Via Francigena

La Via Francigena in Toscana: la culla della bellezza 

Siamo giunti al quinto capitolo del nostro diario di viaggio che racconta tutto il percorso ufficiale della Via Francigena da sud a nord in occasione del Giubileo 2025.   

Con i suoi 3.200 km, lo storico itinerario medievale attraversa cinque Stati (Inghilterra, Francia, Svizzera, Città del Vaticano e Italia), sedici regioni e più di seicento comuni, come dettagliamo nel percorso percorribile sia a piedi sia in bicicletta. A partire dal Kent, nel Regno Unito, il percorso tocca le regioni Hauts-de-France, Grand Est e Bourgogne-Franche-Comté, in Francia; i Cantoni Vaud e Vallese, in Svizzera; le regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Lazio, Campania e Puglia, in Italia e lo Stato del Vaticano a Roma, luogo-simbolo del Giubileo.     

Per questi speciali regionali realizzati in collaborazione con Regione Lazio, abbiamo deciso di risalire lo stivale da Santa Maria di Leuca – la finibus terrae in Puglia, e di raccontare la Via Francigena da sud a nord, portandoti con noi alla scoperta di ogni regione, per immergerci nelle sue bellezze paesaggistiche, storiche e gastronomiche. Non mancheranno tanti consigli di viaggio sul cammino, con il meglio delle tappe e alcune curiosità.    

Ci mettiamo in cammino?    

Partiamo!    

La Via Francigena in Toscana  

La Via Francigena in Toscana si estende per circa 400 km, articolandosi in 13 tappe che attraversano colline dorate e sentieri millenari. Il percorso inizia sul Passo della Cisa ed entra in territorio toscano a Pontremoli, dopo il primo tratto, il tragitto è intervallato da 38 km di Via Francigena in Liguria, per poi tornare Toscana a partire da Massa e terminare, infine, a Radicofani, in Val d’Orcia, città incantevole dal punto di vista paesaggistico e storico. Il cammino, che ormai è giunto in centro Italia, presenta una difficoltà media, che a tratti diventa elevata a causa dei dislivelli. La Toscana è la terra dove storia, arte, tradizione e gastronomia si intrecciano come i fili di un arazzo prezioso, tessuto da chiunque abbia calpestato il suo suolo. Qui, ogni passo è un incontro con la bellezza, ogni angolo è una storia da scoprire, ogni tavola un percorso d’estasi. 

Un percorso particolare: la Via Francigena in Lunigiana 

Per raccontare la Via Francigena in Toscana partiamo dal primo territorio che incontriamo lungo il percorso: la Lunigiana, con il suo territorio ricco di corsi d’acqua, montagne e boschi, rappresenta uno dei tratti più difficili ma anche più affascinanti della Via. In questa regione di confine tra Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna i pellegrini trovavano ospitalità nei monasteri, ristoro nelle pievi e sicurezza nei castelli che dominavano le vallate. Tra le tappe principali in Lunigiana, che parte con il Passo della Cisa e offre scorci meravigliosi sull’Appennino Tosco-Emiliano, troviamo sicuramente Pontremoli: città storica, famosa per i suoi ponti medievali, i palazzi nobiliari e il Museo delle Statue Stele. Questa città, la più a nord di tutta la Toscana, circondata da colli e monti, è uno scrigno di opere d’arte e monumenti, le sue vie lastricate e la sua architettura medievale permettono ai viandanti di fare un tuffo nel passato. Per molti storici, infatti, Pontremoli è stata l’antica Apua, capitale della civiltà dei Liguri-Apuani. 

Nell’alta lunigiana si incontra anche Filattiera, sulla sponda del fiume Magra, sovrastata dall’Appennino Tosco-Emiliano, deve il suo nome al termine Fulacterion, con cui i Bizantini indicavano le fortificazioni poste a sbarramento di luoghi strategici. Qui, da vedere è la chiesa di San Giorgio. Sulla strada è consigliato un salto anche al borgo di Ponticello, uno dei borghi medievali meglio conservati. 

