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Author: Redazione AEVF
Tutto esaurito all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles dove, ieri pomeriggio, si è svolto l’incontro “La Via Francigena: un cammino europeo”, organizzato dalla Regione Toscana per presentare ad un pubblico qualificato (associazioni culturali, rappresentanti di istituzioni europee e operatori turistici) il percorso toscano della via Francigena: la Toscana è l’unica regione europea ad aver recuperato interamente questo cammino.
Sono stati il presidente Enrico Rossi e l’assessore alla cultura Sara Nocentini a fare gli onori di casa, insieme al direttore dell’Istituto italiano di cultura Paolo Grossi, a Silvia Costa, presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo; Massimo Tedeschi, presidente dell’Associazione europea delle Vie Fracigene; Eleonora Berti, Itinerari culturali del Consilgio d’Europa, Walter Zampieri, capo unità politiche culturali della Commissione europea, al direttore Turismo di Toscana Promozione Alberto Peruzzini. L’incontro è stato animato animato da Luigi Nacci, scrittore e viaggiatore, un vero conoscitore della via Francigenza toscana, a cui ha dedicato il suo ultimo libro “Alzati e cammina: sulla strada della Viandanza” (Ediciclo Editore).
“Dal 2014 – ha detto il presidente Rossi – la Via Francigena si aggiunge alla ampia offerta della Toscana, fatta di arte, storia, paesaggio ed enogastronomia. Si tratta di un nuovo turismo, quello più spirituale, di elevatissima valenza culturale. Un turismo slow, riflessivo, di chi ama il contatto con la natura. Un cammino europeo, che noi vogliamo dedicare a tutti i giovani di questo continente, rendendolo attrattivo ai loro occhi grazie anche ad un accesso alla banda larga su tutto il percorso”.
“Ed è anche da sottolineare il dato economico della Via Francigena – ha aggiunto Rossi – che nel 2014 ha contribuito al Pil toscano per 24 milioni: all’incirca come la metà del fatturato dell’aeroporto di Firenze. Noi vogliamo che diventi una nuova infrastruttura del turismo regionale, in grado di creare 500 posti di lavoro in un anno”. Il percorso ufficiale da Canterbury a Roma è lungo 2mila km, articolato in 79 tappe attraverso 4 Paesi (Inghilterra, Francia, Svizzera, Italia). Quello italiano attraversa 7 regioni e 140 Comuni con 44 tappe. Il tratto toscano è di 370 km e attraversa 38 Comuni. Percorrendo 25 km al giorno servono due settimane per compiere l’intero percorso, interamente messo in sicurezza e ben segnalato. La Toscana ha recuperato il tracciato grazie ad un investimento di 16 milioni ( 8 mil per la messa in sicurezza, 2 mil per la segnaletica e 6 mil per le strutture ricettive: oltre 1200 lungo l’intero percorso nel raggio di un km dal sentiero). “Una vera e propria infrastruttura che nel 2014 è stata frequentata da oltre 150mila viandanti, con un incremento sul 2013 del 20%. Numeri che ci dicono che abbiamo fatto la cosa giusta. Siamo soddisfatti. Ringrazio il presidente Prodi che all’inizio della legislatura mi incoraggiò ad intraprendere questa iniziativa. Visti i risultati devo dire che aveva ragione”.
Fonte: Regione Toscana
Tous sont épuisés à l’Institut Culturel Italien de Bruxelles, où s’est déroulé dans l’après-midi du 3.2.15, la rencontre « La Via Francigena : un itinéraire européen ». L’événement a été organisé par la région Toscane pour présenter devant un public qualifié (des associations culturelles, des représentants d’institutions européennes et des voyagistes), la parcours de la Via Francigena, car la Toscane est la seule région à avoir récupéré entièrement cet itinéraire.
C’étaient le président Enrico Rossi et la conseillère de la culture Sara Nocentini qui ont fait les honneurs de la maison, en collaboration avec le directeur de l’Institut Culturel Italien Paolo Grossi, la présidente de la Commission de la culture du Parlement Européen Silvia Costa, le président de « l’Associazione europea delle Vie Fracigene » Massimo Tedeschi, Eleonora Berti des Itinéraires Culturels du Conseil de l’Europe, le chef des unités politiques-culturelles du Parlement Européen Walter Zampieri et le directeur du tourisme de la Toscane Alberto Peruzzini. La rencontre était animée de Luigi Nacci, écrivain et voyageur. Il connaît très bien la route de la Via Francigena en Toscane, à laquelle il a dédié son dernier livre « Alzati e cammina: sulla strada della Viandanza ».
