Via Francigena

Categorie
news-import

Ripartire dal Turismo – Un corso online gratuito per valorizzare il cammino in Emilia-Romagna

Logo

In data 7 Maggio 2020 avrà inizio il corso online “Costruire un’offerta turistica integrata sui cammini dell’Emilia-Romagna” organizzato da Demetra Formazione e condotto dall’Associazione Europea delle Vie Francigene.

La formazione, che verrà proposta in modalità e-learning per l’emergenza sanitaria COVID-19, è del tutto gratuita e si rivolge a imprese e professionisti del settore turistico.

Il corso sviluppa competenze per la pianificazione e l’organizzazione di percorsi turistici integrati volti alla valorizzazione dei 18 Cammini che attraversano l’Emilia-Romagna.

La docenza del corso è affidata all’Associazione Europea delle Vie Francigene, in grado di portare il proprio know how e l’esperienza maturata in quasi 20 anni di progettazione turistica a servizio dei territori.

Il corso si svolgerà nelle seguenti date: 7 e 8 maggio, 14 e 15 maggio, 21 e 22 maggio.

Le iscrizioni devono pervenire a Demetra Formazione entro e non oltre il 22 aprile 2020.

I partner del progetto sono: Associazione Italiana Turismo Responsabile, Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche e Lega Coop Emilia Romagna.

Per ogni dettaglio riguardante i contenuti, i destinatari, le modalità di iscrizione e ulteriori informazioni si invita a consultare questo link: https://www.demetraformazione.it/corso/costruire-unofferta-formativa-turistica-integrata-sui-cammini-dellemilia-romagna-2/

Si lasciano inoltre tutti i contatti della referente del progetto:
Jessica Fabi
Tel. 348 4913138
E-mail: icc@demetraformazione.it
Sito Web: www.demetraformazione.it/icc

“Operazione Rif. PA 2019-11695/RER approvata con Deliberazione di Giunta Regionale n.1336 del 29/07/2019, cofinanziata dal Fondo sociale europeo PO 2014-2020 Regione Emilia-Romagna”.

Categorie
news-import

I bellissimi scatti della Via Francigena nel Parco di Veio – La mostra virtuale

Una mostra virtuale, dedicata a uno dei valori più importanti del Parco di Veio: la Via Francigena, percorsa da migliaia di pellegrini ogni anno, che penetra da nord all’interno dell’area protetta: dal territorio di Campagnano per poi passare per Formello e quindi Veio e Isola Farnese.

Circa ventisette chilometri di bellezza e natura testimoniate dalle foto di Andrea De Ieso che potete vedere qui.

La Valle del Sorbo con il santuario, Ponte Sodo, il santuario di Portonaccio, la Tomba dei Leoni Ruggenti, sono alcune delle bellezze che si possono ammirare percorrendo la Via Francigena e le sue varianti.

Buon cammino, anche se per ora virtuale, con l’augurio di ritrovarci presto lungo questi sentieri, in questi luoghi straordinari.

Puoi trovare Andrea De Ieso:
Web www.aroundmedia.it
Facebook www.facebook.com/aroundmedia
Instagram www.instagram.com/aroundmediawww.instagram.com/pet.photography.roma

Fonte: Parcodiveio.it

 

Categorie
news-en-import

Beautiful images of the Via Francigena in the Veio park – a virtual exhibition

A virtual exhibition dedicated to one of the treasures ​​of the Veio Park: the Via Francigena route, travelled by thousands of pilgrims every year. The route penetrates the park from the north and enters the protected area: from the Campagnano territory through Formello and then to Veio and Isola Farnese.

About twenty-seven kilometres of beauty and nature photographed by Andrea De Ieso that you can enjoy here https://parcodiveio.it/percorriamo-la-via-francigena-fotografie-di-andrea-de-ieso/.

The Valle del Sorbo and the sanctuary, Ponte Sodo, the sanctuary of Portonaccio, the Tomb of the Roaring Lions, are some of the beauties that can be admired along the Via Francigena and its variants.

