Via Francigena

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Rinviata al 29 agosto la “Walking Marathon Lago di Bolsena”

Aperte le iscirzione per l’annuale appuntamento dell’Associazione Via Francigena APS di Montefiascone, che per il secondo anno consecutivo si terrà in estate a causa delle restrizioni sanitarie. 

La manifestazione è promossa a livello nazionale ed internazionale allo scopo di far conoscere ed apprezzare la Via Francigena e il territorio ricco di bellezze naturali ed artistiche di tutti i comuni che si affacciano sul lago. Solitamente si tiene in primavera ma, come si legge sul sito ufficiale dell’evento, a causa del perdurare dell’emergenza sanitaria, del blocco dei confini regionali e con l’intento di permettere a tutti di prendere parte alla manifestazione, gli organizzatori hanno optato per il posticipo durante il periodo estivo, come era successo per l’edizione del 2020. 

 

Ma cos’è la Walking Marathon Lago di Bolsena? 

La Walking Marathon (solo esclusivamente camminando) di 18 km, 37 km e 54 km è nata nel 2017 ed è organizzata dall’Associazione Via Francigena APS di Montefiascone in collaborazione con il Comune di Montefiascone e il supporto dei comuni confinanti con il lago: Bolsena, San Lorenzo Nuovo, Grotte di Castro, Gradoli, Capodimonte, Marta.

La manifestazione è promossa a livello nazionale ed internazionale allo scopo di far conoscere ed apprezzare la Via Francigena e il territorio ricco di bellezze naturali ed artistiche di tutti i comuni che si affacciano sul lago.

La partenza avverrà da Montefiascone, paese famoso per il suo vino (L’ “Est! Est!! Est!!!”) e per essere stato residenza papale per diversi anni. Da visitare la Rocca dei Papi con la Torre del Pellegrino e il Museo del Sangallo il Giovane, la Cattedrale di Santa Margherita (terza cupola d’Italia, la Basilica di San Flaviano e il Tempio di Montedoro.

Il primo paese che si incontra è Bolsena che da il nome al lago (primo lago vulcanico più grande d’Europa). Bolsena è famosa per il miracolo eucaristico del 1263 che ha originato la festa del Corpus Domini.

A seguire si incontra il lungolago di San Lorenzo Nuovo paese che conserva un centro storico di natura d’impronta neoclassica contrariamente ai paesi limitrofi tipicamente medioevali e la spiaggia di Grotte di Castro, un piccolo paese agricolo molto noto per la produzione di patate.

Poco più avanti si giunge a Gradoli, terra di produzione del vino DOC Aleatico, famoso per il Palazzo Farnese realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane, è il comune più piccolo che si affaccia sul lago.

A poca distanza si trova Capodimonte, paese formatosi circa 300 mila anni fa in seguito al collasso di alcuni vulcani appartenenti ai Monti Volsini. Il paese è dominato dall’alto dalla Rocca Farnese.

Infine prima di arrivare a Montefiascone incontreremo il paese di Marta, terra di pescatori famoso per il vino “Cannaiola” e la tipica festa delle Passate nota come “Barabbata”. La Torre dell’Orologio domina l’intero e il porto dei pescatori.

 

– E’ possibile iscriversi cliccando qui 

– La mappa del tracciato è consultabile qui 

 

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Rinviata al 29 agosto la “Walking Marathon Lago di Bolsena”

Aperte le iscirzione per l’annuale appuntamento dell’Associazione Via Francigena APS di Montefiascone, che per il secondo anno consecutivo si terrà in estate a causa delle restrizioni sanitarie. 

La manifestazione è promossa a livello nazionale ed internazionale allo scopo di far conoscere ed apprezzare la Via Francigena e il territorio ricco di bellezze naturali ed artistiche di tutti i comuni che si affacciano sul lago. Solitamente si tiene in primavera ma, come si legge sul sito ufficiale dell’evento, a causa del perdurare dell’emergenza sanitaria, del blocco dei confini regionali e con l’intento di permettere a tutti di prendere parte alla manifestazione, gli organizzatori hanno optato per il posticipo durante il periodo estivo, come era successo per l’edizione del 2020.

Ma cos’è la Walking Marathon Lago di Bolsena?

La Walking Marathon (solo esclusivamente camminando) di 18 km, 37 km e 54 km è nata nel 2017 ed è organizzata dall’Associazione Via Francigena APS di Montefiascone in collaborazione con il Comune di Montefiascone e il supporto dei comuni confinanti con il lago: Bolsena, San Lorenzo Nuovo, Grotte di Castro, Gradoli, Capodimonte, Marta.