Lors de la rencontre, le Président Rossi a dit que la Via Francigena s’ajoutait depuis 2014 à l’offre large de la Toscane, qui se composait de l’art, de l’histoire, du paysage et de la gastronomie. « Il s’agit d’un nouveau tourisme, soit un tourisme plus spirituel et avec une grande valeur culturelle. Un tourisme « slow », réfléchi, pour ceux qui aiment le contacte avec la nature. Un itinéraire européen que nous voulons dédier à tous les jeunes de ce continent en le rendant attractif grâce à l’accès à large bande sur tout le parcours», a dit Enrico Rossi. Puis il a ajouté : « Il faut souligner la donnée économique de la Via Fracigena : La Via Francigena a contribué avec 24 million d’euros au PIB toscane en 2014, c’est environ la moitié du chiffre d’affaires. Nous voulons qu’il devienne une nouvelle infrastructure du tourisme régional qui est en mesure de créer 500 postes de travail au cours d’une année ».
Le parcours officiel de Canterbury à Rome a une longueur de 2000 kilomètres qui se divise en 79 étapes à travers quatre pays (Angleterre, France, Suisse, Italie). La partie italienne traverse sept régions et 140 Communes avec 44 étapes, celle toscane 38 communes (370 km). En parcourant 25 kilomètre par jour, les pèlerins mettent deux semaines pour accomplir l’entier parcours, qui est très bien signalé et sécurisé. La Toscane a récupéré le parcours grâce à un investissement de 16 million d’Euros (8 mil. pour la mise en sécurité, 2 mil. pour la signalisation et 6 mil. pour les structures réceptives : plus de 12000 le long du parcours entier dans un rayon d’un kilomètre d’itinéraire). « Une vraie infrastructure qui était parcourue de plus de 150 000 personnes en 2014. C’est une augmentation de 20% en comparaison avec l’année 2013. Ce sont des chiffres qui nous disent que nous avons fait la bonne chose. Nous sommes satisfaits. Je remercie le Président Prodi qui m’avait encouragé au début de la législature d’entreprendre cette initiative. Face aux résultats, je dois dire qu’il avait raison.
Traduction: Institut des Itinéraires Culturels du Luxembourg
La Basilicata è una delle 11 regioni attraversate dalla Francigena ed ha un forte potenziale da esprimere grazie a questo itinerario europeo, anche in collegamento con matera Capitale della Cultura 2019. La Regione ha manifestato l’interesse ad aderire ad AEVF, mentre nei giorni scorsi è stato sottoscritto un accordo fra la stessa AEVF e l’Associazione Reti Vie Francigene della Basilicata.Riflessioni a più voci sul riposizionamento strategico e sullo sviluppo del Vulture-Alto Bradano alla luce del rilancio della Sata, dell’Expo di Milano e delle attività connesse a Matera capitale europea della cultura nel 2019. È quanto avvenuto nei due workshop organizzati dall’incubatore culturale innovativo Identity Formation, in cui si sono confrontati manager, docenti universitari imprenditori e professionisti. Il primo workshop, aperto dal Direttore Generale di Identity Formation, Tonio Bufano, ha avuto come filo conduttore l’ambizioso progetto di sviluppo locale legato alla valorizzazione della Via Francigena (antico itinerario religioso riconosciuto dal Consiglio d’Europa) nei territori della Basilicata. “La Via Francigena – ha detto l’avvocato Bufano – è uno strumento di riposizionamento strategico del Vulture-Alto Bradano dal quale di sicuro può essere generato sviluppo. Il famoso itinerario religioso-turistico che parte dall’Inghilterra offre notevoli opportunità collegate a Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019». Analogo il parere dell’Amministratore unico di Identity Formation, Leonardo Tullio, secondo il quale «è giunto il momento di cogliere le opportunità che si stanno presentando”. “Occorre – ha aggiunto Tullio – fare leva sull’innovazione, che è un processo rivolto alla conoscenza. Con questa consapevolezza la crisi in corso potrebbe essere superata più agevolmente”.
Su Matera sono intervenuti la regista Alessandra Bonavina e Mauro Bitondo. La prima si è soffermata sugli strumenti multimediali come elemento di rilancio del Vulture-Alto Bradano in vista degli importanti appuntamenti del 2019. L’ingegner Bitondo ha invece parlato della sua esperienza in tema di rigenerazione urbana nella Città dei Sassi. Nel secondo workshop la parola è passata agli amministratori locali. Il sindaco di Banzi, Nicola Vertone ed il suo omologo di Forenza, Francesco Mastrandrea (è anche presidente dell’Unione dei Comuni Alto Bradano) hanno evidenziato l’impegno quotidiano alla guida dello loro comunità nell’offrire servizi adeguati ai cittadini, senza tralasciare la cultura come motore per lo sviluppo locale. “A Forenza – ha detto il sindaco Mastrandrea – sono impegnato nel far conoscere a livello nazionale ed internazionale le diverse testimonianze del barocco”.