Enjoy your journey, even if for now virtual. Surely, we will soon walk along the real route to see these extraordinary places.

You can find Andrea De Ieso via:

Web www.aroundmedia.it

Facebook www.facebook.com/aroundmedia

Instagram www.instagram.com/aroundmedia – www.instagram.com/pet.photography.roma

 

Source: Parcodiveio.it

Categorie
news-fr-import

Les magnifiques clichés de la Via Francigena dans le Parc de Véies – l’exposition virutelle

Une exposition virtuelle, consacrée à l’une des valeurs les plus importantes du Parc de Véies : la Via Francigena, parcourue par des milliers de pèlerins chaque année, qui pénètre du nord jusqu’à l’espace protégé : du territoire de Campagnano pour passer ensuite par Formello et ensuite par Véies et Isola Farnese.

Environ vingt-sept kilomètres de beauté et de nature dont témoignent les photos d’Andrea De Ieso que vous pouvez voir ici.

La vallée du Sorbo et son sanctuaire, le Pont Sodo, le sanctuaire de Portonaccio, la Tombe des ‘Leoni Ruggenti’, sont quelques-unes des beautés que l’on peut admirer le long de la Via Francigena et de ses sentiers.

Bonne promenade, même si pour l’instant virtuelle, avec l’espoir de se retrouver bientôt sur ces chemins, dans ces lieux extraordinaires.

 

Vous pouvez trouver Andrea De Ieso :

Web www.aroundmedia.it

Facebook www.facebook.com/aroundmedia

Instagram www.instagram.com/aroundmedia – www.instagram.com/pet.photography.roma

 

Source : Parcodiveio.it

 

Categorie
news-import

Turismo al tempo di coronavirus. Perché non ripartiamo dalla Via Francigena?

II coronavirus come occasione di intendere un nuovo modo di fare turismo e di vedere il mondo.

Sono uno di quelli che se appena può si sposta a piedi. Di quelli che arrivano normalmente alla soglia di 10.000 passi al giorno. Sono uno di quelli che, anche con una semplice camminata a qualche chilometro da casa, – meglio ancora se in collina -, mette in movimento pensieri, idee, creatività. Il cammino influenza in senso positivo la salute del mio corpo e della mia mente.

Come tutti quanti, vivo con grande difficoltà e senso di fragilità questo periodo di isolamento sociale e, soprattutto, di limitata attività motoria legata al coronavirus.  Cerco di prendere i miei 30’ “di aria” al giorno, in un raggio di 200 m da casa, non avendo a disposizione sentieri isolati di campagna da percorrere liberamente. Vado con disagio al supermercato una volta ogni 9-10 gg, con guanti e mascherina, facendo attenzione massima all’igiene personale.

Da qualche giorno ho smesso di seguire in modo quasi compulsivo le news legate al coronavirus, dalla stampa internazionale a quella italiana, da quella locale passando ai gruppi chiusi con presunti esperti di virologia. Mi informo e mi aggiorno, cercando tuttavia di relativizzare le cose visto che questo periodo sarà lungo. Meglio abituarsi ad uno stile di vita diverso, cercando di trasmettere energia positiva verso l’esterno.

Fatico a capire quando torneremo ad abbracciarci. Ho paura. Tanta. Ci convivo cercando di trovare un nuovo ritmo e un equilibrio quotidiano mentre vedo intorno un mondo ammalato che combatte con dignità e forza, facendo fatica a rialzarsi. Provo un disarmante senso di impotenza.

Dopo una prima fase iniziale che ci ha indotto a pensare che dal 3 aprile p.v. avremmo ripreso la vita di prima con gite fuori porta, treni, aerei, incontri, aperitivi serali, viaggi da pianificare, siamo presto passati alla fase di una realtà ben diversa di quella che gli esperti ci avevano prospettato. Molte cose non torneranno come prima ed è necessario trasformare il nostro modo di vivere, abituandoci a un nuovo approccio resiliente e responsabile. Molte cose potrebbero comunque cambiare in positivo, come una maggiore attenzione all’ambiente, la qualità dell’ aria e riduzione delle emissioni, l’economia circolare, un nuovo modo di immaginare il futuro. Infine il tempo, quello che prima non mi bastava mai per finire gli impegni e i “doveri quotidiani”, assume un nuovo valore.

