Via Francigena

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In cammino alla scoperta delle eccellenze del cibo con EAT IN PARMA

Si cammina e si mangia “lento” lungo i mille e seicento chilometri della Via Francigena, la strada tracciata nel 990 dal vescovo Sigeric, di ritorno da Roma verso la sua Canterbury.

Il percorso solca secoli di storia e tradizioni, dal Lazio della capitale alla Valle d’Aosta, attraversando Piemonte, Lombardia, Emilia, Liguria, Toscana.  In Svizzera si attraversano i Cantoni Vaud e Vallese, in Fancia le regioni Piccardie, Franche-Comptè, Champagne-Ardenne, Nord-Pas-de-Calais ed in Inghilterra presso il Kent. Regioni ricche di fascino e storia, note anche per ricchezza e qualità delle tipicità eno-gastronomiche: in Italia sono oltre quaranta, lungo la Via, i prodotti a marchio D.O.P. e I.G.P., ai quali si aggiungono tutti i prodotti di qualità presenti lungo la Via Francigena nel Sud, verso Campania, Molise, Basilicata e Puglia.

Dall’idea di scoprire i sapori di questi territori nasce il progetto sulla riscoperta prodotti tipici e di eccellenza lungo la Via Francigena attraverso la collaborazione tra Eat in Parma e l’Associazione Europea delle Vie Francigene

Cibo genuino, cultura e cultura della gastronomia rappresentano un tema importante anche per lo sviluppo della Via Francigena, la quale offre la possibilità di scoprire i territori attraverso prodotti di qualità. Non a caso la Via Francigena ed il suo potenziale legato alle tipicità agro-alimentari è stata recentemente inserita tra i 60 progetti speciali dedicati ad EXPO Milano 2015, mentre la “Via del Gusto” lungo la Via Francigena dallo scorso gennaio è diventato un progetto riconosciuto dalla Commissione Europea per far conoscere l’Europa minore attraverso il cibo.

Eat in Parma, che ha la sua sede nel territorio parmense a Varano de Melegari a due passi dalla Via Francigena, vuole essere la vetrina di prodotti dell’eccellenza enogastronomica italiana, unita alla tradizione, qualità e cultura del territorio parmense e nazionale. Oggi mangiare non è solo un’esigenza, ma soprattutto un piacere e un’esperienza. Attraverso il sito web, Eat in Parma fornisce tutti quegli elementi di conoscenza sul prodotto e chi lo produce, oltre che sul territorio, e diventa il canale e il mezzo veloce e sicuro per l’acquisto di prodotti di alta qualità.

Grazie al sistema di vendita online, infatti, si garantisce la competitività del prezzo dei prodotti ma, soprattutto, la qualità di ciò che si acquista e si consuma. Come spiegano Alberto e Sara, che hanno avviato questo progetto di diffusione, educazione e cultura del Made in Italy di qualità: “L’intento è quello di poter fornire in trasparenza ai visitatori del nostro sito tutte le caratteristiche di queste specialità, combattendo la disinformazione e la speculazione che i contraffattori operano sui prodotti italiani, soprattutto nei mercati stranieri. Un canale sicuro per reperire il meglio dei prodotti di Parma e dell’Italia tutta. Dalle frequenti richieste della clientela internazionale dell’albergo e del ristorante, nasce l’esigenza di fornire questo ulteriore servizio, che diventa anche mezzo di fidelizzazione per il cliente e sinergia e collaborazione con le Aziende partner di Eat in Parma.”  

Attraverso la selezione dei produttori e dei loro prodotti, Eat in Parma diventa anche il marchio di garanzia per i clienti gourmet, oltre che un sistema di sostenibile per le Aziende e i piccoli produttori. “Siamo alla continua ricerca di produttori che prima di tutto rispondano a quelli che per noi sono dei criteri di qualità, affidabilità, attenzione e rispetto della produzione.

