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Roppolo

Roppolo

Roppolo si trova in Piemonte, in provincia di Biella, sulla collina morenica della Serra. La posizione strategica fra Vercelli e Ivrea e fra Biella, il Torinese e il Monferrato occidentale, rendeva Roppolo e il suo castello ambitissimi sia per scopi militari che per la ricchezza agricola delle terre che lo circondano. Posto sulla cima di un colle della Serra il castello fonda le proprie origini su una torre del X secolo, intorno alla quale si sviluppò l’imponente complesso, che chiude su tre lati un cortile trapezoidale.

Dal cortile d’accesso si gode uno splendido panorama sul lago di Viverone e sui laghi canavesani. Il porticato risale all’epoca della dominazione dei Bicchieri, come ricorda lo stemma gentilizio nella parte superiore; all’’interno dove hanno sede l’Enoteca Regionale della Serra e un ristorante, soffitti a cassettoni quattrocenteschi e decorazioni ottocentesche testimoniano le varie trasformazioni subite nelle diverse epoche dall’’edificio intorno al maniero, lungo le pendici della collina, sorgeva un ricetto, del quale rimangono pochissime tracce.

Il clima mite e la terra sfruttata prevalentemente dall’agricoltura, rendono questa zona rinomata per la produzione di vini fra cui l’Erbaluce di Caluso e il Canavese Rosso. Fra gli edifici religiosi meritano una visita la seicentesca chiesa San Michele, nei pressi del castello, che custodisce un’ancona lignea sull’altare maggiore, opera di Gaspare Serra (1738), e la parrocchiale della Vergine del Rosario, edificata nel Settecento.

Presso il Castello di Roppolo, sulle alture, nelle vicinanze del Lago di Viverone, ha sede l’Enoteca Regionale della Serra. La sua fondazione risale al 1981 con denominazione ottenuta dalla cima Morenica delle colline della Serra – fra Ivrea e Biella.

Storia

Prima della conquista da parte dell’Impero Romano il territorio era abitato da popolazioni gallo-celtiche, denominate Vittimuli che si fusero con antichissime tribù liguri. Il “Castrum Victimuli” doveva rappresentare un importante centro industriale legato all’attività di questo popolo nella Bessa, ove veniva estratto l’oro.

Conquistati dai Romani nel 233 a.C., i Vittimuli furono assorbiti gradualmente dalla colonizzazione romana .

Partendo dalle origini del nome, tre sono le ipotesi che ci vengono tramandate dagli storici del passato: la prima lo fa derivare da “Ara Apollinis” (altare di Apollo), sul quale i sacerdoti offrivano le vittime per ingraziarsi il dio, particolarmente venerato dato che gli erano stati dedicati i boschi sacri. La seconda afferma che i Bessi lo denominarono Rodope (monte sacro) e che Roppolo è l’abbreviativo di Rodopulum dal quale poi, in italiano, divenne Roppolo. La terza ipotesi, invece, afferma che la radice “Ropt” con l’aggiunta del suffisso “ulo” ha le caratteristiche di un nome proprio, probabilmente di un signore germanico proprietario del luogo.

Il Medioevo
Il primo documento che ci viene tramandato, attestando così l’esistenza di Roppolo, è un Diploma di Ottone I, è dell’anno 936 che investe il conte Aymone di Cavaglià dei beni posti nel contado vercellese. In questo Diploma Imperiale, Roppolo è definito “corte” e cioè paese autonomo economicamente.

Nella prima metà del XIII secolo, Roppolo passa sotto la signoria dei Bichieri, nobile casata vercellese i cui membri parteciparono attivamente alle lotte fra guelfi e ghibellini.Pietro Bichieri, fa fortificare il castello di Roppolo, e vi si rifugia dopo essere stato esiliato per la sua militanza nel partito ghibellino. Sposato con Adelasia dei Conti di Biandrate e dalla loro unione nascono sette figlie. Pietro Bichieri muore nel 1254 e nel suo testamento lascia parte dei suoi possedimenti con attribuzioni nominative alle figlie maggiorenni e precisamente Agnese, Aldisia, Margherita e Martina, mentre alle figlie minorenni, Emilia, Ottina e Beatrice, lascia la restante parte del suo patrimonio, ma in forma indivisa.