È iniziata una fase dove si iniziano a pensare o immaginare nuovi scenari del turismo post coronavirus. Come ripartire. Come reagire. Come riavviare un settore importante che oggi vale intorno al 10% del PIL. È ancora presto per individuare soluzioni alternative anche se le riflessioni convergono sul fatto che sarà necessario cambiare la prospettiva, sapersi rinnovare e ci sarà un boom del turismo di prossimità e delle località minori

L’Itinerario europeo della Via Francigena rappresenta la sintesi perfetta di quella che potrebbe essere una splendida rinascita del turismo esperienziale, culturale, sostenibile, outdoor. Un turismo delle persone e di qualità. Parliamo di un percorso di 3.200km che attraversa l’Europa da nord a sud e, ai tempi della Brexit, mette in rete quattro Paesi: Inghilterra, Francia, Svizzera, Italia. Di questi quattro, due non sono nell’Unione Europea, ma rappresentano un melting pot di culture straordinarie che ben si sposano con la Via Francigena.

Oggi questo cammino unisce 16 regioni europee e 615 comuni, molti dei quali sono piccoli borghi o realtà territoriali di dimensioni ridotte ubicate in aree rurali. Lungo il cammino operano inoltre migliaia di piccole e medie imprese, guide ambientali e escursionistiche, addetti ai lavori, associazioni culturali che trovano proprio nella Via Francigena un motivo di crescita. In riferimento allo scorso anno si può calcolare che l’indotto generato solo dai camminatori della Via Francigena è stato superiore ai 20 milioni di euro. È vero che il turismo della Via Francigena (e dei cammini) è un piccolo segmento del mercato turistico generale, ma ha una grandissima potenzialità.

  • Perché allora non inserirla in tutti i piani strategici di sviluppo territoriale delle regioni e comuni attraversati?
  • Perché non prendere la Via Francigena come esempio per il rilancio del turismo su scala nazionale di ciascuno dei 4 Paesi attraversati? Iniziando dai 35km in Inghilterra, a seguire una lunga spina dorsale di 1.000km in Francia, 200km in Svizzera e 1900km in Italia
  • Perché non inserirla successivamente come “prodotto di bandiera” all’interno delle politiche di promozione dell’ agenzia nazionale del turismo (insieme a tutti i cammini che oggi stanno vivendo una fase di rilancio), con una adeguata campagna di comunicazione?

Difficilmente si potrebbe trovare un prodotto migliore di questo itinerario culturale che può coniugare la dimensione transazionale e interregionale, la bellezza con la sostenibilità, la cultura con l’arte, la gastronomia con le terme. E, soprattutto, ha un’anima spirtuale e immateriale che la rende unica. Per questo motivo la Via Francigena dovrà cercare di connettersi sempre più a Roma e San Pietro, la sua meta finale. Proprio l’anima della Via Francigena rappresenta un valore aggiunto importante, ancor di più lo sarà al tempo del post coronavirus che sta portando una grande sofferenza interiore alle persone e nelle nostre famiglie: il cammino potrà aiutare anche a dare un prezioso riconforto alle persone e ai nostri bisogni immateriale, diventando la metafora della nostra vita contemporanea.

Ripensiamo insieme -istituzioni, operatori culturali e categorie economiche, associazioni- il turismo con queste coraggiose premesse.

Un turismo fatto di persone, di cammini e di lentezza. E un nuovo modo di vedere il mondo.

Ho voglia di tornare a camminare sulla Via Francigena e di condividerne la sua straordinaria bellezza.

Luca Bruschi

Riproduzione riservata

Categorie
news-en-import

Tourism during COVID. Why not recovering tourism with help of the Via Francigena?