Le aziende dei “grandi numeri” possono garantirci grandi forniture e basso prezzo, grazie a un sistema produttivo standard. Ma il principio di Eat in Parma è quello di offrire un catalogo di prodotti locali e da tutta Italia, in linea con la vision del progetto: Parmigiano Reggiano prodotto dal latte dei pascoli di montagna, prosciutto crudo di Parma, salame locale, marmellate e mostarde di frutta e verdura di stagione, mieli da selezione di fiori delle colline torinesi, birra artigianale, il riso dalla pianura vercellese….E inoltre fa bene anche al sistema, perché permette di non far morire l’artigianalità e quindi la cultura e la storia del nostro Paese”.                         

Il progetto Eat in Parma è anche di più. E’ un’esperienza intera sul Made in Italy e sul territorio italiano. Grazie al lavoro delle Insegnanti di Cucina Italiana (A.I.C.I.) e di alcune importanti aziende italiane, tra cui anche Eat in Parma, abbiamo dato vita a un ricettario online (disponibile anche sul nostro sito), dove si spiegano e si riproducono momenti e piatti della tradizione enogastronomica italiana, da nord a sud. 

La presenza nella rivista Via Francigena completa la mission di Eat in Parma, integrando alla ricerca del buon cibo, quella del viaggio. Un percorso che con il cibo si anima di immagini interiori, legate al ricordo o alla conoscenza, mentre il territorio fa da sfondo con i suoi profumi, la sua arte e la sua tradizione. 

Website: www.eatinparma.it

 

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AEVF piange la scomparsa dell’illustre medievalista Jacques Le Goff, grande sostenitore della Via Francigena ed itinerari culturali europei

“Io penso che la Via Francigena possa essere considerata essenzialmente come una via delle culture, impegnarsi per la Via Francigena significa impegnarsi per la realizzazione dell’Europa delle culture…”  Jacques Le Goff

L’Associazione Europea delle Vie Francigene piange la scomparsa di Jacques Le Goff, uno dei più illustri medievisti e grande appassionato dell’itinerario europeo della Via Francigena, della sua storia e della sua dimensione interculturale.

In questi anni è stata molto fitta la corrispondenza tra il professor Le Goff e l’AEVF in virtù del grande legame che univa lo storico francese alla città di Fidenza (il 21 ottobre 2000 allo studioso era è stata conferita la cittadinanza onoraria*), al progetto culturale europeo della Via Francigena ed all’amicizia personale con il Presidente AEVF Massimo Tedeschi, il quale proprio nel 2000, nelle vesti di Sindaco di Fidenza, conferì a Le Goff la cittadinanza onoraria.

Come ha sempre sostenuto Le Goff, l’itinerario francigeno attraversa i mille paesi dell’Europa «minore». «Una strada non si accontenta di vivere di passato e nemmeno di presente: in qualche modo lancia un segnale per l’avvenire, a testimonianza della sua importanza. Altri segnali potranno venire dalla Via Francigena, che ha avuto il riconoscimento di Grande Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa. Una strada come questa vive nel tempo, coniuga la lentezza con la lunga durata».

La Via Francigena, sempre parafrasando Le Goff, è essenzialmente una «via di culture» e di dialogo. AEVF è stata onorata di poter contare, fin dalla fondazione nel 2001, sul sostegno dell’illustre medievalista francese: questa Associazione di collettività territoriali e di associazioni di tutta Europa è infatti nata, e continua a farlo tutt’ora, con l’obiettivo di far dialogare le istituzioni, locali regionali nazionali europee fra di loro e le persone con le istituzioni, sotto grande matrice culturale della Via Francigena.