Nel 1257 Emilia, Ottina e Beatrice procedono alla divisione del patrimonio paterno, divisione che viene effettuata nel Castello di Asigliano.

Emilia Bichieri già da tempo aveva deciso di farsi monaca e, forte del patrimonio ereditato, fonda a Vercelli il Convento di Santa Margherita, primo ordine femminile della regola domenicana, e circa trenta fanciulle della più alta nobiltà vercellese la seguono. Emilia Bichieri ha lasciato nel nostro borgo non solo una delicata e mistica storia ma anche un ricordo che si è perpetuato nei secoli, fino ai giorni nostri. I turbinosi eventi che segnarono tutto il XIV secolo non risparmiarono le nostre tranquille contrade. Infatti, per la sua posizione strategica, Roppolo fu al centro delle lotte fra i Visconti, i Savoia e i Marchesi del Monferrato per il possesso di Ivrea e di tutto il Canavese. Roppolo divenne possedimento dei Visconti nel 1335. Nel 1407 Roppolo passava sotto i Savoia, ma solo temporaneamente.

Il Marchese di Monferrato la riconquistò, in seguito furono nuovamente i Visconti i Signori di Roppolo. Nel 1427, per cessione di Filippo Maria Visconti, Roppolo diventa proprietà del Duca Amedeo VIII di Savoia. Nella prima metà del XV secolo il feudo di Roppolo è protagonista, come altri feudi della nostra regione, nelle continue lotte che la Lega dei Nobili intraprese contro i Savoia. Il castello fu alternativamente conquistato e ripreso, finché, con atto di sottomissione al Duca di Savoia, firmato il 6 Settembre 1460 dall’allora castellano Domenico di San Nazzaro e da tutti gli uomini roppolesi, il feudatario Ludovico Valperga viene reintegrato nei suoi possedimenti, grazie anche ai favori di cui godeva presso il re di Francia.

XVI Secolo
L’inizio di questo secolo è contrassegnato da tragici avvenimenti che, a giusto titolo, possono dirsi premonitori per le nostre genti. Infatti nel 1502 infierirono la peste, la carestia e anche un terremoto. Nel 1522 ricompare, inesorabile, la peste.

Queste terre furono teatro di scontri, uccisioni, stupri e saccheggi. Come spesso accade, quando le popolazioni sono già duramente provate, anche la natura sembra accanirsi per rendere ancor più gravose le loro condizioni di vita. Infatti nel 1540, ad un inverno rigidissimo segue una torrida estate.

Seguirono, nel 1542, piogge torrenziali che rimasero nella memoria degli uomini per secoli. Nell’anno successivo un’invasione di cavallette distrusse i raccolti.

In queste condizioni, nel medesimo periodo, Roppolo, come pure altri comuni limitrofi, funse da frontiera fra i Francesi, accampati ad Ivrea e gli Spagnoli alleati ai Savoia, le cui guarnigioni erano accampate nella campagna vercellese. Mentre altri paesi vicini come Cavaglià a Santhià, vengono conquistate dall’armata francese capitanata da Cossé De Brissac, e Vercelli stessa, capitolando, viene abbandonata al saccheggio, il castello di Roppolo abbondantemente fortificato ed armato, resiste al duro attacco, e le truppe francesi non riescono ad impossessarsene.

Nel 1559 cessarono finalmente le ostilità con il ritorno dei Savoia con Emanuele Filiberto. Nel 1569 Francesco Valperga, governatore di Milano e Vercelli, ottiene l’investitura del feudo di Roppolo.

Il XVI secolo si conclude lasciando il paese duramente impoverito, sia a causa dell’inclemenza di fattori climatici, sia per le reiterate contribuzioni forzose.

