Via Francigena

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Inghilterra

Quale modo migliore per incamminarsi sulla via Francigena – sulle tracce dell’arcivescovo Sigerico – che scegliere come punto di partenza del viaggio proprio la sede vescovile delle lontane isole britanniche, da cui il più illustre pellegrino partì, nel 990.

Prenditi il tempo di visitare la cattedrale, mirabile capolavoro di arte gotica, costruita alcune centinaia di anni dopo che Sigerico fece ritorno alla sua sede, sano e salvo, reduce dal lungo e faticoso viaggio fino alla capitale della cristianità. Di questo ritorno ci ha lasciato l’elenco delle 79 tappe, riproposte fedelmente, per quanto possibile, nel percorso moderno che ti accingi a seguire.

Accanto al portico sud della Cattedrale di Canterbury è posta la pietra che indica il chilometro zero dell’itinerario. I primi passi ti portano alla porta Christchurch, e poi all’Abbazia di Sant’Agostino lungo la Pilgrim’s Way, dove per 10 anni Sigerico fu abate.

E poi lasci la città sulla North Downs Way, il percorso escursionistico che coincide con il tracciato francigeno e ti immergi nella verdissima campagna inglese, punteggiata di fattorie e villaggi. Il Kent è stato definito “Giardino d’Inghilterra”, per i suoi orti e per la bellezza del paesaggio rurale.

Due sole tappe – di cammino facile e rilassante – ti portano al mare di Dover, ma avrai tempo di sperimentare l’accoglienza inglese nella sosta a Shepherdswell, tranquillo villaggio che ha come principale luogo di aggregazione il pub, dove non mancherai di brindare al primo giorno di cammino.

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Italia – Le Colline toscane e laziali

Orizzonti vastissimi si aprono dal crinale che si affaccia sulla Valdelsa, dove cammini seguendo fedelmente le orme dell’arcivescovo Sigerico. Ti ritrovi immerso nella solitudine dei campi di grano, contemplando paesi lontani: Castelfiorentino, Gambassi Terme, una costellazione di borghi sui crinali, i casali, le pievi romaniche tra gli ulivi. Svettano le torri di San Gimignano e quelle della cerchia tonda di Monteriggioni, a cui arrivi seguendo strade bianche bordate di cipressi.

Siena è la città emblema della via Francigena, a cui deve la sua fortuna e prosperità. Cammina nel medioevo tra le sue vie, visita l’antico ospitale di Santa Maria della Scala, con il suo pellegrinaio affrescato. Rimettiti in cammino, ma volgi lo sguardo: le torri e il suo inconfondibile profilo ti seguiranno a lungo, mentre cammini sui facili percorsi della val d’Arbia.

La via Cassia sale a un altro spartiacque e attraversa da un capo all’altro San Quirico d’Orcia, alta sul suo poggio. Una nuova alba ti riserva la sorpresa dei paesaggi assoluti della val d’Orcia: un incalzare di dolci colline, il giallo del grano o i campi arati a perdita d’occhio. Affacciati alla balaustra sulla piazza d’acqua di Bagno Vignoni: quelle acque calde erano un toccasana per i pellegrini medievali. Da Vignoni Alto hai notato un paesaggio nuovo, su cui svetta il cono vulcanico del monte Amiata. Non perdere di vista un rilievo che appare all’orizzonte, coronato da una torre isolata. Quella è Radicofani, ed è lì che devi arrivare. Terra di confine tra Ducato di Toscana e Stato della Chiesa, ti accoglie con strade solitarie e ambienti più selvaggi.

Si dirada la presenza umana nella discesa verso la valle del Paglia, sulla vecchia Cassia ancora sterrata. Greggi di pecore, pascoli battuti dal vento e poi la terra scura della Tuscia viterbese prelude ad Acquapendente e ad altre belle città di antichissima origine: Bolsena con le sue memorie etrusche e romane, Montefiascone alta sul lago, Viterbo cinta dalle mura merlate. Vivrai l’emozione di poggiare il piede sul basolato della via Cassia romana, quando mancano ormai meno di 100 chilometri a San Pietro.

Non correre ora che la meta è vicina. Assapora ritmi rilassati sostando sulle piazze barocche di Sutri, Campagnano, Formello. Rinfrescati nelle ombrose foreste nel parco di Vejo, dove stenterai a credere che Roma sia così vicina, e che la silenziosa campagna romana debba lasciare posto alle vie e ai palazzi. Le emozioni dell’ultimo giorno, della breve ultima tappa, resteranno con te per sempre: sei arrivato nella Città Eterna e alle sue bellezze, e con il viso rivolto a San Pietro, il colonnato del Bernini ti abbraccia negli ultimi passi. 