La manifestazione è promossa a livello nazionale ed internazionale allo scopo di far conoscere ed apprezzare la Via Francigena e il territorio ricco di bellezze naturali ed artistiche di tutti i comuni che si affacciano sul lago.

La partenza avverrà da Montefiascone, paese famoso per il suo vino (L’ “Est! Est!! Est!!!”) e per essere stato residenza papale per diversi anni. Da visitare la Rocca dei Papi con la Torre del Pellegrino e il Museo del Sangallo il Giovane, la Cattedrale di Santa Margherita (terza cupola d’Italia, la Basilica di San Flaviano e il Tempio di Montedoro.

Il primo paese che si incontra è Bolsena che da il nome al lago (primo lago vulcanico più grande d’Europa). Bolsena è famosa per il miracolo eucaristico del 1263 che ha originato la festa del Corpus Domini.

A seguire si incontra il lungolago di San Lorenzo Nuovo paese che conserva un centro storico di natura d’impronta neoclassica contrariamente ai paesi limitrofi tipicamente medioevali e la spiaggia di Grotte di Castro, un piccolo paese agricolo molto noto per la produzione di patate.

Poco più avanti si giunge a Gradoli, terra di produzione del vino DOC Aleatico, famoso per il Palazzo Farnese realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane, è il comune più piccolo che si affaccia sul lago.

A poca distanza si trova Capodimonte, paese formatosi circa 300 mila anni fa in seguito al collasso di alcuni vulcani appartenenti ai Monti Volsini. Il paese è dominato dall’alto dalla Rocca Farnese.

Infine prima di arrivare a Montefiascone incontreremo il paese di Marta, terra di pescatori famoso per il vino “Cannaiola” e la tipica festa delle Passate nota come “Barabbata”. La Torre dell’Orologio domina l’intero e il porto dei pescatori.

– E’ possibile iscriversi cliccando qui 

– La mappa del tracciato è consultabile qui 

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Alla scoperta della Tuscia Laziale con il “Francigena Trail”, un’avventura in bikepacking

Si terrà il 3 settembre 2021 il Francigena Trail: un’avventura in bikepacking alla scoperta dei luoghi più suggestivi della Tuscia percorrendo i tratti più belli della Via Francigena del Lazio. L’evento è a sostegno dell’Associazione Parent Project Aps impegnata nella lotta alla distrofia muscolare. 

300km tra sterrati, ampie strade di campagna, salite, discese e passaggi suggestivi all’interno di centri storici come Viterbo, Montefiascone, Acquapendente, Bolsena, Vitorchiano, Caprarola, Capranica, Sutri e molti altri. Nessun limite di tempo, nessun supporto, ogni partecipante dovrà organizzare il proprio viaggio in totale autonomia decidendo quanto pedalare e dove sostare. On line anche il sito ufficiale dell’evento.

La partenza è fissata per venerdì 3 settembre 2021 dal centro di Oriolo Romano in provincia di Viterbo. Tutti i biker riceveranno il passaporto del pellegrino che consentirà di avere accesso, con agevolazioni, alle strutture di accoglienza lungo la Via Francigena; sempre nel passaporto ogni partecipante potrà ricevere un timbro presso uffici turistici, parrocchie, strutture ricettive e di ristoro.
Il Francigena Trail sostiene l‘Associazione Parent Project aps nella lotta alla distrofia muscolare di Duchenne e Becker, un progetto che riunisce i genitori dei bambini affetti dalla distrofia muscolare di Duchenne e Becker, una malattia genetica rara. Nasce in Italia nel 1996 con l’obiettivo di sostenere le famiglie, finanziare la ricerca scientifica e promuovere la presa in carico globale che consente di migliorare la qualità della vita dei pazienti. L’associazione realizza servizi di consulenza legale e psicologica, incontri di formazione dedicati all’intera Comunità Duchenne, servizi a sostegno delle nuove famiglie. Grazie alle attività realizzate dal Centro Ascolto Duchenne e dall’Area Scientifica, anche in collaborazione con altre realtà associative, oggi riveste un ruolo sempre più importante nell’elaborazione di programmi socio-sanitari organizzati dagli Enti Pubblici, nazionali e locali e dal Sistema Sanitario.

Maggiori info e contatti:
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Buon Ventesimo Compleanno, AEVF! Una bella storia!

