Via Francigena

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Il Cammino di San Carlo

Il Cammino di San Carlo è un trekking che propone attraverso il cammino una riscoperta dei valori culturali, ambientali ed etnografici dei territori che vengono attraversati durante le 12 tappe previste tra il 4 e il 15 di giugno.

Le tappe offrono ai camminatori la possibilità di conoscere e visitare luoghi di straordinario interesse storico, religioso, artistico e naturalistico (Santuari, chiese, affreschi, parchi, ecomusei e altri punti di interesse turistico) compresi nella fascia prealpina del Piemonte nord orientale, tra il Lago Maggiore e la Via Francigena, attraverso le province di Novara, Verbania, Vercelli, Biella e Torino.

Il Cammino di San Carlo, “costola” della Via Francigena che già gode di notevole visibilità e promozione a livello europeo, nasce da una proposta di Franco Grosso, presidente Associazione “Storie di Piazza”, nell’ambito del progetto “Le Valli della Fede” (VdF), realizzato a partire dal 2003 dalle Comunità Montane Valle di Mosso, Valle Sessera, Valsesia e Cusio-Mottarone.

Le 12 tappe sono coerenti alla filosofia di “Il Movimento Lento”, camminare dolcemente e conoscere a fondo il territorio che si attraversa. Le tappe non superano dunque i 20 km ciascuna e si percorrono comodamente in 4-5 ore, affrontando limitati dislivelli, su sentieri e sterrate (pochi tratti su asfalto in prossimità dei paesi). L’itinerario è completamente percorribile in mountain bike e per gli amanti del cicloturismo è stato tracciato un percorso che si discosta solo in alcuni tratti da quello escursionistico (in questo caso le tappe possono ridursi a quattro, con una percorrenza giornaliera di circa 50 km).

Lungo le tappe del Cammino di San Carlo saranno possibili momenti di intrattenimento e interventi culturali a sorpresa, che hanno l’intento di aiutare i partecipanti alla comprensione di quanto stanno vivendo.

I luoghi visitati offrono numerose opportunità di ristorazione e alloggio presso alberghi, pensioni, ostelli e Bed & Breakfast. Per maggiori informazioni tecniche e logistiche inerenti al Cammino di san Carlo vi suggeriamo la visita del sito www.storiedipiazza.it.

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La tecnologia al servizio del pellegrino, di A. Conte

L’uso di Google Earth e dei navigatori satellitari si sta diffondendo anche tra i pellegrini a piedi: le nuove tecnologie sono effettivamente utili o rischiano di snaturare lo spirito del viaggio?

Durante il mio ultimo viaggio lungo il Cammino di Santiago, Jules, un pellegrino francese, mi chiese un’informazione su un ostello. Non ero in grado di rispondergli, e gli consigliai di usare il telefono cellulare per chiamare i gestori. Mi fulminò con uno sguardo indignato, e mi disse, con un tono che non ammetteva repliche: “un pellegrino non ha un telefono cellulare, se no non è un pellegrino”.

Paolo De Guidi è in viaggio in questi mesi lungo la Via Francigena. E’ partito da Terni, ha raggiunto la Via di Sigerico a Viterbo, la seguirà fino a Canterbury e proseguirà poi per Cambridge, dove arriverà alla fine di Marzo. E’ a tutti gli effetti un pellegrino hi-tech: porta con se un GPS, un moderno telefono cellulare con videocamera, una fotocamera digitale, un iPod da 80 GB, una memoria USB con tutti i dati e il software che gli può servire lungo il percorso per gestire il navigatore. Paolo ha studiato per mesi l’itinerario su Google Earth, lo ha digitalizzato per  memorizzarlo sul navigatore satellitare, con cui si orienta. Ogni giorno aggiorna con brevi SMS il suo diario di viaggio sul social network Twitter, e ogni volta che può accedere a internet aggiorna il suo blog. La sua posizione è riportata giornalmente su una mappa interattiva dal webmaster di itinerAria, che pubblica i suoi messaggi sul sito www.movimentolento.it, nella sezione “Diari di Viaggio”.

Jules e Paolo rappresentano due punti di vista radicalmente diversi sulle modalità di affrontare un lungo viaggio a piedi. Come di consueto eviterò accuratamente la discussione su chi di loro sia il “vero pellegrino”, ma prenderò spunto dalle loro storie per riflettere sull’utilità della tecnologia per chi viaggia a piedi o in bicicletta.