Aulla, infine, a pochi chilometri dal confine con la Liguria, chiude il tratto nord della Via Francigena in Toscana prima della sua breve immissione nel tratto ligure. Questa cittadina si estende su una caratteristica lingua di terra, stretta tra il fiume Magra e il torrente Aulella. Attiva già prima dell’anno Mille, deve la sua prosperità proprio alla Via Francigena di cui è sempre stata uno snodo importante. Qui, da visitare sono l’Abbazia di San Caprasio, la Fortezza della Brunella (che deve il suo nome al monte su cui è stata costruita) e il Museo di Storia Naturale della Lunigiana

Oggi il tratto della Via Francigena in Lunigiana è perfettamente segnalato e percorribile a piedi o in bicicletta. È un cammino ricco di spiritualità, natura e cultura, con strutture ricettive, ostelli, piccoli agriturismi e rifugi che mantengono viva la tradizione dell’accoglienza pellegrina. 

Molti borghi attraversati dal cammino sono rimasti intatti nei secoli e conservano un’atmosfera fuori dal tempo.  

Storia: San Gimignano, Monteriggioni e Siena 

È inutile dire che la Via Francigena in Toscana si attesta come uno dei sentieri più battuti di tutto il percorso. La sua bellezza paesaggistica, il fascino storico e l’incredibile patrimonio artistico e culturale che la contraddistinguono sono da sempre, fin dai tempi del Medioevo, elementi di interesse per i viandanti. Se prima però l’obiettivo di chi la attraversava era principalmente economico, dato che molti mercanti passavano da queste zone e qui si stabilivano contribuendo al fiorire della zona, ora la Via Francigena in Toscana è ricca di turisti provenienti da tutto il mondo che ogni anno visitano questo perfetto connubio di paesaggi, storia e cultura.  

Considerata la straordinaria bellezza della regione, selezionare solo alcune località non è affatto semplice. Ci abbiamo comunque provato qui di seguito, anche se ogni singolo borgo toscano meriterebbe una visita, grazie al suo immenso patrimonio storico e culturale. 

Tra le città che abbiamo selezionato per raccontare il grande patrimonio storico dell’area, sicuramente c’è San Gimignano, gioiello medievale e patrimonio UNESCO. Questa città, sempre affollata dai turisti provenienti da tutto il mondo, si erge come una corona di pietra sulle colline senesi. Le sue 15 torri superstiti (un tempo erano oltre 70!) che circondano il centro storico, raccontano un’aristocrazia finanziaria che si affermò e prosperò in queste zone, imponendo il proprio prestigio attraverso queste case-torri. Due erano le strade che nel Medioevo attraversavano il borgo e che hanno contribuito ad accrescerlo e a renderlo luogo di commerci: la Via Francigena (dove si fermò Sigerico nella sua XIX tappa) e la strada per la costa e Pisa. Vernaccia e zafferano, prodotti delle sue terre, erano inoltre motivo di scambi nelle piazze europee e in Medioriente. Nelle vie del centro si incontra poi la Piazza del Duomo dove si affaccia la Collegiata di Santa Maria Assunta, al cui interno, imperdibili sono i cicli di affreschi dipinti per mano di alcuni dei più famosi pittori senesi del ‘300.   

Monteriggioni, costruita dai senesi nel XIII secolo per difendere la città dagli attacchi fiorentini, è uno degli esempi meglio conservati di fortificazione medievale in Europa. Le torri della cinta muraria dominano la Via Cassia, presidiata da un alto castello, costruito nel 1203. La città aveva suscitato già l’ammirazione di Dante, che la citò nel XXXI canto dell’Inferno all’interno della Divina Commedia. Dentro le sue mura sorge un piccolo borgo di case ben allineate su un’unica via, tra di esse sono coltivati piccoli orti e suggestivi giardini e uliveti.  

Siena è una delle città più emblematiche del Medioevo italiano. La sua struttura urbanistica, costruita attorno a Piazza del Campo, è unica al mondo e riflette un arredo urbano unitario, coerente e armonioso, che è stato inserito dall’UNESCO nel Patrimonio dell’Umanità. Posta nella Toscana centrale, tra le valli dei fiumi Arbia, Melse ed Ersa, le colline del Chianti, la Montagnola e le Crete Senesi, nel 2015 ha ricevuto il titolo di Capitale italiana della Cultura.  

Il colore caratteristico che prende l’altura dove si sviluppa la città, grazie alle facciate dei palazzi e ai tetti, dà il nome all’universalmente conosciuto colore “Terra di Siena”, appartenente ai gialli e ai bruni. 