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Italia – L’Appennino e l’Alta Toscana

Il profumo dell’erba medica è intensissimo a inizio estate, sulle colline che, oltre Fidenza, sono il prologo della lunga salita verso il passo della Cisa. La brezza spira sempre sui crinali e la vista spazia sulla pianura che è ormai alle spalle. Durerà almeno tre giorni l’ascesa al colle, segno che le pendenze sono dolci e graduali. C’è tutto il tempo per contemplare l’incanto delle fioriture di aglio orsino sotto i faggi, prima della lunga discesa nella verdissima Lunigiana, verso la costa e il mare.

Il medioevo vive sulle mulattiere dell’alta val di Magra, dove attraverserai borgate di pietra, tra vigne e uliveti. Passa in rassegna i portali di arenaria scolpita dei centri storici che sono figli della Via: Pontremoli, Filattiera, Filetto, Sarzana, dove la montagna è ormai lontana e l’aria del mare porta profumi nuovi. A Luni ritrovi le tracce dell’antica Roma. Tra le sue rovine, in quella pianura fertile e coltivata, immagina un porto pieno di navi, visualizza il pellegrino che, prima dell’anno Mille, si imbarcava diretto alla costa di Francia, ai lontani Pirenei, sulle tracce di San Jacopo. Tra Toscana e Liguria, tra Aulla e la costa, sulla via Francigena si innestano altre tracce, che portano lontano.

Il mar Ligure brilla oltre le spiagge della Versilia, mentre cammini tra le vigne sulle vie a mezzacosta ai piedi delle Alpi Apuane, tra le città del marmo: Carrara, Massa, Pietrasanta, Camaiore. Trascorri una serata in piazza, tra gli artisti, scoprendo nei vicoli laboratori di scalpellini. Riparti per ritrovare boschi ombrosi nella Valfreddana, ultima propaggine della catena apuana. Il percorso spiana nella piana del Serchio, in vista delle mura di Lucca. Concediti il riposo di una sosta, il tuo viaggio è ancora lungo, nuovi paesaggi e incontri ti attendono. Guarda il labirinto, sotto il portico del duomo di San Martino: rispecchia il tuo itinerario, il tuo vagabondare, i tuoi pensieri che divagano nelle ore del cammino.

Si avvicina un passaggio che, intorno all’anno Mille, era tra i più temuti. La piana del Serchio, i boschi delle Cerbaie, i paduli di Porcari e di Fucecchio, aree paludose oggi bonificate – l’Aqua nigra menzionata dall’arcivescovo Sigerico – il passaggio dell’Arno. Tu lo vedi scorrere da un solido  ponte in muratura, e se alzi lo sguardo dagli argini, già vedi svettare la torre di San Miniato. Oltre quel crinale si distende il mare ondulato delle colline toscane.

 

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Italia – La Grande Pianura

Hai appena lasciato le valli alpine, ma le montagne continuano a vegliare sul tuo cammino. I ghiacciai del Monte Rosa si specchiano dai loro oltre 4000 metri sulle risaie allagate in primavera. È questo il momento migliore per sfidare i grandi orizzonti della Pianura Padana, i rettilinei interminabili, le geometrie dei campi. Paesaggi assoluti, inattesi. Non ti aspettavi di trascorre giorni procedendo a passo spedito tra superfici di acqua e luce, scandite da sottili argini. Da Santhià ti avvolge il silenzio, rotto solo dall’improvviso volo degli aironi.

Ma non sarai mai solo a camminare su un argine lungo un canale. Presto a tardi sbuca dalle nebbie un trattore, che procede lento tra i campi. Emerge un campanile, o il profilo tozzo di una cascina a corte. Affàcciati alle porte carraie di questi grandi complessi, e sappi che la loro fondazione risale all’alto medioevo, a quando la pianura era ancora ammantata di foreste e paludi da bonificare. Immagina le mondine, solo cent’anni fa chine a sudare sotto il sole. Concediti una sosta nelle piazze dei paesi, c’è sempre un caffè, un’osteria dove un piatto di panissa, il robusto risotto della tradizione vercellese, ti darà tutta l’energia per proseguire il cammino.

La carrareccia punta verso le città, che si annunciano da lontano: torri e cupole e campanili ti guidano verso le belle piazze e i portici. A Vercelli si incontrano i due principali rami della via Francigena, che vi arrivano dai passi più frequentati: Gran San Bernardo, Monginevro e Moncenisio. Dedica un po’ di tempo al suo ricco patrimonio storico-artistico. A Pavia, la capitale dei longobardi, fai un ingresso memorabile dal Ponte Coperto. Le sue chiese sono tra i più insigni monumenti del romanico. Piacenza non è da meno, snodo importante di tutte le via che scendevano dalle Alpi orientali. A Fidenza, sul duomo di San Donnino trovi, scolpita nell’arenaria, la teoria di pellegrini medievali che ti indica la direzione da prendere per le tombe dei martiri e per Roma.

Ti ricorderai a lungo l’emozionante passaggio sul Po, a bordo di un piccolo natante, il vento umido e freddo del mattino, le nebbie tra i pioppeti nella golena, la vastità di quell’acqua torbida e mobile. Rimetterai con piacere il piede sull’argine, pronto a riprendere il cammino con rinnovata energia.