Navigatori GPS e sistemi informativi geografici

L’evoluzione tecnologica degli ultimi 10 anni ha sconvolto il settore dell’escursionismo a piedi e in bicicletta. Grazie alla diffusione dei navigatori GPS da auto e dell’enorme investimento di Google nel settore della cartografia digitale, i Sistemi Informativi Geografici (GIS), sono usciti dalla nicchia degli addetti ai lavori, e sono diventati strumenti di uso comune.Molti di noi utilizzano un car navigator Tom Tom per orientarsi nel traffico, localizzano un indirizzo con Web-GIS come ViaMichelin o Virgilio Mappe, e scelgono la destinazione delle prossime vacanze “volando” con Google Earth.  Se tali strumenti sono utili quando ci si muove sulle strade asfaltate, documentate in genere con mappe di buona qualità, e segnalate con i cartelli direzionali e le targhe con i nomi delle vie, possono esserlo ancora di più quando si affrontano percorsi escursionistici.Prima della rivoluzione digitale l’escursionista aveva a disposizione solo mappe cartacee di qualità più o meno buona, con una scala più o meno adeguata, e una copertura parziale e disomogenea del territorio nazionale. Ad esempio chi doveva viaggiare lungo la Via Francigena, in lunghi tratti della pianura padana e del Lazio aveva a disposizione solo le leggendarie “tavolette” dell’Istituto Geografico Militare, il cui ultimo aggiornamento in alcuni casi risaliva agli anni ’40 del secolo scorso (!).

Lungo i sentieri di montagna il problema è meno sentito, sia perché in genere sono tuttora disponibili mappe escursionistiche di qualità accettabile, sia perché molti sentieri sono dotati di segnaletica. Lungo la Via Francigena invece la segnaletica è tuttora incompleta, il percorso è reso particolarmente complicato dalla continua intersezione con la rete stradale ordinaria, e purtroppo ancora oggi non esiste una mappa topografica sufficientemente dettagliata per l’intero percorso. Per il momento si è cercato di colmare questa lacuna descrivendo ogni tappa bivio per bivio nei road book pubblicati nel sito Francigena Librari. Tuttavia, se il pellegrino sbaglia strada e ha bisogno di rientrare nel percorso corretto, o se – come il nostro amico Paolo – percorre la Via Francigena in direzione nord, le mappe attualmente disponibili non sono sufficienti per orientarsi.

Per questo motivo, sempre nel sito Francigena Librari, sono state pubblicate le tracce digitalizzate del percorso, in formati compatibili con Google Earth e con i principali navigatori GPS. In questo modo chi preferisce orientarsi con una mappa cartacea può stamparla dal web, utilizzando come sfondo le foto aeree o la mappa topografica di Google Maps, o dei servizi compatibili con tale formato. Chi invece ha una maggiore dimestichezza con la tecnologia può memorizzare le tracce su un GPS e utilizzare il navigatore per orientarsi.

Schiavi della tecnologia?

Jules, il pellegrino “tecnofobo”, era in viaggio lungo il Cammino di Santiago, ovvero su un itinerario in cui è difficile perdersi, grazie all’ottima segnaletica e alla presenza di altre migliaia di pellegrini. Non so come si sarebbe orientato lungo il solitario percorso “contromano” di Paolo, in cui la segnaletica è praticamente assente, e in cui viaggiare con una mappa significa fermarsi ad ogni bivio (mediamente ogni 500 m) per controllare l’itinerario. D’accordo, il GPS toglie molta poesia al viaggio a piedi, e se utilizzato acriticamente rischia di privare il pellegrino della capacità di analizzare ed apprezzare il territorio che sta attraversando. Tuttavia chi di voi ha provato a perdere la strada durante un’escursione a piedi, magari in una zona solitaria e all’imbrunire, sa quanto ciò sia sgradevole e faticoso, e in alcuni casi pericoloso.In quest’ottica anche i meno appassionati alla tecnologia possono vedere l’uso del GPS come un male necessario, e se proprio non vogliono utilizzarlo con regolarità possono portarlo nello zaino, per usarlo solo in caso di bisogno.