In Basilicata opera da circa un anno l’Associazione Reti Vie Francigene della Basilicata (ARVFB). Il sodalizio, presieduto da Daniela Venosa, è impegnato nel promuovere l’itinerario di Sigerico in Lucania e ha stretto importanti accordi di collaborazione a livello nazionale, fra questi uno con l’Associazione Europea delle Vie Francigene ed un altro con la Società Geografica Italiana. “La Francigena – ha commentato Venosa – interessa il territorio lucano e sono convinta che potrà fungere da stimolo per lo sviluppo locale”. Di grande interesse l’intervento di Roberto Biscaro, coordinatore generale del Parco Scientifico di Verona. Biscaro ha portato all’attenzione diversi casi di imprese incubate, diventate successivamente realtà imprenditoriali di tutto rispetto con penetrazione nei mercati esteri. “Gli incubatori di imprese – ha rilevato Biscaro – hanno il compito di selezionare buone idee nascenti, potenziali imprenditori e far condividere le buone idee sostenute. Un incubatore degno di questo nome deve consigliare agli imprenditori ad internazionalizzarsi”.
Fonte: adnkronos
Dopo tre bandi andati a vuoto, il Comune di Castelfiorentino riprova a rilanciare l’ostello per accogliere i pellegrini. Stavolta viene scelta la strada dell’avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse: chi ha un’idea per rilanciare l’ostello può avanzare la propria candidatura.
La struttura è chiusa ormai da due anni e ogni tentativo di rilancio è fino ad ora fallito. Intanto l’amministrazione comunale inizia a valutare altre strade: di fatto, se anche questo tentativo non darà i frutti sperati, sarà valutata l’ipotesi di un cambio di destinazione. La struttura (fuori dall’Aig, associazione italiana alberghi per la gioventù) che si trova nella zona sportiva è stata inaugurata nel 2000, come opportunità di sosta per i pellegrini che percorrono la Francigena e studenti, sempre più numerosi. Una opporrtunità per la Francigena e per i territorio.
Proprio in queste ore è stato approvato l’avviso di “indagine esplorativa finalizzata all’acquisizione di proposte/soluzioni tecnico gestionali finalizzate al recupero/valorizzazione della struttura di proprietà comunale”. Il documento sarà pubblicato a giorni sul sito del Comune di Castelfiorentino, con tutti i dettagli sulle modalità e i tempi per la presentazione delle proposte.
Fonte: il Tirreno
Pane, pecorino, pancetta ed insaccati ma anche dolci speziati sul sentiero della Via Francigena toscana: sono alcuni dei prodotti che i pellegrini “incontravano” nel lungo viaggio di fede e spiritualità verso Roma.
Un passo dopo l’altro, giorno dopo giorno tra territori affascinanti e poetici, ricoveri rurali e natura, che ha significato per gli antichi camminatori partiti da tutto il Nord Europa, scoprire, conoscere edapprezzare molte delle produzioni agricole ed agroalimentari che rendono il paniere toscano tra i più generosi al mondo con 465 specialità alimentari, un primato assoluto, su 4.671 a livello nazionale.
E’ iniziato sul sentiero della Via Francigena il mito della toscana bella, buona ed ospitale pronta a sfruttare tutte le opportunità dell’Esposizione Universale che porterà negli agriturismi della nostra regione 2,5milioni di turisti.
A confermarlo è Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it e www.facebook.com/ColdirettiToscana) in vista dell’incontro dal titolo “La Via Francigena: un cammino europeo” organizzato dalla Regione Toscana presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles (Rue de Livourne 38) in programma martedì 3 febbraio per illustrare il tratto, finalmente completato, della Francigena che tocca la Toscana: in auto, a piedi, in bicicletta, a cavallo, 380 km in tutta sicurezza, 38 comuni attraversati, più di 1000 strutture ricettive.
La Regione Toscana è la prima regione europea che ha completato il tratto della Francigena, un percorso di pellegrinaggio europeo riconosciuto dal Consiglio d’Europa nel 1994 che dall’Inghilterra arriva in Italia passando da Francia e Svizzera. “la nostra regione – ammette Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – dovrà saper sfruttare ogni singolo giorno, dei 184 giorni, dell’expo.
La Via Francigena sarà sempre più uno degli elementi che caratterizzerà l’offerta turistica internazionale della nostra regione con benefici importanti per l’ospitalità agrituristica e rurale. Sul sentiero, entrando dalla Lunigiana e passando per la Val d’Elsa e le Crete Senesi fino ai confini con il Lazio, si trovano centinaia di aziende agricole, B&B, agriturismi, perfettamente integrate nel progetto della Regione Toscana”.