Gli Itinerari Culturali sono «ponti» naturali di solidarietà, di tolleranza, di condivisione di valori umani; «vie di dialogo». Nella contingenza storica odierna sono chiamati ad esserlo anche fra Europa e Paesi mediterranei. Non è un caso che il 15 maggio 2010, a Lucca, venne siglato con spirito lungimirante il «gemellaggio» fra Via Francigena, che collega Nord e Sud d’Europa, e Via di Abramo, itinerario che attraversa e coinvolge Libia, Turchia, Siria. Palestina, Libano ed interessa le tre grandi confessioni, cristiana, ebraica, musulmana. E non è un caso che altri Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa lavorino, non da oggi, con i Paesi del bacino mediterraneo: «Rotta dei Fenici», «Legado Andalus», «Iter vitis», «Itinerario dell’olivo» oltre alla stessa Via Francigena che, attraverso l’Italia del Sud, si proietta verso la Terra Santa.

Oggi l’itinerario della Via Francigena dialoga in modo costante con altri itinerari culturali europei, dalle vie di pellegrinaggio come i Cammini di Santiago e Sant’Olav, ad altri come ad esempio San Martino di Tours e le città termali storiche.

Nel ventesimo anniversario del riconoscimento della Via Francigena come Itinerario culturale europeo, significa riconoscere genialità e lungimiranza del programma degli Itinerari nato nel 1987 a Santiago di Compostela, due anni prima della caduta del muro di Berlino. La riscoperta poi del pellegrinaggio di Sigerico da Canterbury a Roma dell’anno Mille, di un cammino cioè che unisce Nord e Sud Europa, Europa anglosassone ed Europa mediterranea è un’idea di enorme interesse culturale e ricchissima di opportunità per i territori che attraversa. Ricordando ancora Jacques Le Goff: “Se vogliamo costruire l’Europa unita è necessario che, pur mantenendo in vita l’originalità e le diversità, creiamo un’attiva comunicazione fra Europa del Nord ed Europa del Sud: la Via Francigena serve proprio a questo”.

Il Professore nell’autunno 2005 concesse ad AEVF una lunga intervista, oggi più che mai attuale, sulla Via Francigena e sul futuro degli itinerari culturali europeo. Una intervista – Il Medioevo di Jacques Le Goff – che venne integralmente pubblicata sulla rivista “Via Francigena and the Pilgrimage Ways” e che verrà ripresentata in occasione anche del prossimo numero di giugno, tradotto anche in francese, spagnolo ed inglese. Proprio quell’intervista (qui riproposta in pdf), realizzata da Carla Cropera, oggi rappresenta uno dei grandi testamenti spirituali che Le Goff lascia ad AEVF ed alla Via Francigena.

Luca Bruschi

Signor Sindaco, è un grandissimo onore per me poter diventare cittadino onorario di Fidenza. Esprimo la mia più grande gratitudine a tutte le persone che hanno contribuito a prendere questa decisione. Voi sapete che ho una grande ammirazione per la superba cattedrale della vostra città e che è mio impegno collaborare in occasione del Giubileo per la reputazione di Fidenza come città d’arte, città di San Donnino e tappa bella ed importante sulla via Francigena. Ciò che posso vedere nella Fidenza di oggi mi fa pensare che essa ha trovato in voi persone capaci di sostenere e di animare la sua reputazione storica

Jacques Le Goff
Fidenza, 21 ottobre 2001

 

 

 

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#PedalaFrancigena: un viaggio controcorrente

Quando pensi alla Via Francigena la guardi sempre dall’alto in basso, nel senso che ti viene naturale percorrerla da nord a sud, “in discesa”. Eppure il più celebre dei pellegrini che la percorsero, l’arcivescovo Sigerico, la documentò nel suo diario annotando le tappe da Roma a Canterbury. E d’altra parte gli antichi pellegrini non potevano ritornare alla base in aereo o in treno, e una volta arrivati a Roma se non dovevano proseguire verso sud ripercorrevano la strada dell’andata.

Quando pensi alla Via Francigena hai in mente un pellegrino a piedi, con lo zaino sulle spalle, che cammina lentamente su strade sterrate e sentieri. Ma la via Francigena, sotto il nome di “Via dei Pellegrini”, è uno degli itinerari transfrontalieri riconosciuti dalla European Cycling Federation, l’itinerario pedonale è quasi completamente  ciclabile anche su una mountain bike, e con piccole varianti che taglino fuori i tratti più sconnessi o erti l’itinerario può essere piacevolmente percorso su biciclette ibride con borse da viaggio.