Quando la si visita non possono mancare le tappe in Piazza del Campo, considerata una delle più belle piazze al mondo, dalla forma di conchiglia a nove spicchi, è ammirabile in tutto il suo splendore dall’alto della Torre del Mangia. Da sempre, e tuttora, questa piazza è il luogo di raccolta dei senesi durante le occasioni e gli eventi importanti per la città. 

Altra fermata d’obbligo è il Palazzo Pubblico di Siena, considerato uno dei più bei palazzi civili d’Italia e sede del potere politico della Città. 

Come detto poco sopra, anche la Torre del Mangia merita una “capatina”, con i suoi 88 metri di altezza e 400 scalini, ripaga, una volta in cima, tutta la fatica, perché la vista da lì sopra è unica, garantito. 

Piccola Curiosità: la leggenda della Torre 

La Torre del Mangia fu costruita tra il 1338 e il 1348 accanto al Palazzo Pubblico di Siena e prende il nome dal suo primo campanaro, Giovanni di Balduccio, detto “Mangiaguadagni” per la sua abitudine di sperperare i guadagni in cibo e svaghi. Secondo la leggenda, sotto la prima pietra furono murate monete e formule magiche per proteggere la torre da sventure. Questa tradizione popolare vuole che la torre sia rimasta intatta grazie a quelle antiche protezioni. Un’altra credenza narra che la campana “Sunto” suoni in modo solenne per ricordare eventi storici importanti della città. La torre è così diventata un simbolo non solo architettonico, ma anche mistico e identitario per Siena. 

Arte e cultura: i borghi medievali e i paesaggi UNESCO 

La Toscana è un libro d’arte a cielo aperto. Ogni borgo, ogni chiesa, ogni collina racconta secoli di civiltà e creatività. La Val d’Orcia, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, incanta con la sua fitta vegetazione costellata da vigneti, faggeti, uliveti e castagneti, ma anche piccoli borghi medievali, castelli e zone rurali. La Valle, quasi al confine con l’Umbria, prende il suo nome dal fiume Orcia, che l’attraversa ed è famosa, tra le altre cose, per gli scorci ritratti spesso dai fotografi, come quello di San Quirico d’Orcia, dove si può ammirare un paesaggio di cipressi, conosciuti come i “cipressi della Val d’Orcia”.  

Un altro luogo meraviglioso dal punto di vista naturalistico, sono le Crete Senesi, zone a sud-est di Siena, che si contraddistinguono per il loro colore grigio-azzurro e sembianze quasi lunari, derivante dall’argilla presente nel terreno, dalla quale prendono anche il nome. 

Questo un territorio modellato dall’erosione che ha dato vita a formazioni geologiche uniche come calanchi e biancane: rilievi tondeggianti, brulli e argillosi, dal fascino quasi surreale.  

I borghi medievali disseminati lungo la Via Francigena sono scrigni d’arte e cultura e la Toscana ne è ricca a dismisura, ma tra i tanti, ce ne sono alcuni particolarmente piccoli ma graziosi, come Pienza, Montalcino, Castiglione d’Orcia e lo stesso San Quirico, perfetti per vivere l’autenticità di questa regione. Passeggiare tra le loro vie storiche significa anche lasciarsi tentare dai sapori del luogo, tra grandi vini, formaggi tipici e piatti che raccontano la cultura contadina locale.  

Le acque termali: Gambassi, San Filippo, Montecatini, Chianciano e Bagno Vignoni 

La Toscana è tra le regioni italiane più apprezzate per chi cerca vacanze all’insegna del benessere, grazie alla straordinaria concentrazione di sorgenti termali naturali, che rappresentano circa un quarto del totale nazionale. Immersi in scenari da cartolina, questi luoghi offrono un’esperienza rigenerante, tra dolci colline, antichi borghi e una natura ancora incontaminata, le terme toscane si possono trovare sia all’aperto, accessibili liberamente, sia all’interno di eleganti resort e centri benessere

Le proprietà curative di queste acque sono note sin dall’epoca etrusca e romana: alcune aiutano a lenire dolori articolari e muscolari, altre sono utili per problemi respiratori o digestivi. Le temperature variano tra i 25° e i 54°, con sorgenti più calde concentrate nella zona meridionale della regione. Oggi, molte persone scelgono queste località per rilassarsi e prendersi una pausa dalla routine quotidiana, ma, ancora in pochi, sanno che questi luoghi si trovano lungo il percorso della Via Francigena e che quindi possono diventare una meritata pausa dalle fatiche del cammino per i viandanti che percorrono la sua strada. 