Viaggio spirituale, ma anche viaggio enogastronomico, a raccontare la “nuova” Via Francigena, a Bruxelles, ci saranno alcuni dei prodotti simbolo del percorso protagonistidella degustazione organizzata da Campagna Amica in collaborazione con Civita e Toscana Promozione. Dalla Provincia di Massa Carrara arriveranno pancetta apuana tesa e arrotolata, mortadella e formaggio caprino delle apuane; dalla Provincia di Lucca il prosciutto bazzone della Garfagnana, dalla Provincia di Siena la salsiccia di cinta senese, ricciarelli e panforte, da Firenze, dal Mugello e dal pratese pecorino toscano Dop, buristo, finocchiona e pane toscano. “L’agricoltura toscana – conclude Marcelli – è pronta per l’Expo. Non vediamo l’ora che inizi”.
I prodotti sono stati forniti dalle aziende di Campagna Amica: Azienda Agricola Luca Tognoli, Via Fosso 4, 54013 Fivizzano (MS); Agriturismo Pane e Olio di Paolo Rossi, Località Il Camino 1, Villa Collemandina (LU; Società Agricola Bacciotti di Sandra e Roberto Mongili, S.S. Via Gabbiano 7, Sant’Agata di Mugello; Consorzio Agrario di Siena/Siena Farmers Cooperative, Via G. Pianigiani 9, 53100, Siena; La Torre Antica Via S. Maria a Chianni 79, 50050 Gambassi Terme (FI) e Azienda Agricola Paolo Colzi, Via Pollative 54, 59100 Prato (PO).
Fonte: Coldiretti Toscana – Go News
Palazzo Nizza, via ai cantieri per il ripristino e la messa in sicurezza della struttura che diventerà un ostello per i pellegrini della Via Francigena a Massa Carrara.
Continua il sostegno della regione Toscana e degli enti locali per supportare le infrastrutture lungo la Francigena. L’opera, del valore di 700mila euro, è finanziata infatti dalla Regione con 420mila euro.
Fonte: La Nazione
Sono trascorsi oltre vent’anni da quel riconoscimento della Francigena (1994) ad Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, così come avvenne per il Cammino di Santiago nel 1987.
Dopo la riscoperta, avvenuta negli anni Settanta e consacratasi a partire dagli anni Ottanta, del cammino verso Compostela, ci si rese conto che anche in Italia esisteva un antica via di pellegrinaggio, la via Francigena. Come era avvenuto per il cammino spagnolo, fino a quel momento anche il percorso della Francigena era riconducibile in parte sotto l’asfalto delle autostrade e delle statali che, nel tempo, avevano ricalcato il tracciato delle strade romane e del Medioevo.
L’interesse, dapprima limitato a studiosi e ricercatori, poi estesosi a molte altre persone che, dopo aver percorso il Cammino di Santiago, desideravano arrivare a Roma a piedi e poi a Gerusalemme, ha fatto nascere una fitta rete di appassionati della Francigena. Dove possibile si è cercato di recuperare il tracciato originario, in modo filologico, ma spesso si è scelto di deviare dal percorso storico per sentieri e strade meno trafficate. Constatando il sempre maggiore interesse per il Cammino di Santiago, possiamo affermare che la Francigena è un tesoro dal punto di vista culturale, sociale, turistico che ha portato le amministrazioni pubbliche a prendere coscienza dell’importanza del fenomeno ai fini dello sviluppo territoriale. Importantissimo anche il ruolo della chiesa e delle diocesi per quanto riguarda accoglienza, ospitalità povera e fedeltà alla dimensione spirituale che la via deve continuare a preservare.
Torniamo alla riscoperta della Via Francigena intesa come itinerario culturale, cammino spirituale, percorso fruibile per camminatori e viandanti. Dopo una fase iniziale, si consolida verso la metà degli anni ’80, complice il rilancio in grande stile del cammino spagnolo di Santiago di Compostela. A quasi dieci secoli di distanza dall’ormai celebre diario del vescovo Sigerico, l’antropologo Giovanni Caselli nel 1985 ricostruì nei minimi dettagli l’esatto itinerario, ripercorrendolo mansio dopo mansio da Canterbury a Roma. La completa cartografia dell’itinerario venne eseguita da tecnici dell’Istituto Geografico Militare e venne pubblicata nel 1990 in occasione del 1000esimo anniversario del viaggio di Sigerico.