Lo stato dell’arte

I sistemi informativi geografici possono essere molto utili nella fase di pianificazione del viaggio. Le tracce digitali possono essere sovrapposte ai rilievi del terreno in una vista tridimensionale, e consentono di valutare la difficoltà della tappa sia soggettivamente, sia oggettivamente. Infatti se si dispone di appositi software (il più noto è Ozi Explorer, scaricabile dal sito www.oziexplorer.com, ma altri sono disponibili gratuitamente sul web), è possibile calcolare con precisione la lunghezza del percorso, il dislivello, e stimarne la durata. Nel caso della Via Francigena ciò è molto utile se si decide di frazionare il percorso in tappe diverse da quelle descritte dai road book, oppure se si introducono varianti al percorso stesso, ad esempio perché lo si vuole percorrere in bicicletta.

Lo studio delle varianti e dei nuovi percorsi può essere facilitato consultando le numerose banche dati disponibili su internet, che propongono itinerari tracciati con GPS dagli appassionati di escursioni a piedi o in bicicletta. In Italia il sito più famoso è Giscover (www.giscover.com) su cui tra l’altro è visualizzabile il percorso della Via Francigena tracciato dalla troupe di Radio Rai nel 2005. Il leader internazionale è invece EveryTrail (www.everytrail.com), una miniera di informazioni accessibile sia sul sito sia direttamente su Google Earth.  EveryTrail è disponibile anche come applicazione per iPhone, il telefono cellulare di Apple che rappresenta l’avanguardia tecnologica del settore degli smartphone, e che è bene tenere d’occhio per comprendere le nuove tendenze. Se ci si trova in una zona coperta da internet (ad esempio la gran parte della Via Francigena lo è) il software consente non solo di orientarsi lungo il percorso grazie al GPS incorporato nell’iPhone, ma di visualizzare eventuali itinerari alternativi nelle vicinanze. Inoltre lo strumento registra il percorso e può scattare fotografie georeferenziate, ovvero localizzate sulla mappa. Alla fine della giornata si possono pubblicare su internet traccia e fotografie, che insieme a un testo descrittivo consentono a chiunque di creare un racconto di viaggio multimediale. Infine, se l’escursionista è iscritto a un social network, e vuole ad esempio consigliare il percorso agli amici, basta che prema un tasto per farlo comparire sulla bacheca di Facebook o per distribuirlo ai followers di Twitter.Gli appassionati di Twitter dotati di iPhone hanno inoltre a disposizione una funzione che consente agli amici di vedere in tempo reale la propria posizione su una mappa accessibile dal web. Quest’ultima funzione è obiettivamente angosciante per chi vede nel cammino un momento di libertà e di evasione, ma può essere utile ad esempio a chi si muove da solo su itinerari difficili, per essere raggiunto dai soccorsi in caso di emergenza.

Le guide multimediali

Le sofisticate prestazioni dell’iPhone saranno presto uguagliate da molti altri dispositivi, e ciò aumenterà l’offerta di software e di contenuti interessanti anche per i pellegrini. Ad esempio ci sarà la possibilità di visualizzare sul display del telefono il nome delle montagne, dei villaggi che si osservano dai punti panoramici lungo il percorso, utilizzando software di “realtà aumentata”. Oppure, di fronte a uno dei numerosi monumenti inaccessibili perché non presidiati, sarà possibile collegarsi al web per visualizzare su YouTube un filmato che ne illustra l’interno. O ancora scaricare dal web un’audioguida collegata al navigatore GPS, che oltre alle indicazioni del percorso ci fornisca informazioni utili sulle bellezze artistiche e ambientali che troviamo lungo l’itinerario. I filmati, le fotografie, i testi descrittivi, sempre più spesso saranno prodotti direttamente dai pellegrini, che li pubblicheranno sui social network contribuendo al miglioramento della conoscenza della Via Francigena e alla promozione dell’itinerario.

Le conclusioni

Chi di voi, arrivato fin qui, non è ancora convinto dell’utilità pratica delle diavolerie descritte in questo articolo, tenga presente un ultimo, importante vantaggio di computer, GPS e telefonini: possono essere spenti, semplicemente premendo un tasto. Per sentirsi “veri” pellegrini, come Jules, o semplicemente per sentirsi liberi, come Paolo, che durante il suo lungo viaggio spesso mette in tasca il GPS e vaga per le campagne, tagliando i campi.