Tra le destinazioni più famose, leggermente distaccate dal percorso ufficiale della Via Francigena, anche se ugualmente raggiungibili con uno sforzo in più, troviamo Montecatini Terme, con il suo fascino Belle Époque, e Chianciano Terme, che possiede ben cinque tipologie di acque termali ed è dotata di strutture moderne come le Piscine Theia e le Terme Sensoriali. Sulla strada, invece, in una frazione di Castiglione d’Orcia, meta imperdibile sono i Bagni San Filippo, con le vasche libere e naturali, immerse nei boschi, che si incontrano appena dopo il cuore della città. Il suo centro termale è noto come la Balena Bianca, chiamato così per l’enorme formazione calcarea che sovrasta le acque sottostanti e da cui scende il fiume Fosso Bianco. Altro luogo rinomato per le sue acque curative e raggiungibile lungo il tracciato, è Gambassi Terme, fai un salto qui se hai bisogno di un aiutino per il tuo apparato digerente o per la tua pelle. Infine, tappa obbligatoria è Bagno Vignoni, un borgo medievale storico, unico al mondo, con una vasca termale al centro della piazza. Ogni località ha caratteristiche singolari per tipologia di acque, servizi e atmosfera, che consentono ai visitatori di scegliere in base alle proprie esigenze, che sia per una fuga romantica, per un weekend all’insegna del relax o della cultura o per riposare le gambe e coccolarsi un po’ tra una giornata di cammino e l’altra. 

Piccola curiosità: l’antichità delle acque di Bagno Vignoni 

Bagno Vignoni, una frazione di San Quirico d’Orcia, con la sua vasca termale al centro del paese, incanta i visitatori con la sua atmosfera sospesa nel tempo. Pare che queste acque termali, prima di diventare meta dei viandanti e dei turisti, fossero attive già in epoca romana, i quali ritenevano che fossero abitate dalle ninfe, ma che abbiano preso le forme oggi conosciute in epoca medievale. Le sue acque, che già nel 1400 d.C. si consideravano ricche di ferro, allume e zolfo, e quindi benefiche per la salute, hanno sempre subito un fascino misterioso. Molti personaggi illustri, infatti, sono stati attirati dai benefici e dalla suggestività di questo luogo. Lorenzo il Magnifico e altri membri della famiglia de’ Medici, afflitti da disturbi come artriti e reumatismi, vi cercavano sollievo, ma anche Enea Silvio Piccolomini, che sarebbe poi salito al soglio pontificio come Papa Pio II, vi si recò per curare gli attacchi di gotta. O ancora, maestri come Tarkovskij o Fellini ne rimasero affascinati e utilizzarono il borgo per i loro progetti artistici. 

Tradizioni: il Palio di Siena e le feste medievali 

La Toscana è custode di tradizioni antiche che si rinnovano ogni anno con la stessa intensità di secoli fa. Il Palio di Siena è molto più di una semplice corsa di cavalli: è un rito antico, un’esplosione di passione collettiva e identità profonda che da secoli infiamma il cuore della città. Si corre due volte all’anno, il 2 luglio (in onore della Madonna di Provenzano) e il 16 agosto (in onore della Madonna Assunta), nella spettacolare Piazza del Campo, trasformata per l’occasione in una pista ovale ricoperta di tufo. Protagoniste assolute sono le contrade, 17 antiche suddivisioni territoriali della città, ognuna con il proprio stemma, colori, chiesa, fontana battesimale e una rivalità che può essere addirittura feroce. Solo dieci contrade partecipano al Palio: sette vengono scelte per diritto (le stesse escluse l’anno precedente), mentre le altre tre sono estratte a sorte. 

Il cavallo è considerato il vero eroe della gara: viene benedetto nella chiesa della contrada con la frase simbolica “Vai e torna vincitore“, ed è lui – anche senza fantino – a poter vincere il Palio. Infatti, se un cavallo arriva al traguardo senza il suo fantino (caduto durante la corsa, evento non raro), la contrada è comunque proclamata vincitrice. 

La corsa dura poco più di un minuto, ma l’emozione che genera è il culmine di giorni di preparazione, cortei storici, canti e rituali. Prima della gara si svolge la “provaccia”, le prove con i cavalli, e il magnifico Corteo Storico con centinaia di figuranti in costume che rievocano l’antico splendore della Repubblica di Siena. 