 The coronavirus as an opportunity to understand a new way of sustaining tourism activities and approaching the world.

I am one of those who travel on foot; one of those, who normally reach 10,000 steps per day. I am one of those who, even with a simple walk of a few kilometres from home, – or even better in the hills – sets thoughts, ideas and creativity in motion. The path positively influences my body and mind.

Like everyone else, I live with a great difficulty and a sense of fragility during this period of social isolation and, above all, of limited physical activity linked to the coronavirus. I try to take my 30 minutes of air per day, within a radius of 200 m from home, not having isolated country paths to travel freely. I uneasily go to a supermarket once every 10 days, wearing gloves and a mask, paying maximum attention to personal hygiene.

For a few days already I have stopped following news related to the coronavirus almost compulsively: from international to Italian press, from local newspapers to closed groups with alleged virology experts. I inquire and update myself, however, trying to put things in perspective since this period will be long. Better to get used to a different lifestyle, trying to transmit positive energy to the outside.

I struggle to understand when we return to hug each other. I’m scared. A lot. I live with it trying to find a new rhythm and a daily balance while I see around a sick world that fights with dignity and strength, struggling to get up. I have a disarming sense of helplessness.

After an initial phase that led us to think that from 3 April we would resume our former life with trips out of town, trains, planes, meetings, evening aperitifs, trips to plan, we soon moved on to a phase of a very different reality proposed to us by the experts. Many things will not return as before and it is necessary to transform our way of life, getting used to a new resilient and responsible approach. However, many things could change positively, such as greater attention to environment, air quality and reduced emissions, circular economy, a new way of imagining the future. Finally, the time, that before was never enough for me to finish my daily commitments and duties, takes on a new value.

A new phase has begun of imagining or planning new post-coronavirus tourism scenarios. How to start it again. How to react. How to restart an important sector which today is worth around 10% of GDP. It is still early to find alternative solutions even if the reflections converge that it will be necessary to change the perspective, to find out how to renew and benefit from a boom of proximity tourism and travel to smaller towns.

The European Route of the Via Francigena represents a perfect synthesis of what could be a splendid renaissance of experiential, cultural, sustainable and outdoor tourism. It offers high quality tourism focused on human beings. We are talking about a 3,200 km route that crosses Europe from north to south and, at the time of Brexit, puts four countries in a network: England, France, Switzerland and Italy. Out of these four, two are not in the European Union, but represent a melting pot of extraordinary cultures that go well with the Via Francigena.

Today this route unites 16 European regions and 615 municipalities, many of which are villages or small territorial groupings located in rural areas. Along the way there are also thousands of small and medium-sized enterprises, environmental and cultural guides, experts, cultural associations that find a reason for growth thanks to the Via Francigena. With reference to the last year, it can be calculated that benefits generated only by walkers along the Via Francigena was more than 20 million euros.

  • Why not including the Via Francigena in all strategic territorial development plans of the regions and municipalities crossed?
  • Why not taking the Via Francigena as an example of tourism relaunch on a national scale in England (35km), France (1000km), Switzerland (200km) and Italy (1900km) creating a long European backbone?
  • Why not inserting it as a “flagship product” in promotion policies of national tourism agencies (together with all the paths that are currently experiencing a relaunch phase), with adequate communication campaigns?

You could hardly find a better product than this cultural itinerary that combines transnational and interregional dimensions, beauty with sustainability, culture with art, gastronomy with spas. And above all, it has a unique soul, bringing travellers to its main destination – St Peter’s Square in Rome. The soul of the Via Francigena represents an important added value, even more now and in the future – during the time of post-coronavirus – providing us solace to inner suffering. The Via Francigena also helps to give us precious recomfort and to satisfy our immaterial needs, becoming a metaphor of the contemporary life.

Based on these courageous ideas, let us rethink tourism together with institutions, cultural operators, private sector and civil society. Tourism centred on people, routes and slow movement is a new way of seeing the world.

I want to go back to walking on the Via Francigena and to share its extraordinary beauty.