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Italia – Le Alpi

Per chi parte dal Nord Europa, il valico del Gran San Bernardo (m 2473) e le Alpi sono il primo vero ostacolo da superare. Passata la montagna, i pascoli alpini, i torrenti, le foreste di conifere lasciano il campo ad ambienti di dolcezza già mediterranea. Camminerai su mulattiere tra muri a secco, di castello in castello, tra montagne incombenti e imbiancate. La valle della Dora è un solco ampio e profondo, ma si allarga nella conca dell’anfiteatro morenico di Ivrea, con i suoi laghi, specchi luminosi, che intravedi tra le pergole delle vigne.

La bellezza del paesaggio alpino si accompagna alla ricchezza del patrimonio artistico. Aosta accoglie il viandante ancora racchiusa tra le mura della città romana. Lì vedrai il teatro e le torri di Roma antica, passerai – proprio come i pellegrini medievali – sotto la Porta Pretoria e accanto all’arco di Augusto, che dal I secolo dà il benvenuto al forestiero in terra d’Italia. Troverai le tracce della via consolare delle Gallie, scavata nella roccia, a Donnas e ancora a Ivrea, la romana Eporedia.

Sui luoghi dei templi pagani sono sorte le chiese medievali: fermati a contemplare i bellissimi portali gotici, gli svettanti campanili, punto di riferimento del pellegrino. A ogni campanile corrisponde una borgata, una delle tante innumerevoli frazioni che fanno un paese, tutte circondate da prati. Sul sentiero scandisce il tuo cammino il suono dei campanacci. Trovi nel borgo la possibilità di ristoro e sapori nuovi: il pane nero di segale, il burro d’alpeggio, la Fontina, i saporiti prosciutti e il lardo.

Non ti aspettavi che il Canavese fosse una terra da vino. Ne prendi atto sui ripidi versanti assolati, lungo le mulattiere che costeggiano vigne verticali, tralci sorretti da muri a secco e pilastri di pietra, che il sole scalda. Qui fioriscono i rosmarini a fine inverno e i mandorli, ai piedi delle ultime propaggini alpine. I paesi – Bollengo, Viverone, Roppolo – si adagiano sui dolci declivi morenici della Serra d’Ivrea. Hanno belle torri e logge di legno, ancora racchiusi tra le mura dei ricetti medievali. La Dora scorre sulla piana sempre più ampia, che sfuma ormai nelle vastità orizzontali della Pianura Padana.

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Prosegue la posa della segnaletica!

Il nostro Stefano sta continuando con il posizionamento della segnaletica sulla CicloVia Francigena. In compagnia della sua bicicletta pieghevole (Franca, la bicicletta che arranca) è ripartito da Milano con il treno ed è arrivato in Emilia, a Piacenza, da dove è ripartito con la posa alla volta di Lucca, toccando le città di Fidenza, il valico del Passo della Cisa, Cassio, Pontremoli, Forte dei Marmi e Pietrasanta. Il tragitto è stato segnato dal ritmo dettato dal salire e scendere dalla bicicletta per attaccare i segnali adesivi e ripartire ogni 2-300 metri con poca gioia delle sue ginocchia, ma soprattutto dalle condizioni meteo, che sembrano non voler essere particolarmente clementi causando degli stop imprevisti.

Martedì 7 Giugno si riparte da Lucca alla volta di Siena, se tutto va bene la raggiungeremo giovedì. Nulla può fermarci, arriveremo a Roma!

 

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CicloVia Francigena: segnati i primi 150 km

Il primo tratto della CicloVia Francigena è stato segnato: nei giorni scorsi abbiamo posato centinaia di segnavia tra Vercelli e Piacenza, completando tre tappe e mezza, per una lunghezza di 150 km circa.

I segnavia sono del tutto simili a quelli già usati sul percorso pedonale, cambia solo il colore (bianchi e azzurri anziché bianchi e rossi), mentre per richiamare la parentela tra i due percorsi il pellegrinetto nero è stato inserito in una ruota di bicicletta stilizzata.

Abbiamo scelto un nuovo materiale plastico, più sottile e adesivo rispetto a quello usato per il percorso pedonale, che ci ha dato degli ottimi risultati. Ottima anche la scelta di affiancare le classiche “fascette” da 7×21 cm con dei lunghi nastri da 7×100 cm, che possono essere installati anche su pali di grandi dimensioni.

Un’altra importante novità sono i segnavia tondi con la freccia, che rendono più comprensibili i cambi di direzione e che all’occorrenza possono essere installati sugli altri supporti adesivi.

L’installazione è gestita da Stefano Mazzotti, guida escursionistica, una new entry della squadra di SloWays, che viaggia lungo il percorso su una bici pieghevole nelle cui borse trasporta i segnavia. Finita la giornata di lavoro può ripiegare la bici e tornare alla base utilizzando i mezzi pubblici: una soluzione comodissima ed ecologica.