Quando pensi alla Via Francigena hai in mente ostelli spartani con letti a castello, un’ospitalità sobria e a basso costo. Ma sono sempre più numerosi i B&B a conduzione familiare, le piccole strutture agrituristiche, gli alberghi di charme che accolgono chi ama le comodità, o vuole intervallare l’accoglienza “pellegrina” con una notte in una struttura dotata di tutti i confort.

Quando pensi alla Via Francigena immagini pasti semplici, un menu del pellegrino che innanzitutto deve essere a basso costo. Ma le zone attraversate dall’itinerario custodiscono straordinarie eccellenze dell’enogastronomia italiana, materie prime di ottima qualità e piatti tipici di ottimo livello, diversi in ogni tappa, cucinati da grandi chef.

Insomma, esiste una Francigena diversa da quella – stupenda nella sua semplicità – che fa parte dell’immaginario collettivo. PedalaFrancigena è un viaggio che vuole ripercorrere il grande itinerario culturale osservandolo da un punto di vista diverso, laico e originale.

Partiremo “in direzione ostinata e contraria”, viaggeremo da Roma verso Milano, e in vista dell’Expo 2015 raccoglieremo lungo il percorso le suggestioni più interessanti per i viaggiatori che il prossimo anno vorranno arrivare a Milano con lentezza, lungo un itinerario che riassume la bellezza, la cultura, l’ospitalità, l’eccellenza enogastronomica italiana. 

Tracceremo l’itinerario con GPS, in modo che altri lo possano percorrere dopo di noi. Incontreremo decine di operatori turistici illuminati, che ci ospiteranno perché credono nelle grandi possibilità di sviluppo culturale, sociale ed economico della Via Francigena, e perché sono interessati a mettersi in rete con noi per sviluppare al meglio l’accoglienza lungo il percorso.

Documenteremo in ogni tappa le tipicità locali, le produzioni agricole, i presidi Slow Food, intervisteremo produttori e ristoratori che lavorano alla salvaguardia del cibo come elemento fondamentale della cultura italiana. 

Raccoglieremo filmati, testi e fotografie che racconteranno ai visitatori dell’Expo un’altra Francigena, meno sobria e spirituale, ma comunque sorprendente.

Il racconto sarà pubblicato sul nuovo blog “Racconti in Movimento Lento”, su Facebook, Twitter e Instagram

Buon viaggio dunque!

Alberto Conte

 

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Le Vie Francigene e gli itinerari culturali. Una grande opportunità per scoprire “lentamente” l’Europa

Oggi gli Itinerari Culturali ed Cammini europei vivono una fase di grande popolarità, attenzione mediatica ed istituzionale. Lo dimostra il numero crescente di pellegrini ed escursionisti che ogni anno si avvicinano su questi sentieri che affondano le loro radici nella storia.

Il programma degli itinerari Culturali e le radici dell’Europa
Il programma “geniale e lungimirante” degli itinerari culturali del Consiglio d’Europa, lanciato nel 1987 con l’obiettivo di far conoscere il nostro patrimonio unico al mondo, rappresenta oggi una concreta sfida per rilanciare la scoperta culturale dell’Europa cosiddetta minore.
Proprio gli Itinerari, in primis il Cammino di Santiago, proclamato nel 1987 primo Grande Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, cosi come la Via Francigena nel 1994, sono degli importanti ambasciatori per la costruzione di questa Europa – oggi più che mai in cammino ed in fase di costruzione- in cerca di identità e valori comuni, pur nella diversità che contraddistingue i 47 Paesi del Vecchio Continente.