Il 7 aprile 2001 è stata fondata a Fidenza l’Associazione dei comuni italiani lungo la Via Francigena, diventata poi nel 2005 Associazione Europee delle Vie Francigene. Si celebra oggi un traguardo prestigioso, cioè i vent’anni di questa associazione nata dal basso, su base volontaria, che continua a mettere in rete comuni e regioni, associazioni locali e appassionati, operatori culturali e categorie economiche, il mondo della ricerca.  Ne parliamo con il Presidente Massimo Tedeschi che ha avuto l’intuizione e la lungimiranza di mettere insieme un network internazionale oggi più che mai vivo e in grande fermento, sia nei territori attraversati dal cammino, sia nei territori limitrofi.

1) Partiamo dalla storia. Quali sono state le motivazioni che hanno spinto Massimo Tedeschi, allora Sindaco di Fidenza, a fondare il 7 aprile 2001 una rete di comuni, inizialmente nel tratto italiano, sulla Via Francigena? Rimane la convinzione di aver fatto una cosa buona?

R. La motivazione si fondava, allora come oggi, su quello che definirei orgoglio europeo, cioè sulla fierezza di far parte di una comunità, l’Europa, che oggi, certo dopo un lungo percorso nella storia, è arrivata a rappresentare al meglio nel mondo i valori umanistici (democrazia politica, diritti civili, diritti umani, dialogo interculturale, tolleranza), in gran parte poi trasfusi nel Trattato di Londra (città non a caso capitale del Paese culla del pensiero liberale) che ha istituito il 5 maggio 1949 il Consiglio d’Europa. Il Regno Unito è uscito dall’Unione Europea ma non dal Consiglio d’Europa, e così pure la Svizzera continua a farne regolarmente parte (dal 1963).

Tornando al 7 aprile 2001, ricordo che quando fui eletto sindaco (1991) alcuni appassionati, pochissimi, della mia città, Fidenza, e della mia provincia cominciarono a parlarmi di Via Francigena; tema allora sconosciuto alla totalità delle persone. Tuttavia, con l’ottenimento nel 1994 della certificazione di “Itinerario culturale del Consiglio d’Europa” ed in previsione del grande Giubileo del 2000, il benefico assillo di quei pionieri aumentò. Ebbi poi la fortuna di incontrare l’insigne storico francese del Medioevo Jacques Le Goff (1924-2014). Una prima volta in visita al Duomo il 21 maggio 1998 e una seconda volta, il 21 ottobre 2000, per il conferimento, in un teatro comunale stracolmo – uno dei momenti più belli del mio mandato – della cittadinanza onoraria della città. Sei mesi dopo, il 7 aprile 2001, appunto, con i rappresentanti dei 34 Enti locali, allora solo italiani, che accolsero il mio invito (sui 150 invitati) fondammo l’associazione. A vent’anni di distanza la convinzione di aver avuto un’ottima idea non è cambiata, anzi, è cresciuta.

2) Quali sono i principali risultati che questa associazione ha raggiunto e i principali momenti storici vissuti fino dopo vent’anni di lavoro? Aderiscono oggi ad AEVF 193 comuni, 70 associazioni, oltre 400 operatori privati.

R. Il principale risultato raggiunto in 20 anni di attività è il duplice beneficio, culturale ed economico, che il progetto della Via Francigena, portando migliaia di persone da tutto il mondo a camminare su di essa, ha prodotto nelle piccole comunità disseminate lungo i duemila chilometri del tracciato, ed anche nei dintorni (i chilometri sono divenuti tremila dal 2019 allorquando la certificazione di “Itinerario culturale del Consiglio d’Europa” è stata estesa al sud Italia, da Roma a Santa Maria di Leuca).

Quando parlo di beneficio economico penso al fatto che, considerate la durata media e la spesa media giornaliera di una persona in cammino, si registra una ricaduta economica di diverse decine di milioni di euro proprio su quei territori in gran parte esclusi dai circuiti turistici.

Quando parlo di beneficio culturale penso all’interscambio e all’arricchimento immateriale che avviene fra le persone quando si incontrano, cioè fra coloro che camminano e gli abitanti dei paesi e delle campagne attraversati: si parlano tutte le lingue, ci si conosce, si ammira l’eccellenza dei vari stili di architettura, si gustano cibi semplici e prelibati, ci si scambia numeri di telefono, ci si dà appuntamento per nuovi incontri.

A quattro anni dalla fondazione, nel 2005, aderì all’associazione il primo comune non italiano, la prestigiosa città di Canterbury, il cui leader allora era Harry Craig; seguì nel 2010 il distretto intercomunale del Basso-Vallese, primo ente svizzero, grazie all’impulso del compianto abate Joseph Roduit (1939-2015) di Saint-Maurice e nel 2016 il primo comune francese, Bucey-les-Gy (solo 600 abitanti, nella regione Borgogna-Franca-Contea), grazie alla lungimiranza dell’allora sindaco Emile Ney, che oggi collabora con noi. Sottolineo l’importanza dell’adesione alla rete, oltre che di 193 Enti locali e 70 associazioni amiche, anche di 400 piccoli imprenditori che forniscono servizi di ospitalità e di ristorazione ai pellegrini. E la rete è in continuo aumento.