Il Drappellone, detto anche “cencio”, è il premio assegnato alla contrada vincitrice: un’opera d’arte dipinta ogni anno da un artista diverso, raffigurante la Madonna e i simboli delle contrade. Vincere il Palio è un onore immenso e spesso la vittoria viene celebrata con festeggiamenti che durano mesi. 

Il Palio non è mai stato solo uno spettacolo per turisti: è sangue, fede, memoria e destino, un rituale collettivo che unisce i senesi nel tempo, da secoli. Chi nasce a Siena, nasce in una contrada e vive il Palio come parte della propria identità. 

Ma il Palio non è l’unico evento importante, ad Abbadia San Salvatore, sull’Amiata, sono tantissime le feste medievali che si tengono ogni anno e trasformano il paese in un villaggio del passato, e la Fiaccolata di Natale è forse il suo evento più importante. Artigiani, musici, dame e cavalieri animano le strade, tra giochi di bandiere e cene nelle taverne. La “Fiaccolata” del 24 dicembre è l’evento più suggestivo: le “fiaccole” sono grandi strutture di legna, alte fino a sette metri, costruite in forma conica o piramidale nei tre quartieri (terzieri) del borgo medievale di Abbadia San Salvatore, chiamata proprio per questo la “Città delle Fiaccole”. Vengono erette nelle piazze e nelle vie principali e attendono la notte della Vigilia di Natale, quando prenderanno fuoco dando vita a uno spettacolo suggestivo e carico di significato. La preparazione di questo evento comincia già nei mesi autunnali, quando i cosiddetti “fiaccolai”, abitanti esperti e appassionati, iniziano la raccolta della legna necessaria. La realizzazione delle fiaccole è un lavoro lungo e meticoloso, che richiede tecnica, forza e collaborazione. Ogni fiaccola è il frutto di un impegno collettivo, un rituale comunitario che unisce generazioni e rafforza il senso di appartenenza a una tradizione che si rinnova ogni anno. 

Gastronomia: tesori toscani del gusto 

Mangiare in Toscana significa fare esperienza di una cucina autentica, semplice ma intensa, nata dalla terra e dalla saggezza contadina. Una cucina che non potrà che rimanerti nel cuore per la sua bontà e la sua storia genuina.  

Uno dei prodotti più famosi della Toscana francigena è sicuramente il prosciutto toscano DOP, da cosce di maiali italiani, speziato e stagionato in ambienti ventilati, è un prodotto identitario: servito con pane senza sale (come vuole la tradizione), rappresenta l’equilibrio perfetto tra sapore e genuinità.  

Altra specialità deliziosa di questa regione è il tartufo di San Miniato, bianco e profumatissimo, è protagonista del territorio. Ogni anno, cercatori e cani addestrati sfidano il bosco alla ricerca di questo oro della terra. Il nome di questo tartufo deriva dal nome della zona da cui proviene: San Miniato, in cui, ogni anno, si festeggia questo prodotto con fiere e sagre. 

La zuppa di pane, altro piatto degno di nota, come la ribollita, la panzanella o la pappa al pomodoro, nasce dalla necessità di non sprecare nulla. Oggi sono piatti iconici, capaci di raccontare la resilienza di un popolo che ha trasformato la povertà in eccellenza. Un detto dice: “Con una zuppa, il contadino sorride anche senza carne”. Questa preparazione, infatti, servita sia calda che fredda, è consumabile come antipasto o come primo, composta da pane raffermo toscano, fagioli bianchi e un mix di cavoli e verdure, con l’aggiunta di un po’ di pomodoro, è una vera bontà del territorio. 

I ricciarelli, dolci morbidi e profumati a base di mandorla, zucchero, albume e scorza d’arancia, sono un’eredità orientale portata dai crociati. Preparati in origine nei conventi, venivano offerti ai pellegrini come segno di accoglienza. Ancora oggi, durante il Natale, ogni famiglia senese ha la sua ricetta segreta. 

Infine, visto che a ogni buon piatto si accompagna anche un buon vino, immancabile sulla Via Francigena è il Brunello di Montalcino DOCG, tra i più celebri vini al mondo, rappresenta l’essenza della Toscana in bottiglia. Invecchiato almeno cinque anni, nasce da una selezione rigorosa del Sangiovese grosso, affinato in botti di rovere per almeno due anni e in bottiglia per almeno sei mesi. Il suo profumo ampio ed etereo di legno aromatico, piccoli frutti, vaniglia e confettura lo rende perfetto per gli abbinamenti con carni rosse, arrosti, cacciagione, ma anche tartufi, funghi e formaggi stagionati. 