Come sempre ci ricordano le parole di Goehte: l’Europa è nata in pellegrinaggio ed il cristianesimo è la sua lingua materna. Egli pensava alle folle di pellegrini che nel medioevo si mettevano in cammino verso Roma, Santiago di Compostela e Gerusalemme. Oggi queste vie storiche stanno vivendo una fase di grande popolarità, visibilità ed attenzione. Possiamo certamente dire che è dal Medioevo che non si vedevano transitare tanti pellegrini!

Il programma degli Itinerari Culturali europei attarversa una fase cruciale e si inserisce all’interno dell’ Accordo Parziale Allargato, lanciato nel 2011, che coinvolge 23 Paesi fra i quali l’Italia ed è fortemente sostenuto dalla Commissione Europea. Il ruolo di coordinamento dei 26 itinerari riconosciuti dal Consiglio d’Europa è affidato all’ Istituto Europeo degli Itinerari Culturali di Lussemburgo, un ruolo che diventa sempre più strategico e rilevante in termini di governance.

 

Itinerari in cammino, verso Santiago, Roma o Gerusalemme
Tra i 26 itinerari riconosciuti dal Consiglio d’Europa, spiccano quelli legati ai cammini, ai personaggi storici ed alle vie di pellegrinaggio: dal Cammino di Santiago alla Via Francigena, dalla Via di Sant’Olaf all’Itinerario di San Martin di Tours agli Ugonotti e Valdesi.

Sappiamo che la grande rinascita di questi itinerari è nata proprio con il Cammino di Santiago. Due eventi in particolare hanno contribuito a renderlo cosi popolare ed a segnarne la rinascita: nel 1987, quando è stato proclamato Itinerario Culturale, e nel 1989, in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II durante la IV Giornata Mondiale della Gioventù. I numeri di camminatori si sono presto moltiplicati, e cioè dai 2.000 pellegrini registrati nel 1982 si è passati a circa 100.000 in occasione dell’anno Xacobeo del 1993, tanto da far iscrivere il camino Francés, la via verso Santiago più frequentata, a patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Anche la Via Francigena sta vivendo una simile “lenta esplosione”, grazie al numero di camminatori che nell’ultimo anno ha raggiunto circa 10.000 presenze.

Le vie che conducono a Santiago e Roma/Gerusalemme si stanno popolando di camminatori, pellegrini ed escursionismi: nel primo caso basta citare la via di Puy-en-Velay, la Via di Vezelay, la Via di Tours, la Via di Arles, alle quali si aggiungono la via di Rocamadura e la Via dei Pirenei in Francia. In Spagna invece i celeberrimi Cammino francese, Cammino del Nord, Via della Plata, Cammino portoghese. Nel secondo caso invece, oltre all’itinerario tradizionale di Sigerico possiamo ricordare, in Italia, la Via del Monginevro, la via Romea, la Via Francigena nel Sud, la Via Francigena in Sicilia, il cammino di San Francesco e quello verso Assisi. In stretta connessione con questi itinerari vanno anche ricordati, tra gli altri, i cammini di San Michel, la via di San Gilles, gli itinerari di San Martino di Tours.

 

La rivoluzione lenta del cammino
L’intercedere lento del cammino segue un percorso segnato dalla storia millenaria e dalle radici dell’Europa. Nel terzo millennio una rivoluzione può cominciare proprio in questo modo. Dalla testa, dalle gambe, dal cuore. E dalla gente comune che si incontra lungo il cammino, come ci insegnano i pellegrini.

Raggiungere una città ed una meta a piedi, dopo aver camminato e faticato a lungo per raggiungerla, porta con sé un carico di energia unica. Vedere già all’alba una fila di camminatori che seguono il percorso sulla strada imbiancata da ciottoli e ghiaia, ci interroga sul senso profondo di questi itinerari e sul loro significato “rivoluzionario”. Una rivoluzione lenta, silenziosa, pacifica, fatta di circa 30.000 passi al giorno che si percepisce nello sguardo di chi cammina. Il cammino invita ad un maggiore altruismo, meditazione, umiltà, dialogo, ascolto, confronto ed apre la strada agli incontri: con la natura, con i luoghi, con le persone, con la dimensione spirituale.