3) La pandemia ancora in corso ha sicuramente avuto un forte impatto anche su tutto il sistema del turismo e della fruizione del patrimonio. La Via Francigena, i cammini e l’outdoor sono tuttavia settori destinati a crescere nei prossimi anni proprio grazie alla loro dimensione rurale, di contatto con la natura e di sostenibilità. Può davvero continuare crescere questo segmento legato agli Itinerari culturali e vie di pellegrinaggio?

R. La pandemia ci ha fatto capire, con brutalità, l’enorme importanza del turismo come forma di scambio e di conoscenza e quindi di tutela del patrimonio e di sviluppo culturale ed economico. La Via Francigena e la famiglia degli Itinerari culturali europei possono dare un grande contributo alla ripartenza post-pandemia perché consentono un’esperienza naturale e sociale, di cui la gente sente oggi un bisogno quasi spasmodico, in condizioni sanitarie sicure.

4) Il Cammino di Santiago è stato riconosciuto Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa nel 1987, 7 anni prima della Via Francigena. Anche in termini numerici, il divario tra i due cammini è grande. Cosa manca ancora alla Via Francigena per raggiungere maggiore popolarità internazionale e consolidare la propria identità?

R. Il numero dei frequentatori del Cammino di Santiago è una cifra a cinque zeri, quello dei frequentatori della Via Francigena è una cifra a 4 zeri. Il divario è dovuto al fatto che il governo e la chiesa di Spagna hanno puntato sul Cammino senza disperdere investimenti in mille rivoli. Così facendo sono riusciti a creare una “narrazione” che, attraverso il cinema e la letteratura, ha assunto una reputazione di assoluto rilievo nell’opinione pubblica mondiale.

Un tale investimento culturale e finanziario sulla Via (romea) Francigena non c’è stato, né in Italia né negli altri Paesi attraversati. Si può anche in parte comprendere. A Roma, ad esempio, arrivavano milioni di pellegrini da tutto il mondo e non era quindi facile per le autorità civili e religiose del Paese e della città porre attenzione alle poche migliaia di pellegrini che vi giungevano a piedi lungo la Via romea Francigena.

Tuttavia io penso che, superata la pandemia, il tema si porrà: come dar forza al sistema arterioso delle vie romee affinchè, a sua volta, possa dar sangue all’intero sistema venoso dei cammini – e non vada sprecato – e come riservare un’accoglienza “speciale” a chi arriva a Roma dopo aver percorso a piedi centinaia di chilometri.

5) Dopo 20 anni, AEVF ha deciso di celebrare questo evento storico con una lunga camminata-evento da Canterbury a Santa Maria di Leuca, coinvolgendo tutti i 657 comuni attraversati. Una sfida molto grande, quasi una anticipazione del Giubileo! Come procede l’organizzazione di una iniziativa culturale così grande? 

R. Il 30 marzo scorso l’assemblea generale dell’associazione ha deciso di confermare la grande marcia del ventennale “Via Francigena. Road to Rome 2021. Start again!” la cui organizzazione ci sta fortemente impegnando ma che sta riscontrando ovunque grande entusiasmo e collaborazione. Hai ragione: questa marcia è il nostro Giubileo. Partenza il 16 giugno da Canterbury (dove le regole sanitarie consentiranno solo una cerimonia simbolica da parte degli amici inglesi), il 17 giugno da Calais, il 23 luglio arriveremo a Orbe e il 1° agosto entreremo in Italia dal passo del Gran San Bernardo. Il 10 settembre arriveremo a Roma e il 18 ottobre a Santa Maria di Leuca, la nostra Finisterrae.

Questa grande marcia non è una semplice iniziativa, seppur complessa; si tratta di un fatto complesso e profondo perché ci mette tutti in gioco, cioè in cammino, anche fisicamente, e quindi il 18 ottobre, dopo 4 mesi, quando giungeremo a Santa Maria di Leuca saremo cambiati. Avremo messo in pratica i principi della Via Francigena, che ricordavo: l’incontro fra persone di paesi, lingue e storie differenti; il dialogo; lo scambio di idee e di esperienze; il cammino, per chi lo vorrà. Arriveremo quindi cambiati, e migliori, di questo sono convinto.

 

Intervista di Luca Bruschi, Direttore AEVF