Luca Bruschi

Director of the European Association of the Via Francigena ways

Categorie
news-fr-import

Tourisme en période de coronavirus: Pourquoi ne pas repartir de la Via Francigena?

Le coronavirus comme une opportunité pour créer une nouvelle façon de faire du tourisme et de voir le monde.

Je fais partie de ceux qui, se déplace à pied dès que possible. De ceux qui arrivent sans difficultés au seuil de 10 000 pas par jour. Je fais partie de ceux qui, même avec une simple marche à quelques kilomètres de chez eux, – encore mieux si c’est dans les collines -, mettent en mouvement des pensées, des idées, de la créativité. La marche a une influence positive sur la santé de mon corps et de mon esprit.

Comme tout le monde, je vis cette période d’isolement social avec difficulté et avec une sensation de fragilité et, surtout, d’une activité motrice limitée liée au coronavirus.  J’essaie de prendre mes 30 minutes d’”air” par jour, dans un rayon de 200 mètres de la maison, n’ayant pas de chemins de campagne isolés pour marcher librement. Je vais avec inconfort au supermarché une fois tous les 9-10 jours, en portant des gants et un masque, en faisant très attention à mon hygiène personnelle.

Il y a quelques jours, j’ai cessé de suivre de manière presque compulsive les actualités relatives au coronavirus, de la presse internationale à la presse italienne, de la presse locale aux groupes fermés avec de prétendus experts en virologie. Je m’informe et me tiens informé, mais en essayant de relativiser vu que cette période sera longue. Il est préférable de s’habituer à un style de vie différent, en essayant de transmettre une énergie positive au monde extérieur.

Il est difficile de savoir quand nous pourrons à nouveau nous embrasser. J’ai peur. J’ai même très peur. Je cherche à vivre avec en essayant de trouver un nouveau rythme et un équilibre quotidien, pendant que je vois autour de moi un monde malade qui se bat avec dignité et force, luttant pour se relever. Je ressens un sentiment d’impuissance désarmant.

Après une première phase qui nous a fait penser qu’à partir du 3 avril nous allions reprendre notre vie d’avant avec des voyages en dehors de la ville, des trains, des avions, des réunions, des apéritifs en soirée, des voyages à planifier, nous sommes rapidement passés à la phase d’une réalité très différente de celle que les experts avaient proposés. Beaucoup de choses ne reviendront pas comme avant et nous devons transformer notre mode de vie, en nous habituant à une nouvelle approche résiliente et responsable. Cependant, beaucoup de choses pourraient changer pour le mieux, comme une plus grande attention à l’environnement, à la qualité de l’air et à la réduction des émissions, l’économie circulaire, une nouvelle façon d’imaginer l’avenir. Enfin, le temps, qui ne suffisait jamais pour que je puisse terminer mes activités et mes “tâches quotidiennes”, prend une nouvelle valeur.

Une nouvelle phase est née où nous commençons à penser ou à imaginer de nouveaux scénarios de tourisme post-coronavirus. Comment recommencer. Comment réagir. Comment relancer un secteur important qui représente aujourd’hui environ 10 % du PIB italien. Il est encore trop tôt pour trouver des solutions alternatives, même si les réflexions convergent sur le fait qu’il faudra changer de perspective, savoir se renouveler et qu’il y aura un boom du tourisme de proximité et des destinations secondaires.

L’itinéraire européen de la Via Francigena représente la synthèse parfaite de ce qui pourrait être une merveilleuse renaissance du tourisme expérientiel, culturel, durable et outdoor. Un tourisme de personnes et de qualité. Il s’agit d’un itinéraire de 3 200 km qui traverse l’Europe du nord au sud et qui, en plein Brexit, met quatre pays en réseau : l’Angleterre, la France, la Suisse, l’Italie. Sur ces quatre, deux ne sont pas dans l’Union européenne, mais ils représentent un ‘melting pot’ de cultures extraordinaires qui se marient bien avec la Via Francigena.

