L’edizione 2019 del Festival europeo “Vie Francigene, Cammini, Ways, Chemins 2019” è dedicato al tema “La Via femminile. Sensibilità nei paesaggi umani e naturali”. Una delle testimonial di quest’anno è Cristina Menghini, pellegrina, presidente dell’Associazione no-profit “Camminando sulla Via Francigena” e Guida Ambientale Escursionistica.
L’intervista – Cristina Menghini: Con più di 30 mila km di strada sotto i piedi
Si possono tarpare le ali ad un uccellino che vuole volare libero? Il Cammino per me sono quelle ali che mi danno l’opportunità di vivere pienamente la Vita alla continua ricerca dell’incontro con me stessa e con la bellezza del mondo. È il grande Amore che, come la stella polare, orienta il mio pensare e il mio agire verso il raggiungimento di uno stile di vita sempre più leggero e sostenibile. È il mio strumento di liber-azione, azione libera e consapevole, nella volontà di migliorare me stessa e la realtà che mi circonda. E potenzialmente può esserlo per tutti!
Il Cammino è infatti una grandiosa esperienza umana che coinvolge ogni aspetto dell’Essere, da quello più fisico a quello più profondamente intimo; un processo di trasformazione del cuore, della mente e dello spirito che passa attraverso la fatica e l’accettazione dei propri limiti, l’incontro con la diversità del prossimo e le emozioni vissute ad ogni passo. Un passo curioso ed attento, pronto a mettersi in gioco e ben propenso al contatto con la natura, alla condivisione e al confronto, ma sempre con rispetto.
Camminare lentamente per diverse ore ogni giorno e per tanti giorni a contatto con la Natura, è un’azione che non solo allena il corpo, ma libera la mente e risolleva lo spirito. Mentre gli occhi si perdono nella Bellezza dell’intorno, il cuore si calma, allontanando lo stress e riportandoci ad uno stato di serenità. Camminare diventa nell’immediato un modo per “staccare la spina”, facendoci tornare padroni del nostro tempo e degli spazi che la natura ci dona. Passo dopo passo, l’attenzione si sposta dai problemi di una vita frenetica e condizionata all’apprezzamento dei piccoli gesti, mentre la mente si concede il tempo di pensare e di riflettere, stimolando così nuove idee e punti di vista. Il cuore si alleggerisce delle sofferenze del passato e si concentra sull’emozione del “presente”, mentre la bellezza che incontriamo lungo il Cammino inizia a vibrare nella nostra anima.
Nel tempo il Cammino ci porta così a rallentare e a riconquistare quella dimensione umana un po’ perduta, fatta di sorrisi e di mani date, di emozioni sincere e di gratitudine, di gesti semplici e condivisi, di leggerezza e di essenzialità. Un “modus vivendi” che una volta ritrovato non si vuole più perdere generando inevitabilmente un cambiamento positivo nella nostra esistenza, e di riflesso, in quella delle persone che frequentiamo.
Quante persone rientrate dall’esperienza del Cammino hanno iniziato a ripensare o trasformare la propria vita? Il Cammino è stato per me un’esperienza talmente illuminante che è diventata non solo uno dei miei principali strumenti di benessere personale ma anche una grande opportunità di servizio verso il prossimo.
Il mio lavoro di guida escursionistica e di “promoter di Cammini” si propone infatti di far conoscere e sperimentare i benefici di questa incredibile esperienza quale strumento eccezionale di conoscenza del sé e del mondo che può trasformandosi in una grandiosa opportunità di riflessione, di dialogo interiore e di crescita personale con conseguente miglioramento del proprio benessere psico-fisico e dello stile di vita.
Pensateci un attimo. Si può pensare di vivere senza qualcosa che ti ha cambiato la vita in meglio?”.