Piccola curiosità: il tartufo più grande del mondo 

San Miniato è il luogo dove, nel 1954, pare sia stato trovato il tartufo più grande mai scoperto: un esemplare da 2.520 grammi, scovato da Arturo Gallerini con il suo cane Parigi, poi donato al presidente americano Dwight D. Eisenhower. Un tartufo di tale portata sarebbe oggi quasi impossibile da valutare sul mercato. Per questo, esemplari da record vengono spesso venduti all’asta, con i proventi destinati a cause benefiche. Ma non si è del tutto certi di questa storia, in quanto non esistono veri documenti ufficiali ad attestarla. 

Idee di cammini per un ponte o un weekend   

Itinerario di 2 giorni (San Gimignano – Siena)  

Itinerario di 2 giorni: (San Gimignano  – Siena)  

1° giorno: per questa prima tappa del nostro weekend andiamo da San Gimignano a Monteriggioni, una tappa davvero impegnativa lunga 30 km, che però ripaga ogni sforzo grazie alla sua bellezza senza eguali. Già all’uscita da San Gimignano ci offre un meraviglioso panorama tranquillo sulla città. Lungo il tragitto è consigliabile visitare Colle val d’Elsa, cittadina attiva già nel medioevo e centro di produzione grazie al fiume e ai moltissimi mulini, sviluppata in tre zone, fu a lungo terra di confine tra Firenze, con cui era alleata, e Siena. Sempre lungo la strada, ormai quasi a destinazione, uscendo dal bosco tra gli uliveti, si incontra un altro centro che consigliamo: Abbadia a Isola, un complesso medievale cinto da mura, che deve il suo nome a un vasto bacino palustre che circondava l’Abbazia. Tappa finale la splendida Monteriggioni. 

2° giorno: il secondo giorno di cammino si presenta più tranquillo, 20 km da Monteriggioni a Siena. Tutto il percorso è contraddistinto dal colore dominante, il Terra di Siena, che crea un forte contrasto, soprattutto in primavera, con il verde intenso del grano tenero e dell’erba. Un paesaggio unico accompagna tutta la tratta, una campagna costellata di casali e castelli. Per arrivare alla città, si passa da Pian del Lago, oggi ricca di campi di grano, fino al XVIII secolo area palustre ai piedi del Monte Maggio. Di origine carsica, è stato un polje, una depressione dal fondo piatto, che risultava profonda fino a 3 metri. Altro punto da visitare sul tragitto è il Castello della Chiocciola, a sud di Monteriggioni, oltre che la meravigliosa e imparagonabile Siena.  

Itinerario di 3 giorni: (Camaiore – San Miniato)  

1° giorno: in questa tre giorni si parte col percorso da Camaiore a Lucca, 26 km con un medio dislivello. Siamo all’interno della Toscana, in un continuo saliscendi. Si procede nella Valfreddana per poi raggiungere Lucca attraverso un tranquillo percorso lungo gli argini del fiume Serchio. Lungo il tragitto sono numerose le zone urbanizzate, ma anche lunghi i tratti nel bosco. Nei pressi di Lucca e all’interno della città stessa, ancora oggi sopravvive un gioco particolare, il tiro della forma, vere e proprie forme di formaggio, che vanno, a seconda della categoria, dagli 1,5 ai 25 kg, devono essere lanciate il più lontano possibile. In città lo sport è praticato al circolo-bar Tiro alla Forma. Inutile dirlo, il punto di arrivo, Lucca, è una città unica nel suo genere a livello, artistico, architettonico e storico, se hai tempo non puoi che visitarla. 

2° giorno: il secondo giorno ci rimettiamo in marcia e procediamo da Lucca ad Altopascio, una tappa facile di 18,5 km. Sicuramente il tratto meno interessante di questa tre giorni, che però ci permette di camminare con serenità e sicurezza, incontrando, perché no, qualche pastore con le sue pecore. Da vedere la chiesa dei Santi Quirico e Giulitta a Capannori, il borgo medievale di Porcari, tappa di Sigerico e Badia di San Pietro a Pozzeveri. Infine, giunti ad Altopascio, si può respirare la storia di questo luogo che ha ospitato, fino al 1780 il più famoso ospitale di tutta la Via, la Domus hospitalis Sancti Jacobi et Altopassu, fondata dai monaci Ospitalieri, accoglieva i pellegrini. 