Aujourd’hui, cet itinéraire réunit 16 régions européennes et 615 municipalités, dont beaucoup sont de petits villages ou de petites réalités territoriales situées dans des zones rurales. Des milliers de petites et moyennes entreprises, de guides de randonnée et de spécialistes de l’environnement, d’initiés et d’associations culturelles, opèrent sur le chemin et trouvent dans la Via Francigena une raison de se développer. En référence à l’année dernière, on peut calculer que l’activité générée uniquement par les marcheurs sur la Via Francigena a été de plus de 20 millions d’euros. Il est vrai que le tourisme sur la Via Francigena (et ses sentiers) est un petit segment du marché touristique général, mais il a un grand potentiel.

Alors pourquoi ne pas l’inclure dans tous les plans stratégiques de développement territorial des régions et municipalités traversées ?

  • Pourquoi ne pas prendre l’exemple de la Via Francigena pour la relance du tourisme à l’échelle nationale dans chacun des 4 pays traversés ? En commençant par 35 km en Angleterre, suivi d’une longue épine dorsale de 1 000 km en France, 200 km en Suisse et 1 900 km en Italie ?
  • Pourquoi ne pas l’inclure ensuite comme “produit phare” dans les politiques de promotion de l’agence nationale du tourisme (au même titre que tous les sentiers qui connaissent actuellement une phase de relance), avec une campagne de communication appropriée ?

On ne pourrait guère trouver meilleur produit que cet itinéraire culturel qui peut combiner la dimension transactionnelle et interrégionale, la beauté avec l’environnement, la culture avec l’art, la gastronomie avec les thermes. Et, surtout, il a une âme spirituelle et immatérielle qui le rend unique. C’est pourquoi la Via Francigena devra essayer de se relier toujours plus à Rome et à Saint-Pierre, sa destination finale. C’est précisément l’âme de la Via Francigena qui représente une importante valeur ajoutée, encore plus à l’heure du post-coronavirus qui apporte une grande souffrance intérieure aux personnes et à nos familles : le chemin peut également contribuer à donner un précieux réconfort aux personnes et à nos besoins immatériels, devenant la métaphore de notre vie contemporaine.

Repensons ensemble – institutions, opérateurs culturels et catégories économiques, associations – au tourisme avec ces prémisses encourageantes.

Un tourisme de personnes, de chemins et de lenteur. Et une nouvelle façon de voir le monde.

Je veux à nouveau parcourir la Via Francigena et partager sa beauté extraordinaire.

Luca Bruschi

Tous droits réservés

Categorie
news-import

Alla scoperta del tratto francese della Via Francigena

Il tratto francese della Via Francigena per molto tempo non è stato conosciuto e apprezzato quanto quello italiano. La buona notizia è che oggi tutto questo è cambiato e sta migliorando sempre di più.

Da gennaio 2019, l’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) ha creato una sede operativa francese a Champlitte (regione Bourgogne-Franca Contea), con lo scopo di coordinare tutti i partner francesi, amministrazioni, associazioni, operatori turistici.

Nell’attuale panorama internazionale, ormai possiamo affermare che il cambiamento è iniziato. Temi sempre più rilevanti come quelli dello sviluppo sostenibile, della salvaguardia ambientale conducono a scelte più consapevoli fra le quali si inserisce a pieno titolo il turismo lento.

In questa cornice l’itinerario culturale della Via Francigena diventa un veicolo d’eccezione, simbolo di un nuovo modo di scoprire e vivere persone, territori e culture.

Un volano capace, inoltre, di modificare le sorti economiche di aree meno interessate dai principali flussi turistici e valorizzare piccoli grandi patrimoni culturali quasi sconosciuti, ma di immensa importanza.

Oggi inoltre, camminare in Francia è ancora più semplice, nel Marzo di quest’anno è infatti uscita la prima guida del percorso da Canterbury al Passo del Gran San Bernardo. Attualmente il testo è in lingua francese e a breve verrà tradotto anche in italiano e in inglese.