Le parole che l’illustre medievalista francese Jacques Le Goff ha utilizzato per descrivere la Via Francigena sono oggi più che mai attuali: “essa rappresenta un ponte culturale fra l’Europa Anglosassone e l’Europa Mediterranea“. La Via Francigena può quindi aiutarci a costruire ponti, abbattere muri e costruire un dialogo interculturale ed intergenerazionale.

 

La gestione “sostenibile” degli itinerari e la creazione di una nuova offerta lungo la Via Francigena.
Come ci insegna il modello di Santiago di Compostela, un itinerario può svilupparsi tenendo in considerazioni alcune componenti essenziali: 1) il coinvolgimento delle istituzioni, dalla scala locale a quella regionale e nazionale, affinché il cammino sia opportunamente sostenuto in termini di infrastrutture e sicurezza; 2) il diretto supporto dei camminatori e delle associazioni, che costituiscono l’anima autentica delle vie; 3) il sostegno delle Università, degli istituti di ricerca e degli studiosi; 4) l’approccio legato ad un turismo sostenibile in grado di generare una micro-economia sui territori ed una opportunità di lavoro, soprattutto per le giovani istituzioni.

Ovviamente il punto di partenza affinché si possa generare questo importante circolo virtuoso è rappresentato dal percorso francigeno, dalla sua fruibilità in termini di sicurezza e segnaletica, e dall’accoglienza che i singoli territori sono in grado di offrire.

Se oggi considerariamo che intorno ai cammini si va generando una economia sostenibile, significa che essi possono realmente promuovere un forte impulso per lo sviluppo dei territori. Ovviamente si tratta di riuscire a mantenere un giusto equilibrio in grado di preservarne l’anima culturale, reinterpretandola in chiave moderna e con un approccio legato al turismo sostenibile. Dalla letteratura di viaggio alle tecnologie 2.0, dai servizi trasporto zaino all’oggettistica, dalle guide ambientali, all’artigianato all’enogastronomia con prodotti autentici dop e igp, dall’accoglienza alla ristorazione, dalla formazione agli eventi culturali ai tradizionali/nuovi media: sono solo alcune delle attività che si stanno sviluppando a fianco degli itinerari culturali.

Non a caso recentemente sono nate lungo la Via Francigena iniziative interessanti che la mettono al centro dello sviluppo di un territorio e sono in grado di generare micro-economie. Alcuni esempi sono il centro commerciale naturale “Via Francigena” a San Miniato (Pisa); il Club di Prodotto “Terre francigene piacentine” a Piacenza; nuovi e tradizionali tour operator che si approcciano a questa nuova offerta culturale “sostenibile”, artigianato locale dedicato alla Via Francigena (dalla ceramica di Acquapendente al cristallo di Colle Val d’Elsa, dal marmo di Carrara al cuoio di San Miniato); il progetto editoriale/media di Historia; educational tours con giornalisti e bloggers professionisti ed appassionati. Ad essi si aggiungono migliaia di iniziative che si svolgono nei territori per sostenere ed animare la Via, come escursioni, incontri di pellegrini, convegni, concorsi e mostre, performance artistiche, dibattiti, degustazioni. Da ricordare poi l’importante Festival Collective Project che da maggio a settembre riunisce gli eventi francigeni europei ed il Festival della Viandanza, nato proprio attorno alla Via Francigena.

La Via Francigena può oggi diventare anche un contenitore ideale per sviluppare una progettazione europea integrata (infrastruttura, cultura, turismo, agricoltura) a sostegno dei singoli territori ed in collaborazione con altri imporanti itinerari culturali europei, come quelle delle Città storiche termali, Hansa, Mozart. La nuova programmazione europea 2020 si presta ad essere ben declinata intorno alla Via Francigena, come dimostrano i programmi Europa Creativa, Erasmus Plus, Urbact, Turismo Sostenibile, Leader.