Nel frattempo iniziarono a moltiplicarsi studi, pubblicazioni, ricerche, progetti culturali sulla Via Francigena a testimonianza del grande fermento che suscitava questo itinerario culturale europeo che verrà poi sostenuto dalle istituzioni negli anni ’90 in vista del grande Giubileo del 2000. Il progetto venne ufficialmente promosso nel 1993 dal Ministero del Turismo in collaborazione con le Regioni italiane Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna (capofila), Liguria, Toscana e Lazio. Esso ricevette l’approvazione dalla Commissione Europea – DG XXII – nell’ambito del Piano di Azione Comunitario per il turismo ed ottenne il riconoscimento di “Itinerario culturale del Consiglio d’Europa” nel 1994. Alla riuscita del progetto contribuirono, oltre alle regioni italiane attraversate dall’itinerario e costituitesi in rete: il Comitato Scientifico appositamente nominato (Proff. Giovanni Cherubini, Lucio Gambi, Giuseppe Sergi, Pierre Toubert), il Comitato d’Onore formato da Consiglio d’Europa, UNESCO, Pontificio Consiglio Pastorale Migranti ed Itineranti, Organizzazione Mondiale del Turismo. I lavori del Comitato Scientifico confluirono poi in un dossier e in un volume divulgativo affidato alla competenza editoriale del Touring Club Italiano ed in un’appropriata cartografia del percorso.
A seguito del riconoscimento, seguirono importanti contributi forniti da seminari internazionali organizzati a Torino da Regione Piemonte sul tema “Le vie del Medioevo – Pellegrini, Mercanti, Monaci e Guerrieri da Canterbury a Gerusalemme” (20-21 ottobre 1994) e a Parma da Regione Emilia-Romagna sul tema “La Francigena: un percorso della storia europea per l’economia turistica del 2000” (20 gennaio 1995). I risultati del progetto diventano oggetto di una mostra fotografico-didattica programmata presso la sede del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo nei mesi di febbraio-marzo 1995, curata dal Centro Regionale per la documentazione dei Beni Culturali e Ambientali dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio.
Il 18 febbraio 1995, esattamente vent’anni fa, a Roma nella Sala della Protomoteca del Campidoglio si svolse l’incontro internazionale “Roma, le grandi vie di pellegrinaggio” a conclusione della fase progettuale e quale inizio di una nuova fase di sviluppo della Francigena di tipo culturale, economico, occupazionale.
La menzione di “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” del 1994 venne poi seguita da quella di “Grande Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” consegnata a Wroclaw, in Polonia, nell’ambito della Conferenza di apertura del cinquantesimo anniversario della Convenzione Culturale Europea.
Già prima del Grande Giubileo, iniziarono a nascere associazioni culturali e di camminatori a sostegno della Francigena: una delle prime è l’Association Internationale Via Francigena, con sede a Martigny in Svizzera, fondata nel 1997.
Nell’Anno Santo si contano solo un paio di migliaia di pellegrini in cammino sulla Francigena, mentre sul Cammino di Santiago il fenomeno era ormai esploso e già se ne contavano oltre 100 mila. Il post Giubileo non vide comunque una immediata ripresa del flusso di camminatori verso Roma, in primis per una tiepida progettualità dell’accoglienza, della fruibilità del percorso, delle infrastrutture e per mancanza di interesse da parte dei singoli territori per un progetto del quale allora non si riusciva ad intravedere la potenzialità.
Una serie di fattori ha poi invertito tale tendenza ponendo la Francigena all’attenzione sotto molteplici profili: culturale, spirituale, religioso, turistico, politico. Si è trattato di un’azione bottom up, che ha messo in rete associazioni, istituzioni, istituti di ricerca, diocesi, appassionati, camminatori di diversi territori.
Le istituzioni locali cominciarono a prendere maggiore consapevolezza dell’importanza di far rivivere l’itinerario culturale gettando le basi per il ripristino dell’antico percorso, a cominciare dal tratto italiano dal Passo del Gran San Bernardo a Roma, e renderlo fruibile ai camminatori.
Il 7 aprile 2001 i rappresentanti di 34 Enti locali (30 Comuni e 4 Province) lungo il percorso italiano della Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico firmarono a Fidenza l’atto costitutivo di quella che oggi è Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF)e a cui aderiscono oltre cento enti locali territoriali e Regioni (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Liguria, Lazio, Puglia). AEVF svolge azione di impulso degli interlocutori del progetto di valorizzazione dell’itinerario, raccordando tutti i livelli istituzionali, locale, regionale, nazionale, europeo. Ha consolidato un efficace modello di governance, che è valsa ad essa nel 2007 l’attribuzione (confermata nel marzo 2012) della abilitazione del Consiglio d’Europa a rete portante (réseau porteur) della Via Francigena. Il prestigioso riconoscimento, in collaborazione con l’Istituto l’Europeo degli Itinerari Culturali di Lussemburgo, fa di AEVF il modello di riferimento europeo per sviluppo, tutela, salvaguardia, promozione delle Vie Francigene.
