di aggiornare il percorso valutando le proposte del territorio, ricordando infine la necessità che le azioni di segnaletica rispettino il vademecum europeo e siano coordinate dagli organi competenti.
Fonte: comunicato stampa