La stessa progettazione può oggi mettere insieme molteplici attori privati, stakeholders della cultura e del turismo, cosi come auspica il recente bando del Ministero del Turismo su scala nazionale attraverso i “Contributi a favore delle reti di impresa del turismo“, in scadenza il 9 maggio.

 

La Via Francigena, una green way europea che rappresenta una opportunità di sviluppo sociale, culturale ed economico per l’Italia
La Via Francigena rappresenta una grande opportunità di sviluppo sociale, culturale ed economico per l’Italia, attraversata da questa “green way” lineare per quasi oltre 1.500 km da nord a sud: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Molise, Basilicata, Puglia.

Poter sviluppare una rete di cammini, percorsi ciclabili, aree di sosta e di accoglienza, sostenere reti di impresa lungo la Via Francigena diventa un obiettivo comune da condividere e perseguire insieme con i territori. Il modello che ha portato avanti negli ultimi anni la regione Toscana (2009-2014), attraverso un master plan dedicato specificatamente all’implementazione della Via Francigena nei 400km di percorso, rappresenta un punto di partenza essenziale ed un punto di riferimento da esportare a livello nazionale ed europeo.

Oggi molti enti locali stanno già sostenendo politiche di sviluppo dei territori attraverso la matrice della Via Francigena, favorendo la proposta di una mobilità sostenibile. La “scommessa” della Via Francigena può certamente giovare, dalla scala locale a quella nazionale, sulla qualità della vita dei cittadini, sull’immagine di un Paese come l’Italia e sulla capacità di favorire le nuove forme di turismo “dolce” come l’escursionismo o il cicloturismo che in Europa sono già realtà affermate da tempo.

La Greenway Francigena, infine, è un progetto in grado di unire, da nord a sud, l’Italia e l’Europa dei popoli.

Luca Bruschi

 

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Lo storico pellegrino Giovanni Favari ci racconta la Via Francigena

Giovanni Favari, storico pellegrino e grande appassionato di Via Francigena, ci racconta quanto è stato fatto oggi lungo la Via Francigena. Favari, Presidente della Compagnia di Sigerico Laudense e Hospitalero all’ostello Transitum Padi di Senna Lodigiana, da anni accoglie ed accompagan i pellegrini nel tratto lodigiano.

Il Memoriale del Lodigiano” dedica un bel servizio all’instancabile camminatore Giovanni Favari, dal 1996 impegnato in prima linea al servizio dei pellegrini.

Leggi l’articolo su Il Memoriale del Lodigiano

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Workshop per gli operatori turistici a Siena

Il 7 aprile viene organizzato a Siena un incontro tra esperti del settore ed operatori turistici, le associazioni di categoria o anche semplici appassionati al tema con l’obiettivo di scambiare informazioni sulle opportunità di sviluppo dei territori lungo la Via Francigena.

L’incontro è previsto presso il Palazzo Patrizi, Via di Città 75 a Siena.

Per tutte le informazioni contattare l’Assessorato al Turismo: turismo@comune.siena.it oppure 0577 292128.

Programma:
– Bruno Valentini Sindaco Comune di Siena: Introduzione al tema della Francigena
– Massimo Tedeschi Presidente AEVF (Associazione Europea Vie Francigene)
– Alberto Conte Referente di “Itineraria”: Francigena da offerta a prodotto turistico
– Fiorenza Guerranti: 2014: Progetto Francigena Siena e Provincia
– Giuseppe Cattanei: Presidente del Club di prodotto “Terre Francigene piacentine”
– Sonia Pallai Assessore al Turismo del Comune di Siena: Illustrazione eventi e iniziative in essere

Dibattito e lavori con gli operatori presenti.