Stefano sta raccontando il suo lavoro su Facebook, lo potrai seguire sulla pagina SloWays.

Che aspetti a provare il nuovo percorso? Puoi usare il treno+bici per raggiungere i due punti di partenza e di arrivo, e anche la stazione intermedia di Pavia. Trovi le tracce e le mappe su www.viafrancigena.bike

Buona strada!

 

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Oggi parliamo di Francigena con Sonia Pallai, assessore al turismo del Comune di Siena

Sonia Pallai, assessore con delega al Turismo del comune di Siena, è fortemente impegnata nel rilancio della Via Francigena. Una realtà, quella della terra senese, molto legata al cammino: un percorso affascinante, messo in sicurezza e ben segnalato , adatto anche alle famiglie con bambini e ragazzi. La città di Siena sta puntando sulla Francigena in tutte le sue dimensioni con progetti legati all’accoglienza, alla promozione, all’infrastruttura per valorizzare l’antico cammino europeo.

1. Il Trekking Urbano a Siena è una esperienza che viene portata avanti con successo da diversi anni dall’amministrazione comunale. Un modo per riscoprire lentamente la splendida città senese attraverso la storia, la cultura e la gastronomia. Da questa iniziativa è nata “#SienaFrancigena, sulle orme dei pellegrini” legata alla “Bisaccia del pellegrino”, un format ormai consolidato che piace a tanti. Queste iniziative verranno riproposte nel 2016?

Sì, #SienaFrancigena nel 2016 si svolgerà ogni domenica mattina dall’1 maggio al 26 giugno in un calendario di visite guidate sul tratto urbano della Via Francigena, passando per uno dei più antichi ospedali d’Europa, il Santa Maria della Scala per concludersi nel tratto sud e terminare all’Orto de’ Pecci, un luogo meraviglioso dietro Piazza del Campo, gestito da una cooperativa sociale, dove si trova un orto medievale con piccole coltivazioni e animali da cortile. Qui ai partecipanti viene consegnata la “Bisaccia del Pellegrino”: un pranzo al sacco a base di prodotti senesi di filiera corta. A pagamento. turismo@comune.siena.it, www.enjoysiena.it

2. #SienaFrancigenaKids, la Via Francigena da raccontare ai bambini ed ai ragazzi. Come è nata questa idea e come è andata la prima esperienza?

L’idea è nata pensando che nessuno aveva lavorato per rendere fruibile la Francigena per il target dei bambini. Naturalmente è impensabile voler far camminare una famiglia con bambini lungo un’intera tratta, i km sono decisamente troppi. Lo stesso nostro #SienaFrancigena è lungo per un bambino e sicuramente i più piccoli lo troverebbero faticoso oltre che noioso. Così, partendo dal presupposto che la Francigena può davvero essere un’esperienza anche formativa per i bambini, e che se raccontata in forma di fiaba, di storia potesse essere divertente ho pensato di trasformare il #SienaFrancigena in #SienaFrancigenaKids dove il linguaggio del racconto è diverso, i km sono un po meno. Ecco che è nato questo trekking urbano sulla Via Francigena dedicato ai bambini. La visita guidata è fatta da uno dei personaggi degli affreschi del Santa Maria della Scala, “Balia Gioconda” che permette ai “piccoli pellegrini” di scoprire storie e aneddoti legati all’accoglienza e al pellegrinaggio, a partire dal racconto teatralizzato e sotto forma di fiaba del Santa Maria della Scala.

Al termine della visita viene offerta la “merenda del pellegrino”, un  sano panino con il prosciutto e a tutti i partecipanti viene consegnato lo zainetto ufficiale di #SienaFrancigenaKids che è anche un simbolo perché i bambini tra quando entrano a quando escono hanno nelle spalle un po’ di cultura in più. Lo abbiamo già messo in calendario ogni sabato pomeriggio dal 10 dicembre 2016 al 25 febbraio 2017 (A pagamento. turismo@comune.siena.it, www.enjoysiena.it)

3. In occasione dell’apertura della Porta Santa a Roma per il Giubileo, l’8 dicembre, avete lanciato la bella iniziativa “In cammino da Siena a Roma” lungo la Francigena. Un pellegrinaggio di 7 giorni come gli antichi viandanti, rivolto a tutti, con il bordone che simbolicamente è stato portato in Vaticano. Un bell’evento promosso da Comune di Sienanell’ambito di Siena Capitale Italiana della Cultura 2015 e realizzato con la collaborazione dell’Associazione Europea delle Vie Francigene e dell’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino. Una esperienza di cammino che verrà ripresa in futuro?