3° giorno: infine, il terzo giorno procediamo da Altopascio a San Miniato, tappa finale di questi tre giorni, un tragitto impegnativo di 29 km. In epoca medievale considerato rischioso, questo tratto nasconde ancora oggi qualche insidia, nonostante i ponti e gli argini da cui possiamo osservare le acque in sicurezza, i boschi delle Cerbaie rimangono piuttosto selvaggi. Superato questo tratto ci si ritrova però nuovamente in pianura e si prosegue lungo i campi. Sui versanti del Valdarno inferiore si guardano due città Fucecchio e San Miniato, presidii nel tempo della Via Francigena. San Miniato, tappa finale del nostro percorso, sorse intorno a una chiesa fondata nell’VIII secolo come sede dei vicari imperiali. Da non perdere sono il castello e la salita alla torre di Federico II, con la vista sull’Arno. Altra tappa importante sono il convento e la chiesa di San Francesco e, nel palazzo comunale, la sala delle Sette Virtù, che conserva ancora affreschi del ‘400. 

Itinerario di 5 giorni (San Gimignano – Radicofani) 

1° giorno: da San Gimignano a Monteriggioni 

2° giorno: da Monteriggioni a Siena 

3° giorno: il terzo giorno il percorso prosegue da Siena a Ponte d’Arbia, 25 km di difficoltà media che si attestano come uno dei più suggestivi tratti del percorso della Via Francigena in Toscana. Si attraversano infatti le Crete senesi, che regalano paesaggi diversi in ogni stagione grazie alla molteplicità di colori che prende il paesaggio al variare del clima. Si cammina per la maggior parte del tempo su dolci crinali e strade bianche e le città e i borghi sulla strada sono sempre circondati dai famosi cipressi.   

4° giorno: il quarto giorno ci rimettiamo in cammino da Ponte d’Arbia per raggiungere San Quirico d’Orcia, 26 km parecchio impegnativi. Risaliamo infatti la Valle d’Arbia tra campi di grano e vigneti di Brunello di Montalcino. Ci accompagnano ancora le strade bianche e i cipressi, la vista ci coccola con la collina toscana. Piano piano, proseguendo sul percorso, inizia a essere visibile il vulcano su cui si erge Radicofani. Sul tragitto consigliamo di visitare Buonconvento, sorto come luogo di mercato, è cresciuto nel tempo grazie al passaggio della Via Francigena. Il complesso fortificato ancora in stile medievale è accessibile dalla porta Senese. Infine, si giunge a San Quirico d’Orcia, dove, appena entrati, si viene accolti dalla collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, che è il monumento più importante di questo borgo. Consigliamo una passeggiata negli Horti Leonini, un giardino all’italiana realizzato da Diomede Leoni nel 1581. 

5° giorno: Siamo giunti finalmente all’ultima tappa di questo cammino di cinque giorni, quella che va da San Quirico d’Orcia a Radicofani, 32 km molto impegnativi (se hai tempo, infatti, è consigliabile spezzarla in due giornate). Durante questo tratto attraversiamo la Valle d’Orcia, in quella che è una delle tappe più belle della Via. Per un po’ seguiamo la Via Cassia vecchia, in un percorso che diventa però sempre più sterrato e solitario. Da qui inizia uno dei tratti più severi del percorso. Sulla strada, oltre alla bellezza del paesaggio, si incontra anche Bagno Vignoni, che, grazie alle sue meravigliose terme, può aiutarci a dimenticare la fatica del percorso. Giunti finalmente a Radicofani, sulla sommità di una collina visibile a grandissima distanza, ci troviamo in uno dei posti più suggestivi e imperdibili della Via Francigena. Da non perdere è la visita al complesso fortificato che offre un meraviglioso panorama dalla cima della torre. Altre tappe sono l’edificio rinascimentale della Posta, trasformata in albergo di confine, dove sostarono personaggi illustri come Dickens, Montaigne e Chateaubriand, e le fontane medicee, con gli abbeveratoi al coperto.  