Questo articolo è stato scritto da Alberto Conte per conto del MiBAC-DGBID, ed è stato pubblicato sul sito www.francigenalibrari.beniculturali.it 

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Sul sentiero dei pellegrini romei

Domenica 9 Maggio ci sarà la camminata inaugurale del tratto Candia – Mazzè della Via Romea Canavesana, con visita ai principali monumenti e della variante paesaggistica archeologica di Vische

La passeggiata di domenica da inizio alle camminate con visite guidate lungo la Via Romea Canavesana.

Questo percorso, di circa 40 km tra Ivrea e Livorno Ferraris, è costellato di monumenti romanici, che uno studio storico di Via Romea Canavesana onlus, presentato all’Associazione Europea delle Vie Francigene di Fidenza, ha ricollegato al passaggio dei pellegrini medioevali.

Via Romea Canavesana è una macroassociazione che riunisce nove associazioni, studiosi e appassionati di storia, arte e valorizzazione del territorio: ne sono fondatori”Mattiaca”, “Francesco Mondino” e Pro Loco di Mazzè, “Amici della Chiesa di Santo Stefano del Monte” di Candia, “Duchessa Jolanda” di Moncrivello, “Archivi e ij carti dël Borg” di Borgo d’Ale, “Accademia dei Livornesi”, “Natura e Paese” di Vische e il Gruppo storico “Nocturna” di Romano Canavese.

Il programma 2010 prevede una serie di presentazioni del progetto e di passeggiate guidate che si svolgeranno tra maggio e settembre a Moncrivello (14 e 16 maggio), Livorno Ferraris (23 maggio), Borgo d’Ale (27 e 30 maggio), Villareggia (13 giugno), Vische (3 settembre), Romano Canavese (11 settembre).

Mentre il calendario delle camminate è completamente stabilito, in via di definizione quello delle presentazioni.

Per informazioni vrc@mattiaca.it e su Facebook il Gruppo “Via Romea Canavesana”.

Programma di Domenica 9 Maggio:

Ore 9:00 Ritrovo a Candia presso piazzale Europa. Salita in gruppo a Santo Stefano.
Ore 9:30 Arrivo sul piazzale della Chiesa. L’Associazione “Amici della Chiesa di Santo Stefano” illustrerà la storia e le caratteristiche del monumento.
Ore 10:00 Rientro verso Candia con visita all’antica Pieve di San Michele Arcangelo, cui seguirà rinfresco offerto dal Parroco di Candia don Carlo Bondonno.
Ore 11:00 Si prosegue alla volta del Lago di Candia.
Ore 11:30 Arrivo nell’area verde in cui svolgono i festeggiamenti organizzati dall’Ente che gestisce il “Parco naturale provinciale del Lago di Candia”.
Ore 12:30 Arrivo presso il Bivio per la regione Motta.

In questo punto del percorso i partecipanti potranno scegliere se proseguire lungo il tracciato della Via Romea Canavesana, oppure incamminarsi lungo l’itinerario naturalistico archeologico di Vische.

Percorso VIA ROMEA
Ore 13:00 Arrivo al sito detto “Merenda Lunga”. Punto di ristoro (con minimo ‘pedaggio’) allestito dalla Pro-Loco di Mazzè.
Ore 15:30 Arrivo alla Chiesa di Santa Maria di Mazzè. Visite guidate.

Percorso Variante di VISCHE
Ore 13:30 Visita al Museum Viscorum degli antichi mestieri. Punto di ristoro allestito dall’associazione “Natura e Paese” di Vische.
Ore 16:00 Arrivo alle rovine della Chiesa di Santa Maria Maddalena.
Ore 16:30 Arrivo a Mazzè.

Presso il centro storico di Mazzè esposizione di artisti e di prodotti tipici canavesani.
Ore 17:00 Presso la Parrocchiale di Mazzè “concerto in miniatura” della Stagione musicale “Terre dell’Erbaluce” in collaborazione con l’Accademia Monteverdi di Caluso.

Rientro a Candia con Servizio Navetta.

Visto il percorso medio di circa 10 km si consigliano calzature comode ed abbigliamento adatto ad una giornata “da pellegrini”.
Sarà possibile unirsi al gruppo dei viandanti in qualsiasi punto del percorso.
In caso di grave maltempo la manifestazione verrà annullata.