Si tratta di percorrere insieme ancora un lungo cammino che si rivelerà vincente se i territori sapranno (e vorranno!) credere e lavorare insieme a questo progetto europeo di turismo sostenibile e di recupero delle nostre radici. Un dialogo costante che deve riguardare amministrazioni pubbliche e diocesi, associazioni e volontari, categorie economiche e turistiche, operatori culturali.
L’esperienza lungimirante di Regione Toscana ha senza dubbio costituito una svolta per l’itinerario e continua ad essere un modello esemplare, a dimostrazione di come la Via Francigena può generare nuovi flussi turistici e nuove opportunità di sviluppo, per i giovani in particolare. Ma soprattutto essa diventa grande occasione per lavorare in rete e sinergia, a tutti i livelli istituzionali e territoriali, creando le premesse di una “ripartenza” e di una crescita sostenibile dei territori cosiddetti “minori” sui quali, grazie alla Francigena, possono accendersi i riflettori.
Massimo Tedeschi, Presidente AEVF
Luca Bruschi, Project Coordinator AEVF
Il Comune di Castelfranco di Sotto ha ottenuto un finanziamento regionale di 25mila euro per un intervento di miglioramento e messa in sicurezza del tracciato della via Francigena nella frazione di Galleno.
Nel territorio comunale di Castelfranco, il tracciato della via Francigena è stato sistemato e messo in sicurezza ad eccezione di un tratto di circa 300 metri in località Galleno lungo la strada provinciale che va dall’antica Colonna Leopoldina in direzione Fucecchio fino all’intervento realizzato ed inaugurato dal presidente della Regione Enrico Rossi nel dicembre 2013. Pertanto grazie al “Piano Operativo della Regione Toscana 2012/2014 della via Francigena” sarà possibile intervenire a breve come da progetto esecutivo predisposto dagli uffici tecnici comunali, che consiste nella prosecuzione del percorso pedonale in adiacenza alla carreggiata stradale che avrà una larghezza minima di un metro e mezzo e prevederà la canalizzazione delle fosse di scolo a cielo aperto con il posizionamento di pozzetti con griglie necessari al deflusso delle acque piovane, la distesa di adeguato materiale sulla superficie del percorso pedonale, il posizionamento di staccionate lungo tutto il percorso, segnali catarifrangenti e adeguata segnaletica.
Fonte: Il Tirreno
Intervista con Massimo Tedeschi, Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, associazione fondata nel “lontano” 2001 a Fidenza. Stato dell’arte, progetti futuri, prospettive e inziative legate alla Via Francigena, se ne parla a 360°.
1. L’Associazione Europea delle Vie Francigene come soggetto promotore di un progetto un po’ “visionario” è stata fondata 14 anni fa a Fidenza, dove eri Sindaco, insieme a 34 Enti Locali. Nel 2007 l’Associazione è stata abilitata dal Consiglio d’Europa “rete portante” della Francigena, una grande responsabilità, che cresce di giorno in giorno, da portare avanti con molta passione e poche risorse umane e finanziarie (nonostante spesso si legga erroneamente di finanziamenti europei a pioggia). Sei tuttora convinto di aver intrapreso la strada giusta creando questa rete e dedicando tante energie al progetto?
R. Nei 14 anni di vita della Associazione Europea delle Vie Francigene (nata il 7 aprile 2001 a Fidenza esattamente con il nome di “Associazione dei Comuni italiani lungo la Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico”) ci sono stati momenti in cui in effetti mi sono chiesto se ne fosse valsa la pena poiché si trattava di sensibilizzare al tema della Via Francigena persone e istituzioni che non ne avevano mai sentito parlare e che avevano tanti altri problemi più urgenti da risolvere. Il progetto della Via Francigena richiede visione e lungimiranza poiché i risultati non arrivano subito ma solo dopo una accurata semina.
Come amaramente riflette l’Adriano di Marguerite Yourcenar: “Avere ragione troppo presto equivale ad aver torto”. Per fortuna i visionari della Francigena del 2001 sono ancora vivi e vegeti e dunque se inizialmente molti ci davano torto, o quanto meno ci consideravano con diffidenza, oggi, al contrario, tutti ci dànno ragione.
2. Gli attori principali della Associazione sono Enti Locali. Si tratta soprattutto di piccole città o borghi al di fuori dei tradizionali circuiti culturali e turistici che, grazie alla Francigena, acquistano forte visibilità nazionale e internazionale. Tuttavia l’attuale crisi rende difficile ad una amministrazione comunale dedicare giuste risorse ed energie allo sviluppo della Francigena. Le priorità di un sindaco sono altre. Perché vale la pena continuare a credere nella Francigena quindi? La Francigena può realmente creare una economia sostenibile nei territori?