#SienaFrancigenaGiubileo è stata un’esperienza davvero unica, partecipata e soprattutto che ci ha permesso di promuovere la Via Francigena in un modo straordinario. Quando siamo arrivati a Roma, in Piazza San Pietro la mattina dell’apertura della Porta Santa c’era così tanta energia nell’aria che voltarsi con il pensiero ai giorni indietro, al giorno in cui eravamo partiti da Siena, ai tanti km percorsi a piedi, emozionava. La nostra storia ha fatto talmente notizia che abbiamo avuto una diretta Rai direttamente da San Pietro nel momento dell’eucarestia di Papa Francesco. In quell’occasione abbiamo riproposto quello che fu il pellegrinaggio che partì da Siena lungo la Via Francigena proprio in occasione del Giubileo straordinario del 1600.

Da questa esperienza è nata “Siena in Cammino”, un calendario di visite guidate ogni fine settimana di Aprile, che il sabato valorizza i percosi giubilari tra il Santa Maria della Scala ed il Duomo e la domenica il cammino lungo la tappa “Siena – Ponte D’Arbia” per una lunghezza di 25,7 km l’evento prende spunto dal cammino fatto dalla Compagnia di Santa Caterina in Fontebranda in occasione del Giubileo del 1600 e ripercorso nel mese di dicembre 2015, da Siena a Roma, in concomitanza con l’apertura della Porta Santa. Ai partecipanti sarà consegnata la Bisaccia del Pellegrino, contenente il pranzo al sacco a base di prodotti tipici. L’evento comprende una guida ambientale e il ritorno in pullman da Ponte D’Arbia, in collaborazione con il Comune di Monteroni D’Arbia. A pagamento, su prenotazione entro le ore 16 del sabato. Costo biglietto 25 euro. Per informazioni e prenotazioni Tel. 347 6137678, 348 0216972, sienasms@c-way.it

4. Siena, città accogliente ed aperta ai pellegrini, ai viandanti, ai turisti che grazie alla Via Francigena vogliono riscoprire città. Quale contributo possono dare a Siena la Via Francigena e questo tipo di “turismo slow”?

Il Trekking Urbano, ogni prodotto, rassegna ed evento legato alla Via Francigena sono esempi perfetti di turismo sostenibile che se organizzati così come abbiamo fatto noi danno la possibilità di raccontare una città d’arte in una chiave nuova, portando le persone a camminare al di là delle vie più battute, a destagionalizzare i flussi turistici perché sono iniziative pensate fuori dai periodi di altissima stagione. Garantiscono la certezza della visita guidata indipendentemente dal numero di partecipanti e quindi diventano prodotti turistici fruibili a tutti gli effetti. Fanno vivere un’esperienza, che è quella del luogo, del viaggio e del cammino. In ogni percorso abbiamo unito la Bisaccia del pellegrino, o la merenda per i bambini, per legare l’aspetto dei prodotti del territorio al percorso di visita.

Chi partecipa a queste iniziative, non ha fretta. E anche il “turista frettoloso” leggendo le nostre esperienze può diventare un “turista lento”, più attento ai dettagli che a collezionare scatti di panorami o Chiese nel minor tempo possibile. Più riusciamo a trasmettere questo messaggio e più lavoriamo per valorizzare il turismo sostenibile.
Come ha detto il Ministro Franceschini “è sulla scia dell’anno del Giubileo che l’Italia deve riscoprire, insieme ai suoi viaggiatori, i suoi cammini”.

Luca Bruschi

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Oggi parliamo di Francigena con Samantha Cesaretti, per un Francigena “ospitale”

Oggi parliamo di Via Francigena con Samantha Cesaretti, Ideatrice e realizzatrice dell’evento Lucca ospitale, manifestazione turistico culturale dedicata a qualsiasi forma di pellegrinaggio in collaborazione con l’arciconfraternita della Misericordia di Lucca.

Lucca Ospitale, una idea che si è trasformata in progetto ed oggi in splendida realtà. Ce la racconti Samantha?

Lucca Ospitale nasce come manifestazione in seno all’associazione Federazione Lucchese associazioni musicali circa 3 anni fa. L’idea di base era quella di sensibilizzare il territorio intorno alla figura del pellegrino, realizzando una serie di eventi culturali e incontri legati al tema della Via Francigena.

Non ci eravamo mai imbattuti nella realtà lucchese su questa tematica e grazie all’aiuto di tanti pellegrini, in particolare alla tenace Cristina Meneghini, abbiamo capito che Lucca non era poi così ospitale e che c’era e c’è tanto da fare per rendere la città accogliente.

Abbiamo accolto questa sfida e nel giro di 2 anni, in collaborazione con l’Arciconfraternita di Misericordia di Lucca, abbiamo realizzato una foresteria composta attualmente da 3 appartamenti con 15 posti letti totale, con la previsione di arrivare almeno a 20 nella prossima primavera. Nel 2016 Lucca Ospitale gode della collaborazione con l’Arciconfraternita e di Itinera (azienda di promozione turistica del Comune di Lucca) e oltre a portare avanti la manifestazione Lucca Ospitale, che si terrà il 30 Aprile, 1 Maggio e 3 Maggio (festività del ritrovamento della Santa Croce), inizierà ufficialmente il lavoro di coordinamento sul territorio, con un progetto di area vasta che coinvolge tutte le amministrazioni della lucchesia. L’idea è quella di mettere il pellegrino in condizione di avere tutte le informazioni necessarie prima e durante il cammino.