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Via Francigena: istruzioni per l’uso, di A. Conte

Un viaggio a piedi lungo la Via Francigena è ancora oggi una piccola avventura, che richiede un’adeguata preparazione. Non solo fisica, ma soprattutto logistica e tecnica. In questo articolo trattiamo gli aspetti legati alla segnaletica, alle guide e all’accoglienza lungo il percorso.

Questo articolo è stato scritto da Alberto Conte per conto del Ministero per i Beni Culturali – DGBID, ed è stato pubblicato nella newsletter del sito “Francigena Librari”.Clicca qui per leggere la newsletter completa e iscriverti.

La segnaletica

Rispetto al più noto Cammino di Santiago, in cui la flecha amarilla (la freccia gialla inventata da un parroco galiziano) accompagna il pellegrino lungo tutto l’itinerario, l’orientamento è più difficoltoso, poiché la Via Francigena è ancora oggi segnalata solo in parte, e purtroppo non sempre in modo univoco. E’ infatti recente la “certificazione” di un itinerario ufficiale, riconosciuto dal Governo italiano e dalle Amministrazioni locali, che hanno cercato di mettere ordine in una babele di interpretazioni del percorso, che può cambiare sensibilmente a seconda della guida o della mappa utilizzata dal pellegrino. Attualmente (Dicembre 2009) il percorso italiano della Via Francigena è segnalato per circa il 50% della lunghezza. Per motivi tecnici e amministrativi la posa dei cartelli è avvenuta finora “a macchia di leopardo”, per cui zone in cui la segnaletica è posata con continuità si alternano a zone in cui senza una mappa è impossibile orientarsi. La segnaletica “ufficiale” installata finora lungo l’itinerario è di tre tipi:

  • il tipo D è un cartello conforme al codice della strada, e che viene quindi installato lungo i tratti di percorso in cui transitano anche veicoli a motore;
  • Il tipo E è un piccolo cartello che si presta all’installazione lungo strade campestri e sentieri;
  • Il tipo F è un supporto in alluminio giallo su cui viene installato un segnavia, munito di una freccia. E’ stato concepito sia come segnavia di conferma, sia come segnale direzionale da installare in aree di particolare pregio ambientale.

Oltre alla segnaletica illustrata sopra, il pellegrino incontrerà lungo il cammino innumerevoli altri tipi di indicazioni: dai cartelli turistici simili a quelli di tipo D ma senza le icone dei due escursionisti, a segnavia di vernice con le forme più diverse. A volte tale segnaletica indica il percorso ufficiale, altre volte conduce il pellegrino lungo itinerari descritti da altre guide, o liberamente tracciati da chi li ha poi segnalati. E’ facile immaginare la confusione che ciò genera nel camminatore, che rischia di perdersi a volte perché la segnaletica manca, altre volte perché in uno stesso bivio trova più indicazioni contraddittorie. Per i motivi di cui sopra è consigliabile dotarsi di una guida, e consultarla ogni volta che c’è un dubbio sul percorso: anche se la Via Francigena non attraversa territori disabitati o zone pericolose, perdersi non è mai piacevole, soprattutto dopo aver percorso molti chilometri a piedi.

Le guide al percorso

La guida del percorso ufficiale è scaricabile gratuitamente dal sito MiBAC-DGBID (www.francigenalibrari.beniculturali.it) . E’ costituita da 40 road book completi di mappe in scala 1:25.000, che descrivono bivio per bivio ogni tappa. Il formato (e quindi il peso) dei road book può essere ridotto stampando fronte-retro due pagine per foglio. Chi ha più dimestichezza con la tecnologia può invece orientarsi con un navigatore GPS, scaricando le tracce delle tappe dal sito MiBAC-DGBID.

Superato il primo impatto, il GPS si rivela molto utile, poiché evita al pellegrino la lettura del road book e della mappa in ogni bivio, che alla lunga può risultare stancante. Inoltre se si sbaglia strada il GPS consente di ritrovare rapidamente l’itinerario giusto.

Oltre alla guida ufficiale sono disponibili in commercio altre pubblicazioni, tra cui citiamo le principali:

  • Guida alla Via Francigena (autori D’Atti/Cinti) – Terre di Mezzo Editore – è la guida cartacea più diffusa, e descrive l’itinerario tra il Passo del Monginevro e Roma.
  • TopoFrancigena – edita dall’Associazione Internazionale della Via Francigena, è molto diffusa all’estero;
  • Lightfoot guide to the Via Francigena (autori ed editori Chinn/Gallard), si sta affermando tra il pubblico di lingua inglese;
  • Via Francigena (autrice Birgit Gotzmann) – Conrad Stein editore, molto diffusa tra il pubblico di lingua tedesca.