XVII Secolo
Durante il breve regno di Vittorio Amedeo I, le nostre popolazioni conobbero un breve periodo di pace, anche se l’impoverimento, duvuto agli eventi precedenti, perdurava nelle condizioni di vita delle genti.

Successivamente, alla morte dei Vittorio Amedeo I, e per sua volontà, la reggenza dello stato passò alla Duchessa Cristina. Questa reggenza scatenò una durissima guerra civile fra i sostenitori della Duchessa Cristina e i due fratelli del defunto Duca, il cardinale Maurizio ed il principe Tommaso che, sostenuti dalla Spagna, intendevano partecipare al governo. La Duchessa Cristina, sorella del re di Francia, era spalleggiata dal Cardinale Richelieu che mirava ad annettere il Piemonte alla Francia, così da poter meglio conquistare il Milanese. I due Principi Savoia si rivolsero allora a tutti i piemontesi esortandoli ad unirsi a loro in difesa della patria. Ebbe così inizio una guerra che durò circa tre anni e che apportò ingentissimi danni a Roppolo, che si trovò per un periodo considerevole al centro delle operazioni militari.

L’avvenuta riappacificazione del 1642, fra la Duchessa Cristina e i due Principi cognati non fu foriera di pace per le nostre popolazioni, a causa delle intemperanze delle milizie francesi e spagnole.

XVIII Secolo
La guerra di Successione fra la Francia e la Spagna (1700-1713), che vedeva militante anche il Principe Vittorio Amedeo II con gli antagonisti di Luigi XIV, travolse nuovamente lo stato sabaudo, e anche a Roppolo erano acquartierate le truppe francesi. Il trattato di Utrech del 1713 riportò la pace e furono ristabiliti i confini e gli equilibri fra i vari monarchi d’Europa.

La seconda metà del XVIII secolo trascorse tranquilla per il nostro borgo anche se le condizioni socio-economiche della popolazione restavano stentate poiché dipendevano esclusivamente dall’attività agricola, svolta su terreni collinari e condizionata dalle condizioni atmosferiche.

Sul finire del secolo la rivoluzione francese incomincia a far sentire i suoi effetti in tutto il Piemonte.

XIX Secolo
Con l’avvento di Napoleone, Roppolo conobbe finalmente un periodo tranquillo. L’amministrazione del paese, basata su regole precise e dotata di ampi poteri si dedicò principalmente alle opere pubbliche ed al restauro di vari edifici comunali. Dopo la caduta di Napoleone, la Restaurazione rappresentò per il nostro paese un periodo di stasi.

La vita borghigiana scorreva quieta quando, nel 1835, scoppiò il colera che tante vittime fece in tutto il biellese. Il Consiglio Comunale deliberò in tutta fretta di allestire un lazzaretto per i roppolesi, in una casa alla periferia del paese (l’attuale casa Gabutti), mentre, per i forestieri il lazzaretto era stato installato nella chiesa di San Sebastiano. La popolazione di Roppolo fu tuttavia risparmiata dalla pestilenza che aveva falcidiato anche la popolazione della vicina Cavaglià. Durante la seconda metà del XIX secolo, Roppolo partecipò alle guerre del Risorgimento per l’unificazione d’Italia e alle Guerre d’Africa, dando così il proprio contributo di uomini e d’azioni.

XX Secolo
Verso la fine del secondo conflitto mondiale Roppolo conobbe l’occupazione tedesca e le lotte partigiane. Le divergenze politiche e la guerra civile che segnò questo triste periodo fecero diverse vittime anche nel nostro paese.

Con il ritorno della pace e l’avvento della democrazia i roppolesi parteciparono, con il loro lavoro al conseguimento del benessere della nazione.

Come raggiungere il Comune

Vi si giunge uscendo in direzione di Ivrea dal casello autostradale di Santhià dell’autostrada Torino-Milano. Dopo meno di 10 minuti d’auto prima del lago di Viverone si raggiunge Roppolo.

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