R. Siamo reduci dallo splendido incontro di Monteriggioni “Qui è l’Europa” di sabato 24 gennaio 2015. Accolti dal sindaco Raffaella Senesi, hanno partecipato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, la presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo Silvia Costa, sindaci ed amministratori locali toscani e laziali, rappresentanti di associazioni e di operatori economici, singoli cittadini. Di quanto si è detto nell’incontro cito solamente un dato: lo scorso anno (2014) sono stati 150 mila i pernottamenti in Toscana di pellegrini, camminatori, turisti della Francigena con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente (2013). Abbiamo quindi un trend di crescita che surclassa persino quello del PIL cinese. Questo significa che la Francigena è in pieno boom, sta creando opportunità di lavoro nei territori ed emerge quale esempio di modello di turismo sostenibile e modello di crescita dei territori cosiddetti “minori” d’Italia e d’Europa.
3. Senza dimenticare associazioni e camminatori, anima vera e propria dell’itinerario. Non sono mancati, in passato, momenti di difficoltà fra rappresentanti istituzionali e associazioni; per quale motivo? Oggi si percepisce maggiore collaborazione e volontà di cooperare per un unico obiettivo.
R. Fasi di tipo integralistico sono state vissute sia dai rappresentanti di associazioni che di istituzioni. Ed invece la Via Francigena va avanti solo quando c’è cooperazione stretta di quattro componenti: pubbliche istituzioni (comuni, province, regioni, ministeri, parlamento e commissione europei, consiglio d’europa); associazioni; università, centri di ricerca e di formazione; privati fornitori di servizi ai pellegrini. Non c’è nessuno più bravo dell’altro; ciascuno fa il proprio pezzo in spirito di accoglienza, pellegrino appunto, nei confronti degli altri interlocutori. E d’altra parte noi dobbiamo convincere i nostri sindaci ed i nostri amministratori, assillati ogni giorno da ogni genere di richiesta, che i soldi spesi per la Francigena sono spesi bene poichè si tratta di investimenti che producono frutto, anche in termini occupazionali.
4. La vera svolta per il rilancio della Francigena arriva con lo sviluppo e la creazione del “Master Plan della regione Toscana”, un modello a livello internazionale. Quale ruolo hanno le Regioni per lo sviluppo della Francigena e quali sono gli obiettivi del Comitato Interregionale europeo coordinato da AEVF?
R. Delle 18 Regioni francigene europee (Kent; Nord-Pas-de-Calais; Picardie; Champagne-Ardenne; Franche-Comté; Vaud; Vallese; Valle d’Aosta; Piemonte; Lombardia; Emilia; Liguria; Toscana; Lazio e, nel sud Italia, Campania, Basilicata, Molise, Puglia) la Regione Toscana è quella che ha portato avanti il progetto in modo più completo e strutturato e che vi ha investito di più. Ed è quella che, infatti, sta ottenendo i migliori risultati. Ma la Via Francigena darà risultati ancora migliori quando l’intero sentiero da Canterbury a Roma e poi da Roma a Brindisi e a Santa Maria di Leuca sarà stato strutturato. Lo scorso 12 dicembre si è svolto a Reims la riunione di coordinamento interregionale che ha fissato precisi obiettivi riguardo la segnaletica comune, il comune sistema informativo, l’accoglienza, la manutenzione e la sicurezza del percorso.
Il ruolo attivo delle regioni è fondamentale in quanto è attraverso una convinta politica di sviluppo regionale (grazie all’utilizzo di fondi europei POR-FESR) incentrata sulla valorizzazione degli itinerari che sarà possibile investire risorse sulle infrastrutture e la promozione della Via Francigena. Insieme alle regioni potremo inoltre partecipare ai bandi europei per accedere a importanti risorse finanziarie da destinare alla Francigena.
5. Francigena abbraccia altri itinerari, primo fra tutti quello termale. Il binomio francigena e terme può davvero essere vincente?
R. Sono stato a lungo sindaco di una città francigena, Fidenza, e di una città termale, Salsomaggiore. Posso dire a ragion veduta che l’abbinamento del turismo che nasce dagli itinerari culturali europei con quello della cura e del relax termale è perfetto. Camminare e conoscere la cultura dei luoghi e del patrimonio termale; camminare e immergersi nell’acqua che cura il corpo e lo spirito. Quale maggiore sintonia potrà mai verificarsi? A dicembre abbiamo partecipato al bando europeo COSME insieme alla rete delle città storiche termali per promuovere nuovi prodotti culturali sostenibili legati a questo binomio.