Esistono altre guide in lingua italiana, meno diffuse. E’ importante che il pellegrino sappia che tutte queste guide propongono percorsi diversi da quello ufficiale (con la sola eccezione della guida di Chinn/Gallard, che si sta uniformando al percorso ufficiale e comunque lo riporta sempre sulla cartografia, anche quando suggerisce una variante). Inoltre tutti i percorsi proposti sono diversi tra loro.

L’accoglienza

Risolto (almeno speriamo), il problema del percorso, bisogna affrontare il tema dell’accoglienza. Anche in questo caso è bene organizzarsi in anticipo, identificando in ogni tappa una struttura ricettiva adeguata alle proprie esigenze. L’organizzazione del Cammino di Santiago, in cui mediamente si trova almeno un “albergue” economico ogni 10 km, in grado di accogliere i pellegrini senza prenotazione, è ancora un sogno. E’ bene informarsi in anticipo, ed avvertire del proprio arrivo almeno il giorno prima. Un elenco delle strutture ricettive può essere scaricato dal sito dell’AEVF – Associazione Europea delle Vie Francigene (www.viefrancigene.eu). Una pubblicazione di nome “Dormifrancigena” può essere acquistata dall’AIVF – Associazione Internazionale delle Vie Francigene ( www.francigena-international.org ) , mentre anche la guida di Paul Chinn elenca numerose soluzioni. Come nel caso della segnaletica, ancora non esiste uno standard per l’accoglienza: le strutture che in Italia si definiscono ostelli, in genere prevedono un livello qualitativo e un prezzo più alti rispetto alle esigenze dei pellegrini. Lungo il cammino di Santiago si dorme in camerate che a volte ospitano più di 100 letti a castello; il coprimaterasso e la federa del cuscino vengono lavati ogni due settimane circa, poiché ogni pellegrino ha il proprio sacco a pelo. Bagni e docce sono in comune, e spesso gli ospiti possono utilizzare la cucina. I prezzi vanno da un’offerta libera a 6 Euro per gli ostelli parrocchiali e municipali, fino a 10 Euro per quelli privati. Gli ostelli italiani in genere costano dai 12 Euro in su, ma non è raro pagare attorno ai 25 Euro per un letto con lenzuola in camera da due o da quattro posti, magari con bagno in camera. Insomma, prezzi congrui ma troppo alti per chi deve stare in viaggio mesi. Un’alternativa agli ostelli sono le parrocchie, che offrono ospitalità in strutture più o meno attrezzate, in genere in cambio di un’offerta. E’ fondamentale portare con se una credenziale, il documento che attesta lo status di pellegrino, e che deve essere timbrato in ogni tappa per poter essere accolti nelle parrocchie e richiedere il Testimonium all’arrivo a San Pietro. La credenziale può essere richiesta all’AEVF o ad altre organizzazioni attive lungo la Via Francigena.

L’ospitalità gratuita in case private

Segnaliamo infine la possibilità di trovare accoglienza gratuita in case private: nel sito www.couchsurfing.org, leader mondiale per lo scambio gratuito di ospitalità, esiste un gruppo, creato da chi scrive, dedicato proprio all’ospitalità dei camminatori http://www.couchsurfing.org/group.html?gid=19653. Al gruppo sono iscritte alcune persone che offrono – senza impegno – ospitalità ai pellegrini lungo la Via Francigena. L’accoglienza in case private è una grande opportunità per approfondire la conoscenza del territorio che si attraversa, e per entrare in relazione con chi lo abita, gettando le basi per amicizie spesso destinate a durare a lungo. Nel Medio Evo il pellegrino veniva spesso ospitato nelle case private perché, secondo il Vangelo, aprendogli le porte si accoglieva il Cristo. Inoltre il viaggiatore che arrivava da lontano portava con se le notizie, i racconti, la conoscenza, la cultura del suo paese e dei luoghi attraversati. Il forestiero era visto come una risorsa, non solo economica ma anche culturale. Un ruolo che oggi purtroppo è andato perduto, e che oggi possiamo recuperare.

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sulla newsletter del sito www.francigenalibrari.beniculturali.it, il nuovo portale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dedicato alla Via Francigena.