Le Terre di Lucca, questo è il nome del progetto portato avanti dal Comune di Lucca e da Lucca Ospitale, vuole richiamare per analogia, il percorso già intrapreso dalle amministrazioni senesi.

Una scelta studiata, al fine di creare un fil rouge all’interno del territorio regionale, sintomatico della volontà del nostro gruppo di confrontarci con la realtà circostante e di aprirci a confronti e collaborazioni con i territori limitrofi, in modo tale da cooperare congiuntamente su tutta la Toscana in modo omogeneo.
Tanto lavoro insomma…

La raccolta dei pensieri dei cittadini di Lucca da portare simbolicamente e fisicamente in cammino a Roma, sulla Via Francigena, a Papa Francesco è una proposta che sposa in pieno la filosofia di questa via. Un cammino fatto di incontri, di persone, di idee, di speranze. Come procede il cammino a tappe?

I messaggi sulla Via del cammino di Misericordia hanno dimostrato come un progetto semplice possa riuscire a essere un veicolo di sensibilizzazione sull’importanza della solidarietà e della condivisione, su temi sensibili come la disabilità e l’integrazione.

Il progetto nasce a Dicembre 2015, quando il Comune di Lucca ed Itinera azienda turistica del Comune, decidono di posizionare un albero in piazza Anfiteatro con delle palle trasparenti nelle quali era possibile inserire un messaggio. Queste palline sono state poi distribuite alle varie associazioni locali come ANFASS e L’ALLEGRA BRIGATA, al centro anziani, alle scuole primarie e secondarie e agli esercizi commerciali della piazza.

Anche la decorazione dell’albero non è stata fatta a caso ma secondo una logica ben precisa, posizionando sulla sommità dell’albero le palle-messaggio degli anziani, dei disabili e dei bambini.  Questo per ricordarci che dobbiamo impegnarci per costruire un mondo migliore, senza barriere, abbandonando false credenze e preconcetti.  Gli anziani sono il nostro bagaglio storico, ci indicano chi siamo e chi eravamo, riportandoci a quei valori genuini che i nostri ragazzi dovrebbero recepire, condividere e diffondere; perchè solo credendo nell’uguaglianza si può pensare di abbattere barriere mentali e fisiche.

Partiti il 9 gennaio da piazza Anfiteatro abbiamo iniziato il nostro cammino a tappe. Personalmente non mi aspettavo un’adesione così sentita ma devo dire che ogni nuova uscita, si aggregano pellegrini provenienti da tutta Italia. Camminare e condividere il cammino è un’esperienza indimenticabile, qui nascono le idee, si fanno progetti che forse non si concretizzeranno mai, si sogna un mondo migliore fatto di amore e pace e amicizia.

Sono letteralmente rapita da questa esperienza, tanto che, prevedo che arrivati a Roma non ci fermeremo, anzi stiamo già progettando di proseguire sulla Francigena del Sud per raccogliere altri messaggi di Pace da tutti coloro che intendono consegnarceli.

Vorrei ringraziare alcune persone che rendono speciale questo cammino, in primis Laura Celli, amministratrice di Itinera e ideatrice del progetto insieme a Luciana Menichetti,  Andrea Baldisseri, il gruppo gli Amici della via Francigena di Pietrasanta, in particolare Adriano Bigongiari che sta facendo un ottimo lavoro di promozione, Massimo Serafini che non mi abbandona mai e in fine l’immenso Giovanni Corrieri che non ringrazieremo mai abbastanza per mettere la sua conoscenza della Via Francigena a nostro servizio. Ringrazio tutti quanti, sperando di non aver dimenticato nessuno, perché da sola non sarei nessuno

 Lucca, una città importante e prestigiosa. Un luogo conosciuto in tutto il mondo per la sua arte, la sua storia, il suo patrimonio. La Francigena che valore aggiunto può portare? Vedi possibile il dialogo fra associazioni, istituzioni locali, operatori economici e culturali affinché una opportunità di sviluppo del territorio legata a questo cammino europeo. 

Amo la mia città ma la ritengo un gioiello ancora grezzo. Il turismo nella nostra città negli ultimi anni è in netto aumento veicolata anche alle manifestazioni realizzate per celebrare il nostro compositore Giacomo Puccini. La Via Francigena è sicuramente un valore aggiunto per la città di Lucca ma lo è in particolar modo per tutti quei paesi e paesini della provincia. Parlo di piccoli borghi incantati che potrebbero vivere del passaggio del pellegrino e creare una micro economia legata alla Via Francigena.