Ritengo che la Francigena possa fungere da incubatore per altri itinerari e cammini, sia in ambito europeo come la Via di San Michel che dalla Normandia scende verso la Puglia e la Via Romea, che da Stade arriva fino a Roma congiungendosi sulla Francigena a Montefiascone, sia in ambito nazionale come la Via di Francesco, la Via degli Abati o il Cammino di San Colombano
Particolarmente significativa l’iniziativa Pilgrims Crossing Borders che vedrà impegnati decine di camminatori che attraverseranno a piedi l’Europa da Trondheim (Norvegia, sede della Via di Sant’Olav) fino a Roma e poi verso Gerusalemme attraverso Via Romea e Francigena.
6. Negli ultimi due anni molto operatori privati hanno iniziato ad investire sulla Francigena, dalla ristorazione all’accoglienza, alla tecnologia, ai servizi per i pellegrini. Il boom della Francigena si percepisce anche da questa dinamica, la quale coinvolge spesso giovani del territorio che lanciano start up.
R. Nella vita della nostra Associazione, come anche del resto nelle nostre vite personali, vi sono momenti di svolta. Una prima la avemmo nel 2010 allorquando riuscimmo a coinvolgere, da un lato, le istituzioni europee attraverso l’allora Vicepresidente della Commissione Europea con delega al Turismo Antonio Tajani e Silvia Costa, membro del Parlamento Europeo, di cui oggi è presidente della Commissione Cultura, e, dall’altro, la Regione Toscana (con gli assessori Bramerini e Cocchi) che apporovò il “Master Plan della Via Francigena” che in 5 anni investì di 16 milioni di euro per i 380 chilometri francigeni nella regione. Una seconda svolta l’abbiamo cominciata a registrare, come dici tu, dal 2013. Sono infatti dell’ordine delle centinaia gli operatori privati che lungo i 2500 chilometri di Francigena, da Canterbury a Roma alla Puglia, hanno creato o stanno creando imprese, in generale di piccole dimensioni, al momento, per fornire tutti i tipi di servizi di cui pellegrini, camminatori, turisti della Francigena hanno bisogno. Faccio un esempio: chi cammina sulla Francigena chiede spesso alloggi spartani ma non mancano coloro che richiedono tipologie di alloggi dotati di servizi aggiuntivi. Penso che dobbiamo dare risposta a tutti. Compito di AEVF, in qualità di reseau porteur della Via Francigena, è di assicurare la fedeltà allo spirito originario dell’Itinerario che è fatto di valori storici e culturali europei.
7. Come vedi il futuro della Francigena nei prossimi anni?
R. Il numero di pernottamenti in Toscana (100 mila nel 2013 e 150 mila nel 2014) traguardato all’intera Francigena europea ci porta ad un dato (20/25 mila camminatori/pellegrini) paragonabile a quello di Santiago di Compostela di 15 anni fa (nel 2014 Santiago ha registrato 230 mila pellegrini). In sostanza oggi registriamo circa il 10% del flusso di Santiago di Compostela con un trend in fortissima ascesa. Condizione necessaria affinchè tale trend si consolidi è che tutte le Regioni europee attraversate emulino la Toscana ed investano di conseguenza. Cito a tal proposito Regione Puglia con cui abbiamo fatto un accordo per lo sviluppo della Via Francigena nel Sud che interessa cinque Regioni.
8. Cosa ci puoi dire sulla Via Francigena nel Sud?
R. Nel corso degli “Stati generali della Via Francigena nel Sud” svoltisi a Bari il 29-30 novembre abbiamo definito una importantissima linea strategica: da Itinerario di Sigerico, da Canterbury a Roma, quale ora siamo e come tale certificati, passiamo ad Itinerario collegante i principali centri di spiritualità euro-mediterranei: Santiago di Compostela, Canterbury, Roma, Istanbul, Gerusalemme.
Per questo siamo impegnati, con l’aiuto di Società Geografica Italiana, nella certificazione presso il Consiglio d’Europa della Via Francigena nel Sud (700 chilometri) ed ecco perché siamo in procinto di sottoscrivere un accordo con l’Associazione Europea della Via Egnazia (AEVE), presieduta da Alexander Meksi, già primo ministro d’Albania, pe riscoprire e valorizzare il tracciato dell’antica strada romana collegante Roma con Costantinopoli (e Gerusalemme) via Brindisi/Durazzo.
Siamo pienamente immersi in una logica di dialogo euro-mediterraneo che, specie in questi tempi, ci sembra, nello stesso tempo, utile ed affascinante.