Infine percorrere la Via Francigena in Francia significa anche fare un viaggio nelle eccellenze enogastronomiche dei territori attraversati: centinaia di formaggi (maroilles, Langres, Comté, Cancoillotte …) e piatti tipici come Carbonade Flamande, Fricadelle, piatti a base di pesce di fiume, il pollo di Bresse, le salsicce Morteaux e molto altro ancora. Senza dimenticare le decine di varietà di birre locali, lo Champagne e i vini del Giura.

Scopri nel documento allegato i veri e falsi miti relativi al cammino francigeno nella tratta francese e goditi un’anteprima per immagini in questo video di alcune fra le molte meraviglie di questa parte dell’itinerario.

Categorie
news-en-import

Discovering the Via Francigena in France

The french part of the Via Francigena is not as famous as the italian part. The good news is that today all this has changed and is getting better and better.

Since January 2019, the European Association of the Via Francigena ways (EAVF) created a French operational headquarter in Champlitte (region Bourgogne-Franche-Comté) to coordinate all the French partners, actors of development, tourism operators.

The change is on. Slow tourism, sustainable development, environment preservation… all these preoccupations are making of the cultural itinerary a vector of a new way to discover people, countries and cultures participating in increasing the local economy and putting the «little» heritage forward.

Today walking in France is even easier, in March the first guide of the route from Canterbury to the Great Saint Bernard Pass was released. The text is currently in French and will shortly be translated into Italian and English as well.

Walking the French Via Francigena also means enjoying food, hundred of cheeses (maroilles, Langres, Comté, Cancoillotte…) and typical meals as the Carbonade Flamande, Fricadelle, river fish dishes, Bresse chicken with morels, Morteaux sausages without forgetting to taste the local beers, the Champagne and wines from Jura.

Find out in the attached document the true and false myths about the Via Francigena in France and enjoy in this video some of the best landscapes of this stretch of the route.

Categorie
news-fr-import

À la découverte de la section française de la Via Francigena

Pendant longtemps la section française de la Via Francigena n’a pas été assez reconnue ni appréciée à sa juste valeur contrairement à la section italienne.

La bonne nouvelle, c’est qu’aujourd’hui tout cela a changé et s’améliore de plus en plus.

Depuis janvier 2019, l’Association Européenne des Chemins de la Via Francigena (AEVF) a créé un siège opérationnel français à Champlitte (région Bourgogne-Franche-Comté), dans le but de coordonner l’ensemble des partenaires français, administrations, associations, opérateurs du tourisme.

Dans le panorama international actuel, nous pouvons maintenant dire que le changement a commencé. Des questions de plus en plus pertinentes telles que le développement durable et la protection de l’environnement conduisent à des choix plus conscients, parmi lesquels le slow tourisme est pleinement intégré.

Dans ce cadre, l’itinéraire culturel de la Via Francigena devient un lieu d’exception, le symbole d’une nouvelle façon de découvrir les territoires et les cultures et de vivre avec les personnes.

Outre cela il est capable de modifier le destin économique de zones moins touchées par les principaux flux touristiques et de valoriser un patrimoine culturel presque inconnu, mais d’une importance immense.

De plus, aujourd’hui marcher en France est encore plus facile. En mars de cette année, le premier guide de la route de Canterbury au Col du Grand Saint-Bernard a été publié. Le texte est actuellement en français et sera bientôt traduit en italien et en anglais.

Enfin, parcourir la Via Francigena en France, c’est aussi faire un voyage à travers l’excellente gastronomie et les vins des territoires traversés : des centaines de fromages (Maroilles, Langres, Comté, Cancoillotte …) et des plats typiques comme la Carbonade Flamande, la Fricadelle, les plats de poissons de rivière, le poulet de Bresse, les saucisses de Morteau et bien d’autres encore. Sans oublier les dizaines de variétés de bières locales, de vins de Champagne et du Jura.

Découvrez dans le document ci-joint les vrais et faux mythes du chemin français de la Via Francigena et profitez d’un aperçu en images dans cette vidéo de quelques-unes des nombreuses merveilles du côté de cet itinéraire.