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Reimmaginare la Via Francigena: workshop itinerante

Il 17, 18 e 19 Aprile a Viterbo è stato organizzato il workshop itinerante ‘Storie, paesaggi, attraversamenti’ diretto dallo scrittore e camminatore Wu Ming 2, membro del collettivo Wu Ming. Dopo la prima giornata di presentazione presso il Biancovolta a Viterbo il 17 aprile, il 18 e 19 aprile si svolgerà la camminata da San Martino al Cimino, Ronciglione, Caprarola con pernottamento presso Fontevivola, vicino Ronciglione.

Il workshop propone un momento di riflessione pratica e teorica sul rapporto tra narrazione e territorio, utilizzando il viaggio a piedi come strumento comune d’indagine per diversi mezzi espressivi (come la scrittura, cinema, disegno, fotografia…). Lo scopo è quello di reinterpretare e rileggere i percorsi che i pellegrini hanno tracciato per secoli e che negli anni hanno popolato il territorio con luoghi di ritrovo e di riparo, di preghiera e di ristoro.

La partecipazione al workshop è aperta a scrittori, artisti visivi, architetti, musicisti, attori e registi teatrali, esperti di paesaggio e del territorio, camminatori.

Reimmaginare la Via Francigena è un progetto sviluppato grazie al contributo della Regione Lazio ed è stato promosso da Arci Viterbo in collaborazione con Aucs Viterbo, Parole a km0, Legambiente Lago di Vico, Ammappalitalia, Comune di Caprarola e DISUCOM, Università degli Studi della Tuscia.

Per tutte le info e le iscrizioni: Viterbonews24

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900 km senza perdersi: una nuova guida sulla Via Francigena

É disponibile online una nuova guida sulla Via Francigena, che traccia il cammino di Sigerico dal Passo del Gran San Bernardo fino a Roma e che illustra fedelmente il tracciato ministeriale offrendo anche delle alternative per visitare luoghi che verrebbero trascurati.
Sono 8 piccoli fascicoli che contengono le informazioni necessarie per mettersi in cammino: dall’indirizzo del parroco all’ospitalità del pellegrino. Contiene delle cartine geo-referenziate in scala 1:30.000 e delle descrizioni dettagliate del percorso.
Ogni fascicolo corrisponde a una settimana di percorso e ha il costo di 8,90 euro. Potete acquistarli sul sito www.via-francigena.net

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La Via Francigena in cammino verso EXPO Milano 2015

Si è svolto il giorno 19 marzo 2014, presso la sede di Regione Lombardia, il primo incontro del tavolo di coordinamento, dedicato alle progettualità in vista di EXPO 2015, scaturito dal protocollo di collaborazione tra Regione Lombardia, Provincia di Lodi, Provincia di Pavia e Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF).

La riunione ha permesso la condivisione delle progettualità messe in atto dai diversi attori attivi sul territorio lombardo, confrontandole con le linee di indirizzo dettate dall’AEVF. Tali linee guida si concentrano sui seguenti pilastri: istituzioni, associazioni, università e economia.  Forte risalto è stato dato alla messa in sicurezza del percorso, all’accoglienza e alle forme di finanziamento ai comuni e alle associazioni di comuni previste dalla legge “Destinazione italia”.

Tra i bandi analizzati si segnalano quello relativo alle “Reti d’impresa” del MIBACT con scadenza 9 maggio su scala nazionale e il bando “Lombardia Concreta” – contributi al credito per turismo e accoglienza, per sostenere le micro/piccole/medie imprese che operano in questi settori (ricettività, ristorazione, bar, commercio alimentare) per investimenti strutturali e di ammodernamento per il potenziamento dell’offerta in vista di EXPO.

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Varianti della segnaletica rispetto alla guida cartacea del percorso ufficiale

Vi segnaliamo una variante della segnaletica dalla tappa 1 alla tappa 5 nel tratto valdostano rispetto alla Cartoguida del percorso ufficiale: rispetto alla vecchia segnaletica (TAM), tutto il percorso valdostano è segnalato con il segnavia 103 all’interno di un rettangolo come nella fotografia di questo articolo.