Qualche consiglio    

1. Prepara il tuo equipaggiamento    

  • Scarpe da trekking: la scelta delle scarpe è fondamentale, soprattutto per le lunghe distanze. Opta per scarpe robuste e comode, con buona traspirabilità e un buon supporto per i piedi. Scarpe da trekking leggere sono ideali per i percorsi più lunghi. Occhio: più lo zaino cresce di peso, più è importante che la calzatura abbia la caviglia alta, per supportare la flessione della schiena. Qui qualche consiglio grazie al nostro partner Garmont .    
  • Zaino: scegli uno zaino comodo e non troppo pesante. Controlla che sia dotato di cinghie regolabili e di una buona ventilazione. È fondamentale non sovraccaricare il bagaglio, bisogna cercare di non superare il 10-15% del proprio peso corporeo; porta solo l’essenziale. Qui qualche idea consigliata dal team di Ferrino.     
  • Abbigliamento: porta con te abiti traspiranti, comodi e leggeri. A seconda della stagione, aggiungi una giacca impermeabile per proteggerti dalla pioggia o dal vento, e un cappello o un berretto per il sole. Se non sai dove trovarli guarda qui.     
  • Bastoncini da trekking: sono molto utili per ridurre lo sforzo sulle ginocchia, specialmente in tratti di salita o discesa. Eccoli qui.    

2. Pianifica le tappe e gli itinerari    

  • Distanza e tempo: ogni giorno di cammino prevede distanze che variano dai 15 ai 25 km. Se non sei abituato a camminare lunghe distanze, pianifica tappe più corte per iniziare. Una buona idea è percorrere l’itinerario in più giorni, in base alle tue capacità.    
  • Dove pernottare: lungo il percorso troverai numerose strutture di accoglienza, come ostelli, B&B, agriturismi e conventi. In alcuni luoghi puoi anche usufruire dell’ospitalità in rifugi per pellegrini. Prenota in anticipo, specialmente nei periodi di alta stagione (primavera ed estate).     
  • Come raggiungere la regione:sono tantissimi i modi per raggiungere il Lazio, ma non tutti sono green o a basso impatto e, soprattutto, non tutti sono convenzionati con la Via Francigena. È per questo che noi consigliamo di raggiungere la regione in FlixBuso con i treni TrenitaliaTPER Entrambi, infatti, offrono uno sconto del 10% ai possessori della Credenziale ufficiale.     
  • Adattabilità: non tutte le tappe hanno la stessa difficoltà. Sii flessibile e, se necessario, adattati alla situazione. Ricorda che il cammino non è una gara, ma un’esperienza di scoperta personale e spirituale.    
  • La guida della Toscana:per evitare spiacevoli inconvenienti, suggeriamo di portare con sé anche la guida della Via Francigena di Terre di Mezzo, dove, oltre agli itinerari, si possono trovare tantissimi consigli per affrontare il cammino al meglio.   
  • La Credenziale:ogni pellegrino che si rispetti ne possiede una. Qui la Credenziale ufficiale della Via Francigena, una compagna importantissima da portare lungo la Via per poter usufruire di sconti e agevolazioni e per tenere traccia dei propri passi con i timbri originali delle località del percorso.   
  • La rivista: da anni AEVF si occupa della redazione e pubblicazione della rivista ufficiale semestrale della Via Francigena. Se vuoi saperne di più sulla Toscana, non perdere il numero 57 in uscita a breve sul sito www.rivistaviafrancigena.it , dedicato a questa meravigliosa regione, con un intero speciale su Siena.  

3. Sicurezza e Salute    

  • Acqua e cibo: porta sempre con te almeno 2 litri d’acqua. Alcune tappe del cammino potrebbero non avere fonti facilmente accessibili, quindi, è importante rifornirsi nelle tappe principali. Non dimenticare di portare anche snack energetici come frutta secca, barrette di cereali e noci.    
  • Protezione solare: il sole del sud Italia può essere molto forte, soprattutto in estate. Usa una crema solare con protezione alta, occhiali da sole e un cappello.    
  • Riposo: ascolta il tuo corpo. Non esitare a fare delle pause e a riposarti quando necessario. I muscoli e le articolazioni possono soffrire durante il cammino, ecco perché prendersi dei momenti di recupero è importante.    

Articolo pubblicato nell’ambito dell’intervento: Fondo Sviluppo e Coesione – Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero italiano della cultura (Scheda 33 – Via Francigena – Azioni trasversali. Trasmissione scheda progetto “Piano di comunicazione e promozione).  

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