Porto l’esempio di Valpromaro, perché è lampante come un piccolo paesino sia rinato grazie all’apertura e alla promozione dell’Ospitale del pellegrino. La città di Lucca è legata alla Via Francigena, simboli e testimonianze le abbiamo in ogni angolo, basta citare il Volto Santo e il Labirinto o la chiesa di San Frediano.

I pellegrinaggi sono stati in antichità molto frequenti e sentiti e penso che bisogna guardare alle origini della nostra città per evitare di snaturarla promuovendo attività poco attinenti col nostro passato.

Come ho già detto stiamo lavorando ad un progetto di area vasta insieme alle amministrazioni, alle associazioni di categoria e alle associazioni locali, il percorso è tutt’altro che facile ma non impossibile. Sicuramente è necessario del tempo per mettere tutti i tasselli al posto giusto ma da tre anni a questa parte le cose sono cambiate profondamente, un dialogo tra tutti gli attori è già in atto adesso dobbiamo solo andare oltre ai campanilismi e credere in un progetto di respiro europeo, così come ci insegna il nostro Cammino.

Luca Bruschi

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Oggi parliamo di Francigena con Fabio Dipinto, giovane videomaker e pellegrino

Intervista con Fabio Dipinto, giovane videomaker che la scorsa estate ha camminato lungo la Via Francigena nel tratto italiano raccogliendo emozioni ed immagini di viaggio, alla scoperta dei volti e dei luoghi lungo il cammino. Un’esperienza che si concretizza nel film documentario terminato in questi giorni.

La tua esperienza sulla Via Francigena la scorsa estate: un percorso fatto di incontri,  immagini,  colori e emozioni. Ci racconti il tuo cammino?

Fino a pochi mesi prima della partenza non conoscevo praticamente nulla riguardo la Via Francigena. Ero consapevole fosse una delle tre grandi arterie medievali di comunicazione e pellegrinaggio, ma non avevo mai approfondito concretamente la sua storia. Ero fermo al cammino di Santiago, percorso con la mia metà nell’autunno del 2012.

Il 18 luglio 2015 inizia una grande avventura: partenza nel primo pomeriggio dal Colle del Gran San Bernardo. Missione: vivere un periodo di libertà incondizionata e girare un film documentario sui personaggi che popolano la Via Francigena. Ma di questo parleremo più avanti.

Per quel che riguarda la mia esperienza di cammino, è stata tanto dura quanto stimolante. Ho apprezzato enormemente la possibilità di conoscere e attraversare un’Italia autentica e a misura d’uomo. La nostra terra è conosciuta nel mondo soprattutto per le grandi città d’arte e cultura: un cammino del genere, invece, ti porta nell’Italia silenziosa, fatta di piccoli borghi e chiese medievali, di immense risaie e campi coltivati a grano, di colline dorate dal sole e montagne le cui cime si dissolvono tra le nuvole.

È stata un’esperienza totalmente immersiva, in cui si è mescolata indissolubilmente arte, cultura, natura e spiritualità. Avendola percorsa in una delle estati più calde degli ultimi decenni, il paesaggio a tratti pittorico, a tratti cartolinesco, è stato la spinta necessaria nei momenti di stanchezza e difficoltà. In più di un’occasione, quando il sole non dava tregua, essermi trovato di fronte a luoghi fiabeschi ha caricato di energia le mie gambe. 

Per me il contatto con la natura, avvolto da un silenzio interrotto solamente dai passi che  impattano il terreno, è l’aspetto più appagante. E quel silenzio in poco tempo si trasforma in melodia: i suoni del bosco, le cicale che cantano sugli alberi, il ticchettio delle gocce di pioggia sulle foglie. Le rare volte che ha piovuto, si intende.  

Per me non esiste nulla capace di donare così tanta libertà: durante un cammino il benessere ti pervade, ti senti colmo di pace. E provare queste sensazioni nella propria terra è qualcosa che va sperimentato: vedere il paesaggio che cambia forma è una bella soddisfazione. Passare dalle linee spigolose delle montagne valdostane alla Grande Pianura, immobile e immutata. Addentrarsi nei colli emiliani, che dolcemente ti conducono verso la salita: gli Appennini. E poi varcare le porte della Toscana, con i suoi saliscendi costanti e tanta bellezza, la stessa che contraddistingue il Lazio, terra accogliente e ospitale. Non aggiungo altro perché la nostalgia sta già bussando alla porta. Anzi, solo più una cosa: i ricordi. Rimangono indelebili. I ricordi di un cammino, belli o brutti che siano, difficilmente verranno rimossi dalla mente. Rimangono vivi a farti compagnia.

 

Come è nata l’idea di fare un film legato alla Francigena e ai volti che hai incontrato lungo il percorso?

L’idea è nata per caso, o per destino, difficile dire da che parte penda maggiormente l’ago. Da diverso tempo nutrivo il desiderio di raccontare un viaggio del genere: quando si è presentata l’occasione non ci ho pensato due volte e mi sono buttato a capofitto in questo progetto, viaggiando in compagnia di grandi camminatori dedicatisi all’aggiornamento della segnaletica lungo la Via. Sulle orme di un cinema che fa della fisicità la sua arma privilegiata, ho deciso  di mettermi in cammino per sei settimane per filmare la Via Francigena e i personaggi che la popolano. Il risultato è I volti della Via Francigena, un documentario che racconta i luoghi, ma soprattutto le persone che nel cammino trovano se stessi e il senso del mondo: pellegrini, ospitalieri, traghettatori, volontari, storici e religiosi, persone che vivono la Via quotidianamente e che compiono immensi sforzi per renderla sicura e mantenerla accessibile. Il film cerca di indagare un sottobosco umano, quello che in maniera quasi dispregiativa viene definito l’uomo qualunque, che qui diviene il vero protagonista, capace di affascinare raccontando la propria esperienza di vita.

Il documentario si presenta come un tentativo di conoscere qualcosa che non è facilmente definibile: per alcuni è un viaggio spirituale o un modo per ritrovarsi, per altri una sfida con se stessi. Un viaggio che permette di allontanarsi dalla frenesia delle metropoli in cui viviamo e riscoprire il sapore delle cose semplici. Un viaggio che consente di attraversare città magnifiche e borghi dimenticati che hanno mantenuto l’autenticità del tempo che li ha originati.

Le riprese si sono svolte in una condizione di assoluta libertà: ogni giorno, lasciato il luogo che mi ha accolto per la notte, mi sono diretto alla tappa successiva camminando e filmando qualsiasi cosa suscitasse il mio interesse e che fosse funzionale al racconto che avevo in mente. In altre parole, il metodo adottato è stato quello di andare verso le storie da narrare, pur non sapendo cosa mi aspettasse non solo il giorno seguente, ma addirittura il minuto successivo. Mi sono posto in una condizione di ascolto per accogliere qualsiasi cosa si presentasse dinanzi agli occhi che soddisfacesse le linee guida elaborate prima della partenza.  Mi sono messo in viaggio con la volontà di creare un’opera basata sui racconti delle persone che vivono quotidianamente o che hanno vissuto sulla pelle l’itinerario. L’approccio privilegiato è stato quello dell’intervista, strumento essenziale per dare vita a una testimonianza sul complesso mondo dei cammini.

 

Il film sta per uscire. Raccontaci questi mesi di lavoro, dalla raccolta fondi con il crowdfunding al montaggio alle musiche. E le tue emozioni in vista del lancio definitivo.

La lavorazione del film, terminate le riprese durante il cammino, ha richiesto ancora sei mesi. Per poter approfondire gli aspetti storici, religiosi e psicologici ho intervistato alcune figure dislocate in giro per l’Italia che hanno approfondito enormemente questi aspetti. La selezione del materiale da utilizzare – la durata complessiva del girato supera le 25 ore  –  è stato un processo lungo e laborioso. Successivamente, con le differenti professionalità in gioco, abbiamo portato avanti una prima lavorazione in montaggio, più volte limata e modificata per arrivare a una versione definitiva dopo molti cambiamenti.  

Ultimato il montaggio, in collaborazione con un pianista, ho cercato di rendere la musica il valore aggiunto dell’opera. La colonna sonora, che accompagna quasi interamente il film, è un elemento necessario a illuminare le immagini: la musica riesce a cambiare le prospettive, mette nella condizione di vivere emozioni e di vedere cose prima invisibili. Ho cercato di far sì che immagini e musica scorressero all’unisono, come se provenissero dalla stessa fonte. Secondo me nessuno strumento al pari del pianoforte è capace a toccare così in profondità le giuste corde. Infine il progetto è passato nelle mani del colorist, che ha ritoccato alcune imperfezioni dell’immagine, rendendo tutto più naturale.

Occorre a questo punto precisare che tutto ciò è stato possibile grazie a una campagna di crowdfunding online che mi ha permesso di terminare la lavorazione del film. Numerose persone – ne approfitto per ringraziarle nuovamente – hanno acquistato anticipatamente il DVD del film o hanno fatto delle donazioni che hanno permesso di ultimare il progetto. Senza questo contributo determinante il film non avrebbe raggiunto – d’accordo che sono di parte, ma lasciatemelo dire – un così buon risultato. Ora non mi resta che portare il film in giro per l’Italia e sperare che quante più persone possibile possano vederlo – sulla pagina facebook “I volti della Via Francigena” sarà comunicato dove si terranno delle proiezioni.

La mia speranza è che questo film possa smuovere gli indecisi, tutti coloro che per timore o per le difficoltà più disparate hanno sempre desiderato fare un viaggio del genere ma non hanno mai trovato il coraggio. Mi auguro che possa essere la scintilla di chi vuole intraprendere un cammino, esperienza che in qualche modo – ma sono sicuro in meglio – cambierà qualcosa nella vita di ognuno.